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Prime Esperienze

Verde e azzurro - XII


di Doctor_S
27.01.2023    |    711    |    3 9.6
"Sentitasi chiamata in causa, Grazia alzò lo sguardo verso di lui..."
Una mano irruppe, prepotente, nella mia contemplazione. Sbottonandomi i pantaloncini, non ebbe troppa difficoltà ad impossessarsi della mia virilità. Grazia. Senza che me ne accorgessi, si era avvicinata a me.
I nostri sguardi si trovarono e senza parole si capirono. Senza imbarazzo alcuno.
Saldo nel pugno, me lo tirò fuori e lo guardò con interesse. Mi scoprì il glande dalla pelle e poi, lentamente, lasciò che lo avvolgesse di nuovo. Socchiusi gli occhi e lasciai che un brivido si propagasse ovunque su di me. Lei continuò. Riaprii gli occhi e contemplai di nuovo la scena, mentre quella morbida mano abbatteva la quarta parete. Avanti e indietro, per tutta la lunghezza, me lo accarezzava. Imprimendo una lieve rotazione, amplificava l’intensità del mio piacere ad ogni passaggio. Si vedeva che ne era padrona. Era chiara la sua esperienza a riguardo, poiché riusciva ad essere salda e decisa, ma al contempo precisa e delicata senza mostrare esitazione. Fluida.
Sentivo le gambe intorpidirsi, come se il sangue ne stesse scorrendo via. Probabilmente era così. Ma non riuscivo a staccare il mio sguardo da quei corpi che sudavano, gemevano e si flettevano, da quella bocca così selvaggiamente scopata e da quel culo così violentemente schiaffeggiato. Era proprio vero ciò che avevano detto a pranzo su di Luca e su ciò che aveva tra le gambe, pensai, vedendogli allargare Sara.
I movimenti di Grazia, nel frattempo, aumentarono di intensità deviando la mia attenzione nuovamente su di lei. Veloce mi percorreva e mi stringeva. Divina. Toccandosi, alternava lo sguardo tra loro tre ed il mio cazzo, stretto tra le sue dita. Era come se non volesse rinunciare a nulla di ciò che quella situazione aveva da offrirle. L’istinto la spingeva a cercare la partecipazione, che non poteva ottenere da quei tre, in me. Gustava la mia durezza, la mia presenza, dando sfogo tangibile alla sua perversa voglia di condividere.
Poi rallentò e allentò la presa. La guardai. Si spostò di fronte a me e mi abbassò i pantaloncini, lasciandomeli cadere sui piedi.
Arrogante, mi spinse con la schiena contro lo stipite. Si infilò la mano tra le gambe, massaggiandosi per qualche secondo, senza distogliere lo sguardo dal mio. Poi, bagnata dei suoi umori, mi inumidì con la mano il glande, accarezzandomi di nuovo fino ai testicoli. Avvicinò pericolosamente la sua bocca alla mia, ma non andò oltre. Invece si voltò e, dandomi le spalle, sollevò ancora un po’ il vestito. Che culo pazzesco! In punta di piedi, poggiò le sue grandi labbra contro il mio cazzo. Calda, decisamente bagnata ed avvolgente. Carica di eccitazione misurò per un istante la mia intimità con la propria, sospirando.
Con la testa contro la mia spalla, mi passò una mano attorno alla nuca, mentre con l’altra mi premette il cazzo contro la figa. Languida, mi accarezzò in punta e prese ad usarmi per continuare l’opera che fino ad allora aveva dovuto portare avanti da sola. Movimenti sinuosi del bacino permettevano alle sue grandi labbra di dare piacere ad entrambi ed in qualche modo, i suoi affondi così precisi e prolungati, riuscivano ad accrescere la mia eccitazione con una rapidità a cui non ero abituato. Mi accompagnava alla porta, mi invitava caldamente ad entrare, per poi continuare a tenermi sull’uscio bagnato. Con il palmo accoglieva il mio glande, mentre usava l’asta per allargarsi le labbra. Avanti e di nuovo indietro, premendo il bacino contro al mio. Incredibile.
La strinsi a me, cingendole la vita sottile con un braccio. Con l’altra mano le presi il seno nudo e cominciai a stuzzicarle il capezzolo tra le dita, assecondando il movimento dei suoi fianchi con quello dei miei. Lei inspirò ed inclinò la testa all’indietro, senza distogliere lo sguardo da quei tre.
