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Sono tuo figlio capitolo terzo


di Giun
20.10.2024    |    86    |    0 8.7
"Finalmente con frenesia mi bació, un bacio famelico, quasi a distruggere le labbra, tenevo testa , si staccó, sorridetti, appoggiai i miei piedi sul..."


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Chi di noi almeno una volta nella vita, non ha sentito i propri genitori fare l’amore ? Ricordo nell’adolescenza ,soprattutto nel periodo natalizio, dopo rientro dalle vacanze, tra i banchi di scuola , i commenti dei compagni di classe, a spettegolare, a raccontare i dettagli , di tutto ciò che succedeva tra le lenzuola dei propri genitori. Ricordo i loro volti , come un trionfo , una vittoria da esporre, e tutti meravigliati e attenti nell’ascolto. Se fosse vero o no? questo non lo saprò mai! Mi viene in mente un ricordo, avevo 17 anni , come tutti gli anni trascorrevo il natale dai nonni materni , che vivevano al piano di sotto della mia abitazione. Essendo una famiglia numerosa, la casa dei nonni era piena di parenti , tutti impegnati a fare qualcosa , le zie a cucinare , io e mie cugini seduti attorno a un enorme tavolo rotondo a giocare a carte, i miei zii che parlavano di motori e auto, i miei nonni ammiravano lo spettacolo, del calore , dei colori e delle luci che facevano da orno. Dopo cena ,vidi i miei genitori allontanarsi, dicendo che andavano al piano di sopra, a prendere panettoni e spumanti per festeggiare il santo Natale. Io rimanetti li ,dai nonni. A un certo punto guardai l’orologio fisso alla parete, mi accorsi che mancavano 10 minuti allo scoccare della mezzanotte, come da tradizione oltre a brindare, era usanza aprire i regali tutti insieme . Senza dire nulla, prendo le chiavi di casa, percorro il corridoio che mi porta verso l’uscita, apro la porta , salgo le scale al buio , senza far rumore, senza farmi sentire, apro la porta di casa , lasciandola socchiusa , in modo che i miei , non potessero accorgersi che fossi lì. Le luci erano spente, sentivo solo un cigolio , e dei versi incomprensibili , ma sentivo che provenivano dalla camera da letto. Di soppiatto cercai di avvicinarmi, e le voci diventavano sempre più forti, intense, soprattutto quella di mia madre. Mi appoggiai al muro vicino alla camera, trattenevo persino il respiro , e capì che quelle voci erano ansimi , gemiti di goduria. Sentivo mia madre che diceva NON FERMARTI, NON FERMARTI, e mio padre che rispondeva: STO VENENDO ! , il rimbalzo del letto era sempre più forte, la voce di mia madre era sempre più acuta, sembrava che gli avesse toccato il suo PUNTO G, la voce andava a tempo del movimento del letto, dopo si era unito il gemito di mio padre, quello di chi aveva goduto per tutto il tempo , raggiungendo un orgasmo totale. Sentivo i rumori di baci scambiati, e la voce di mia madre che diceva: ADESSO SARÀ DIFFICILE RICOMPORSI! , e la risposta di mio padre MI HAI FATTO IMPAZZIRE PICCOLA! ANDIAMO ADESSO,SI STARANNO CHIEDENDO TUTTI DOVE SIAMO FINITI? Per paura di essere visto , in lacrime sono scappato via. Sceso giù a casa dei miei nonni , ripresi i festeggiamenti . Tutti mi chiedevano cosa avessi, perché di quel che viso sconvolto, inventando scuse plausibili per nascondere tutta la rabbia e il dolore che avevo dentro . Mi domandavo perché ? Non so quante volte avevo sognato di fare l’amore con mio padre , la notte di Natale , sarebbe stato il regalo più bello che la vita potesse mai farmi. E a mia madre bastava portarlo su , in camera e averlo. Dopo qualche minuto arrivarono i miei , mano nella mano , sorridenti , si mischiarono tra i parenti , presero in mano un calice di spumante , brindammo tutti insieme, i loro sguardi non si staccavano, si cercavano , sembravano loro due adolescenti al primo amore. non resistetti più , dissi che stavo poco bene, e che andavo a dormire, mi girai di spalle , stavo per andare , ma sento una mano che mi ferma. Era mio padre, al suo sfioro mi si geló