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Gay & Bisex

Orizzonte degli eventi (Ending)


di Mitchell
07.11.2012    |    5.102    |    5 8.6
"Mi sono i piaciuti giochetti che abbiamo fatto a letto, ma questo non c'entra niente" "Ti prego! Se vieni davvero da un altro mondo, se ci avete..."
Erano già trascorsi quattro giorni da quando mi salutai con Alessandro quel giovedì sera. Considerato che nel week end sua moglie era a casa sapevo già che non avrebbe potuto contattarmi, ma ero sicuro che almeno il lunedì dopo si sarebbe fatto vivo, invece niente. Aspettai martedì per mandargli un sms in cui scrissi "Ale dove sei? Ho voglia di sentirti, fatti vivo ti prego!". Aspettai più di mezza giornata un messaggio di risposta ma inutilmente. Martedì sera ebbi il coraggio di chiamarlo ma il cellulare era spento. Una specie di panico ansiogeno cominciò a premere dentro di me facendomi scattare mille elucubrazioni. Cominciai a dormire molto male, a essere nervoso coi miei, a mangiare poco. E mi ritrovavo a piangere spesso dominato da una tristezza infinita. Mercoledì lo chiamai di nuovo ma il suo cell era ancora spento. Lo richiamai alla sera ma la risposta della voce automatica era sempre quella. Giovedì mattina gli scrissi: "Avevi detto che mi avresti chiamato ma non l'hai fatto! Perchè hai sempre il cellulare spento? chiamami per favore, mi manchi".
Non ebbi risposta neanche in quel frangente, mi stavo convincendo che avesse voluto farla finita con me a causa dei miei inutili e stupidi paragoni con sua moglie. Ma non accettavo questo, non lo potevo accettare. Sapevo che finiva col lavoro alle 18 e quel giorno decisi di andare a casa sua. Pedalata di corsa in bicicletta col cuore in gola e col fiato corto per arrivare al suo cancello. Alle 18.30 suonai al campanello. Quando si aprì la porta bianca con la pacchiana maniglia color oro si affacciò una donna. Era Silvia, la riconobbi anche se aveva cambiato taglio e colore dei capelli e anche lei mi riconobbe..."Lorenzo! Ciao! Come stai? Quanto tempo è passato..." "Sto bene -risposi imbarazzatissimo- e tu Silvia?" "Benissimo, ma vieni su, ti apro". Diede il tiro al cancelletto e dopo aver messo giù la bici con passo lento e indeciso mi avvicinai alla sua porta di casa. Cosa ci faceva lei ? A quell'ora di un giovedi? Ale mi aveva detto che sua moglie tornava il venerdì sera e adesso che sarei stato faccia a faccia con lei che avrei fatto? Scusa plausibile e credibile doveva scaturire seduta stante dalla mia mente. "Vieni entra!" mi fece Silvia. Non ero molto convinto oltrepassando la soglia dell'androne ma ormai ero dentro. "Sei cresciuto Lorenzo, quanti anni hai adesso?" "Ne ho 18" "E ti sei già diplomato allora?" "Si, si, quest'anno e tu che fai invece?" "Io? Lavoro a Trento da un po' di tempo, mi piace il mio lavoro, ma sai, è dura stare lontana da mio marito tutta la settimana...Ieri ho deciso di fare il weekend lungo e mi son presa due giorni ferie, sono tornata stamattina..." I nostri visi si sagomarono con finti sorrisi e la domanda più che scontata le uscì: "Cercavi Alessandro?" "Sai, l'ho incontrato per caso l'altro giorno e mi ha detto di passare a trovarlo se mi trovavo da queste parti... E così eccomi