Lui & Lei
Le tre carte
di ScrittoreDilettante
11.08.2024 |
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"“Spero che ti siano piaciute le foto, ti immagino già bello eccitato”..."
È quando ho deciso di sistemare le mie cose nel cassetto dell’armadio che è spuntata fuori quella scatola. Un gioco di carte. Non so nemmeno quando lo avevo ricevuto per regalo. Era un giochino sexy. Spieghiamo meglio. Tre mazzi di colore diverso per tre diversi livelli di penitenza. Da soft a hot passando per medium. Un po’ incuriosito sento un brivido che sale pensando a quale gioco avrei potuto inventare per Chiara. Mischiati i tre mazzi, scelgo la prima carta di ciascuno senza guardala e le infilo nelle tasche.
Sono al lavoro. Una calda giornata estiva. Metà dei colleghi in ferie, l’altra metà a lottare con me con il gran caldo. Nel mio ufficio l’aria condizionata emette gli ultimi, fievoli, sospiri d’aria. Si resiste. Un colpo alla tastiera per gli ultimi ordini, un’occhiata all’orologio nel conto alla rovescia verso fine giornata. Agosto è un mese durissimo.
A pomeriggio inoltrato penso a Chiara. Il caldo diventa afa. Il cuore batte, l’eccitazione sale ripensando all’ultima serata trascorsa insieme. La cena in quel locale, con lei in minigonna e autoreggenti. Tacco alto, camicetta sbottonata. Tutto reso ancora più sexy dall’assenza di intimo. Quanto mi sono divertito a toccarla sotto la tovaglia. Credo sia stata una bella esperienza anche per i nostri vicini. Devono aver proprio apprezzato, viste le risatine e i sorrisi maliziosi. Forse un po’ meno le reciproco compagne. Chiara aveva accentrato l’attenzione e quel modo di fare, tra il sexy e il piccante, aveva alzato l’umore di tutti e non solo l’umore.
A ripensarci, un gonfiore nei pantaloni lo ha provato anche a me. Con la mano scivolo sul mio interno coscia, quasi a volermi toccare. In quel momento mi accorgo di avere qualche cosa nella tasca. Le tre carte del gioco sexy erano finite in mezzo al mio fazzoletto.
Adesso mi ritrovo seduto davanti alla scrivania con le tre carte coperte davanti a me. L’idea mi stuzzica. Una foto con il cellulare, poi l’invio a Chiara con un messaggio: vuoi giocare?
La risposta è quasi immediata. “Perché no? Sono ancora eccitata dall’altra sera”.
“Chiara scegli un colore, poi scatterà la tua penitenza”. Sale l’adrenalina: “Partiamo con il giallo”. Metto la mano sulla carta centrale, la faccio scivolare verso di me, quasi fosse di cristallo, scopro la carta. Un’altra foto e poi l’invio. Qualche istante e trova la risposta di Chiara: “Pensavo peggio, ma ti è andata bene, sono ancora a casa, stavo per uscire per andare al centro commerciale”. Non ho ancora letto la penitenza e mi affretto a capire cosa potrebbe succedere.
“Lecca un sextoy e invia il video al tuo partner”. Il cuore mi batte. Sale la pressione. Ho tra le cosce il mio uccello indurito. Inizio a farmi qualche domanda: “Cosa farà Chiara? Come sarà il video?”.
La mano stringe forte il mio cazzo sopra i pantaloni. Lo sento indurirsi. Ancora di più quando sento che è arrivato il messaggio di Chiara. Eccolo il video. Un breve filmato. Non si vede il volto di Chiara, ma la sua mano stringe il grosso dildo che usiamo ogni tanto per rendere ancora più piccanti le nostre scopate. La mano di Chiara lo stringe forte, lo porta alla bocca, che lentamente si apre. Con la punta della lingua pizzica la punta del nostro giochino sexy. Immagino che sia il mio uccello e questo mi eccita ancora di più. Inizia a leccare la cappella. La lingua percorre tutta la circonferenza del glande. Invidio molto quel fallo di gomma. Ancora di più quando lo infila in bocca e inizia a succhiarlo come se fosse il più bel pompino mai fatto. Trenta secondi di grande intensità. La saliva che cola lungo l’asta del dildo, che scompare dentro la bocca di Chiara. Vorrei correre in bagno per segarmi da quanto sono eccitato.
Il messaggio di Chiara mi riporta alla realtà: “Soddisfatto?”. Avrei voluto Chiara lì in ufficio con me, l'avrei presa e voluta scopare sulla mia scrivania, come in quella fantasia che spesso condivo con lei.