Intanto Simone si era steso sul lenzuolo, piegato sul pavimento di pietra. Prontamente Sara aveva preso posto su di lui, lasciandoselo scivolare dentro mentre Luca, in piedi, le teneva la testa tra le mani e la spingeva contro il suo cazzo.
Mantenendole il culo sollevato con le mani, con possenti spinte delle gambe Simone prese a penetrarla ad una rapidità che non ritenevo possibile. Fortissimi schiocchi secchi saturavano l’aria. Le urla di Sara avrebbero riecheggiato per tutta la vallata, se non avesse avuto la bocca piena. Mi chiedevo come potesse resistere così a lungo a tutto ciò.
Grazia intanto gemeva, muovendosi sempre più velocemente contro di me. Le accarezzavo ogni millimetro di pelle, con entrambe le mani, muovendomi sinuoso tra il monte di venere e il seno. Accurate attenzioni riservavo, deciso, al suo clitoride. Ansimava ed io, allo stesso modo, le facevo eco. Il culo di Sara vibrava ipnoticamente sotto i colpi sferzanti di Stefano e sia io che Grazia non riuscivamo a guardare altro. Entrambe erano incontenibili. Entrambe vogliose. Leggevo chiaramente il suo desiderio irrefrenabile di essere scopata allo stesso modo, con la stessa veemenza, con cui il proprio ragazzo penetrava la sua migliore amica e a lei non importava affatto nasconderlo.
Le poggiai le labbra sul collo, socchiuse, e presi a leccarla. Questo la destabilizzò: arsa dalla voglia di immedesimarsi nell’azione, cedette. Non ci volle molto. Chiuse gli occhi e si spinse con forza contro di me. < Cazzo! > riuscì appena a dire prima di esplodermi contro, bagnandomi completamente. Tremò e accelerò il più che poté, spruzzando dappertutto i suoi umori e premendomi il cazzo contro di lei con maggior forza. Cazzo! Pensai io.
Non resistetti oltre e, così come Grazia, mi lasciai andare incontenibile. Ovunque. Più volte il mio seme colpì la sua mano, ma a lei non interessò, impegnata totalmente a portare a termine il proprio scopo. Veloce sbatteva il culo contro di me, cercando di sentirmi il più forte possibile mentre mi schiacciava il cazzo contro di sé. Ovunque, lì in terra, il mio seme arrivava copioso così come ormai ricopriva il suo monte di venere, le sue grandi labbra e il culo. Fu intenso. Non riuscivo più a distinguere un’eiaculazione dall’altra. Calde.
Grazia gemeva, sempre più forte man mano che i suoi umori si mescolavano ai miei. Una. Due. Tre volte ancora mi irrorò e poi rallentò, affannata e tremante.
Si rilassò tra le mie braccia ed io su di lei.
Un urlo soffocato, basso ma intenso, attirò l’attenzione di entrambi. Alzammo lo sguardo e vedemmo Sara, con la testa all’indietro e lo sguardo perso nel vuoto, tremare convulsamente.
Ma lei continuava caparbiamente a spingersi contro il bacino di Simone. Ogni centimetro della sua pelle, del suo seno voluttuoso, delle sue gambe fu percorso dal vibrante orgasmo che la investì. < OOOOOH SIIIIII!!! > urlò all’improvviso senza trattenersi, premendosi violentemente contro Simone, prima di ricadere esausta sul suo petto poco dopo.
< Ecco la firma di Sara. Sai sempre il momento esatto in cui è arrivata. E lo sanno anche tutti i vicini… > disse Grazia, accarezzandomi dolcemente tra le sue gambe, ridendo.
Anche io scoppiai a ridere, scaricando un po’ della tensione erotica accumulata.
Grazia si staccò da me e, guardandomi, leccò via il seme che le era rimasto tra le dita. < Mmmh, buono. > fece soddisfatta, prima di chinarsi sul suo zaino.
Lì, in piedi con i pantaloni abbassati, guardavo Sara riprendersi con fatica. Luca, in ginocchio accanto a lei, le baciava il collo accarezzandole la schiena. Simone, ancora dentro di lei, le sfiorava la morbida pelle delle gambe. C’era del tenero in quella scena che, fino a poco tempo prima, aveva visto vincere la brutalità sopra ogni cosa. Un netto contrasto che trovava spiegazione attraverso la lente degli anni, trascorsi a consolidare un rapporto tra quattro persone che ormai non erano più solo amici. Provai una certa ammirazione.