qui...". "Mi dispiace Lorenzo che non ci siamo più visti...Ti ricordi che bello il giorno del matrimonio?" "Si è stato bellissimo! Anche le foto erano davvero belle!" "Già...le foto...la saprai la storia che i tuoi e i genitori di Ale han litigato per quelle..." "Certo che lo so" risposi e mi misi a ridere e rise anche lei. Poi il nostro sguardo si spostò contemporaneamente sul rumore di una chiave che girava nella serratura. La porta si aprì ed Alessando entrò visibilmente stupito nel vedere me e Silvia. "Ciao Lorenzo! Silvia? Amore, sei tornata a casa prima? Che magnifico regalo mi hai fatto!" disse avvicinandosi a lei e baciandola sulle labbra. "Si ho voluto farti una sorpresa per questo non ti ho chiamato...". Poi Ale allungò la mano verso di me e strinse la mia. Un gesto molto convenzionale e tramato di notevole freddezza. "Sei venuto a prendere il gioco vero? Te lo dò subito, l'avevo già preparato, scusami ma ho un sacco di cose da fare adesso, ci rivediamo in un altro momento, quando sarò più libero" disse Alessandro passandomi un cd per la playstation di cui non avevamo mai parlato. Ma certo! Era la scusa per giustificare la mia visita davanti agli occhi di Silvia. Ressi la parte anche se mi sembrava di essere stato come scacciato. Salutai entrambi con sorrisi di cortesia che vennero ricambiati come tali. Uscii dalla porta senza voltarmi indietro e percorrendo il pezzo di giardino a passi svelti per raggiungere la bicicletta e darmela a gambe. Fanculo! Non avevamo realizzato nulla, non ero neanche riuscito a svelare il mistero del suo cellulare sempre spento nè il fatto che non mi avesse più chiamato. Fanculo a lei! E fanculo a lui! Fanculo a tutti! Stavo piangendo mentre pedalavo ma il vento negli occhi asciugava le lacrime ancora prima che scendessero sul mio viso. Arrivai a casa distrutto dentro e fuori, nessuna voglia di parlare, nessuna voglia di mangiare. Saltai la cena e aggredii mia madre che mi chiedeva perchè non avessi fame. "Lasciatemi in pace!" urlai e mi chiusi in camera mia sbattendo la porta. E lì mi sfogai. Presi il cuscino e lo abbracciai come se fosse stato Ale, e lo baciai come se fosse stato Ale e lo bagnai di pianto come avrei bagnato il viso di Ale se fosse stato lì, davanti a me. Arrivò un sms e mi sorprese quel suono perchè non aspettavo messaggi da nessuno. Aprii la notifica, era Ale! "Scusami per questa settimana, ma ero impegnatissimo col lavoro. mi si era anche rotto il cellulare, ne ho comprato uno nuovo ora. E scusami per prima, ma non sapevo che Silvia fosse tornata. Ci sentiamo presto. Fai quel gioco che ti ho dato e intanto pensami! Un bacio. Ale". Letto questo scoppiai a piangere di gioia, non mi aveva mollato, non ci avevo preso su nessuna previsione. Che scherzi gioca l'amore! Ero diventato euforico e pieno di entusiasmo. Asciugai i miei occhi raggiungendo i miei a tavola e scusandomi con loro per la sceneggiata di prima. Feci cadere la causa del mio comportamento sulla partita di calcetto appena persa. Le paranoie, le paure e i fantasmi della mente si erano dissolti. Mi masturbai pure quella notte ripensando alla scena di Ale che si ciucciava il mio pirolo mandandomi in estasi poi crollai nel sonno più profondo.