il sangue, e mi disse: DOVE VAI? TUTTO BENE? Lo guardai negli occhi , e le lacrime scendevano senza controllo, ero ferito e disilluso allo stesso momento, e provavo invidia nei confronti di mia madre. Tirai la mano indietro con forza e gli risposi:VOGLIO SOLO ANDARE A DORMIRE. Corsi per il corridoio, salì le scale velocemente, andai in camera mia ,con i vestiti ancora addosso mi buttai nel letto. Sprofondai in un pianto senza fine, non riuscivo a togliermi quei rumori in testa, gli ansimi di entrambi, e l’orgasmo di mio padre, orgasmo che avrei voluto ricevere , il seme che avrei voluto bere , per poi ingoiare . La notte sembró infinita ,non avevo chiuso occhio, avevo bisogno di parlarne con qualcuno. Come di consuetudine la mattina del 25 dicembre mi vedevo con il mio migliore amico a casa sua, per scambiarci i regali. Feci una bella doccia, dove l’acqua calda scorreva sul mio corpo e il viso assente, non so per quanto tempo rimasi lì dentro, fermo, immobile. mi asciugai e indossai i miei slip calvin klein neri, che abbinai ai calzini , indossai jeans stretti strappati sulla gamba, una felpa bianca Guess, le sneaker bianche Nike air max, e sopra il mio giubbotto preferito, chiodo di pelle nero, presi il casco le chiavi della vespa di mio padre, e senza avvisare nessuno, salí in sella e andai. Arrivato a casa del mio amico , lui mi guarda, senza sapere nulla, mi abbraccia ed io ricomincio a piangere . lui sa dell’attrazione che provo verso mio padre, sa quanto lo desideravo , sa quanto ci soffrivo e ci stavo male. Gli raccontai tutto quello che era successo la vigilia di natale, tutto quello che avevo sentito . Secondo la sua teoria , nonostante io amassi mia madre, nell’ intimità con mio padre , la vedevo come una rivale , e che quindi fossi gelosia di lei, mi invitava a lasciar perdere , che mio padre era innamorato di lei , di togliermelo dalla testa e che non sarebbe mai successo. Quando quindi i miei compagni di classe mi dicevano: HAI MAI SENTITO I TUOI FAR L’AMORE? La mia risposta era: NO! Perché per me non fu un trionfo , non fu una questione di cui vantarmi, ma fu un vero proprio trauma. Ma fortunatamente oggi non è più così , dopo quella sera sul divano , che entrambi abbiamo dichiarato di volerci , di desiderarci , di andare oltre gli schemi e le barriere, gli donai la mia verginità. Ogni giorno alle 17:00 quando mio padre rientrava da lavoro ,era una fissazione, fare l’amore in doccia. Cenavamo nudi, e dopocena sul divano ci toccavamo, stuzzicavamo, per poi andare nel suo letto a far l’amore , non c’era mia madre, c’ero io, e potevo averlo . Per me mio padre è come una droga, più ne avevo , più ne volevo , poi mi mandava in estasi, é il mago del sesso . Oggi è il mio compleanno è per l’occasione avevo preparato una serata unica. Ero stato al sexy shop a fare shopping , per l’occasione avevo comprato , olio massaggiante al profumo di passion fruit, il commesso me lo aveva consigliato perché molto afrodisiaco, candele profumate esotiche, per creare l’atmosfera, un plug anale, per rendere tutto più intenso e stimolante , una benda , per lasciarmi trasportare e donarmi completamente a mio padre. chiamai il mio migliore amico , lui sapeva tutto, era l’unico che poteva darmi una mano, anche se ci era rimasto un po’ male, per non aver festeggiato con lui e altri amici della comitiva, come tutti gli anni, ma aveva compreso, sapeva quando ho aspettato, era il primo compleanno che passavo con mio padre, come coppia , e volevo che fosse tutto perfetto. Preparata la stanza , accese le candele, cosparso il letto di petali. Essendo che sarei stato bendato , avevo appeso su tutta casa dei post-it che indicavano la mia posizione. Avevo fatto la ceretta , indossai un perizoma nero in pizzo trasparente , anche quello preso al sexy shop , ero così eccitato , non vedevo l’ora , che i miei piani prendessero forma. Mi distesi nel letto, chiesi al mio amico di fare con la panna, dei ciuffetti , lungo tutta la