trio
"Riesci a vedere mia moglie nuda senza toccarla?"
di acquainbocca50
14.11.2021 |
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"Accese la sigaretta e inspirò una lunga boccata, soffiando lentamente il fumo dalla bocca..."
Accendo il pc, vado sul mio profilo, c’è posta. Mi si rallegra il cuore ogni volta che vedo un numero rosso fiammante sull’icona della posta. Ci clicco sopra. È una coppia che scrive. Non capita spesso per cui vado subito a leggere. Ci trovo solo una breve frase che, scritta però da una coppia, ha un suo peso specifico: “Salve come va.”Entro sul loro profilo. È una coppia sui cinquanta. Perfetto per me. Do un’occhiata alle loro foto e ai loro numeri, poi scrivo:
“Ciao, bene, grazie. Voi alla grande vedo, decine di migliaia di visite. Non vi siete annoiati in questi anni di permanenza qui.”
La loro risposta arriva di sera.
“Ciao, non è tutto oro quello che luccica. Non sempre i numeri danno una fotografia reale, fidati. Tu che esperienze cerchi?”
“Mi piacerebbe un'esperienza a tre dove anche i due maschi giochino tra loro. Voi invece?”
“Mia moglie ha un desiderio, vuole vedermi scopare un uomo.”
“Scopare un uomo o scopare con un uomo?”
“Scopare un uomo.”
“Beh, che io sappia, una fantasia del genere da parte di una donna non è una cosa comune. Non invece una donna? Sai, ci sono le cuckquean a cui piace vedere il proprio uomo scopare altre donne…”
“No, niente donne. Che ne pensi?”
“Beh, è molto stuzzicante, soprattutto perché la fantasia l’ha avuto lei e questo rende tutto ancora più seducente. E lei starebbe a guardare?”
“Non lo so. Mia moglie è imprevedibile. Potrebbe non far nulla e potrebbe far tutto. Devo chiederti una cosa.”
“Dimmi pure.”
“Riusciresti a vedere mia moglie nuda senza toccarla?”
“Cioè mentre noi giochiamo, lei potrebbe guardarci nuda? Intendi questo?”
“Sì”
“Guarda, ti sembrerà strano ma quest’ultima cosa che hai detto è come la classica ciliegina sulla torta: Arricchisce la cosa che è già buona di sé.”
“Sei sicuro?”
“Mettere il cazzo dentro un pertugio non sempre è in assoluto la cosa più bella. Trovarsi in particolari situazioni, come quella di cui stiamo parlando adesso, può essere ancora più piacevole proprio perché è una novità. Ti confesso che sono eccitato sin dal momento in cui mi hai detto della fantasia di tua moglie.”
“Bene, ci facciamo sentire noi, si è fatto tardi, sono l’una di notte.”
“Sì, è davvero tardi. Spero di risentirvi.”
“Andiamo sempre cauti prima di prendere una decisione.”
“Mi pare giusto. Buonanotte allora.”
“Buonanotte.”
In spagnolo aspettare si dice “esperar, perché in fondo aspettare è anche sperare. Ho sperato per due giorni e da parte loro nessun messaggio. Mi chiedevo dove avevo sbagliato. Quale mia frase avrebbe potuto cambiare il loro atteggiamento. Eppure, tutto sembrava andare per il verso giusto.
Il terzo giorno li trovai on line ma nessuna risposta. Sono convinto che in questi casi insistere ci si complica ancor più la vita per cui non li contattai. Ad un tratto l’icona della posta si illuminò. Ci cliccai subito sopra, erano loro. Lessi.
“Ciao, ti vedo on line, ci sei?”
“Ciao, sì, ci sono”
“Vado subito al sodo, ho parlato con mia moglie ed è d’accordo ma prima vogliamo vederti.”
“Certamente. Ditemi dove e quando.”
“Prendiamoci un caffè in un bar, parliamo un po’ e poi decidiamo se continuare.”
“Mi pare giusto.”