Mi svegliai tardi, erano quasi le 14, avevo dormito moltissimo forse per recuperare il sonno che avevo perso negli ultimi giorni. Andai a smangiucchiare qualcosa che trovai in frigo poi feci una bella doccia per scrollarmi di dosso il caldo afoso che stava perseverando da un pò di tempo. Dopo essermi asciugato e rivestito tornai in camera e il mio sguardo fu rapito da quel cd che mi aveva passato Ale, l'avevo buttato sulla scrivania per la rabbia e non ci avevo neanche piu' pensato. Decisi di accendere la playstation, era tanto che non facevo una partita. Presi in mano il cd, Event Horizon, non lo conoscevo questo gioco. Lo inserii nel lettore e premetti play. Non successe niente, lo schermo rimaneva buio. Premetti play di nuovo e un fragore assordante saturò l'aria ma non proveniva dagli altoparlanti, ne ero completamente avvolto.Ma il rumore era irrilevante in confronto a ciò che avvenne poi. Venni risucchiato da un'energia misteriosa che mi fece volare in alto, sempre più in alto fino ad arrivare nel nero cosmico. Nel volo sfiorai lune, soli, ammassi stellari, nebulose e altre forme dell'infinito sconosciute ai miei occhi. Dopo aver planato delicatamente mi ritrovai su una radura tutta bianca illuminata da due soli che irradiavano i loro raggi rossi in ogni punto visibile. Mi sentivo tranquillo, non potevo credere fosse vero quel viaggio, pensavo si trattasse di un'allucinazione, di un sogno o che fosse un effetto tridimensionale del gioco che stavo provando. Vidi una figura che si avvicinava emergendo dalla nebbia rossastra che ricopriva la radura. Quando fu a due passi da me lo riconobbi: era Alessandro! Parlò: "Non dovevi metterti tra me e Silvia! Non dovevi venire a casa nostra ieri, hai messo a repentaglio il nostro rapporto, ho dovuto inventare mille scuse per giustificare la tua presenza e la tua visita!". "Ma tu non mi hai più chiamato, non mi hai più risposto, credevo la volessi fare finita con me!" "Con te è finita!" "No, non è vero, me l'hai scritto in un messaggio ieri sera!" "Ti ho mentito per tranquillizzarti e per indurti a inserire quel cd nella playstation" "Allora questo è solo un gioco, vero? sono solo un personaggio della partita che mi hai dato!" "Non è proprio così..." "Dove sono? Che posto è questo?? Dove mi hai portato??" "L'orizzonte degli eventi...Ti dice niente questo termine?" "L'orizzonte degli eventi non esiste, è solo un concetto di fisica quantistica, è solo una ipotetica linea illusoria tracciata nello spazio!" "No, esiste invece, è qui davanti ai tuoi occhi, lo puoi vedere e tra breve lo toccherai anche. Ti manderò su un pianeta lontano così ti passerà la voglia di fare innamorare la gente sposata" "Ma io non volevo farti innamorare..." "Sei falso, te l'ho letto nella mente quando eravamo insieme quel giorno! Pensi mi sia fatto milioni di anniluce per perdere la testa per un ragazzino??" "Milioni di anniluce? Alessandro cosa stai dicendo???" "Io non sono Alessandro, chiamami Key, sono di un altro mondo, siamo venuti in tanti, migliaia di anni fa e viviamo insieme a voi, da sempre. Cerchiamo di capire cosa si possa fare per salvarvi, noi ci teniamo a voi" "Dimmi che è un sogno! Non è vero! E' uno scherzo, io non posso essere qui!" "Guarda giù, guarda quello che ti aspetta!" "Mi affacciai sul bordo di quella radura e cominciai a tremare nel terrore. Vidi l'abisso, una spirale che girava vorticosamente su se stessa avvolta da luci e colori incandescenti che brillavano quasi accecandomi" "E' questo che cercavi vero? Quando ti butterai giù ti ritroverai su un pianeta che sarà tutto tuo. Avrai da mangiare, da bere, da dormire, giochi e svaghi. Ma non ci sara' nessun altro