Gay & Bisex
L’amico del nonno - 8
di Porco86_Milano
22.10.2024 |
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"Ettore sorrise e gli disse: "Spogliati..."
Il Demone della SessoTornai da Ettore e gli raccontai tutto ciò che era successo con Manuel. Mentre parlavo, il mio cuore era un misto di eccitazione e timore, perché sapevo che Ettore avrebbe avuto una reazione ben precisa. E non mi sbagliavo.
"Ero certo che prima o poi sarebbe successo," disse Ettore, guardandomi con quel sorriso che conoscevo troppo bene. "Sono fiero di te," aggiunse, con quella sua calma che mi faceva sentire tanto sicuro quanto vulnerabile. "Invita Manuel domani sera."
L’idea mi elettrizzava e terrorizzava allo stesso tempo. Negli occhi di Manuel, avevo già visto una scintilla che mi aveva messo in allerta, e il tono di Ettore, quando aveva sentito che Manuel mi aveva leccato la gabbietta, mi aveva fatto tremare.
La sera successiva, Ettore mi volle nudo. Indossavo solo la gabbietta e il guinzaglio quando Manuel arrivò. Ettore lo accolse come se io non fossi nemmeno lì, ignorandomi mentre mi trascinava per il guinzaglio verso il divano. Manuel si sedette, forse mi guardò, ma io rimasi immobile, troppo umiliato per alzare lo sguardo, rannicchiato ai loro piedi.
Ettore ruppe il silenzio con una domanda che sembrava già conoscesse la risposta. "Sei sicuro di volerlo liberare? Sei pronto a tutto?"
Manuel annuì con determinazione. "Sì," rispose.
Manuel mi guardò con gli occhi pieni di amore.
Ettore sorrise e gli disse: "Spogliati."
Manuel esitò solo un attimo prima di obbedire. Ettore si sedette più comodamente e continuò: "Adesso, pisciagli in bocca."
Manuel sembrava incerto. Ettore lo notò e, con la sua solita sicurezza, si abbassò la zip dei suoi pantaloni. "Lascia che ti mostri come si fa," disse, mentre cominciava a pisciarmi in bocca senza esitazione. Il liquido caldo mi riempiva la gola, scivolando sul mio viso e nei capelli. "Vedi?" disse a Manuel con un sorriso beffardo, "Beve e se lo lavi, guaisce."
Il piscio mi colava ovunque, Ettore mi lavava il corpo con quel liquido ambrato mentre Manuel lo guardava, il suo cazzo duro come una roccia. Era il segnale per Ettore.
"Puoi fare una scelta, Manuel," disse, con quel tono calmo ma autoritario che mi faceva sentire minuscolo. "O gli pisci in bocca tu, o io piscerò in bocca a te. Se non non sei pronto ad affrontare questa scelta, non gli togli la gabbietta."
Manuel mi guardò. Io ero lurido, schiavo, ridotto all’essenza più umiliante del mio essere. Con un sussurro quasi impercettibile, disse: "Ti amo." Poi si inginocchiò.
Quel fu il segnale che Ettore attendeva. Si abbassò la zip e cominciò a pisciare in bocca a Manuel. E lì, nei suoi occhi, vidi lo stesso demone che aveva preso possesso di me la prima sera. Senza esitazione, Manuel prese il cazzo di Ettore in gola, ingoiando ogni goccia di piscio, senza perderne nemmeno una.
Ettore lo afferrò per le spalle quando finì e lo guardò con soddisfazione. "È il momento della prossima scelta," disse. "Puoi farti riempire il culo da me, poi liberarlo e prendere il suo cazzo. Oppure, puoi finirla qui e tutto resterà com'era."
Manuel non guardò nemmeno verso di me. Con un gesto deciso, prese il cazzo di Ettore e se lo infilò dentro, senza esitare. Ettore lo scopava con una violenza che non aveva mai usato con me, e Manuel urlava di piacere, baciandolo con una passione che mi faceva male guardare. Ogni tanto, Ettore si girava verso di me con quel sorriso beffardo, come per dire: "Dopo la dignità, ti ho preso anche l’amore."
Il piacere raggiunse il culmine quando Ettore emise un urlo, piegando il corpo di Manuel sotto di sé. "Ti ingravido," urlò Ettore mentre veniva dentro di lui. Manuel perse il controllo e urlò a sua volta: "Mettimi incinta!" Ebbe un orgasmo anale così potente che il suo corpo tremava.
Quando tutto finì, Ettore prese le chiavi della mia gabbietta e si rivolse a Manuel: "Ora sei pronto per l’ultima scelta. Puoi liberarlo," disse, indicando me, "ma se lo fai, indosserai tu la gabbietta al suo posto. Oppure rinunci, e tutto resterà com'è."
Ma nulla era più come prima. Il demone aveva ormai contagiato Manuel. Senza esitazione, prese le chiavi, mi liberò e si mise lui la gabbietta.
Ettore lo guardò con quel suo solito sorriso beffardo, e poi si girò verso di me. Io guardavo Manuel. Il mio cazzo esplose in una erezione dolorosa, un'erezione così grande che non avevo mai provato dopo mesi di castità.
Ma quando vidi la sborra di Ettore scivolare fuori dal culo di Manuel, la rabbia prese il sopravvento. Non la controllai. Lo presi da dietro con forza, senza amore, scopandolo con tutta la rabbia che avevo dentro. Sentivo il seme di Ettore dentro di lui e questo non faceva altro che alimentare la mia furia. Lo girai e gli sputai in faccia. "È questo che vuoi?" gli chiesi, piangendo mentre lo penetravo per la prima volta. "Voglio te," rispose Manuel, "ho fatto tutto questo per averti."
E mentre lo scopavo e ci baciavamo, sentimmo un getto caldo e continuativo scivolare sui nostri volti uniti in un bacio. Ci staccammo e alzammo gli occhi: Ettore stava pisciando su di noi.
Accogliemmo il suo dono, leccandoci e baciandoci finché non potei più resistere. Riempii Manuel anche io, senza freni.
Luridi, ci siamo abbracciati. "Ti amo," mi disse lui. "Ti amo," risposi io, mentre ci guardavamo sapendo che era cambiato tutto, e che non potevamo fermarci.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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