Scambio di Coppia
Due sorelle.
di acquainbocca50
13.03.2022 |
35.696 |
15
"Tolsi il cazzo dalla sua mano e glielo misi dentro con un tale impeto che la feci gridare..."
Anna e Veronica non avevano bisogno di parole. Bastava una smorfia, un aggrottamento della fronte, un’espressione del volto e si capivano. Come tutte le sorelle, potevano volersi bene e al tempo stesso aver voglia di torcersi il collo. Anna era più grande di due anni, ma se non fosse stato per una differenza di fisico sarebbero potute sembrare gemelle. Anna infatti era la classica bellezza mediterranea, formosa, con un bel seno abbondante e un fondoschiena tondo e sporgente. Veronica era invece magra e longilinea, con gambe snelle e un seno quasi minuscolo ma delizioso. Per farla breve, ho sposato Anna. Non che io abbia fatto una scelta, ho semplicemente conosciuto Anna, ci siamo frequentati, piaciuti e, alla fine, ci siamo sposati. In quel periodo, Veronica la vedevo poco perché studiava all’università a Bologna. Dopo la laurea è ritornata in Sicilia e ci vedevamo spesso finché un giorno non ha conosciuto Sandro. Dopo un po’ si sono sposati e si sono trasferiti nel nord Italia. Non ci siamo mai comunque persi di vista. Una volta all'anno, nelle vacanze estive, scendevano in Sicilia e prenotavano una camera in un albergo che si affaccia sul mare. Quelle tre settimane di vacanza le passavamo sempre insieme.
Veronica mi piaceva. Con quel seno appena pronunciato e un fondoschiena che sembrava disegnato dalla matita di Crepax appariva molto seducente. Più volte, nascosto dietro gli occhiali da sole, mentre eravamo distesi sulle comode sedie a sdraio dell'albergo a prenderci il sole, ho ammirato il suo corpo da gazzella. Naturalmente non ho mai lasciato trapelare nulla. A pensarci bene, anche Sandro indossava imponenti occhiali da sole. Non mi stupirei se ammirasse segretamente il seno florido e rotondo di mia moglie.
Le nostre estati si sono susseguite in questi venticinque anni seguendo la solita routine: La mattina una corsetta sul lungomare per perdere quei chili che avevamo messo su durante l’inverno, doccia, colazione, bagno di sole, pranzo leggero, poi di nuovo sdraiati sulle sdraio dell’albergo per ottenere un bel colore dorato. Poi un giorno tutto cambiò. Da alcuni mesi, ogni lunedì mattina mia moglie andava in palestra per seguire un corso di Krav maga – ha un debole per le arti marziali - Andai dunque da solo in albergo. Ci siamo seduti sulle sdraio con il solito spritz in mano. Abbiamo chiacchierato del più e del meno finché la conversazione non si è spostata sul sesso e sull’erotismo, ma con un tono leggero e ironico, almeno per i primi due spritz. Alla fine del terzo i freni inibitori si erano allentati e Sandro lanciò la bomba:
-Sai, io e Veronica facciamo sesso con chi ci piace.
Nonostante non fossi estremamente lucido dopo tre spritz, ci mancò poco che mi andasse di traverso l’ultimo che avevo bevuto.
Ci fu un momento di silenzio. Era chiaro che volessero saggiare la mia reazione. Io cercai di apparire naturale, nonostante dentro di me ci fosse un terremoto. Me ne uscii con un “l’avete già fatto?”
-Sì – rispose Sandro – più volte.
Diversi pensieri si accavallarono nella mia mente uno sull’altro: perché me lo stava dicendo? Era una proposta? E Veronica era d’accordo? Vuol dire che le piacevo? L’ultima domanda che mi ero posto mi interessava particolarmente.
- Quando dici che fate sesso con chi vi piace, intendete insieme? – dissi.
- Abbiamo provato a farlo tutti e quattro insieme, - due volte - ma non è nelle nostre corde.
-Perché? – chiesi.
- Lo scambio separato lo preferiamo perché evita un’eventuale competitività sia tra uomini che tra le due donne. Inoltre, sia io che lei ci sentiamo pressati in qualche modo se stiamo insieme. Non riusciamo a lasciarci andare completamente. Separatamente, invece, ci sentiamo più rilassati. Per non parlar poi di quanto sia eccitante raccontarsi per filo e per segno com’è andata con l’altro partner e alla fine finisce sempre che facciamo sesso tra noi con una passione incredibile. Ti è mai successo di provare una forte attrazione verso un’altra donna mentre eri sposato?
