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L'esperimento DUE (Prima parte)


di Mitchell
26.11.2012    |    9.793    |    3 8.8
"Strinsi la sua lasciandomi uscire: "Piacere mio, io sono Ivan"..."
"Cercasi soggetti eterosessuali di sesso maschile tra i 18 e i 22 anni per esperimento culturale-scientifico-
etico. Se sei interessato manda alcune tue foto del viso e a corpo intero a [email protected]"
Lauta ricompensa"
Mi era apparso questo annuncio con un popup, strano annuncio. Che cazzo sarà? pensai. Ma si proviamo, tanto che ci perdo, magari la lauta ricompensa sono un bel pò di soldi e quelli non fanno mai schifo. Mandai 2 primi piani del viso, e 2 foto a figura intera una delle quali nudo nado. Per candidarsi bisogna osare.
Passati una decina di giorni ricevetti una mail che mi confermava che ero stato scelto per la selezione finale che si sarebbe tenuta il giorno 24 agosto 2012 alle ore 21 nell'aula congressi del Grand Hotel Marco Polo. Addirittura una sala congressi, facevano le cose in grande quelli, ero curiossimo di come si sarebbero evolute le cose. Il giorno 24 fui uno dei primi ad arrivare. Facce cupe, musi lunghi gli altri che entrarono poco a poco nella grande sala, qualcuno accompagnato pure dalla fidanzata. Perchè poi? Io a lei non gliel'avevo neanche detto. Dopo dieci minuti pensai fossero arrivati tutti perchè l'afflusso di gente all'improvviso cessò. Si abbassarono le luci in sala e si accese un grande schermo in cui era inquadrato un tipo con gli occhiali scuri, cappellino e pizzetto.Il tizio cominciò a parlare "Buongiorno ragazzi! Io sono l'ingegnere Jack Corsari.
Siete stati riuniti qui per partecipare alla selezione definitiva dei sei membri che parteciperanno alla prova.
Perdonatemi se non sono presente in aula e se mi potete vedere solo tramite videoconferenza ma impegni improvvisi mi hanno dirottato all'estero. Sto notando che ci sono anche delle ragazze in sala, le pregherei di uscire. Avrete bisogno della massima concentrazione per compilare le schede tramite le quali designeremo i nomi dei fortunati che avranno modo di essere attori dell'esperimento".
Accanto a me c'era un ragazzo con la donna che dopo aver sentiro le parole di Jack si alzò spontanea
e forse anche un pochino seccata sussurrando al suo lui "Ti aspetto fuori". "Tranquilla, vedrai che non ci vorrà molto tempo". Si alzarono e uscirono altre 8-9 ragazze, alcune sorridenti, alcune imbronciate. Probabilmente anche loro, come tutti, avrebbero voluto sapere qualcosa di più sull'esperimento, ma questa curiosità fu lasciata segreta a me e agli altri presenti in aula. Il ragazzo accanto a me mi guardò e sorrise allungando la mano "Piacere io sono Julio". Ricambiai per correttezza. Strinsi la sua lasciandomi uscire: "Piacere mio, io sono Ivan". "Sai di cosa si tratta? -mi chiese- perchè ancora non ci ho capito un cazzo" "Mi spiace ma io ne so quanto te, speriamo solo sia una cosa seria e non una stronzata" risposi. Il tipo dallo schermo ricominciò a parlare. "Ora che le ragazze sono uscite potrete compilare il questionario che troverete sui vostri banchi. Potete rispondere con calma, avete mezzora di tempo per farlo. Quando avrete finito piegate il foglio e imbucatelo nella cassetta vicino all'uscita. Via mail comunicheremo se siete stati sorteggiati. Vi ricordo inoltre che i sei partecipanti alla prova saranno premiati con una cifra di 20.000 euro. Per ora non ho altro da aggiungere. Auguro a tutti una bellissima serata".
