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Verde e azzurro - XIX


di Doctor_S
24.01.2024    |    168    |    7 9.2
"Dentro e fuori di lei, senza sosta, senza timore..."
Trattenni il fiato per un attimo: mi sentii inesperto. Non sapevo cosa aspettarmi. Mi ero lasciato trasportare, a tratti imitando ciò che facevano gli altri – evidentemente molto più rodati ed affiatati di me – e avevo provato ad essere in qualche modo all’altezza, ma era come se fossi rimasto sempre un passo indietro e quelle parole ne furono ulteriore conferma. Non riuscivo ad immaginare come sarebbe stato possibile far spazio anche per lui, ma Luca sembrava possedere doti di regia sorprendenti. < Poggia la schiena al divano. > le ordinò. Lei obbedì, tenendosi faticosamente a noi, fino a toccare con la nuca sul bordo dello schienale. < Brava, così! > si compiacque < Ora tocca anche a te scoparla. Vieni! > continuò in direzione di Simone, il quale si divincolò tra i nostri piedi per trovare il giusto spazio in cui inserirsi. Poi allungò una mano allo schienale, giusto accanto alla testa di Sara, e con l’altra puntò il cazzo giusto fra quello mio e di Luca. < NO! Nel culo no! Non ce la faccio a farci entrare pure il tuo! > gli urlò contro Sara. < Ci proviamo la prossima volta… > le fece eco Luca.
< Mettimelo nella figa! Lo voglio adesso! > lo incitò lei. Simone allentò la pressione ed esitò un secondo. Poi assecondò la sua richiesta, spostando il glande poco più su e affondando senza alcun impedimento nel lago tra le sue grandi labbra. Liscio e diretto la penetrò. Lo percepii chiaramente ed anche Luca, pensai, doveva aver avvertito la stessa sensazione. Istintivamente mi irrigidii, ma stavolta quel contatto di promiscua virilità non mi fu più così strano. Anzi. Era ormai ricaduta nel ricettacolo di quasi assuefazione nel quale molte delle esperienze fatte in quella vacanza erano ormai esposte.
< Aaaah! > urlò Sara, acuta e rauca. A prima impressione non fui in grado di distinguere se fosse dolore o piacere, poi Simone dimostrò di conoscere la risposta e prese a scoparla velocemente. Altre urla. < Brava la mia troietta! > la incitò Luca. Avvertivo con chiarezza ogni penetrazione, provando a penetrarla anch’io per quanto quella scomoda posizione mi permettesse. Tutti e tre, ognuno con il proprio ritmo, ci concentrammo sul nostro obiettivo e di lì a poco finimmo per assumere le caratteristiche di una macchina perfetta, come pistoni che scorrono nei cilindri di un motore lanciato ad alti giri. Dentro e fuori di lei, senza sosta, senza timore.
Simone approfittava della sua posizione di vantaggio per colpire indisturbato, facendo tremare tutto il divano e noi con esso. Luca ed io ci alternavamo, garantendo ad ognuno la possibilità di fare sentire la propria importante presenza. A volte ci ritrovavamo a penetrarla sfasati, a volte contemporaneamente tutti e tre e quando ciò accadeva Sara urlava. Con sempre meno forza.
Ormai riversa con la testa all’indietro, scossa sotto i colpi violenti, con la bocca spalancata e gli occhi chiusi si era definitivamente arresa. Non opponeva più resistenza, non era più capace di dettare il ritmo. Quasi in trans, semisvenuta, passivamente lasciava che la scopassimo tutti assieme. Gemendo.
Vederla così mi caricava di una strana eccitazione, quasi ferina, primordiale ed istintiva. Io e Luca le tenevamo i seni stretti in pugno e sfruttavamo quella presa per aiutarci a dare slancio ai colpi. Lei contraeva le dita cercando appiglio sui nostri corpi, ma nulla la aiutò.