- “Se tu sapessi con chi” pensai.
- Beh, certo, siamo umani – risposi.
- Hai detto bene, siamo umani e l’essere umano non è, per natura, un monogamo. Viviamo una vita ipocrita. Fingiamo fedeltà e sogniamo avventure. Posso chiederti una risposta sincera? – disse
-Dimmi. – risposi.
-Hai mai fatto pensieri su Veronica?
Ero davvero imbarazzato. Era come uscire allo scoperto. Decisi comunque di dire quello che pensavo.
-Trovo che Veronica sia bellissima. Sì, ho fatto pensieri su di lei.
Veronica si girò verso di me e mi rivolse un sorriso talmente bello da mettermi ancora più in imbarazzo.
-Posso essere sincero con te? – disse.
-Certo.
-Anch’io ho fatto dei pensieri su Anna.
-Beh, sono entrambi belle donne, è naturale provare un’attrazione. – dissi.
-Infatti. Beh, vado a fare una nuotata adesso – disse.
Si alzò e si diresse verso il mare. Ero sorpreso che non mi avesse invitato a venire.
-Grazie, - mi disse Veronica – per le belle parole.
-È la verità - risposi.
- Che sono bellissima o che hai fatto pensieri su di me? – rispose sorridendo.
Era ancora più bella in quel momento.
-Tutti e due – risposi.
- Mi chiedo quali pensieri tu possa aver fatto su di me – disse maliziosa.
Il mio viso bruciava come un forno.
-Dovresti vederti – disse lei con una sonora risata – sembri un gambero. Mi piacciono i gamberi, sono deliziosi.
Io sarò un gambero ma lei è sicuramente una mantide religiosa – pensai.
La mantide è un insetto che ha sempre affascinato l’uomo. Quando vuole accoppiarsi secerne ormoni che attirano il maschio e mentre lui se la scopa lei se lo divora iniziando dalla testa. Il guaio è che il maschio lo sa ma non riesce a resistere. Anch’io non sono riuscito a resistere quando mi ha chiesto di accompagnarla nella stanza dell’albergo perché doveva andare in bagno. Il viottolo che dalla spiaggia porta all’albergo è così stretto che si cammina uno dietro l’altro. Lei era davanti a me con il costume che le copriva a malapena le sue chiappe piccole e strette. Non riuscivo a staccare gli occhi dal suo fondoschiena. Entrammo nella stanza. La camera era fresca e spaziosa, con una balconata che si affacciava sul grande prato all’inglese sul retro dell’albergo. Veronica entrò in bagno. Alcuni minuti dopo sentii la sua voce.
-Puoi venire un attimo? – disse.
Entrai. Lei era davanti allo specchio. Con le mani teneva su i lunghi capelli mostrando un collo lungo e affusolato. Addosso aveva una catenina d’oro.
-Mi aiuti a toglierla? Il gancio è un po’ duro.
Facevo fatica persino a respirare per l’emozione. Mi avvicinai dietro di lei. Respirai a fondo il suo profumo. Presi il gancio e tentai di aprirlo. Veronica inarcò la schiena spingendo il sedere - sì, proprio quel sedere che, insieme alle sue piccole tette, avevo tanto desiderato – verso di me e si strusciò. Sganciai la collanina ma lei continuò a muoversi, lentamente, delicatamente. Ero al settimo cielo. La lasciai fare per un bel po’, fino a che non riuscii più a trattenermi e la girai. Il suo bellissimo viso era davanti al mio, vicinissimo. Cazzo, era mia cognata quella, da una vita la desideravo e adesso potevo averla. La baciai. La mia lingua si intrecciò con la sua e io potevo sentire il forte battito del suo cuore. Accarezzai i suoi morbidi capelli e ne aspirai il profumo. Lentamente lei si abbassò. Afferrò il mio costume e lo tirò giù fino alle ginocchia. Prese il mio pene, lo segò un po’, poi lo prese in bocca. Chiusi gli occhi e reclinai la testa all’indietro. Sensazioni incredibili attraversarono il mio corpo. Dovetti lottare con me stesso per non esplodere ma quando lei mi disse di non trattenermi, mi lasciai andare ed eiaculai nella sua bocca. Nessuna goccia cadde sul pavimento. Si alzò e tirò fuori la lingua impregnata del mio sperma. Ero come ipnotizzato nel vedere il mio seme sulla sua lingua. Avvicinò la sua bocca e mi baciò facendomi sentire il sapore leggermente amaro del mio sperma. Alla fine si ritrasse e disse:
-Vado a farmi una doccia.