schiena , e di scrivere un biglietto, TOGLIERÒ LA BENDA, QUANDO MI BACERAI ❤️. Così fece , ì ciuffetti di panna delineavano tutta la mia spina dorsale, il biglietto era accanto a una candela, ed io indossai la benda. Gli dissi di non chiudere la porta quando sarebbe andato via, di lasciare socchiuso, che a momenti mio padre sarebbe stato qui. Egli fece così mi diede un bacio sulla guancia, facendomi ancora tanti auguri , e in bocca a lupo per la serata e andò via. Ero lì pronto, l’attesa diventava logorante, e il cuore batteva forte, mancava solo lui, mio padre. Qualche minuto dopo ,sento la porta chiudersi , e dei passi avvicinarsi verso di me, il mio respiro diventava ardente , fremevo all’idea di essere posseduto ancora una volta da lui, sento una presenza nella stanza, e gli dico ,BENVENUTO FACCIA DI ME CIÒ CHE VUOLE SIGNORE! mio padre non risponde , sento le sue labbra appoggiarsi nella zona lombosacrale , salendo sempre su, togliendo tutta la panna con baci e morsi , non capivo se voleva mangiarmi o divorarmi ,la mia pelle era umidificata e gemetti, poi arrivó fino al collo ,mi morse lobo dell’orecchio, lo sentì gemere lo leccó ,lo bació, in modo irruente, in un modo diverso , non lo aveva mai fatto così , però mi piaceva , andava su e giù lungo tutta la schiena, lavandola con la sua saliva, tutto nell’assoluto silenzio , e questo mi eccitava sempre più , tanto che i miei versi vocali erano fuori controllo … sento il rumore della lampo scendere giù ,e sento che viene di fronte me, sento il rumore del cazzo che sobbalza dagli slip, e sbattermelo in faccia, ed io gli dissi SÌ COSÌ PAPÀ, SBATTEMI IL TUO CAZZO! I miei spasmi di piacere aumentavano .Da lì senti il mio viso riempito da una esplosione di pioggia dorata calda, apri la bocca e la bevi tutto, non sapevo che gli piacesse il pissing! Non lo aveva mai fatto, ma la cosa non mi dispiaceva ,volevo tutto ciò che usciva dal suo membro. La bocca era spalancata, ci infilo dentro il suo organo , é così lungo, che faccio fatica a mandarlo giù , faceva dei movimenti circolari ,che ricevetti con devozione, mi afferrò la nuca, guidandomi nel movimento Avevo in bocca la sua asta , la sua erezione così forte, che pulsava al contatto con la lingua, con passione la mia testa faceva su e giù , riuscendo ad arrivare fino alla base, scopandomi la bocca , con un movimento continuo e rapido , che accompagnavo con la mano, mi attrasse la testa per spingerlo fino in gola, facevo fatica persino a respirare. Continuava a giocarci entrava e poi lo usciva, e poi di nuovo , e poi ancora, e quando usciva, ,leccavo delicatamente il suo grosso glande lungo l' orlo, gemeva in silenzio . Quella sera anche il modo di scoparmi la bocca era diverso . Mi fece girare supino, venne davanti al mio viso , sbottonava i pantaloni , che scivolavano sul pavimento, li sfilò prima un piede e poi l’altro , tutto questo mentre continuavo a succhiarlo. Prese l’olio al passion fruit , le sue mani scivolarono sul tutto corpo , a palmo aperto, il suo tocco era caloroso e inquieto, massaggiava centimetro per centimetro la pelle , tra le gambe si accumulava il calore e l’umidità abbandonante , uscì il suo tronco eretto e rigido dalla bocca, e lo sentì inginocchiarsi di fronte a me, sentì le sue labbra umide e calde appoggiarsi sul capezzolo destro, con la lingua lo limonava, sentivo il suo respirò profondo e violento che si dimenava su tutto il petto, poi passo a quello sinistro, lo succhió, e con i denti lo mordicchió, fino a farli indurire , prima uno e poi l’altro , divaricó le mie gambe facendosi strada con le dite , strappando il filo del perizoma. Le sue dita erano davvero molto lunghe, subito le infiló , avevo il fuoco tra le cosce, le sue dita erano abili , e ogni volta che mi bagnavo , spingeva sempre più forte, e la mia voce andava al suo ritmo. con la bocca mi baciava dappertutto, fuorché tra le labbra. Senti prenderlo il plug anale, mi tiró più a se, lo appoggió sull’orifizio , non