Gay & Bisex
Tiro al bersaglio 2 - Lorenzo e Mattia
di Mitchell
24.05.2011 |
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"Guardandolo bene notai che aveva la faccia completamente sbrodolata di sborra, occhi, labbra, capelli..."
Ore 21.30. Suona il cellulare. Numero che non conosco. Ma quando dico "Pronto?" la voce è la sua. "Ciao sono Lorenzo, non ci credevi ti avrei chiamato, vero?". "No, non ci contavo molto...". "I tuoi sono tornati? Hai messo a posto la casa?". "Certo. Ho sistemato anche tutto. Ma è stata dura... macchie dappertutto, gocce per terra, sul materasso, siete stati dei gran maiali. Ma ho cancellato ogni traccia".
"Beh adesso non stiamo a sindacare chi sia stato più maiale, tanto ci sei anche tu in mezzo! ahahah". "E chi dice niente? Poi guardacaso quando i miei arrivavano stava uscendo la vicina...". "Ma chi? Quella che è venuta 2 volte a rompere le balle??". "Si proprio lei! Così li ha informati che sono venuti tutti questi miei amici e poi l'interrogatorio... ma che esame stai preparando? non ne sapevamo nulla... da quando in qua ci sono esami nella sessione estiva e via discorrendo... Una palla mostruosa. Ma me la sono cavata egregiamente eheh, bisogna saper recitare nella vita". "Hai ragione e di una recita privata tra me e te che ne pensi?".
"Beh è ancora tutto così nebuloso". "Esprimiti meglio!". "No, vorrei fossi tu a esprimerti. Vorrei sapere le tue intenzioni! Vorresti vedermi solo per farti una sega e sborrarmi in bocca?". "Sei mai stato con un etero?". "No, mai!". "Dimmi tu cosa mi faresti!". "Ti offendi se ti dico che mi piaci maledettamente? Che adoro i maschi coi capelli lunghi? Poi c'hai un taglio e un colore d'occhi che è una cosa stupenda". "E quindi?" "Te lo faresti dare un bacio?". "Un bacio come?" "Un bacio in bocca!".
"Vuoi vedermi solo per darmi la lingua in bocca?" "No, sarebbe solo l'inizio, ma non mi hai risposto".
"Non so se mi piacerebbe..." "Quindi?". "Si puo' provare!". "Allora mi sento molto più sollevato.
Quando sei disponibile?". "Anche adesso!".
"E la tua ragazza?" "L'ho vista oggi finita la gara di tiro. La serata ce l'ho libera...".
"Allora se vuoi venire da me. C'è la stanza del castigo che è di sotto. I miei non si accorgeranno di nulla" "La stanza del castigo?".
"Si, è una tavernetta piccola, c'è anche un letto. Si chiama così perchè i miei mi mandavamo lì da bambino per mettermi in castigo".
"E non è che mi porti lì per castigare anche me?!". "Beh, dipende da come ti comporterai!".
"Mi stai attizzando maledettamente con le cose che dici! Non vedo l'ora di essere li'! Come rimaniamo d'accordo?".
"Quando arrivi fammi uno squillo sul cell e ti vengo ad aprire il cancello, poi andiamo nella tavernetta!".
Rispose solo "Ok, tra un ora!" e riaggancio'.
I miei erano già andati a dormire, erano cotti per la giornata al mare e 120 km fatti per tornare. Andai giu' a mettere un po' a
posto, era tanto che non andavo nella stanza del castigo. Non feci neanche la doccia. Stava per arrivare uno stronzo etero, mica si meritava
mi facessi una doccia, poi l'avevo fatta nel pomeriggio. Tanto lui non avrebbe mica dovuto farmi niente. Io semmai. Mi ero sdraiato sul letto sul quale da bimbo piangevo quando mi rinchiudevano lì. Se i miei avessero saputo quel che avevo fatto in casa nel pomeriggio altroche castigo... Non mi sembrava vero che Lorenzo sarebbe venuto da me. Alle 23.15 il cell squillò. Mi alzai. Andai ad aprire. Non ci dicemmo neanche ciao. Però mi sorrideva e mi guardava fisso negli occhi. Aveva un'espressione dolcissima e da maiale al tempo stesso. Aveva un
sacchetto in mano. Quando fummo di sotto tirò fuori una bottiglia. "Ti piace la vodka?" mi chiese. "Non ci vado pazzo ma se piace a te ti faccio compagnia".