"20.000 euro! -esclamò il tipo che era seduto al mio fianco - se li prendo io mi faccio la macchina nuova!" "Aspetta prima di cantare vittoria! Ci saranno più di 80 persone qui e poi non sappiamo ancora di che esperimento si tratti. Prendi le cose con i guanti di piombo, i soldi non piovono dal cielo così, bisogna dare qualcosa in cambio e non sappiamo ancora cosa!" "Hai ragione -replicò Ivan- ma ti confesso che non mi farebbe schifo prendere quei soldi..." "Neanche a me!". Il dialogo tra noi si interruppe per poter compilare il questionario. Chiedeva un po' di tutto, dati fisici, occupazione, consideraioni sulla società, sulla chiesa, ecc. Rispondemmo tutti in breve tempo e chi aveva già finito si alzava incamminandosi verso l'uscita. Io e Julio ci alzammo per ultimi, quando la folla si era già diradata e dopo aver inserito i questionari compilati uscimmo. La ragazza di lui era fuori dalla porta ad aspettare con aria di molto incazzata "Ma quanto ci hai messo?" "Ma dai amore sarà passata mezzora, poi è stata una tua idea accompagnarmi! Non ti avevo detto che volevo
venirci da solo? Comunque lui è Ivan, il ragazzo che era seduto accanto a me, abbiamo fatto amicizia". Amicizia? Pensai dentro di me allungando ipocritamente la mano per stringere quella di lei che strinse ancora piu' ipocritamente e con un falsissimo sorriso. Non dovevo starle molto simpatico, certe cose le noto subito. Ci salutammo e mi incamminai verso casa arrovellandomi, cercando di fare qualche pronostico su quel cazzo di esperimento. Non avevo nessuna certezza avessero scelto me e abbandonai ogni idea fino al giorno in cui, una settimana dopo,ricevetti una mail che confermava la mia candidatura. Feci molti salti di gioia, sentivo già quei soldi fruscianti nelle tasche. C'era il contratto da stampare e firmare da inviare per lettera. Lo stampai, lo lessi e lo firmai e il giorno stesso lo inviai. Dopo una settimana ricevetti un'altra mail che indicava la data e il luogo in cui recarsi per essere prelevato da un taxi che mi avrebbe portato a destinazione. E venne il giorno prefissato. Mi vestii da figo, mi impomatai il ciuffetto col gel e andai a prendere l'autobus che andava in Piazza Europa, il luogo dove sarebbe passato il taxi a prendermi.
In tram c'era un ragazzo che mi mise gli occhi addosso e non li tolse, non ho mai sopportato i froci che mi puntano fisso. Stavo per alzarmi e andare da lui a fare una sceneggiata ma ebbe la fortuna di scendere alla prossima fermata. Io arrivai tre fermate dopo ma ero già abbastanza su di giri, certe scene non devono succedere! Odio i maschi che mi fissano...Scesi dal tram. Andai nel punto stabilito e puntulissima arrivò una Multipla grigia con sopra la scritta taxi. Mi si affiancò. "Sali!" disse l'autista. Mi infastidi' il tono imperativo che aveva usato. Dopo essere salito la macchina ripartì. Cominciai a squadrare da dietro chi guidava cercando di trovare le parole giuste per apostrofarlo. Ma non ne ebbi il modo. Mi venne un gran sonno improvvisamente e persi i sensi.
Mi risvegliai sdraiato per terra in una grande stanza insieme ad altri cinque ragazzi. Ero ancora intorpidito ma già abbastanza lucido da poter studiare i dettagli di quel luogo, completamente bianco, asettico, inodore. Girando lo sguardo riconobbi, alcuni metri più in là c'era Julio, il ragazzo che era accanto a me alla sala congressi. Sbadigliò chiedendo ingenuamente "Dove sono?". "Dove siamo, potrei risponderti!" dissi alzandomi a fatica e rivolgendomi a lui. "Ma tu sei Ivan!" "Si, sono proprio io, è buffo essere stati scelti proprio io e te, non trovi?" "Già..." rispose sorridendo facendo leva con le mani per tirarsi su. Si risvegliarono anche gli altri e uno a uno si alzarono tutti. Ci presentammo stringendoci la mano reciprocamente. "Non ce l'avevano detto questo!" "Cosa?" risposi io. "Che ci avrebbero narcotizzati!" "Evidentemente non volevano rendere noto il luogo in cui si svolge l'esperimento" disse Chistian dopo aver scoperto l'acqua calda..."E adesso che succede?" disse Marco, un altro dei ragazzi con cui mi trovavo. "Dove siamo?" chiese Silvano. "Ma come facciamo a saperlo? Deve essere un posto segreto, sara' un laboratorio, magari sotterraneo, non si sente alcun rumore provenire dall'esterno" replicai io. Frank, un altro dei nostri esclamo' "Questo posto mi fa un pò paura, io soffro anche di claustrofobia". "Tranquillo -gli rispose un altro- non credo ci abbiano portato qui per farci morire di infarto, sapranno quel che fanno". Una voce di donna parlò da un altoparlante