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Il cugino più grande


di Mitchell
05.08.2010    |    51.473    |    4 8.3
"Strappai di netto l'involucro per l'impazienza e mi accorsi cosa mi avesse portato..."
Avevo superato l'esame di maturita' con il massimo dei voti. I miei erano fieri di me. Anche gli zii. Mi chiamarono entusiasti complimentandosi. Avrebbero mandato Davide (il mio cugino 26enne) a portarmi un regalo. Abitavamo a circa 250 km di distanza. L'ultima volta che venne a trovarci coi genitori era stato 2 anni prima. Avevo sempre avuto una forte passione per lui, sin da bambino e l'ultima volta nel vederlo questa passione era cresciuta. Una delle prime seghe la dedicai a lui.
Aveva un colore degli occhi a metà tra il verde e blu, poi quei capelli biondi mossi, mezzi lunghi, quel pizzettino sottile e delicato che andava da orecchio a orecchio. Alto, ben fatto, i muscoli giusti al posto giusto. Doveva piacere parecchio alle donne, e avevo sempre invidiato quelle che avrebbe potuto portarsi a letto. Ma lui non parlava mai di donne, forse per il suo modo timido e gentile che era una caratteristica del suo carattere. Quando seppi che stava per arrivare mi feci bello, indossando il vestito piu' carino che avevo, e mettendomi pure una goccia di profumo, anche se sono sempre stato uno che li odiava i profumi. Ma era il suo profumo, quello che usava lui, dopo infinite indagini riuscii a risalire alla marca. Quando arrivo' gli saltai al collo e lo abbracciai forte, molto forte, non so se lui se ne accorse ma fu l'impulso. "Ehi come come sei cresciuto Gabriele, quasi non ti riconoscevo piu'"
"Eddai Davide, sono passati solo 2 anni dall'ultima volta" "Lo so replico', ma stai diventando un ometto, ti vedo bene, non hai piu' quell'espressione da bambino".
Sorrise. Quasi stizzito replicai "non sono piu' un bambino, poi non mi è mai piaciuto essere un bambino". Cambiando discorso mi allungo' il grosso pacchetto che aveva portato chiedendomi
"Non ti interessa sapere cosa c'è qui dentro?"
"Certo che mi interessa!" replicai.
E lui "Allora prova a indovinare!"
"Gli chiesi "Dammi un aiuto!"
"E' una cosa che si usa con la testa e con le mani!" e fece un sorrisino.
Chissa' se aveva voluto farmi intuire un doppio senso o se era la prima cosa che gli passo'!
"Troppo difficile" dissi io.
Presi il pacco in mano e cominciai a togliere la carta regalo, ero molto curioso. Strappai di netto l'involucro per l'impazienza e mi accorsi cosa mi avesse portato. Un pc portatile. L'avevo sempre desiderato e adesso era mio. Guardai Davide e per ringraziarlo lo abbracciai di nuovo, forte, e in tanto annusavo il profumo che la sua pelle emanava. "Devi ringraziare i miei, te l'hanno comprato loro" commentò.
"Dopo li chiamo e glielo dico che è stato un regalo stupendo, non me lo sarei mai aspettato!"
Poi parlo' di nuovo: "Ma è vero che i tuoi sono andati in crociera?". Scossi la testa e dissi
"Si, è una malattia, la solita crociera che fanno tutti gli anni... chissa' che gusto ci trovano". Invece io gli chiesi "Tu quanto ti fermi?" "Domani riparto, ho preso due giorni di ferie per venire qui e non è ancora periodo di ferie". Si capiva benissimo dal modo in cui lo diceva che avrebbe voluto restare di piu'.
E lui sicuramente si accorse dall'espressione delusa che feci. Anch'io avrei voluto che restasse. Spinsi il pulsante per spegnere la faccia triste e accesi quella allegra.
"Ma avrai fame Davide, dopo tutto questo viaggio" "Beh in effetti, ho fatto solo colazione, se ci fosse qualcosina da metter sotto i denti".
Felice di poterlo accontentare replicai
"Ma certo, i genitori perfetti quando vanno via lasciano il frigo pieno ai figli...".
E ci mettemmo a ridere mentre ci dirigevamo in cucina. "Per esempio ti andrebbero delle ottime lasagne al forno? Mia madre è una grande nel farle. Scaldandole al microonde sembrano appena cotte".
Se ne mangio' due piatti, di fame ne aveva.
Io poca, non riuscii neanche a finire la mia porzione e lo notò. "Tu non hai fame? Devi mangiare, devi crescere!".
"Sono già cresciuto abbastanza, peccato che nessuno se ne sia accorto ancora, mi trattano tutti ancora come un bambino".
"Ma no cosa dici, io non ti giudico un bambino, ma è che se fai mangiare solo me poi mi sento in colpa se tu non mangi" disse cercando di correggersi. Aveva capito quando odiassi essere considerato ancora un ragazzino. Dopo pranzo passammo il tempo ad ascoltare musica, giocando ai videogame, e ci sparammo anche un bellissimo film in dvd.