Sono appagato dalla penitenza. Tanto da desiderare il momento di inviare la foto della prossima carta.
Voglio continuare questo gioco. La curiosità e l’eccitazione prendono il sopravvento. “Aspetto la nuova carta, sono arrivata al centro commerciale”. Senza pensarci prendo una delle due rimaste, la fotografo e la spedisco. Appena qualche istante: “Questa caro mio è una penitenza per due”. Capisco solo dopo aver letto la carta: “Isolatevi e inviate delle foto hot, avete cinque minuti”.
Sono in balia di questo giochino che sto facendo con Chiara. Mi alzo e penso a cosa fare. Sono in ufficio. Vibra il telefono: “Ecco il mio primo contributo”. Mentre si sta caricando la foto, ho il cazzo sempre più duro. Eccola la foto, adesso nitida. Chiara è in un camerino, davanti allo specchio, senza reggiseno. Con una mano si stringe il seno.
Sono completamente su di giri. Corro in bagno. Slaccio i pantaloni e fotografo le mutande che soffocano la mia erezione. Così il mio uccello sembra ancora più grosso. Non faccio in tempo a inviare, che Chiara ha già spedito altre tre foto. I cinque minuti stanno per scadere. Prima di vedere quelle di Chiara abbasso le mutande e prendo il mio uccello alla base dell’asta, questo è il mio secondo contributo.
Inizio a guardare le tre inviate da Chiara. Nella prima è con la schiena allo specchio. Posso apprezzare tutto il suo splendido culo e un micro perizoma. Che voglia che mi fa. Vorrei prenderla da dietro. Proseguo con le foto. Nella seconda è seduta a gambe aperte. Adesso posso vedere la sua figa, completamente depilata, che divide le autoreggenti. Mi immagino lì, in ginocchio con la lingua ad esplorare quel belvedere. Le sue grandi labbra che si bagnano e mi riempiono la bocca.
Sono ancora in piedi in bagno, con il cazzo in tiro che gocciola di piacere. Mi tocco. Lo sento così gonfio, vorrei scopare Chiara. Ancora di più dopo l’ultima foto, con le sue dita dentro la sua figa. No! Non posso vincere questa penitenza. Chiara lo sa e non ho possibilità di replica.
“Spero che ti siano piaciute le foto, ti immagino già bello eccitato”. Il suo messaggio non fa altro che confermare quello che era. Il mio uccello gonfio e in tiro, stretto dalla mia mano che lo sega e cerca per quanto può di affievolire quella che è sembra una pena, ma è in realtà un giochino eccitantissimo.
Manca la terza e ultima carta. Chissà cosa ci riserverà il gioco? La spedisco a Chiara, ma questa volta la leggo prima di inviarla, in piedi nel bagno dell’ufficio con l’uccello in erezione: “Invia un messaggio spinto alla scoccare dell’ora per le prossime due ore”. La terza penitenza è bella per quanto curiosa. Cosa s’inventerà Chiara questa volta?
Sono le 17:57 e il tempo non passa mai. Tre minuti tra piacere ed eccitazione. Mi sembro un adolescente che aspetta il primo appuntamento a pochi secondi dallo scoccare delle 18.
Ecco il messaggio di Chiara: “Ti vorrei qui, nel camerino con me, a leccarmi e poi prendermi da dietro mentre il ragazzo del negozio ci spia dalla tenda”.
Chiara sa sempre come stupirmi e toccare le corde giuste per farmi impazzire. L’attesa dell’ultimo messaggio è quasi dolorosa. Ricomposto torno in ufficio, cammino avanti e indietro. Guardo l’orologio, riguardo l’orologio. Un’attesa quasi insopportabile per quanto mi senta il cazzo duro.
Sono le 19 e il messaggio di Chiara sta per arrivare. Seduto davanti alla mia scrivania, sono oramai rimasto solo in ufficio, con l’uccello che potrebbe esplodere al minimo contatto dentro ai pantaloni.
Questa volta è un vocale: “Ciao Alex, sono Luca, il commesso del negozio, Chiara mi ha detto che ti avrebbe fatto piacere, certo che ha davvero una bella figa la tua ragazza e che spettacolo di culo”.
Non credo alle mie orecchie, ma il mio cazzo è ancora più duro. “Stai tranquillo tesoro, Luca ha solo dato una sbirciatina”. Dopo qualche istante di silenzio, ancora Chiara: “Oppure no?”.
Il dubbio è la miccia. Esplodo nei pantaloni, riempiendo mutande e calzoni di piacere e la voglia di vedere Chiara al più presto per farmi raccontare tutto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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