"Neanch'io ci vado matto! Ma serve a neautrallizare l'alito, visto che dobbiamo darci un bacio...". Aprì la bottiglia e me la passò. Diedi un lungo sorso inghiottendo tutto d'un fiato. Poi bevve lui e dopo aver bevuto si passò la lingua sulle labbra, languidamente, probabilmente per attizzarmi di piu' ma non c'era bisogno, ero già troppo eccitato. "Dai spogliamoci" disse. E ci spogliammo. Si sdraiò sul letto. Cazzo com'era bello. E io avrei dovuto solo farmi sborrare in bocca da uno così? Eh no! Qui ci vuole molto di più dissi tra me e me. Mi coricai
anch'io. Lui stava immobile guardandomi, studiando le mie probabili, successive mosse. Gli misi una mano tra i lunghi capelli e cominciai ad accarezzarli incessantemente. Sembrava gradisse, chiuse gli occhi e muoveva la testa seguendo le mie carezze. Che passarono al collo e sul viso. Gli passai un dito sulle labbra e lo prese in bocca cominciando a succhiarlo. Cazzo! Mi si era drizzato solo così. E si era drizzato anche a lui. Ma per ora non volevo passare alla zona dei genitali, troppo presto. "E dammi stò famigerato bacio" esclamò sempre con gli occhi chiusi. Mi avvicinai con le labbra alle labbra. Dapprima gliele sfiorai,poi cominciai ad accarezzarle con la lingua. Fu lui ad aprire la bocca tirandosi dentro la lingua. E cominciò il bacio. Un bacio lungo, trascendentale, inebriante, esclusivo, unico, estenuante. Lo guardavo negli occhi baciandolo, li aveva chiusi, poi li aprì e quando li aprì ci mise ancora più impegno in quel bacio tanto agognato quanto ricambiato.
Lo terminò lui, per parlare forse: "Neanche la mia ragazza mi ha mai baciato così...".
"Quindi? -risposi io- ti è piaciuto?". "Hai bisogno di chiedermelo?". Sorrisi. Sorrise. "E se passassimo a qualcosa di più hard? - disse- Tu non ti muovere!". Si alzo' dal letto e si mise in ginocchio sul pavimento. Si avvicinò col viso e con la mano al mio uccello ormai fatto di pietra e cominciò a muoverla, con classe, con dolcezza, con un ritmo cadenzale perfetto. Cominciai a contorcemi dal piacere. Aveva il viso talmente vicino al mio uccello che pensavo volesse spompinarmi ma sarebbe stato troppo, non avrei mai pensato lo facesse. Continuandomi a segare mi guardò e disse: "Non ce lo siamo lavati dopo la sega di oggi, vero?". Lo guardai senza rispondere e cominciai ad accarezzargli la schiena, a stringergli la pelle, a pizzicarlo, a muovere la mano fino ad arrivare al fondoschiena. Avevo una stramaledetta voglia di toccargli il buco del culo e piano piano ci arrivai mentre lui continuava imperterrito a masturbarmi. Sentivo che il cazzo mi si era bagnato per troppa eccitazione. Arrivai con le dita in mezzo alle natiche e glielo sfiorai, glielo accarezzai stuzzicandoglielo senza tregua. La cosa gli piaceva perchè aveva aumentato il ritmo della mano. Mentre
stavo impazzendo per quella sega bagnata che mi stava regalando mi misi un dito in bocca per caricarlo di saliva e glielo ripartai sul buco.