“Domani mattina alle dieci, ti va bene?”
“Sì, dove?”
“Bar xxxxx. Quando arrivi scrivilo sul sito, ok?”
“OK”
Ebbi un sonno agitato quella notte. Mi girai e rigirai nel mio letto sognando non ricordo più cosa. Mi svegliai più presto del solito. Arrivai al bar con mezz’ora di anticipo. Rimasi in macchina aspettando le dieci. All’ora esatta entrai nel bar, mi sedetti e scrissi sul sito che ero arrivato. Loro erano già on line e la risposta mi arrivò subito.
“Sei quello con la camicia bianca?”
“Sì.”
“Ok, stiamo venendo da te.”
“Mi sono guardato intorno e ho visto una coppia avvicinarsi al mio tavolino con un sorriso.
La tensione sfumò. Quanto bene può fare un semplice sorriso. Li ho invitato a sedersi e a bere qualcosa. Nell’attesa che arrivasse il cameriere, ho preso una scatola di cioccolatini assortiti che avevo portato con me e l’ho offerta a lei.
“Che carino che sei, non dovevi.” – disse un po’ imbarazzata.
“Solo un piccolo pensiero.” – risposi.
“Sono perennemente a dieta ma ti prometto che almeno uno al giorno lo gusterò. Grazie ancora”
“Suppongo che per me non ci sia nulla” – disse lui
“C’è lui per te” - disse ridendo Anna indicando me.
Ridemmo tutti e tre. Parlammo del più e del meno per un po’, poi lei mi disse:
“Beh, che ne dici della mia fantasia?”
“La trovo davvero eccitante.”
Lei si guardò intorno per vedere se qualcuno potesse sentirci, poi, inclinando il viso, si passò una mano tra i capelli con un gesto sensuale e guardandomi fisso negli occhi, disse con tono basso:
“Sei bravo nel fare i pompini?”
Deglutii così forte che il pomo di Adamo mi fece quasi male. Suo marito sorrideva sotto i baffi che non aveva.
“Sai, lui è molto bene abituato.” – continuò
“Confermo.” – disse lui
“Beh, finora nessuno si è lamentato” – dissi con un sorriso imbarazzato.
“Non ti imbarazza farlo davanti a una donna?” – disse
In quel momento non mi sentivo con le spalle al muro. Peggio. Era come se mi stessero buttando dalla tromba delle scale.
“No, anzi, lo trovo ancora più eccitante.” – risposi.
Lei guardò suo marito. Lui annuì.
“Domani è Sabato, lavori?” – disse lei
“No” - dissi
“Domani alle dieci qui. Sarai nostro ospite.”
“Grazie per la fiducia” – risposi emozionato.
“Vorrei chiederti un’ultima cosa prima di andare” - disse lei
“Certamente” – risposi.
“Voglio che tu tocchi il cazzo a mio marito” – disse
“Adesso? Qui?”
“Mi fa piacere che stai iniziando a conoscere chi è mia moglie.” - Disse lui sorridendo.
“Sì.” – rispose lei
“O…ok” – dissi
Diedi un’occhiata circolare per vedere se qualcuno ci stesse guardando, poi, allungai la mano sotto il tavolino e la poggiai sulla patta di lui.
“Non togliere la mano che voglio vederla” – disse lei allungando il collo per guardare meglio.
“Mhmm, molto intrigante. Bene, puoi toglierla. Che ne pensi?” – disse a suo marito
“Che è meglio andare altrimenti scoppio.” - disse
Ci siamo alzati, baciati e salutati.
Qualcuno ha detto che il giorno ha occhi e la notte orecchie. Deve essere proprio così perché quella notte, e per tutta la notte, mi rimbombarono nelle orecchie tutte quelle parole che ci eravamo detti al bar. Anche quella notte il mio sonno fu molto agitato.