abbastanza ampio da riceverlo, lo entró in un modo brusco, mi sentì strappare la carne, emanai un forte urlo ,sollevai la schiena , inarcai la testa indietro, e con le mani mi afferrai alla sua camicia da dietro , affondando le mie dita per reggermi da quei momenti brutali. Urlavo , urlavo forte, ma non si sarebbe fermato , finché non sarei venuto, non mancava molto , andava su e giù in movimento costante, pronto, sicuro, finché non lo accontentai , avvicinó la bocca e bevve tutto il mio liquido anale , il suo respiro era sempre più vigoroso. Si sbottonó la camicia con fervore, e con la mano cercai il suo petto villoso, mi guidò lui, al tocco sembrava più folto. Con virilità, cinse le mie gambe attorno alla sua vite, appoggió con impeto le sue braccia robuste sotto le braccia e con autorità mi sollevó. Il mio viso era appoggiato sulla sua spalla, mi sentivo sicuro e protetto, mi ero completamente fidato di lui. La schiena era sostenuta alla parete, il suo petto peloso sfregava il mio petto liscio. Con la mano si faceva direzione , sentivo il suo glande, sulla mia apertura in bollore e inondata. Spinge la sua verga solida , strinsi più le gambe, per sentire di più la sua erezione, gridai di piacere, cercai il suo orecchio, gli sussurrai: FAMMI TUO PAPÀ… non se lo fece ripetere due volte, penetrandomi con potenza, un movimento incessante, energico, veloce, mi tenne per fianchi ,il sentirmi così bagnato , aumentó ancor di più la sua eccitazione , i nostri corpi scivolano l'uno sull' altro, mi avvinghiai al suo collo ,il suo respiro ansimante, vicino alla mia bocca . Le nostre labbra si erano trovate, ma non mi baciava, non capivo il perché? Avevo voglia di guardarlo negli occhi , quando mi cavalcava come un toro da monta. Lo baciai , ma lui non ricambiò , continuando a possedermi. Con lo sfregamento del suo ritmo sul petto villoso, raggiunsi l’orgasmo, non so quanti schizzi di sperma ricoprivano i nostri corpi. Alla vista dello sperma, mio padre mi montò ancora con più forza, con più durezza, avevo il corpo in fibrillazione, le gambe stanche, che lui reggeva, amavo essere avvolto dal suo sudore. Gli gridavo baciami, ma gemeva sempre più forte, ancora baciami, il suo fiato accelerava, e mi ritrovai traboccato del suo latte caldo , unita alla mia incandescenza interna, i suoi spasmi di goduria sussurrata all’orecchio. Finalmente con frenesia mi bació, un bacio famelico, quasi a distruggere le labbra, tenevo testa , si staccó, sorridetti, appoggiai i miei piedi sul pavimento, tolsi la benda. Quell’uomo non era mio padre, era mio zio, il fratello maggiore ,un uomo 60 enne ,alto 1,78, più robusto, spalle più larghe, braccia più possenti, il suo pelo del petto più folto e brizzolato, sfumature sul grigio , come i suoi capelli , occhi ceruleo, che si abbinavano perfettamente al suo incarnato scuro , la barba più piena. Il suo membro non era circonciso , 19 cm di lunghezza, glande più largo, ben dotato anche lui. Lo guardai sconvolto, gli dissi :NON CAPISCO! Presi il lenzuolo di raso nero , lo avvolsi in vita e mi avvicinai a lui, mi rispose: Lascia che ti spieghi ! Ero venuto qui per avvisarti che tuo padre non sarebbe venuto, che stava andando a prendere tua madre in aeroporto, per farti una sorpresa, per il tuo compleanno. Fai finta di non sapere nulla, quando aprirà quella porta! Gli avevi inviato un whatsapp , che stavi organizzando un momento indimenticabile per voi, dovevo fermarti! Poi ti ho visto lì tutto nudo, e non ho resistito! So della storia tra te e tuo padre, sono anni che mi parla del desiderio di volerti scopare, sono io che lo spinto tra le tue braccia, lo vedevo come lo guardavi, e mi accorgevo che lo volevi anche tu, da quel momento ti ho visto anche io con occhi diversi, e visto l’occasione ne ho approfittato… ti sei divertito? Ho sentito come ti ho fatto godere, come una vera Troia in calore! Lo stoppai e con tutta la forza che avevo, gli diedi uno schiaffo, gli risposi: VATTENE! Avevo il