oltre a te, sarai solo per tutta la tua esistenza" "No! Alessandro, nooo, ti prego, non puoi farmi questo! Per favore, ti supplico, ti scongiuro!" "Perchè volevi farmi innamorare di te?" "Perchè io ti amavo, volevo che anche tu mi ricambiassi!" "No! Tu non tolleravi che avessi già una relazione e col tempo avresti fatto il possibile affinchè mi lasciassi con lei! E' ora di andare adesso!" Noooo, ti pregoooo, non farlo! Riportami a casa, ti prometto che farò il bravo, starò lontano da quelli come te!!! "Voi sapete solo promettere, ma mantenere MAI!" "Ti supplicooo, non farmi niente!" "Non toccarmi, ho solo la forma del tuo Ale, ma qui io sono solo energia pura! Ti sbricioleresti solo a sfiorarmi!" "Tanto lo so, che è solo un incubo...Tra poco mi sveglierò e sarò di nuovo in camera mia alla console della playstation!" "Talvolta la realtà sembra un sogno e invece a volte i sogni sembrano veri!" "Se oltrepassassi la soglia non resterei vivo, mi trasformerò in polvere! Vuoi farmi questo??""Voi pensate di poter applicare le vostre teorie infantili a tutto l'universo? Perchè voi uomini pensate di essere infallibili? Considerate un genio Einstein? Beh si, superiore a molti altri certo, si è avvicinato molto alla verità ma era ancora molto lontano. L'orizzonte degli eventi si puo' oltrepassare, si puo' restare vivi. Tra poco mi darai ragione!" "Ti prego, non mandarmi su di un pianeta lontano, sono ancora un ragazzino, ti prego, dammi la possibilità di correggere i miei errori!!!" "Non correggeresti nulla. Crescendo si peggiora soltanto!" "Ti supplico, non farmi niente!".
"Cosa saresti disposto a dare in cambio per il tuo ritorno a casa?" "Tutto quello che vuoi! ti do' il mio cuore!!" "No, non sarai mai capace di darmelo e io non lo voglio nemmeno. Non mi sarei mai innamorato di te. Mi sono i piaciuti giochetti che abbiamo fatto a letto, ma questo non c'entra niente" "Ti prego! Se vieni davvero da un altro mondo, se ci avete preceduti, se siete più evoluti di noi non puoi farmi questo. Aiutami, chiedimi qualunque cosa!!!!!!" "Non voglio niente! Però ti lascio tutto il tempo per pensare che il tempo è solo un' illusione!" Una mia lacrima cadde su uno dei migliaia di cerchi concentrici multicolore nell'abisso sotto di me...Sentii un forza spingermi. MALEDETTO!! mi aveva fatto cadere giù! Mi sentii sballottare come se fossi stato messo dentro una centrifuga. Non vidi più niente per qualche istante. Poi un fischio, un rumore insopportabile. Ma quando riaprii gli occhi ero in camera mia! Allora era vero, era stato un incubo, solo un orribile incubo. Dovevo chiamare Ale, volevo raccontargli il sogno. Presi il cellulare. Ma non trovai il suo nome nell'ultima telefonata effettuata. Lo cercai in rubrica. Non c'era! Mi venne un altro dubbio! Guardai per curiosità nel lettore della playstation: non c'era più neanche il cd avevo messo dentro. Andai sul balcone, avevo voglia di respirare, mi sentivo malissimo! Ero nel panico più totale! Che cazzo di fine avevano fatto tutte le cose? E perchè il mio cuore non la finiva di correre all'impazzata?? Suonò il telefono di casa, i miei non c'erano, andai a rispondere io. "Pronto?" "Lorenzo?" "Si'" "Ciao, come stai, sono la signora Manzoli, ti ricordi di me?" "Ah si certo che mi ricordo, si, sto bene grazie e lei come sta?" "Bene, bene, ma tua mamma è in casa?" "No, non c'è, le dico che ha chiamato quando torna!" "Si saresti molto gentile, è un pò che non ci sentiamo!" "Si, lo so signora, a mia madre farà sicuramente piacere. Arrivederci!". Cazzo! Pensai che avrei potuto chiederle il numero del figlio già che stavamo parlando. No, poi con che scusa? Ma più che altro perchè non avevo più il