Poi andammo in piscina. Alla sera mi volle portare in pizzeria, nella pizzeria dove andavamo con i genitori. Quanto la facevabo buona li, lo sapevo io e lo sapeva anche lui. Quando tornammo a casa era quasi mezzanotte e lui mi chiese "Posso fare la doccia?" "Beh? hai bisogno di chiedermelo? O devo dirti la solita convenevole frase fai come se fossi a casa tua?". Ridemmo. Quando ando' in bagno per lavarsi lascio' la porta aperta. Non resistetti alla tentazione. Rimasi fuori dal bagno spiandolo mentre completamente nudo si lavava. Che spettacolo! Era bello vedere la sua pelle coperta di schiuma e l'acqua che le scorreva sopra. Per la prima volta gli vidi anche l'uccello. Ne' enorme nè piccolo, ben proporzionato con il resto del corpo. Sarei entrato lì di corsa anche solo per toccarglielo. Ma era una cosa che non potevo fare, anche se la volevo fare. Finita la doccia, facendo finta di non aver visto nulla, gli chiesi se voleva dormire nella camera degli ospiti o nell'altro letto che c'era in camera mia. Quello degli ospiti era da fare, in camera mia c'era il letto già fatto e opto' per quello. Parlammo un po' prima di addormentarci, della famiglia, dei nonni, degli zii, delle cugine più piccole. Poi ci fu il silenzio. Pensai fosse crollato. Ma dopo un po' a voce alta gli feci "Dormi?"
"Non ancora" rispose, aggiungendo "e tu?"
"Non riesco a dormire" replicai.
"Perchè?" fece lui. Dissi soltanto, forse con un tono pacchianamente vittimista "Mi sento solo!". Rispose dopo un attimo di silenzio "Vuoi venire a dormire qui con me?", quasi imbarazzato. Presi la palla al balzo e gli piombai nel letto.
"Hey pero' non scandalizzarti, io di solito dormo nudo..." mi fece. Gli risposi "Non preoccuparti, non è un problema questo!"
Il letto era stretto per due ma era fantastica la sensazione di averlo li' attaccato al mio corpo. Io mi ero girato su un fianco, lui sull'altro. Ma se ne accorse lo stesso: "Hey come ti batte forte il cuore!". Rimasi in silenzio, Si giro' dal mio lato e mi chiese:
"Come mai?". Non risposi. Mi accarezzo' il viso dicendomi: "Batte forte per me?". Mi si sdraio' sopra e col suo viso sul mio viso me lo domando' di nuovo: "Batte per me?". Avevo le sue labbra a 2 centimetri dalle mie. E ci scappo', non poteva non scapparci.
Un timido, breve, semplice bacio sulle labbra. Lui ricambio' dolcissimo, entro' nelle labbra con le labbra e comincio' a muoverle con delicatezza, con passione, con perfezione. Io non avevo mai baciato nessuno e mi incollai a quella bocca dalla quale non
avrei piu' voluto uscire. Sentivo anche il suo uccello duro tra le mie gambe, forse gliel'avrei preso in mano o in bocca ma il bacio che mi stava dando stava riempendo tutto il tempo in cui lo avevo sognato, tutto il tempo che ero rimasto senza di lui.
Il tempo di un bambino che voleva diventare in fretta grande per fare spudoratamente la dichiarazione a suo cugino. Ma non ci fu mai bisogno della dischiarazione, lui lo aveva saputo e forse da sempre quello che provavo per lui e lui pure sapeva quello che aveva sempre provato per me. Con le labbra nelle labbra, come in un sogno, ci addormentammo.
Quando mi svegliai lo cercai con la mano. Ma c'ero solo io nel letto. Lui si era già alzato. Lo chiamai diverse volte. Nessuno rispose. Un raggio di sole entrava dalle persiane socchiuse. Illumino' un biglietto sopra il comodino. Lo presi: X Gabriele.
C'era scritto: "Potrei dirti che mi sono innamorato di te, ma non servirebbe a niente. Potrei confessarti che sono sempre stato innamorato di te, ma anche questo non servirebbe. Siamo cugini, i nostri genitori non la prenderebbero molto bene. Non c'è un futuro per noi. Non c'è un futuro per quelli che l'amore ha deciso che non puo' esserci amore. Non ho preso due giorni di ferie. Sono 2 settimane che sto in ferie. Dopodomani parto per l'estero, ho accettato un lavoro che mi dara' grandi soddisfazioni. Saro' molto lontano da te e riusciro' a dimenticarti. Tu cerca di dimenticare me. Hai ancora tutto davanti. Io ero solo tuo cugino. Potrai trovare di meglio. Volevano venire i tuoi zii a portarti il computer. Sono stato io a insistere per venire al posto loro. Sarebbe stata l'ultima occasione di vederti e non potevo perdermela. Ti saluto senza che ci sia bisogno di dirti "ti amo", perchè questo lo sai. Ma ricorda una cosa, il tempo cancella tutto e magari un giorno se ci rivedremo non ci ricorderemo neanche piu' di questa storia e magari potremo guardarci come veri cugini. O almeno illudimi e illuditi che sia così. Davide"
Comincio' a diluviare dai miei occhi. Avevo perso per sempre Davide. Non lo rividi mai piu'. Ma sto ancora nutrendomi di quelle sue ultime parole. A volte poi, in fondo, ci si puo' anche illudere di essere vivi...

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