Entrai dentro con delicatezza, lui non fece una piega, lui non stringeva, entrò che era una meraviglia e cominciai a muovere il dito avanti e indietro. Fece una specie di "mmm" soffocato e in quel momento sentì che mio il cazzo era entrato in contatto con qualcosa di caldo e bagnato . Aprii gli occhi e con sorpresa mi accorsi che me lo aveva preso in bocca. Mi lasciai andare a un gemito esagerato e inarcai di colpo, spontaneamente il corpo verso l'alto. L'uccelo gli arrivò fino in gola. Se lo riportò sopra la lingua continuando a ciucciare mentre io lo masturabavo nel culo finchè gli urlai
"Fermati fermati fermati!". Si staccò con la bocca e col la mano diede ancora qualche debole colpo. Gli sfilai il dito dal culo. Mi guardò negli occhi per infiniti secondi mentre stavo sbuffando e respirando con affanno.
Mi sorrise. Che sorriso magnifico.
"Dammi un altro bacio, ti prego" gli dissi implorandolo. Mi assecondò. Si sdraiò sopra di me e cominciò a baciarmi, c'aveva preso gusto, non la finiva più, stavo per soffocare. Ma si fermò: "Ti piace come baciano gli etero?". "Non so come baciano gli etero, ma mi piace da impazzire come baci tu...". Poi mi disse "Tocca a te adesso". Si mise a sedere sul mio petto e cominciò a segarsi davanti al mio naso. C'avevo il suo odore che mi arrivava fino al cervello. Un misto di piscio e sborra. Parlava quello che diceva a me di non essersi lavato...Ma era un profumo assolutamente intrigante. E più se lo scoperchiava andando su e giù con la mano e più mi arrivava più intenso. Mi guardava fisso negli occhi come per chiedermi "Che stai aspettando stronzo?!". Gli risposi anche se la domanda non la fece apertamente. "Sto aspettando perchè il profumo del tuo cazzo mi fa impazzire. Una volta che te lo succhio quell'odore si scioglie nella mia bocca e poi scompare. Tutto chiaro adesso?". Sorrise e mi accarezzò anche il viso per dimostrare che aveva gradito quel che avevo detto.
Poi cominciò a strusciarmi la cappella sotto il naso, sadicamente, per vedere quanto avrei resistito prima di mangiare quel profumo. Sapeva che non avrei resistito e glielo inghiottii appieno. Fece un'espressione che sarebbe stata da fotografare e un verso che sarebbe stato da registrare. Lo registrai dentro di me. Io lo stavo succhiando e lui si stava segando. E le mie mani non stavano ferme. Con una mi
dedicai al mio uccello, ma piccole mosse, rischiavo di venire in un colpo solo. L'altra mano era ritornata in mezzo alle sue natiche e ricominciò il massaggio anale. Mi venne una voglia improvvisa. Gli dissi "Aspetta!" dopo essermi sfilato l'uccello di bocca. A forza lo feci mettere a pancia in giù, tanto lo aveva capito che morivo dalla voglia di leccargli il culo. E dopo avergli baciato i capelli, con la mia lingua andai giù dritto sulla schiena senza mai staccargliela fino ad arrivare lì. Gli allargai le natiche e leccai attaccandomi al suo buco del culo senza più smettere. Cominciò a gemere ininterrottamente e più premevo la lingua e più si lasciava andare a versi senza più nessun controllo. Dava pugni sul cuscino, si contorceva, alzava il bacino in modo che il culetto aderisse di più alla mia bocca. Non capiva più niente, e nemmeno io. Le mie mani gli stavano graffiando la schiena, poi si intromisero tra le lenzuola e il suo petto e iniziai a stringergli i capezzoli finchè non disse: "E' troppo! Un attimo di riposo, non riesco piu' a controllarmi, smetti ti prego!". Diedi ancora due o tre leccate e forzatamente mi staccai. Mi risdraiai accanto a lui. Occhi negli occhi. Erano come incantati. Era il momento buono per un altro bacio. Ma fu lui a darmelo. Mi precedette. Poi mi leccò le guance e gli occhi. La mia mano intanto aveva cercato il suo uccello e lo stava masturbando.
