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Prime Esperienze

La vita ricomincia a 70 anni, anzi a 72. 2° parte.


di Membro VIP di Annunci69.it acquainbocca50
12.06.2022    |    13.337    |    14 9.2
"Quando le prime luci dell’alba sono filtrate attraverso le tende, io ero già sveglio con il cazzo in erezione..."
Un desiderio, se comporta dei rischi, possiamo reprimerlo. Ma un’ossessione? Provateci a reprimere un’ossessione, è come combattere contro i mulini a vento. Mette radici nella mente ed è impossibile sradicarla.

Io, quella notte, dopo aver fatto sesso con la signora Anna, non sono riuscito a dormire. Non passava un istante senza che io non pensassi al suo culo. Sì proprio quel culo cascante, asimmetrico, pieno di cellulite e però carnoso e fino a quel momento inviolato, era diventato la mia ossessione di una notte

Mi era rimasto impresso nella mente come un marchio a fuoco. C’era solo un modo per togliermi quel chiodo fisso: Incularla. E senza pietà.

Sapere poi che era appena a un piano sopra il mio non faceva che aumentare la mia fissazione. La notte passava con una lentezza esasperante, non vedevo l’ora che diventasse giorno solo per soddisfare la mia brama d’animale, sì, d’animale, perché in quella smania che avevo di incularla non c’era nulla di umano. Non ero mai stato così. Non era nella mia natura. Quella signora suscitava in me gli istinti peggiori. La pensavo sul letto a quattro zampe con il culone incartapecorito in aria, le afferravo le sue chiappe flaccide e bianchissime e le divaricavo. Affondavo la faccia tra le sue natiche e gli lubrificavo con la lingua il buchetto ancora vergine, ma per poco. Poi, mi rialzavo e la inculavo. La mia ossessione finalmente aveva pace.

Quando le prime luci dell’alba sono filtrate attraverso le tende, io ero già sveglio con il cazzo in erezione. Era un po’ che non succedeva ed è stata una bella sensazione. L’ho preso in mano e l’ho massaggiato un po’. Era chiaro dalla sua durezza che era ossessionato come me.

Ogni mattina, dopo colazione, scendo con l’ascensore, prendo la macchina e vado in ufficio. Lo faccio da una vita. Stavolta avrei voluto salire al piano di sopra e suonare il campanello. Purtroppo la signora, tra le altre cose, è anche un po’ sorda e magari i dirimpettai avrebbero sentito il campanello e come ogni classico condomino avrebbero guardato attraverso l’occhio magico delle loro porte. Immaginate il pettegolezzo che avrebbe invaso l’intero condominio nello spazio di una mezza giornata: una persona sposata con una signora anziana. Ci avrebbero spettegolato per un anno intero. Così sono sceso con l’ascensore, e ho preso la macchina. Dopo avere svoltato un paio di volte mi sono fermato e ho telefonato in ufficio dicendo che stavo male. La seconda telefonata l’ho fatta alla signora Anna.

-Ciao Anna, – dissi subito – Ho voglia di te, ho un’irrefrenabile voglia di vederti.”
La sentii ridere.
-Quando? – disse lei.
-Adesso! – risposi.
- Ma adesso non posso, devo andare a comprare il pane, la frutta e…
La interruppi.
-Anna, ho una voglia matta di baciarti, ti prego…
Lei rimase per un paio di secondi in silenzio, poi disse.
-Come vorresti fare?
-Lascia la porta socchiusa, tra poco salgo.

Ho parcheggiato la macchina e mi sono avviato. Ho aperto la porta del condominio e ho salito le scale facendo attenzione a non far rumore. Arrivato al piano della signora, la porta era socchiusa e sono entrato Anna era ferma, in piedi, nel corridoio, che mi guardava. Profumava di doccia appena fatta.

-Tu sei matto – mi ha detto.

Mi sono avvicinato, le ho messo le mani su quell'agognato culo per un'intera notte e l'ho attirata verso di me. Avrei voluto sfilarle la gonna, girarla con forza, tirarle giù le mutande datati e incularla facendole anche un po’ male. Che cazzo ne so perché mi faceva questo effetto. Comunque non ho fatto nulla di tutto questo. Sono stato gentile con lei. Ho accarezzato con una mano la sua guancia rugosa e l’ho baciata. Ricordo ancora quel bacio, in piedi, nel bel mezzo di un corridoio di un mattino qualunque. Ricordo ancora il brivido inaspettato che mi ha attraversato la schiena. L’ho presa poi per mano e siamo andati in camera da letto. L’ho spogliata piano e ho accarezzato ogni centimetro del suo corpo come se fosse un fiore delicato seppure appassito. Lei mi guardava in silenzio, in piedi, con le braccia lungo il corpo. Sembrava una bambina. Mi piaceva come mi guardava. L’ho distesa sul letto piano, delicatamente e abbiamo fatto l’amore, piano, senza frenesia. E mentre lo facevamo nella mia mente echeggiavano le parole di Lucio Battisti: “Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare. E sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare un sottile dispiacere…” Emozioni..
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