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Gay & Bisex

Tiro al bersaglio Ultimo - Mondo sommerso


di Mitchell
19.07.2011    |    13.462    |    2 8.9
""Sveglia fannullone, è martedi oggi, devi accompagnarmi a far la spesa stamattina!"..."
Lorenzo si era messo a cavalcioni su di me e sventolava la sua proboscide umida e inturgidita sulla mia faccia.
"Succhia troia, sei la mia troia, che aspetti, dai fammi godere, dimostrami ciò che sai fare con quelle labbra da bocchinaro, dai, un superpompo con l'ingoio. Che aspetti, che cazzo
aspetti? Non ti piace più il mio cazzo? Non vedi che mi sono già bagnato? Dai, bevi dalla mia fonte, puttana!".
Ero eccitatissimo ma anche sconcertato. Non era il linguaggio suo quello, non si era mai rivolto a me con quei termini. "Stronzo! perchè mi parli così?" "A voi gay piace essere umiliati, no? Non ti umilio abbastanza se ti dico che sei la mia troia?" "La tua troia? Ma non sono le tue parole Lorenzo, fino a ieri mi chiamavi tesorino..."
"Troia, tesorino, fa lo stesso! Succhia il cazzo Mattia, dai fammi impazzire con la tua bocca visto che non hai la figa!"
"Preferiresti avessi la figa? Non sarei più Mattia se avessi la figa, non ti piaccio più come Mattia? Tu hai già Elena, se devi metterlo a mollo in una vagina fallo con lei!" "Mattia stai zitto! fai il tuo dovere, dai, ho voglia di sborrarti in bocca, ho voglia di esploderti in gola, dai bello apri quelle tue labbra da pompinaro" "Lorenzo basta! Toglimi il cazzo dalla faccia. Non mi va più di succhiartelo, fattelo ciucciare da Elena! Non mi hai mai detto se lei te lo prende in bocca, magari no, magari è una di quelle che le fa schifo succhiare l'uccello!" "Quello che faccio a letto con Elena son cazzi miei, e son cazzi miei se lei me lo succhia o meno!" "Per me non te lo succhia e secondo me non le hai mai messo la lingua in figa perchè tu non sei bisex, fai solo finta di esserlo, tu sei gay quanto me!".
Mi diede una sberla violentissima e dovetti reagire restituendogliela. Non se l'aspettava e si incazzò ancora di più e cominciò a menarmi forte mentre per difendermi dovetti coprirmi la faccia con le mani. Ma passai al contrattacco e nacque una terribile colluttazione. Urlò quando gli tirai i capelli lunghissimi e per reazione con un colpo incisivo mi scaraventò giù dal letto facendomi sbattere la testa contro lo spigolo di un armadio. Provai un gran male ma anche un gran bene perchè mi svegliai, anzi fu mia madre aprendo la porta a svegliarmi.
"Sveglia fannullone, è martedi oggi, devi accompagnarmi a far la spesa stamattina!". Quella frase mi riportò alla realtà. Ero felice si fosse trattato di un sogno, Lorenzo si focalizzo' nella mia mente con la dolcezza di sempre, con le parole e le immagini derivanti dagli strascichi dello stupendo weekend passato con lui. "Si mamma, ok mamma, ma sto ancora mezzo imbambolato, lasciami il tempo di riprendere contatto col mondo". "Ma certo tesoro! ti preparo il caffè intanto".
Suonò il telefono di casa, sicuramente una sua amica dalla lunga parlantina. Il caffè me lo sarei dovuto preparare da solo. Mi alzai dal letto. Ero ancora un pò sottosopra per quel sogno, ma non ho mai creduto ai sogni per cui non ci diedi più particolare importanza. Sbadigliando e ancora in mutande mi sedetti al pc. Non avevo ancora letto la mail di Franz che mi aveva scritto qualche giorno prima per invitarmi alla gara di seghe che aveva escogitato dopo avermi rubato l'idea. Ero curioso di sapere come fosse andata e gli avrei mandato un messaggio per avere delucidazioni. Ma quando aprii la posta notai che c'era una mail di Lorenzo. Strano mi scrivesse, non l'aveva mai fatto. A lui piaceva soprattutto parlare al cellulare e mi chiamava tutti i pomeriggi, senza mai saltarne uno. Lessi la mail:

"Ho mollato Elena, senza preavviso, di colpo, dopo essere stato insieme a lei 3 anni, dopo aver diviso tutto quello che due che stanno insieme possono condividere in tre anni, troppe cose. L'ho mollata perchè amo te e non voglio dipingermi di ipocrisia con lei che tanto ho amato, non voglio recitare la parte del fidanzatino felice che mentre cammina con lei pensa a un altro, non è bello, non è giusto.
Ho ancora nella testa le sue urla, il suo pianto disperato, il suo chiedermi perchè? Perchè l'amore per me è passato, è stata la mia fredda risposta di ghiaccio. Poi mi sono alzato lasciandola sulla panchina dei giardini con le mani ancora sopra la faccia che aveva per nascondere le lacrime. A me non sono scese dagli occhi, sono scese entrando direttamente nell'anima e nel cuore. Ho detto addio a una parte di me che era molto grande. Ora mi sento come un'anima che vaga nelle tenebre dopo aver perso quel pezzo. Ti chiederai perchè non te le dico a voce queste cose nella telefonata quotidiana delle ore 14. La risposta è semplice. Non ci sarà nessuna telefonata quotidiana oggi, oggi e mai più. Questa lettera è il mio ultimo contatto con te Mattia. Così ho deciso. Ho deciso di mollare anche te e non di certo perchè non ti amo. Lo faccio perchè è per colpa tua che ho perso lei. Non pensare a una vendetta, lo faccio per giustizia, per bilanciare gli eventi.
Perdonami se sono glaciale mentre ti scrivo queste cose ma è un filtro che mi sono imposto per cercare di soffrire il meno possibile.
Sto pensando a te, ai tuoi bellissimi occhioni neri sgranati sullo schermo del tuo pc, alle lacrime che magari ti staranno scendendo, ti ho già visto piangere e sei davvero stupendo quando lo fai. Sto piangendo anch'io adesso e piangerò ancora tanto pensando a te. Ma il tempo lo sai, cancella ogni cosa, i ricordi, i dolori, i rimpianti. Prima o poi mi ritroverò, e allora potrò cercare una nuova strada, un nuovo amore, se uomo o donna non so, e neppure so se qualcuno riuscirà a farmi sentire amato come come hai fatto tu, nè so se riusciro' mai ad amare qualcun altro come ho amato te. Forse no, forse si vedremo. Ti auguro di soffrire il meno possibile, e te lo auguro con tutto il mio cuore che dopo averti detto addio non sara' più il mio vero cuore ma un organo del corpo che serve soltanto a pompare il sangue nelle vene. Non mi cercare mai piu' perchè io ti cancello e così devi fare altrettanto. Non rispondere a questa lettera, ho bloccato la tua mail e ti tornerebbe indietro. E non crearti nuove mail, tanto non ti risponderei. Non chiamarmi e non mandarmi messaggi, oggi ho tagliato a pezzi la sim e il mio cellulare avra' un nuovo numero. Tu non sai dove abito, non te l'ho mai detto, non potresti mai rintracciarmi. L'unica persona che conosce il mio indirizzo è Antonio ma non ti rivolgerai mai a lui per scoprirlo. E poi sono io che ti chiedo, ti imploro, di non cercarmi mai più e di cancellarmi come io faccio con te. E ti cancello uccidendo me. Tu sarai il sangue che ho perso. Tu sempre resterai il mio grande, il mio bello, il mio stupendo Mattia.
E nonostante tutto ti amerò per sempre..."
Lorenzo

Cancellai di getto la mail che mi aveva mandato, senza versare lacrime o sorridere. Mi alzai dalla sedia come un automa e mi diressi verso il bagno. Lorenzo mi aveva detto addio, avevo perso la mia vita. Mi spogliai nudo ed entrai nella vasca con il pc portatile sul petto. Aveva la batteria quasi scarica. Lo collegai all'alimentatore di rete. Aprii il rubinetto dell'acqua, poco poco, di modo che uscisse lentamente. E cominciai a guardare tutte le foto che avevo di lui, le foto che gli avevo fatto nei momenti belli in cui eravamo insieme. Sarebbe stato troppo bello fosse durata per sempre. "Se nasco un'altra volta non cercherò mai più di farmi avanti con un etero. Sempre ammesso rinasca uomo. Potrei rinascere scimmia o cane o uccello e in questo caso non avrò più problemi" pensai. Guardavo la faccia di Lorenzo che sorrideva coi suoi denti splendenti e i capelli al vento in riva al mare. Poi l'acqua tiepida, sulle gambe, sul corpo. Raggiunse il pc portatile che avevo sopra di me. Poi non ricordo altro. E altro non so più dirvi di Mattia e Lorenzo. E altro non so più dirvi di questo mondo...