Le afferrai la mano prima che potesse andare.
-Veronica… - dissi.
-Sì? – rispose lei.
-Posso vedere il tuo seno?
-Il mio seno? Ti piace il mio seno? – disse con tono sorpreso.
-Non hai idea quante volte l’abbia desiderato.
Veronica mise le mani dietro la schiena e sganciò il pezzo sopra del costume, che scivolò a terra. Davanti a me, finalmente, avevo i suoi piccoli seni nudi. Erano bellissimi. Lei mi prese una mano e la posò sul suo seno. Riuscivo a coprirlo interamente. Lei afferrò i bordi del suo pezzo sotto e lo tirò giù.
-Vai giù – disse semplicemente.
Mi inginocchiai. Contemplai per un lungo istante la carne rosa della vagina depilata poi lei con una mano mi afferrò i capelli e mi tirò verso di lei, tra le sue cosce. Afferrai le sue natiche piccole e strette e la mia lingua si perse nella sua intimità bagnata di desiderio finché non trovò il delicato bocciolo di carne e iniziò a pizzicarlo mentre dita della mia mano entravano dentro di lei. Sentivo contrarsi il suo ventre e aumentai il ritmo della mia lingua e delle mie dita.
_ Guardami, mi disse mentre stava per venire. La guardai. Dio che sensazioni. Venne, e nel momento dell’orgasmo chiuse gli occhi e il suo viso si trasfigurò per il piacere.
Facemmo una doccia e mentre ci asciugavamo lei mi chiese se Io e Anna avevamo mai parlato di scambio di coppia.
-No – dissi.
- Riusciresti a convincerla? Sarebbe tutto più semplice.
-Non so neanche come iniziare. – dissi.
-Ok, lascia fare a noi. Andiamo adesso.
Ritornammo in spiaggia. Sandro era disteso sulla sdraio.
- Ho prenotato un tavolo per quattro per domani. Tutto bene, voi? – disse con un sorriso.
-A meraviglia – disse Veronica e ci sdraiammo sulle nostre sdraio.
Rimasi ancora una mezz’ora poi andai a casa.
-Com’è andata? – disse mia moglie, che era nel frattempo rientrata.
-Bene, al solito – dissi evitando di guardarla in viso.
Ogni sabato sera andavamo a un ristorante cinese sul lungomare. Arrivammo che erano quasi le 20:30. Non aspettammo a lungo. Non ero affatto tranquillo. Quel “Lascia fare a noi” mi aveva turbato non poco e temevo il peggio. Ordinammo da mangiare e Sandro ordinò subito due bottiglie di buon vino rosso. I piatti arrivarono in poco tempo e iniziammo a conversare, godendo dell’ottima cucina del ristorante. Le mie preoccupazioni stavano per concretizzarsi quando ad un tratto Sandro disse che voleva raccontarci qualcosa di strettamente personale. Cominciai a sudare freddo.
- Qualche tempo fa siamo stati invitati da una coppia di amici veneti a una cena in un ristorante tradizionale della zona. A un certo punto la conversazione si è spostata sul sesso. – disse Sandro
-Argomento molto interessante. – disse Anna sorridendo.
- Alla fine ci hanno rivelato che praticavano lo scambio di coppia.
-Davvero? – quasi gridò Anna sgranando gli occhi. Era evidente che la cosa la divertiva.
- La serata è proseguita in un’altalena di nostre domande nostre e loro risposte sulla loro esperienza come coppia scambista. Dopo di che ci hanno chiesto se ci sarebbe piaciuta una cosa del genere. Era chiaro il loro intento. Ci stavano invitando. - disse Sandro. Si fermò un attimo.
-Beh, che avete risposto? – disse Anna.
- Vuoi la verità? – disse Sandro.
-Certo che la voglio – rispose mai moglie.
-Beh, io avrei risposto di sì ma ho temuto la reazione di Veronica. E ho detto no.
Anna guardò a bocca aperta sua sorella.
-Anch’io avrei risposto volentieri di sì ma dissi di no per la stessa ragione di Sandro.
Io avevo un sorriso serafico stampato in faccia ma dentro di me stava montando uno tsunami di proporzioni epiche.
-Quindi non avete fatto nulla? – disse Anna con un tono che mi sembrò un po’ dispiaciuto
Ne abbiamo parlato io e Veronica nei giorni successivi e alla fine ci siamo detti: proviamoci!
-Nooo – disse Anna sgranando ancor di più gli occhi.