Sentii di aver capito finalmente Luca e Simone: non si trattenevano, erano animaleschi e a tratti rudi con le proprie compagne ma per un motivo. Lo stesso motivo che aveva ormai tirato anche me nella propria orbita, tinta di riflessi pornografici. E quel motivo era realizzare fantasie. Tutti e quattro loro era come se avessero un tacito accordo, per il quale la reciproca fiducia faceva da garante, con il quale accettavano di darsi il piacere che desideravano senza passare per il vaglio dei pregiudizi o infrangendo il valore di una relazione. Assoluta dedizione alla causa. Nulla più. E questo loro ‘contratto’ non scritto aveva iniziato ad includere anche me dal momento in cui avevo messo il cazzo nel culo di Sara insieme a Luca.
La violenza e la foga di quelle penetrazioni faceva pienamente parte di un copione, che intuivo fosse stato discusso in precedenza tra tutti e quattro e nei minimi particolari ed io mi ero trovato ad esserne incluso. Dovevano riporre molta fiducia in me per arrivare a tanto.
Nella mia testa scattò un meccanismo, quasi come una molla. Mi sentii come liberato definitivamente di un peso, che nel suo scivolare via aveva spianato la strada ai miei istinti primordiali.
Iniziai a sentirmi intorpidito, forse a causa della pressione a cui ero sottoposto, così decisi di dare fondo alle mie energie mosso da quella nuova consapevolezza. Con un piede ben piantato a terra, piegai leggermente la gamba destra per puntellare anche l’altro piede sul divano e mi diedi la spinta.
Colpo secco e violento. Sara urlò. Di nuovo, mi diedi lo slancio, ed affondai contemporaneamente con Luca. Sara urlò ancora. Un altro colpo, molto ravvicinato, e stavolta mi ritrovai a penetrarla assieme a Simone. Lei alzò la testa e mi guardò spaventata negli occhi. Ancora un colpo netto. Ma ora sentii Luca assecondarmi. Un altro colpo. Ancora un grido. Luca piantò i piedi seguendo il mio esempio. Ancora a fondo. Si sincronizzò a me e con inaudita intensità le scendemmo di colpo nel culo assieme. < AAAH SIII! > gridò ancora lei. Simone rallentò per un istante ed attese che tornassimo a penetrarla per unirsi a noi. E affondammo tutti e tre contemporaneamente. Sara emise un urlo profondissimo e prolungato. A quel ritmo, lento e cadenzato, prendemmo a scoparla all’unisono. Ancora ed ancora. Dentro e di nuovo fuori. Assieme. Animaleschi. Ormai lei si sforzava di proferire suoni che non era più in grado di emettere, ma l’intensità con cui godeva la spingeva a varcare i propri limiti in ogni direzione. Colpo dopo colpo la sferzammo, ripetutamente, fino a quando, all’improvviso, allungò entrambe le braccia e si aggrappò allo schienale del divano, rigida e tesa. Ancora un affondo. < AAAAH! STO VENENEDO!! > gridò con tutta sé stessa, tenendosi forte più che poté. Iniziò a tremare e contorcersi. La penetrammo di nuovo, tra i sussulti. Avvertii una calda sensazione avvolgermi il cazzo. < Anche io! > esplose Luca. Lo sentii pulsare contro di me e percepii distintamente il suo seme colare dappertutto, ma ciononostante la penetrammo ancora. < Venite, vi prego! > implorò Sara piangendo e tremando, percorsa dalle contrazioni < Non vi fermate! Venitemi dentro! >. Al successivo affondo, allentai la concentrazione, mi lasciai libero di accontentarla e le esplosi anch’io nel culo. < Oh si, così mi piace! > mugugnò stremata < Vi voglio sentire mentre arrivate! >. Pulsando entrambi ci liberammo dentro di Sara tremante, senza rallentare, se non quando avvertimmo anche Simone pulsare a sua volta ed arrivarle dentro, durante l’ennesimo affondo collettivo. < Ah si, così! > biascicò Sara < Riempitemi, così >. Queste ultime sillabe fluirono come un sussurro appena percettibile, mentre esanime si lasciò andare come peso morto.
Rallentai. Fino a fermarmi, anche io provato, seguito dopo poco da Luca. Un'altra contrazione la percorse, simile ad un brivido. Poi anche Simone, finalmente, esplose il suo ultimo caldo fiotto e si fermò, chino su di lei.
Silenzio.