diritto di scegliere , dovevo essere io a dire se dovessi scoparmi o meno, tu ti sei approfittato di me, hai abusato di me! Eh si ho goduto , perché ho immaginato di essere con uomo che tu non sarai mai. Gli urlai contro, raccolsi tutti i suoi vestiti dal pavimento e glieli lanciai addosso , spingendolo fuori dalla porta, cercava di trattenersi, di giustificarsi, non volevo stare ad ascoltare, volevo solo che scomparisse, con impeto chiusi la porta . Andato via, corsi in bagno , mi inginocchiai sul water, misi due dita in gola e mi indussi il vomito . Lo avevo tradito, inconsapevolmente , avevo tradito mio padre, mi ripetevo questo, sotto la doccia , con acqua bollente, sfregavo il corpo, quasi a volermi staccare la pelle, per non lasciare traccia di mio zio, il suo sperma scivolava tra le gambe. Non è colpa mia! Non è colpa mia! Mi ripetevo. Dovevo parlare con mio padre a tutti costi , ma come avrei fatto? Ci sarebbe stata anche mia madre, il giorno del compleanno che doveva essere un sogno, si è tramutato in un incubo. Uscì dalla doccia, la stanza era annebbiata dal vapore del calore, pulì lo specchio per rifletterci dentro, la mia immagine era provata, provai a sorridere, per quanto avrei visto mia madre. Ma quello che vedevo era il mio pensiero, il cazzo di mio zio libero , che sbatteva sulle sue gambe quando camminava. Indossai l’accappatoio e sento suonare alla porta, era il momento di entrare in scena, andai in cucina mi versai in un bicchiere di prosecco lo bevvi in un solo fiato, ero astemio , e il campanello non smetteva di suonare. Mi avvicinai alla porta , feci un lungo sospiro, aprì . Vidi mia madre, era bellissima aveva schiarito i capelli , in un biondo che davano sul bianco , una piega ondulata, uno smokey eyes nero, che risaltavano i sui occhi color ghiaccio, indossava un tubino nero e stretto, con lunghe collane in argento , intorno al collo, che scivolavano sul suo seno taglia quarta messe in mostra, tacco rigorosamente 12 , teneva in mano una giacca nera. Dissi solo mamma? E lei rispose: sorpresa! Mi strinse cosi forte, e mi bació, commossa . Tanti auguri per il tuo compleanno! Perché quella faccia sconvolta? Mi ricorda quel Natale di 10 anni fa! Poi cosa ci fai in accappatoio ? Il giorno del tuo compleanno? Menomale che c’è la tua mamma! Mi passó una busta grande ! Va e indossalo ! Mio padre non mi rivolse una parola , non mi fece nemmeno gli auguri, una statua di marmo, non trapassavano sentimenti sul suo volto. Indossai una camicia nera , abbinato al pantalone slim nero, pettinai i capelli all’indietro, andai in salotto, sono pronto! Andammo in un ristorante vicino casa, fu una serata tranquilla, a parlare del più e del meno, cena a base di pesce, che si concluse con una fetta di torta al caramello la mia preferita. Arrivati a casa, si era fatto molto tardi , mia madre era stanca , sarebbe dovuta ripartire l’indomani pomeriggio. Almeno avrei potuto chiarire e spiegare tutto a mio padre. Ci siamo dati la buonanotte e ognuno per le sue stanze. Ero di nuovo da solo in camera mia, mi denudai lanciando i vestiti in giro per la stanza, mi buttai nel letto , ero irrequieto , pensavo e ripensavo a mio zio che mi aveva scopato, sentivo ancora il suo movimento dentro di me. Decisi di alzarmi dal letto, per prepararmi una tisana rilassante, la camera da letto dei miei era socchiusa, sentivo dei rumori , ma stavolta non stesi dietro la parete mi avvicinai. Vidi mia madre, tutta nuda , distesa supina, nella Posizione dell’albero da frutto: lei appoggiava una gamba sul petto peloso , di mio padre, quanto è virile quanto é bello, l’altra libera. Mio padre la penetra , il suo cazzo bagnato dentro la sua vagina una penetrazione molto profonda. il suo respiro si fece più concitato contro i suoi seni, che sbattevano libere al suo movimento , dovette reggerle con le mani. il suo membro lo spinse dentro del tutto, Iei gridava silenziosamente , ce l' aveva troppo duro, lo vedevo . Mi eccitai tantissimo