Grazia mi si avvicinò e con una salviettina provò a darmi una ripulita. < Tieni, se vuoi ne ho altre. > disse, accarezzandomi di nuovo, delicatamente fino ai testicoli. Un altro brivido. < Ti ringrazio. > furono le uniche parole che riuscii a dire, prendendogliela dalle dita. Mi sentivo piuttosto inebetito, probabilmente a causa dell’enorme mole di emozioni nuove che stavo provando contemporaneamente.
Armeggiando con la salvietta, non riuscivo a staccare gli occhi da Grazia.
Dopo essersi data anche lei una ripulita, con il vestito ancora arrotolato in vita, si inginocchiò accanto a Sara e Luca e, teneramente, baciò la sua amica sulle labbra. Come se non ci fossero altri a guardarle, lei ricambiò appassionatamente.
Poi Grazia si staccò e riservò lo stesso trattamento anche a Simone, come a volerlo ringraziare delle attenzioni che aveva saputo riservare alla sua Sara.
Luca, ancora in piedi accanto a loro, intanto aveva preso dell’acqua dallo zaino e stava tentando di recuperare un po’ dei liquidi persi. Mi guardò e disse: < Allora? >. Tirai su i pantaloncini e lo guardai interrogativo. < Che ne pensi? > continuò.
< Di cosa? Dello spettacolo? > chiesi. Non mi aspettavo quella domanda. In realtà non sapevo cosa aspettarmi. In fondo non avrei dovuto affatto essere lì, né avrei dovuto assistere a tutto ciò. In qualsiasi altra circostanza, chiunque altro al suo posto mi avrebbe allontanato senza troppe cerimonie. Eppure non era stato così.
< Beh, di tutto… Dello spettacolo, di Sara, di Grazia, di questo mondo a te nuovo. In fondo sono le prime volte per te, no? > . In effetti era tutto nuovo, era vero, ma non mi pareva tale. Nonostante tutto mi sembrava familiare, solo che non avevo mai indagato o definito così a fondo quegli aspetti della mia sessualità. Era sempre rimasto un po’ un argomento sfocato, sul fondo delle mie fantasie. E lui aveva ragione, si trattava di un mondo a cui avevo accesso per la prima volta senza averci nemmeno fatto troppo caso. Che strano, pensai. Ero praticamente vergine. Anzi, non più. Sorrisi.
< Onestamente, eccezionale! È tutto così naturale… Sarà perché vi conosco da tutto questo tempo, ma non mi imbarazza la cosa. Spero sia lo stesso per voi… Anzi, scusatemi se sono qui. Ho seguito la mia curiosità. Sicuramente volevate un momento per voi ed io sono di troppo. > dissi.
< Ma figurati! Se siamo qui e non in camera è perché ci piace condividere. Magari si, se tu non avessi saputo nulla, probabilmente avremmo evitato per rispetto. Ma ora sappiamo che anche tu sei “svezzato”, quindi non abbiamo più bisogno di nasconderci. E sembra che ti sia piaciuto. > poi abbassò lo sguardo verso Grazia, in ginocchio davanti a lui < Oppure è stata Grace a fartelo piacere? >.
Sentitasi chiamata in causa, Grazia alzò lo sguardo verso di lui. La sua faccia era a pochi centimetri dal suo pene ancora eretto e non lasciò sfuggirsi l’opportunità. Racchiuse i capelli in una coda, aprì la bocca e prese a leccargli il glande pulsante, cercando la sua approvazione con lo sguardo.
< Secondo me, è proprio così. È brava vero? > mi fece Simone, allungandole una mano tra le gambe divaricate.
Inevitabilmente quella scena riaccese prepotentemente il desiderio in me. < Molto > mi limitai a rispondere.
Sara, si sollevò e lasciò che Simone uscisse da lei. Lui non ci fece troppo caso, concentrato com’era ad esplorare ogni anfratto di Grazia.
