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Storia della mia vita 4


di Moltoesigente1
12.11.2023    |    2.236    |    4 9.9
"Non vedevo l’ora di provarlo, ma l’idea mi procurava molta ansia..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 3

CAPITOLO 4. LA PALESTRA DELL’AMORE

Cominciai quella sera stessa.

Andai in bagno e mi lavai accuratamente, anche se non ce n’era molto bisogno, dal momento che lo facevo regolarmente.

La mia mamma adottiva mi aveva insegnato a mantenere sempre l’igiene del corpo e io ero diventato un po’ maniaco per quella intima.

Mi misi a letto e dopo aver lubrificato un po’ il cazzo piccolo, provai a inserirlo delicatamente nell’ano.

Entrò in modo relativamente facile, perché lo sfintere si allargò a sufficienza. Inizialmente le sensazioni non erano completamente gradevoli perché la mucosa interna, molto sensibile, mi dava stimoli che mi distoglievano un po’ dal piacere.

Poi, però, la situazione e la penetrazione più profonda mi procurarono una forte erezione. Non mi masturbai, perché dovevo ubbidire agli ordini di non farlo. Provai a tenere il cazzo dentro per tutta la notte, ma a un certo punto dovetti toglierlo perché mi impediva di dormire.

Andarono meglio le notti seguenti. Mi stavo abituando a tenere il cazzo dentro il culetto. La terza notte notai anche con grande soddisfazione che penetrarmi con quel cazzo era diventata un’operazione estremamente facile, che effettuavo senza alcuna difficoltà.

Decisi allora di passare al cazzo un po’ più grosso. Mi fece male e dovetti aumentare la quantità di lubrificante. Anche se provavo dolore, provai a forzare il buchetto e alla fine riuscii a penetrarmi. L’idea di essere riuscito a infilare nel sederino un cazzo grande come un piccolo centriolo mi eccitava, ma dovetti toglierlo, perché mi faceva davvero male. Sperai nei giorni successivi.

Intanto la voglia di sesso stava di nuovo aumentando molto e mi aiutò a essere più deciso nel forzare il mio culetto con quel cazzo un po’ più grosso.

Provai a usarlo anche di giorno e dopo un po’ riuscii a farlo entrare e a spingerlo dentro bene. Ma ci vollero diverse notti prima che fossi in grado di tenerlo dentro fino alla mattina dopo.

Nel frattempo dovetti disobbedire agli ordini di Ramona perché l’eccitazione diventava talvolta troppo intensa ed ero costretto a masturbarmi. E farlo con il cazzo dentro al culo era davvero meraviglioso. Avevo degli orgasmi travolgenti.

Ormai mi sentivo pronto per il cazzo gigante. Non vedevo l’ora di provarlo, ma l’idea mi procurava molta ansia.

Una sera presi la decisione. Mi preparai con cura e mi infilai nudo sotto al lenzuolo. Lubrificai tantissimo la punta del grande cazzo come mi aveva indicato la mia signora. Poi tentai. Non riuscii. Tentai ancora e poi ancora, ma il mio buchetto non voleva saperne di aprirsi fino a quel punto.

Dovevo assolutamente farlo, però. Quella splendida transessuale di cui mi ero innamorato aveva detto ridendo che non avrebbe potuto possedermi e soddisfarsi con il mio culetto così stretto. Quindi, dovevo allagarmi tanto. Riuscire a fare l’amore con Ramona era diventato infatti il mio chiodo fisso. E volevo che fosse lei a togliermi la verginità e a goderne appieno.

Guardavo con una certa delusione quell’enorme cazzo che non riuscivo a far entrare nel mio culetto troppo stretto.

Mi confortavano le parole di Ramona. Mi aveva detto che sarebbe stato difficile e che non avrei dovuto forzare il mio buchetto, ma che sarebbe dovuta essere una cosa graduale. Ero, comunque, un po’ deluso. Dopo tanti tentativi, ancora sentivo troppo male a spingere.

Poi, una sera, una cosa meravigliosa: mi ero messo di fianco e avevo cercato di rilassarmi al massimo, respirando profondamente e tenendo i muscoli del bacino più morbidi possibile.

Spingendo, riuscii a non irrigidirmi e sentii che il grosso bastone, grazie anche a tutto il lubrificante spalmato sopra, aveva allargato tanto l’anello dell’ano da entrare dentro.

Era appena oltre il buchetto, ma mi aveva finalmente sfondato! Rimasi immobile rilassando al massimo i muscoli e feci entrare un po’ di più quel mostro.

Ero molto contento. Finalmente ci ero riuscito; ora si trattava di abituare lo sfintere ad aprirsi regolarmente per riceverlo.

Intanto il mio cazzo era diventato duro e cominciai a toccarmi con la mano sinistra, mentre con la destra tenevo il cazzo grande premuto dentro al culo per impedire che uscisse.

I giorni successivi continuai a usare quel cazzo grosso. Raramente riuscivo a farlo entrare. Ma quando accadeva mi sembrava di essere in grado di spingerlo ogni volta più dentro.

Tenerlo per tutta la notte mi era ancora impossibile, ma il dolore ormai stava lasciando il campo al godimento di avere nel culo un pene di quelle dimensioni. Oltre al piacere che mi dava sentirmi riempito tutto.

Seguirà: CAPITOLO 5 - UNA PRIMA VOLTA SCONVOLGENTE

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 5
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