Tutto ciò che si poteva percepire erano i nostri respiri affannati. Null’altro.
Chiusi gli occhi e lasciai che l’adrenalina e la dopamina seguissero il proprio percorso attraverso le mie carni. Cullandomi.
Sentivo il sangue pulsarmi nelle orecchie, probabilmente roventi. Avvertivo il calore diradarsi lungo l’addome ed il seme colarmi addosso. Mi sentivo zuppo dall’ombelico in giù, di ogni sorta di fluido corporeo e non, ma era quasi piacevole.
Accarezzai dolcemente la gamba di Sara abbandonata su di me e ne percepii la pelle d’oca. Stancamente, fece scivolare il braccio fino alla mia testa e timidamente ricambiò la carezza.
< Sei stato bravo > proruppe Grazia all’improvviso.
Aprii gli occhi e la vista mi si riempì del suo culo marmoreo ad un palmo dal mio naso, china verso Simone. < Ti è piaciuto? > le chiese lui, scivolando fuori da Sara per rimettersi in piedi.
Grazia si scostò per dargli spazio poi esclamò: < Fai attenzione che goccioli ovunque! > e così dicendo gli allungò una mano sul cazzo. Gli ripulì il seme che lo ricopriva con le dita, che poi leccò di gusto. < Mh, buono come sempre! > aggiunse con un risolino.
Anche Roberta si avvicinò, ma a Sara. < Ti aiuto, tesoro? > le fece accarezzandole i capelli.
Sara aprì gli occhi con difficoltà e la guardò grata, poi alzò la testa e provò a farsi forza sulle gambe ma senza trovare successo. Provai ad esserle d’aiuto sostenendola e lo stesso fece Luca. Così, lentamente lasciò che le scivolassimo fuori dal culo, sgocciolando la mistura di semi e gel un po’ ovunque. Luca, allora, si sollevò verso di lei e la prese tra le braccia per poi tornare a stendersi delicatamente, stringendola al petto.
Ero provato. Davvero stanco. Non avevo la forza di alzarmi, complice anche la posizione particolare che aveva finito con l’intorpidirmi le gambe. Mi guardai attorno, nel blando tentativo di riportarmi alla realtà.
Grazia e Simone erano accanto al piano cottura, intenti a darsi una ripulita con dello scottex. Sara giaceva riversa su di Luca, mostrandomi il culo arrossato e ancora notevolmente dilatato, da cui il nostro seme fluiva a mischiarsi con quello che le fuoriusciva dalle grandi labbra. Roberta, invece, stava poggiata con i gomiti allo schienale del divano, giusto sopra di me, col cellulare in mano. Mi sorrideva.
< Che ti ridi tu? > le chiesi.
< Niente. Mi è… piaciuto! > rispose sorniona, quasi timida nell’ammettermi le proprie perversioni.
< Cosa? > continuai.
< Tutto! Sara ha un buon sapore e non mi aspettavo mi piacesse così tanto. Grazia è differente, ma anche lei è molto buona. Mi sei piaciuto tu, che sei stato all’altezza nonostante fosse la tua prima volta e mi hai fatto arrapare molto. > poi fece il giro del divano e si venne ad inginocchiare giusto accanto alla mia faccia < Ma soprattutto mi è piaciuto ‘noi’ che siamo riusciti ad organizzare tutto questo alla perfezione. Sono felice! > e così dicendo mi diede un bacio, che ricambiai appassionatamente tirandola a me. < Bravi noi! > sussurrai.
< Dopo ti faccio vedere il replay… > bisbigliò sorridendo come una bambina. Quelle parole misero a posto il tassello che mancava: ecco che aveva fatto tutta la sera col cellulare in mano! < Hai fatto un video?! > esclamai a voce bassa, sorridendole a mia volta. < Siii! Domani lo ritaglio a dovere e faccio un porno da vedere a cena, tutti assieme. > concluse soddisfatta.
Rimasi positivamente colpito dall’idea che le era venuta e dall’inventiva che dimostrava. < Mi piace la tua piccola mente perversa… Faremo grandi cose, lo sai vero? > e senza attendere risposta, la baciai di nuovo.
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