Con lo sguardo seguii Sara, intenta a dissetarsi dalla bottiglia che le porgeva Luca. Vederla nuda per la prima volta, me la fece improvvisamente desiderare. Era strano: non mi era mai capitato di desiderare in quel modo la ragazza di un altro. Qualche goccia d’acqua le scivolò lungo il collo, rigandole il seno prorompente. Era come se l’aspetto esteriore, per quanto fosse sempre stato particolarmente gradevole, non mi avesse mai interessato abbastanza da spingermi ad immaginare qualcosa oltre alla normale condivisione da amici. Tuttavia, il vedere tutti loro sotto una luce diversa colorava il nostro fantastico rapporto attraverso le tinte sgargianti della perversione. Mi fissò. < Sono davvero distrutta, altrimenti ti avrei scopato volentieri. > mi disse, sorridendomi. Per un attimo mi persi nei suoi occhi castani, immaginandomi attore nella scena a cui avevo assistito. < Non ci pensare… Non sono qui per quello. >
< Ah, ma poco importa… Stavo solo pensando a voce alta. > e mi fece l’occhiolino. Il rigonfiamento dei miei pantaloncini tradì la mia opinione a riguardo.
Intanto Simone si era rimesso in piedi, accanto a Luca, e aveva affidato anche il suo cazzo alle magistrali attenzioni di Grazia. Lei teneva entrambi stretti nelle mani e si alternava a succhiarli avidamente, continuando a dar piacere con la mano all’uno mentre si sfamava dell’altro. Maestra.
< Brava, così! > la incitava Luca, passandole una mano tra i capelli.
Amava essere al centro dell’attenzione. Godeva nell’avere letteralmente in pugno gli uomini e non faceva nulla per nasconderlo, anzi. Profondamente lasciava entrare Luca nella sua gola, tenendo lo sguardo fisso in quello di Simone, senza mostrare esitazione nonostante l’evidente difficoltà. Poi faceva lo stesso con Simone, con naturalezza, accarezzandogli i testicoli con la lingua.
Come le volpi artiche abituate ai ghiacci, come una tigre nel caldo torrido della giungla, lei sembrava essere perfettamente a suo agio nel leccarli ed inghiottirli, inginocchiata davanti a loro. Traeva piacere nel dargli piacere, nell’essere unica responsabile del loro godimento.
Li prese e li tenne stretti, l’uno contro l’altro, mentre dava spazio ad entrambi dentro la sua bocca. Superba. Sara l’ammirava. La guardava come fosse una musa da cui trarre ispirazione e quella vista la tentò. Non riuscì a trattenere la propria mano dall’andare alla ricerca del piacere, alla soglia del monte di venere.
La lingua di Grazia non lasciava sfuggirsi neanche un millimetro di nessuno dei due. Donava loro le medesime attenzioni, con la medesima ingordigia. Dentro e fuori, velocemente, li caricava di tensione erotica. Sembravano inermi, per nulla in grado di guidare quella macchina da sesso con i capelli rossi.
Ormai provato, Simone chiuse gli occhi e, con una smorfia di piacere, esplose sul volto di Grazia, che non si scompose per nulla. Era come se avesse previsto il momento esatto in cui ciò sarebbe accaduto. Un altro getto le colpì la guancia, rigonfia del glande di Luca. Allora lo liberò della morsa delle labbra ed aprì bene la bocca per evitare che Simone sprecasse altro seme, ma senza interrompere il piacere di Luca che la sua mano alimentava. Ancora un altro schizzo, mentre lei lo teneva in pugno, fermo sulla propria lingua. Trasalì appena quando un altro le raggiunse il fondo della gola. Gli occhi fissi in quelli di Simone. L’altra mano, sempre più veloce, percorreva su e giù il cazzo di Luca in tutta la sua dimensione. Così, all’improvviso, un altro fiotto investì, dall’altra parte, il suo volto sommandosi a quello di Simone. Anche Luca non era più stato in grado di resisterle e, tremante, le ricoprì il volto di abbondante e caldo sperma. Sulla guancia, sulla fronte, sul naso.
Grazia chiuse gli occhi e fece spazio anche a lui sulla propria lingua, lasciando che entrambi la omaggiassero assieme del proprio denso sapore. Copiosi. Lei continuava a massaggiarli con foga, senza dargli tregua nonostante il loro inondarle la gola, cercando di prolungarne il piacere esplosivo che le stava facendo mancare il fiato. E loro non si trattennero, alimentati dal crescendo di piacere che le sue mani, nello stringere e ruotare, riuscivano ancora a dare. Respiri affannosi sollevavano il petto di entrambi. I volti chini. Gli sguardi concentrati, a seguire ammirati il realizzarsi del frutto del proprio desiderio. Le mani di entrambi a tenerle la testa nel suo saziarsi di loro.