Il giorno dopo, sabato, fresco di doccia e profumato come il sedere di un neonato, entrai in auto e mi diressi al bar. Posteggiai e scrissi sul sito che stavo per entrare. Mi risposero che dovevo fermarmi davanti la porta del bar. Così feci. Cinque minuti dopo, una macchina mi si affiancò, erano loro. Salii dietro e andammo via.
“Come ti senti?” – mi disse lei.
“Ho dormito poco.” – risposi.
“Non preoccuparti, non esagereremo.” – E rise.
“Perché non mostri al nostro amico quello che hai messo in borsa stamattina?” – disse lui.
“Così mi fate aumentare la tensione. Che cos’è?”
“Non so ancora se aprirò la borsa. Vediamo come si sviluppa la cosa poi deciderò.”
Venti minuti dopo siamo entrati nella loro casa vicino al mare. Mi hanno offerto da bere, poi si sono scusati e si sono assentati entrambi. Sono tornati dieci minuti dopo e quello che ho visto mi ha lasciato senza fiato. Lei indossava calze nere di pizzo sostenute da giarrettiere. Gli alti stivali erano in pelle e arrivavano fino alle cosce. I tacchi erano così alti e sottili che mi chiedevo come potesse camminare. Indossava una minigonna che poteva non indossare a giudicare da quanta poca stoffa era stata usata per farla e un reggiseno che a grande fatica riusciva a contenere il suo seno. Una Dea del sesso. Lui era invece completamente nudo. Di solito si dice che intravedere è più seducente che vedere, ma per lui non era così e il suo cazzo ciondolava allegramente tra le sue gambe. Lei si è abbassata davanti a lui e ha messo in bocca il suo cazzo. Ha cominciato a succhiarlo mentre lui mi guardava. Pensavo che se una coppia così non fosse esistita bisognava inventarla. Ero rimasto letteralmente a bocca aperta. Ero così sorpreso dal loro colpo di scena che non riuscivo più ad articolare parola. Ero basito. A un tratto, lei si girò verso di me e mi chiese di avvicinarmi. Mi alzai dal divano e mi affiancai a lei. Mi invitò ad abbassarmi con una mano. Lo feci. Mi mise delicatamente una mano sulla nuca e mi spinse verso il cazzo di lui. Era talmente tutto eccitante che mi sembrava di stare su una nuvola. Misi in bocca il suo cazzo in bocca e iniziai a succhiarlo. Lei mi rimase vicino. Sentivo il suo alito caldo e profumato. Dopo un po’ mi invitò a toglierlo dalla bocca e lo leccammo insieme. Fu lui che a un certo momento tolse il cazzo dalle nostre voraci bocche e ci chiese di entrare in camera da letto. Appena entrati, lui si buttò sul letto e mi invitò a farlo anch’io. Mi spogliai del tutto e mi sdraiai sul letto. Lei invece si sedette su una poltrona. Una sua gamba penzolava languidamente su un bracciolo della poltrona. La gonna le si era alzata di diversi centimetri e potevo vedere le sue cosce corpose inguainate in seducenti calze a rete nere. Prese una sigaretta dalla borsa, la picchiettò sul fondo e la mise in bocca, una sigaretta extrafine tipicamente femminile. Accese la sigaretta e inspirò una lunga boccata, soffiando lentamente il fumo dalla bocca. Il fumo che espelleva dalla sua bocca le dava un’aria così sexy che mi sarei prostrato ai suoi piedi se l’avesse chiesto.
“Vorrei che metteste in atto adesso quella fantasia per cui ti abbiamo contattato” - disse
Lui allora si alzò per prendere un tubetto da un cassetto e si pose dietro di me. Mi chiese di girarmi. Lo feci. Allargò le mie chiappe e strusciò il suo cazzo duro. Io mi sentivo le viscere infuocate. Lei certamente non mi aiutava a calmarmi. Era seduta proprio davanti a noi e la sua mano era scesa all’altezza del clitoride e iniziò a toccarsi.
“Mettilo dentro.” – disse a suo marito.