Eravamo avvinghiati come due corde intrecciate, ma le corde sono pezzi di stoffa, non provano queste emozioni. All'improvviso mi chiese:
"Hai un preservativo?". "No, non sono attrezzato, scusami". "Fa niente -rispose- dai prova lo stesso!". E io: "A far cosa?".
Si mise supino per farmi capire quella che voleva. Voleva provare a prenderlo dietro. Mi stupì. "Sei sicuro?" gli chiesi. "Sicuro". Gli diedi un'altra slinguata per bagnarlo bene bene poi gli appoggiai la cappella entrando un millimetro alla volta. Gli faceva male, si sentiva dai versi che faceva.
"Vuoi che lo tolga?" gli feci. "No, continua ancora un pò...". Ormai la cappella era entrata completamente e cominciai a muovermi piano, che
meraviglia, era fantastico metterlo nel culo a Lorenzo ma sentivo che i suoi gemiti aumentavano, ma erano di dolore, non di piacere per cui preferii non andare oltre. Glielo tolsi e nel momento in cui lo stappai col mio uccello sentì piu' male. Fece un "Ahhhh", soffocato. Gli tornai accanto accarezzandolo.
"Mi dispiace, non volevo farti male"
"Tranquillo, ora è passato ma prenderlo nel culo non fa per me...". Sorrise. "Passiamo al gran finale dai!",
disse poi. Si girò con le gambe vicino alla mia testa. Numero 69. Cominciammo a segarci e a ciucciarci automaticamente, in sincronia, e più
uno godeva per la dedizione che dimostrava per il cazzo dell'altro, l'altro reagiva di conseguenza. Cercavamo di resistere il più possibile per goderci al massimo quella spompinata da urlo. Eravamo complementari, ci succhiavamo a vicenda la cappella muovendo la mano avanti e indietro, acccelerando sempre più. Arrivai a fine corsa, non volli più trattenermi. "Staccati staccati!" gli urlai. E si fece uscire il cazzo di bocca aumentando la velocità della sega. Solo per qualche istante e sborrai. Avevo gli occhi chiusi e stavo morendo dal piacere.
Non so dove fosse andata a finire. Intanto non avevo smesso di spompinarlo. I movimenti del suo corpo lasciavano capire che anche lui non ce la faceva più. "Staccati!" mi urlò. Ma non mi staccai. Un fiotto acre e bollente, poi un altro e un altro ancora mi riempirono la bocca.
Lo succhiai finchè non lo sentii più gemere. Poi me lo sfilai. Non ingoiai il suo sperma. Lo feci ricadere sul suo uccello e dopo glielo succhiai di nuovo. Lui faceva ancora qualche debole verso. Si spostò, venne sopra di me. Aveva uno sguardo incantato e appagato al tempo stesso. "Non volevo venirti in bocca" mi disse sorridendo. "Lo volevo io" gli feci. Guardandolo bene notai che aveva la faccia completamente sbrodolata di sborra, occhi, labbra, capelli. Allora capii dov'era finito il mio schizzo. Mi diede un altro bacio in bocca. "Vuoi un goccio di
vodka?" chiesi. Rispose "No, mi piace questo sapore". Gli diedi un fazzoletto per ripulirsi. Poi si alzò e cominciò a rivestirsi. Aveva gli occhi ancora imbambolati. Seguivo bene i suoi movimenti, l'eleganza dei suoi gesti nel reinfilarsi gli slip, i calzoni, la maglia. Mi rivestii anch'io e in quel momento, guardandolo serio gli chiesi "Questa è l'unica volta in cui ci vediamo?". Con la faccia quasi offesa rispose: "Perchè? Volevo proporti di diventare il mio amante". "Lo vorrei eccome Lorenzo, cerca solo di non farmi innamorare di te!". "Vedremo"
rispose mentre uscivamo dalla stanza del castigo. Una volta arrivati al cancello mi sorrise dicendomi "Ti chiamo presto! Buonanotte".
"Buonanotte". Andai a sistemare di sotto, poi tornai su e andai a letto. Era stata un'esperienza incredibile, non mi aspettavo tanto.
Ma me l'aveva detto un mio amico che A VOLTE ANCHE UN ETERO...:)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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