Gay & Bisex
L’amico del nonno - 3

20.10.2024 |
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"Sentivo il suo seme scorrere dentro di me, come un sigillo del nostro legame..."
La Sottomissione CompletaQuella notte, per la prima volta, dormii tra le braccia di Ettore. La sensazione del suo corpo caldo e muscoloso che mi avvolgeva era rassicurante, e mentre la sua mano pesante si poggiava sul mio fianco, mi sentivo finalmente al sicuro, come se fossi arrivato nel posto a cui appartenevo da sempre. La sua presenza mi dominava completamente, e io, così esile e giovane, mi ero abbandonato senza riserve. Ettore, con i suoi sessant’anni ben portati, mi aveva conquistato nel modo più profondo, e io, appena diciottenne, avevo trovato in lui qualcosa che non credevo di poter mai ottenere: un amore totalizzante.
Mentre mi stringeva, il mio corpo si rilassò completamente, e un pensiero dolce si fece spazio tra i miei sentimenti confusi: mi ero innamorato di Ettore. In modo inaspettato, travolgente, mi ero perso in lui. La mia mente non riusciva a immaginare altro che essere al suo fianco, obbedire ai suoi desideri e rendere quest’uomo fiero di me. Sapevo che avrei fatto qualunque cosa per lui.
Da quella sera in poi, ogni notte fu un rituale. Mi addormentavo tra le sue braccia e mi svegliavo al suo fianco, nudo, come lui aveva stabilito. Ettore aveva messo delle regole precise, che accettai senza alcuna esitazione. "In casa sarai sempre nudo e sempre pronto," mi disse con quel tono serio e autoritario che ormai conoscevo bene. Non c’era spazio per discussioni, ma io non avrei mai voluto discutere. Dentro di me, sorrisi. Era tutto ciò che avevo sempre desiderato, essere sempre disponibile per lui, senza bisogno di parole, senza bisogno di domande.
Ogni giorno, Ettore mi prendeva con la sua intensità, riempiendomi almeno tre volte di fila. Sentivo il suo seme scorrere dentro di me, come un sigillo del nostro legame. Ma non era solo il seme. Il suo nettare ambrato, il piscio che mi regalava ogni mattina e ogni sera, era diventato parte di me, un atto di sottomissione e una dichiarazione d’amore da parte sua, che mi faceva sentire completo. Non riuscivo più a immaginare la mia vita senza quel rituale.
Ma Ettore non si fermò qui. In quelle settimane, mi fece esplorare un mondo che non avevo mai conosciuto, mi mostrò video con pratiche BDSM, mi fece vedere il piacere e il dolore fusi insieme, e in molte di quelle pratiche iniziammo a sperimentare. Mi mise un guinzaglio più volte, tirandomi dolcemente a sé mentre mi comandava cosa fare. Mi insegnò l’uso dei toys, e anche se preferivo di gran lunga sentire il calore del suo cazzo dentro di me, le sue salsicce di plastica avevano un ruolo importante nelle nostre sessioni. Mi faceva provare piaceri nuovi, quelli che non avrei mai immaginato di desiderare così tanto.
Spesso, durante quelle sedute, sentivo l’irresistibile bisogno di toccarmi. La tentazione di segarmi mentre Ettore mi penetrava o usava i suoi toys su di me era così forte che dovevo combatterla con tutto me stesso. Ma Ettore non voleva. "Non toccarti," mi diceva con la sua voce ferma, e io obbedivo.
Una sera, però, non riuscii a controllarmi. Mentre Ettore mi riempiva, il piacere divenne così insopportabile che, senza pensarci, venni. Il mio corpo tremava, e sentii il calore del mio sperma scorrere sul mio ventre.
Ettore non disse nulla per un momento, mi baciò con la solita intensità, ma questa volta percepii qualcosa di diverso. Quando si allontanò, i suoi occhi brillarono di una luce che non avevo mai visto prima. "Adesso basta," disse con quella voce ferma ma dolce che ormai mi governava. Tirò fuori da un cassetto una gabbietta di metallo, un cock cage, la guardai con un misto di curiosità e apprensione.
"Indosserai questa," mi disse, mentre me la infilava con cura, chiudendola intorno al mio cazzo. "Ti servirà a godere di più e a entrare nella tua natura più velocemente." La gabbietta era stretta, e sentii subito il limite fisico che mi imponeva, impedendomi di diventare eretto. Ettore prese le chiavi, e con un sorriso soddisfatto, aggiunse: "La terrai finché non te lo dirò io."
Poi, con un tono autoritario che mi fece rabbrividire di piacere, aggiunse: "Nel cassetto ci sono dei jockstrap. Da domani indosserai solo quelli, e mai più mutande. Nemmeno in palestra o all’università. Ogni volta che ti siederai e sentirai il tessuto dei pantaloni sul culo, ti ricorderai che sei nato per farti sfondare; quando te li toglierai negli spogliatoi, lo capiranno tutti."
Le sue parole mi colpirono come un fulmine. Sentii il mio corpo reagire istintivamente, un fremito di eccitazione mi attraversò da capo a piedi, ma la gabbietta mi impediva di manifestare quell’eccitazione fisicamente. Eppure, il desiderio di obbedirgli era più forte di qualsiasi frustrazione.
Senza dire nulla, lo tirai a me. Le sue mani mi afferrarono, mentre io lo guardavo dritto negli occhi. Sentivo il suo potere su di me crescere di minuto in minuto, e prima di baciarlo con tutta l’intensità che avevo dentro, sussurrai: "Sono tuo. Completamente tuo. Fai di me ciò che vuoi."
Il bacio che seguì fu la conferma di quel giuramento. Ero nelle sue mani, lui era duro dentro di me, stava per riempirmi di nuovo. E io non avrei voluto essere da nessun’altra parte al mondo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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