posto in un angolo del soffitto di quella grande stanza. "Benvenuti. Vi trovate nell'antibagno del nostro laboratorio. Quando si aprirà la porta che trovate davanti potrete accedere allo scomparto docce e sottoporvi al lavaggio del corpo. Dopodichè asciugatevi, rivestitevi e attendete nuove istruzioni. Fine del comunicato. "Ma io la doccia l'ho fatta anche prima" esclamò Yuri."Una doccia non fa mai male, tanto è caldo qui, non prenderemo freddo, mi chiedo cosa ci attenda dopo le docce però" risposi io. Ci guardammo uno ad uno forse per capire quali fossero gli stati d'animo degli altri. Io sorridevo, non avevo paura, ero quasi divertito e volevo trasmettere agli altri ragazzi le mie sensazioni positive un pò per rassicurarli. Altri due di loro presero esempio e sorrisero mettendosi davanti alla porta che stava aprendosi. Accedemmo ai vani docce, un bel locale, pulito, profumato e tutto piastrellato di azzurro mare. Iniziammo a spogliarci anche se con un minimo di imbarazzo. C'è chi scrutava le mosse degli altri e chi stava girato dall'altra parte facendo finta di niente. Entrammo tutti in docce diverse, ma disposte a cerchio in modo che ognuno potesse vedere gli altri. L'acqua uscì dall'alto automaticamente senza dover aprire alcun rubinetto. Ci venne spruzzato addosso un bagnosciuma nebulizzato che ci rivestì completamente il corpo. Passammo poi a strofinarci per bene dopo di che il getto delle docce, fattosi più potente, ci riascquò in ogni punto e si spense. Uscimmo dalle docce e ci mettemmo addosso degli accappatoi nuovi di zecca che erano stati messi in bella vista su uno scaffale. "Magari l'avessi a casa mia! Una vera figata!" esclamò Frank. Julio gli sorrise aggiungendo "Già è come essere al lavaggio automatico delle macchine!". Sorrisi anch'io ma gli altri tre non ne volevano sapere, erano molto seri e anche molto preoccupati a giudicare dalle espressioni del viso. Da un altro altoparlante la stessa voce di donna riprese a parlare. "Vi è piaciuta la doccia ragazzi? Ora siete pronti per iniziare la prova. L'esperimento verrà condotto in coppia. Le coppie le abbiamo stabilite noi e sono le seguenti: Ivan e Julio, Frank e Silvano, Marco e Yuri". Ognuno guardò il compagno di coppia fissandolo negli occhi e continuando a interrogarsi su quello che sarebbe successo poi. La voce riprese: "Le stanze invece le sceglierete voi. Un membro di ogni coppia dovrà estrarre dal vaso bianco che trovate alla vostra destra un biglietto. Sopra il biglietto è indicata una lettera che corrisponde a una delle porte che vi trovate davanti. La coppia sorteggiata dovrà entrare nella stanza indicata nel biglietto estratto. Una volta entrati riceverete nuove istruzioni. Ora estrarre i biglietti prego!". Nessuno di noi sorrideva più, l'angoscia era dipinta con forti tinte sul volto di tutti. Fu Ivan il primo a razzolare con la mano nel grande vaso bianco tirando fuori uno dei tre pezzetti di carta. Fece altrettanto Frank. A Marco rimase l'ultimo biglietto a disposizione, la stanza in cui sarebbe capitato con Yuri era quella per esclusione di cose, quelli che avevano avuto più fortuna nel sorteggio erano stati i primi due ad estrarre, ma fortuna solo per modo di dire, tutto era affidato al caso. Srotolammo i bigliettini contemporaneamente. Parlò Marco "Stanza B". Poi Frank "Stanza C". Rimaneva solo la A ed era toccata a me e a Julio. C'era un pò di batticuore nell'aria che non escludeva nessuno dei presenti e la voce che tornò a parlare credo che ne aumentò anche il ritmo "Ora che sono state scelte le porte le coppie potranno entrare nelle stanze designate. La prova non durerà più di 30 minuti. Dovrete affrontarla col massimo della serenità". Ci stringemmo tutti la mano, qualcuno sorrise, qualcuno meno. Tra qualche istante il grande segreto sarebbe stato svelato. Io aprii la porta numero A ed entrai seguito da Julio. Gli altri 4 scomparvero nelle stanze toccate a loro. Io e Julio dopo aver richiuso la porta esaminammo la camera in cui eravamo entrati. C'erano diverse telecamere e un grande letto matrimoniale. Ci guardammo in silenzio, ancora non riuscivamo a capire. C'era anche una busta bianca da aprire sopra il letto. La presi in mano io, la aprii e lessi dentro di me. Restai ammutolito e guardai Julio espandendo a lui l'espressione del mio volto visibilmente alterato.
Anche i suoi occhi si sgranarono nella trepidante attesa che rendessi noto lo svolgimento della prova...
Non mi sarei mai aspettato una cosa simile...



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