Lui strizzò direttamente il gel sul mio sfintere, pose la punta del suo cazzo e spinse. Fu come se fossi catapultato in una dimensione parallela, un luogo dove non esistevano tabù. In quel luogo imperavano i sensi, le sensazioni, il puro istinto. Dopo avermi stantuffato per un bel po’, per la gioia e il piacere di lei che aveva continuato a toccarsi per tutto il tempo, lui si staccò da me e disse:
“Fallo tu adesso” e mi passò il tubetto. Mi riempii tre dita di quel gel trasparente e lo spalmai sul suo sfintere.
Quando fu ben lubrificato, lo afferrai per i fianchi e il mio cazzo scivolò dentro liscio come olio. La linea della sua spina dorsale si inarcò in modo da accogliermi facilmente. Sentii le sue pareti interne vibrare intorno al mio cazzo e un gemito uscì dalla sua bocca.
Aumentai la velocità, lo strinsi ai fianchi e scopai il suo culo con colpi profondi.
Davanti a noi lei, con la mano infilata sempre dentro le mutandine, ci guardava mordicchiando con i denti il labbro inferiore.
“Più forte, più forte” – mi diceva lui e nello stesso tempo rotava i fianchi per farlo andare più a fondo che poteva. I miei movimenti si fecero sempre più rapidi, i muscoli contratti, i respiri più affannosi e alla fine un’ondata di piacere mi sommerse. Entrambi ci abbandonammo supini sul letto per prendere respiro. Durò davvero poco. Lei, nel frattempo, si era tolta tutto. Era nuda come mamma l’aveva fatta. Salì sul letto e gattonando si avvicinò tra le cosce di suo marito. Senza attendere oltre, lo prese in bocca con tutta la voracità possibile. Poi, all’improvviso, si mise a cavalcioni su di lui. Io ero esterrefatto da tutta quella carica erotica che lei trasmetteva in ogni suo movimento. Afferrò il suo cazzo con la mano e lo avvicinò alla sua fica, strusciandolo contro di lei, forse per fargli sentire quanto fosse bagnata. Poi, lo accolse dentro. Iniziò a muoversi lentamente, su e giù, con le mani sul petto di lei, poi le sue spinte verso il cazzo si fecero sempre più energici e più veloci finché entrambi, nello stesso momento, furono trascinati sulla vetta più alta del piacere. Per un attimo tutti i loro muscoli rimasero contratti, poi, lentamente si sciolsero. Si guardarono e sorrisero, senza dire nulla ma come se stessero pensando esattamente alla stessa cosa. Poi, lei si alzò da lui e prese un’altra sigaretta dalla borsa. L’accese e inspirò una lunga boccata. Era rossa in viso.
Era l’ora di pranzo. Decidemmo di mangiare insieme in un ristorantino poco distante. Mentre aspettavamo che arrivassero i piatti, Lui mi disse:
“Vorremo ripetere l’esperienza ma, questa volta, lei non sarà più una spettatrice. Che ne pensi?”
In quel momento arrivarono i piatti. Il profumo del basilico si mischiò a quello di lei. L’aria era piacevolmente tiepida e il mare che vedevamo dalla finestra dava un senso di tranquillità.
“Penso che la vita può essere meravigliosa.” – risposi, scatenando l’ilarità generale.
“Sono io adesso che vi devo chiedere una cosa.” - dissi
“Dimmi” – disse Lei.
“Cosa c’è nella borsa?”
“Vuoi vedere” – disse
“Si”
“Tieni, apri pure.”
L’aprii. Un enorme dildo nero troneggiava su tutte le altre cose.
“Lo userò con te la prossima volta.”
Ancora una volta deglutii così forte che il mio pomo d’Adamo ne risentì.
“Come dal letame nascono i fiori, da un dolore acuto può nascere un grande piacere. Buon appetito” – disse lui
“Buon appetito” – disse lei.
“Buon appetito” – dissi io
E iniziammo a mangiare, loro sorridenti, io un po’ meno.
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