"Da quanto tempo è chiuso in bagno Mattia?" "Non lo so Lorenzo, ero al telefono, non mi sono neanche accorta che è mancata la luce. L'ho capito solo quando mi hai urlato di aprirti dal cancello che il campanello non suonava...". BUM BUM BUM BUM "Mattia apri la porta! Svegliati Mattia. Svegliati perdiooo!" BUM BUM BUM.
"Signora, non ha una chiave di riserva per aprire questa porta?" "C'è solo quella chiave e si può aprire solo dall'interno. Ma cos'è successo Lorenzo rispondimi. Se eravate tanto amici cosa pensi che abbia fatto Mattia?"
"Signora c'è il salvavita nell'impianto di questa casa?" "Certo che c'è, perchè me lo chiedi?". "Allora non puo' essere successo niente! Mattia svegliati! Non è come tu pensi. C'è il salvavita nell'impianto di casa. Non è come tu credi. Non ti è successo nulla! APRI LA PORTA MATTIAAAAAA!"

Mi svegliai da un torpore profondo a forza di tutti quegli urli. L'acqua mi era quasi arrivata al collo. Lo schermo del pc era completamente buio. Mi alzai lentamente dentro la vasca, ricominciando a connettere piano. Cosa ci facevano Lorenzo e mia madre fuori dalla porta del bagno? Uscii dalla vasca e ancora tutto bagnato girai la chiave di quella porta che qualcuno stava ancora prendendo a pugni a tutta forza. Girai la maniglia e la porta si aprì. Lorenzo mi saltò addosso piangendo come un disperato e cominciò a baciarmi e ad abbracciarmi forte
"Scusami, perdonami. Mattia perdonami, non so neanch'io perchè ti ho scritto quella lettera, non avrei mai dovuto farlo. Rinnego tutto quello che ho scritto. Non potrei più fare a meno di te. Ti ho chiamato sul cellulare un sacco di volte dopo averti scritto la mail. Volevo dirti di non leggerla, ma tu non rispondevi. L'ho intuito, l'ho sentito che volevi fare qualcosa di folle per questo sono corso qui, fregandomene di quello che potesse pensare tua madre".
Lo strinsi forte, come non avevo mai stretto nessuno nella mia vita. Dietro di noi mia madre stava piangendo come una cretina ma aveva un dolcissimo sorriso sul volto. Piangeva di gioia perchè suo figlio era ancora vivo e non certo per aver capito che Mattia era omosessuale. Arrivò Marina richiamata dal fracasso che si era creato. "Ma cos'è successo? ma che ci fa suo figlio nudo che abbraccia un altro uomo? Ma... adesso lo riconosco. Riconosco la figura, è la sua. Non è la ragazza che credevo quando guardavo nel buio dalla finestra. E' un ragazzo, è un gay, anche suo figlio è gay!".
"Marina esca subito da questa casa" disse mie madre con tono severo mentre le lacrime le continuavano a scendere. Ma Marina imperversava
"Ma signora, è sconvolgente! Suo figlio è un omosessuale e lei non dice niente?!". Mia madre a questo punto urlò: "Le ho detto FUORI DA CASA MIAAAAA! E NON SI FACCIA MAI PIU' VEDERE!!". A quel tono la vicina non ebbe più il coraggio di ribattere e col viso sconcertato si ritirò come mia madre le aveva intimato.
Poi mi venne incontro. Lorenzo le lasciò il posto e prese ad abbracciarmi forte "Mattia, tesoro mio, è un miracolo tu sia ancora qui. A me non importano le tue scelte sessuali. A me interessa solo di averti qui, vedrai anche tuo padre capirà, non preoccuparti". Lorenzo si unì in quell'abbraccio e strinse forte anche mia mamma. Io ero ancora nudo e bagnato ma non mi sentivo in soggezione. Stavo stringendo due
persone che mi amavano.
E che io avrei amato per sempre


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