-Sì, invece. – disse Veronica. Li abbiamo invitati a casa nostra.
Anna si girò verso di me per vedere la mia reazione. Io avevo sempre lo stesso serafico sorriso stampato sul voto anche se il cuore batteva come un tamburo. Sapevo che il cerchio si stava stringendo.
-Scusate la curiosità – disse Anna – ma come funziona, voglio dire, eravate in quattro e…
-Eravamo tutti e quattro nel letto. Io con lui e Sandro con lei. – disse Veronica.
- Comunque non ci è piaciuto farlo insieme. Abbiamo provato un’altra volta ma il risultato è stato lo stesso. – disse Sandro.
-Allora abbiamo preferito farlo in stanze separate e poi ci siamo raccontati tutto. È stato molto piacevole. – proseguì Veronica.
- Sarà perché forse ho bevuto troppo – disse Anna – però perché ce lo state dicendo? Non dovrebbe essere una cosa intima?
A quella domanda seguì un lungo silenzio. Anna ci guardò in faccia. Nessuno di noi apriva bocca.
-No, scusate, fatemi capire… - disse Anna.
-Ti ricordi quando da piccole cantavamo Battisti: “Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi… emozioni…” Cerchiamo emozioni Anna, senza far male a nessuno. – disse Veronica.
Sandro riempi di nuovo i bicchieri.
-Brindiamo alle emozioni – disse.
Accostammo i bicchieri. Seppur ancora titubante, lo fece anche Anna. Bevemmo.
-Vieni in albergo con me? – disse Sandro con un tono di voce naturale.
Attorno al tavolo la tensione si tagliava a fette. Eravamo giunti al momento cruciale.
Anna si girò verso di me.
Con lo stesso tono naturale e calmo di Sandro, dissi: Vai…
Sandro allora si alzò e le scostò la sedia per aiutarla ad alzarsi. Anna si alzò e insieme si allontanarono.
Sembrava una situazione surreale. Tutto era accaduto così in fretta. La normalità non esisteva più. Sandro andava via con mia moglie ed io con la sua. Roba che se me l'avessero detto il giorno prima mi sarei fatto una risata. Pagai il conto e io e Veronica salimmo in auto.
-Sono scioccato – dissi.
-Stiamo vivendo emozioni, stiamo vivendo. – disse Veronica –Si avvicinò e mi baciò sulla guancia.
-Mi piace il tuo profumo - dissi. Lei sorrise.
Entrati in casa rimanemmo fermi, l'uno di fronte all'altro, immobili, senza dir nulla, guardandoci negli occhi. Poi le tolsi la maglietta e il suo delizioso seno ancora nascosto da un sottile reggiseno mi si presentò davanti, piccolo e perfetto. Lei piegò le braccia dietro la sua schiena e slacciò i gancetti del reggiseno che scivolò giù. Sfiorai con le dita i suoi capezzoli e sentii che piano piano diventavano turgidi. Con la lingua andai a cercare quei piccoli bottoni rosa e li succhiai. Lei gemette poi mi sbottonò i pantaloni e mi prese il pene tra le mani. Lo cinse con le dita e iniziò a scivolare su e giù. Le abbassai i pantaloni e le mutandine e feci scivolare un paio di dita dentro di lei. Tolsi il cazzo dalla sua mano e glielo misi dentro con un tale impeto che la feci gridare. Le afferrai i polsi e glieli bloccai sopra la su testa mentre mi muovevo dentro e fuori di lei con sempre più forza. La guardai negli occhi, quegli occhi che conoscevo da una vita e che mi avevano sempre attratto e le dissi che volevo che lei mi dicesse che voleva essere scopata da me.
-Sì, sì, voglio essere scopata da te, da te, così, sì, dai…
Le sue parole furono il punto di non ritorno. Diedi le ultime spinte e con i nostri respiri che si fecero sempre più violenti, raggiungemmo l’orgasmo insieme.
-Scusa, sono un pessimo padrone di casa, non ti ho nemmeno chiesto cosa vuoi da bere – dissi scherzando.
-Un caffè, grazie – rispose.
Arrivò in quel momento una videochiamata. Sullo schermo dello smartphone apparve il faccione di Sandro.
-Ehi. Come procede da voi? Qui, alla grande.” – disse e scoppiò in una fragorosa risata. Allontanò il cellulare dal suo volto per allargare il campo visivo. Era a letto con Anna.
- “Buon divertimento” – disse e ridendo chiuse la videochiamata.
Buon divertimento anche a tutti voi.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.