guardandolo, tanto che lui si accorse che ero lì e mi fece l’occhiolino. Mi masturbai davanti a lui ansimando silenziosamente . I suoi colpi di bacino ondeggianti, vedevo il suo glande bagnato che entrava e spariva nella sua apertura facendole rovesciare la testa indietro, teneva gli chiusi gli occhi. Guardandomi, spingeva sempre più forte tanto che le mani di mia madre lo strinsero forte i fianchi. La stava dominando ,la stava possedendo, davanti ai miei occhi si ritrasse indietro , raggiunse l’orgasmo , con il suo schizzo riempì tutto il ventre, volevo essere lì nel letto a berlo , pulirli ogni centimetro dalla punta alla base, non lasciare nemmeno una goccia. Con le dita lo raccolse e glieli mise in bocca facendole succhiare. Io raggiunsi l’orgasmo che dovetti contenere nella mano . Tornai nella mia camera, ero esausto , la mia mente era esausta, non sapevo nemmeno che ora fossero , mi buttai a pancia in giù nel letto, crollai. Sentivo piccoli raggi di luce entrare dalle fessure della finestra, avevo il sonno leggerissimo, ma ero così stanco che non volevo aprire gli occhi e chiudere la tenda. Senti dei passi silenziosi avvicinarsi verso di me, una mano accarezzarmi dalla nuca alla schiena, pensai staró ancora sognando? mi senti palpare , a mano aperta, le sue dita, spalancandomi le natiche, mi frugavano l' ano, sentivo la sua lingua andare su e giù . Mi svegliai di soprassalto, credendo che fosse nuovamente mio zio . Era mio padre, mi disse calmati sono io ! Gettai le mie braccia attorno al suo collo, iniziai a piangere, singhiozzare: TI PREGO PERDONAMI, PERDONAMI! Lo ripetei in continuazione. Mi mise delicatamente, una mano in bocca e mi disse: NON HO NULLA DA FARTI PERDONARE! SO TUTTO! NON È COLPA TUA! E con il pollice raccoglieva le mie lacrime , poi apri la sua mano e appoggiai il mio capo. Lo guardai negli occhi, con occhi ancora lucidi, mi posai sulle sue labbra e dolcemente li bacia, La mia bocca si spalancò, bramosa, mi sentivo in pace con me stesso, le mie dita scivolavano sul suo petto e giocavano con i suoi peli. Mi sedetti a cavalcioni sopra di lui, sulle sue ginocchia salde e muscolose , presi in mano la sua asta lunga e rigida, e lo portai dentro me, ansimai al suo tocco, muovendomi sopra di lui , gli baciavo il collo e con le mani che scivolavano sulla sua schiena. Vedevo che faceva fatica a trattenere le grida, stava godendo , sentivo la sua erezione resistente e ferma, e i nostri corpi dondolavano l’uno sull’altro , persi in un abbraccio, baciai teneramente la sua spalla, fino ad arrivare ai muscoli delle sue braccia. Appoggiai le mani nel letto , inarcai la mia schiena e la testa indietro , posó le mie mani sui miei fianchi, che sollevava su e giù dal suo membro, con la bocca mordeva lievemente i miei capezzoli, prese lui il comando, i nostri respiri erano rauchi , sollevai la schiena e la testa, lo guardai negli occhi , spingeva sempre più forte, continuamente ,misi le mie mani sul suo viso che lui baciò delicatamente e gli sussurrai TI AMO PAPÀ! TI AMO ANCHE IO FIGLIO MIO RISPOSE. So che in tanti mi giudicheranno, so che per tanti è una perversione, ma ciò che succede tra me e mio padre dal mio punto di vista è unico e speciale. Mi sussurró stanotte hai visto come ti abbiamo concepito io e la mamma? Sto per riempirti dello stesso seme , strinsi di più le natiche, affondando le mie dita sulla sua schiena, ricevendo il suo gemito sulla bocca, ancora una volta pieno del suo liquido seminale. Ci siamo distesi nel letto, con la mia testa sotto le sua braccia appoggiato nel petto che accarezzavo, il suo cazzo semi eretto appoggiato sua coscia, lui mi baciava e accarezzava la testa. Avrei voluto fermare il tempo lì, avevo tutto quello che mi serviva fino a quando non mi disse: C’È UNA COSA CHE TI DEVO DIRE? Mi alzi di scatto e continuó. NON POSSO SCEGLIERE TRA TE E TUO MADRE, NON SO SCEGLIERE FRA TE E LEI, VI AMO ENTRAMBI!



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