suo numero su quel cazzo di telefonino?? Corsi al cassetto delle foto. Dovevo appurare che lui esistesse e non fosse un frutto della mia fantasia! Le foto del matrimonio! Non c'erano!! Rovesciai tutto il cassetto per terra. Rovistai tra non so quante foto ma quelle del matrimonio erano scomparse. La mano sulla faccia, la mano tra i capelli, il cuscino giallo sul divano che volò in aria e caddi in ginocchio, poi mi lasciai cadere completamente sdraiato piangendo, urlando, strisciando le mani su quel pavimento di marmo, freddo nonostante fosse ancora estate. "Alessandrooooooooo" Gridai. Ma nessuno rispose. Rimasi preda della mia fottuta disperazione per minuti eterni. E se non fosse stato un sogno? Se avessi davvero attraversato l'orizzonte degli eventi? Mi tirai su, trascinandomi piano per andare a vedermi allo specchio. Ero ancora Lorenzo o qualcuno che non esisteva più? Mi riconobbi ero io, di diverso dal solito avevo solo gli occhi arrossati dal pianto, gonfi e pronti a buttar fuori altre lacrime. Mi buttai a capofitto sotto l'acqua che usciva dal rubinetto e il contatto con essa mi giovò a ritrovare me stesso. La sentivo scendere tiepida, maestosa e confortante. A una certa ora finalmente tornarono i miei. Non vedevo l'ora di dire a mia madre che l'aveva cercata la Manzoli, il pretesto migliore per attaccarci in coda la fatidica domanda: "Ma per caso avete buttato via le foto del matrimonio del figlio della signora Manzoli? Non le ho più visto nel cassetto..." "Ma Lorenzo ti sei fatto una canna? No, perchè lo devi dire alla mamma se fai uso di certe sostanze!" rispose come se le avessi chiesto la luna, o un suo pezzo di roccia o un suo raggio soltanto. Era allibita e lo fui anch'io per riflesso, avevo come l'impressione di aver fatto una domanda impossibile ma dovevo andare più a fondo, dovevo sapere! "L'altro giorno le foto c'erano e adesso non ci sono più, pensavo le aveste buttate via..." "Lorenzo...mi stai a prendere in giro? Le uniche foto di matrimonio che ci sono là dentro sono quelle di zia Chiara! Di che cavolo di matrimonio stai parlando?? Il figlio dei Manzoli? Lo sai benissimo che non hanno mai avuto figli!" L'effetto di quell'ultima frase fu quello di una bomba devastante piazzata in mezzo al cervello e fu probabilmente quella a salvarmi facendomi cominciare a ridere sguaiatamente. Stavo morendo dentro ma dovevo dare a mia madre l'idea di uno che aveva fatto uno scherzo "Dai mamma era solo un gioco, volevo capire fino a che punto avresti retto...ahahahahah". "Lorenzo!? Mi sembra che piu' diventi grande piu' diventi stupidino! Vai a lavarti le mani, va, che tra poco si mangia!". Prima di andare in bagno passai dal salotto per estrarre dall'armedietto bar una bottiglia di cognac sottraendola furtivamente. Mi ci attaccai a collo bevendo diversi sorsi. Provai un colpo fortissimo allo stomaco ma mi sentii irradiare anche da energia, da calore, e dopo che l'alcool aveva raggiunto le zone oscure della mia mente divenni padrone di una presa di coscienza. Key, Alessandro o chi per lui mi aveva salvato annullando se stesso, cavalcando il tempo a ritroso e modificandone gli eventi. Io solo so che lui era davvero esistito. Io solo so che aveva privato la signora Manzoli dell'amore per un figlio. Io solo so che l'orizzonte degli eventi è valicabile. Ma se varchi la sua soglia la tua vita non sara' mai piu' quella di prima. E non mi sarebbe più servito altro tempo per capire che il tempo è solo un'illusione. Ne avevo già la certezza.
Lorenzo, il ragazzino poco pepe e poco sale morì quel giorno e nacque al suo posto un uomo. Un uomo già grande.








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