Lei si fermò solo quando, qualche istante dopo, i fiotti si affievolirono lasciandola con la bocca completamente piena e il collo e il volto rigati dal seme che stava iniziando a colare. Entrambi portarono la mano su quella di Grazia e le fecero sgocciolare sulla lingua gli ultimi spasmi del proprio orgasmo, prima di lasciarla lì, discostandosene piano.
In ginocchio ad occhi chiusi, restò ferma ad assaporare ciò che le avevano donato in abbondanza ancora per un po’. Compiaciuta.
Sara gli si avvicinò e, contemporaneamente, pulì entrambi massaggiandoli delicatamente. Poi, in punta di piedi, diede un bacio a Luca e se ne discostò, inginocchiandosi ai loro piedi davanti a Grazia.
Prendendole la testa tra le mani, con la lingua le ripulì la guancia dagli schizzi, poi il naso, concludendo il proprio lavoro soffermandosi sulle sue labbra. Lei, ad occhi chiusi, l’avvicinò tenendola stretta per il culo e la ringraziò con un lungo bacio, nel quale le loro lingue danzarono e condivisero il sapore dei rispettivi ragazzi.
Non avevo mai assistito a nulla di nemmeno lontanamente paragonabile a quello. Incredibili! Mi sentivo fortunato e privilegiato a farne parte. La mia eccitazione era intensa, palpabile, costante.
< Mi fanno venire voglia di scoparle di nuovo. > irruppe Luca nei miei pensieri.
< Sì, hai ragione… Sono esagerate! > dissi.
< E non ci hai scopato! > fece Simone, ridendo. Anche Luca rise di rimando, infilandosi gli shorts.
Mi venne da sorridere al pensiero. < Mai dire mai > fece Grazia, riservandomi uno sguardo che non lasciava spazio ad interpretazione.
< Chi può dirlo… Per ora vi lascio soli. Credo sia giusto così. A dopo. > conclusi e presi le scale.
La giornata era iniziata bene, ma dovevo ammettere che si era evoluta inaspettatamente meglio.
Raggiunsi gli altri sul prato.
Li trovai seduti dove li avevo lasciati. Chiacchieravano allegramente come comari affacciate ai balconi. Naturale argomento del loro disquisire, ovviamente, risultavo essere io.
< Com’è stato? Ti sei divertito? > mi chiese Anna con un sorriso a trentadue denti. Era la domanda di cui tutti attendevano risposta, a giudicare dagli sguardi e dalle espressioni di Fabian e Roberta. Avevo immaginato che la cosa non fosse passata per nulla inosservata ed ora ne avevo conferma.
< Ho assistito a qualcosa di nuovo. Non mi aspettavo fosse così… Coinvolgente. > dissi, cercando di trovare le parole adatte a descrivere, almeno a grandi linee, il turbinio di pensieri ed emozioni che affollava la mia testa.
< Coinvolgente? Quindi hai partecipato anche tu? > chiese Fabian curioso.
< Non proprio. Diciamo che Grazia ci ha tenuto a farmi guardare lo spettacolo in 4D. >. Ma queste parole non bastarono a saziare la loro fame di sapere, quindi continuai: < Mi ha usato per darsi piacere, in un modo tutto suo: mi ha scopato, senza farmi entrare in lei. Non vi so descrivere come, ma so solo che non ci ho capito più nulla. > e guardando lo scambio di sguardi tra Anna e Fabian, aggiunsi < Ma credo che questo lo sappiate già. >. Così mi sedetti sul prato accanto a loro e risposi alle curiose domande cercando di essere il più esaustivo possibile.
Nessuno fece troppo caso allo scorrere del tempo. Roberta ascoltava, pendendo dalle mie labbra, ed io adoravo leggere le espressioni con cui il suo volto tradiva i pensieri tutt’altro che casti che affollavano la sua immaginazione.
Il sole iniziava a calare verso l’orizzonte ed il venticello fresco iniziava a rendere inadatti i nostri indumenti leggeri. Probabilmente anche gli altri nella rocca avevano percepito lo stesso, poiché fecero la propria comparsa alle nostre spalle. Sorridenti e rilassati.
Ritenemmo sensato iniziare a dirigerci verso casa, mossi dalla consapevolezza che la cena non si sarebbe preparata da sola.
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