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Storia della mia vita 31
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16.07.2024 |
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"Poi compresi che si era addirittura portato dietro un tubetto di lubrificante per facilitare al massimo il raggiungimento dell’obiettivo che si era prefisso..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 30CAPITOLO 31 - UN’AVVENTURA AL BUIO
Nel mio bungalow stavo abbastanza bene, anche se era piuttosto sovradimensionato per le mie esigenze. Sicuramente non utilizzavo l’angolo cucina, se non per scaldare qualche bevanda saltuariamente. Per mangiare preferivo andare al buffet.
La sala da pranzo era piuttosto vasta e ben arredata e la camera da letto molto accogliente con pareti di legno e un grande letto matrimoniale decisamente comodo. Particolarmente intimo anche il bagnetto, che mi consentiva di avere servizi completamente indipendenti dal resto del campeggio.
Durante le notti calde stavo sempre nudo sulle lenzuola con la zanzariera alla finestra, perché non gradivo l’aria condizionata e riuscivo sempre a dormire saporitamente riposandomi davvero.
Non chiudevo mai a chiave la porta del bungalow, come, d’altra parte, facevano anche gli occupanti dei capanni vicini. Nessuno, infatti, si chiudeva dentro, perché nessuno ne sentiva la necessità.
Una notte dell’ultima settimana accadde una cosa che, in condizioni normali, si sarebbe considerata molto inquietante. Stavo dormendo come al solito, sdraiato sul fianco sinistro.
Improvvisamente, fui svegliato di soprassalto da una mano che mi chiudeva la bocca e un’altra che mi bloccava i polsi. Mi spaventai moltissimo: cercai di gridare e di divincolarmi, ma non solo avevo i polsi immobilizzati e una mano sulla bocca, ma anche le mie gambe erano state serrate in una morsa fra altre due gambe.
Chi mi stava impedendo qualsiasi movimento si era sdraiato dietro la mia schiena ed era una persona decisamente più forte di me, perché non riuscivo assolutamente a sfuggire alla sua presa.
Costui cominciò a parlarmi sottovoce in un orecchio, in modo quasi suadente: “Stai tranquillo, non voglio farti alcun male. Non gridare e non aver paura. Sono diversi giorni che ti vedo in spiaggia. Mi fai davvero impazzire.”
Con la mano libera riuscì a mettermi un fazzoletto sulla bocca legandomelo dietro la nuca a mo’ di bavaglio e successivamente mi legò i polsi con una fettuccia che si era evidentemente portato dietro. Ero terrorizzato: lo sentivo molto forte e temevo mi volesse fare del male. Non riuscivo a sfuggirgli e non potevo neppure gridare aiuto.
“Sai, per tanto tempo ho cercato di dominarmi, ma tutte le volte che ti vedo prendere il sole, con il perizoma che lascia tutto scoperto questo tuo stupendo culo rotondo e prominente, mi prende una eccitazione talmente forte e incontrollabile che farei qualunque cosa per poterti toccare.”
Mi stava abbracciando da dietro e sentivo i suoi muscoli tesi e potenti. Mi parlava con calma dietro la mia nuca e intanto aveva cominciato a scorrere le sue labbra sul mio collo e le mie spalle, mordicchiandomi vogliosamente.
La sua pelle era liscia e morbida, quindi certamente se la curava depilandosi e profumandosi. Non era certamente un transessuale e probabilmente neppure un travestito.
Doveva quindi essere un gay, un omosessuale, che, però, non avrebbe potuto avere accesso a quel campeggio in base alle rigide regole in vigore. A meno che…. a meno che non fosse uno degli inservienti di cui la direzione si serviva per la gestione e la manutenzione.
Era buio totale e io non potevo vedere nulla. Non avrei potuto sapere chi era senza averlo visto in viso. Ma, in assenza anche di una minima lama di chiarore, non era possibile intravedere neppure i contorni della figura.
Mi resi conto che, da omosessuale, gli piacevo perché non ero una transessuale. Anzi, potevo sembrare più un eterosessuale maschio, per quanto particolarmente bello e dai lineamenti raffinati. Quindi, per lui, dovevo essere davvero molto attraente e desiderabile.
Lo sentivo straordinariamente eccitato, anche perché aveva appoggiato contro la mia coscia il suo cazzo, che avvertivo decisamente duro e già bagnato in punta. Mi teneva stretto con forza e scorreva lungo il mio corpo le sue mani vigorose, saggiando tutta la mia fisicità.
Ansimava e mi mordeva il collo e le orecchie, facendomi scorrere brividi lungo la schiena. Mugolavo dietro al mio bavaglio e la paura aveva lasciato il posto al piacere per quella presa così libidinosa.
Dopo pochissimo tempo capii che non resisteva più. Con la mano destra mi scostò una natica e appoggiò la punta del suo cazzo contro il mio ano.
Mi ritrassi, cercando ancora di divincolarmi, perché non volevo essere violentato. In realtà era una situazione stranamente intrigante: immobilizzato al buio da uno sconosciuto estremamente eccitato. Ma la prima reazione istintiva era comunque di difesa e cercai di sottrarmi.
Ovviamente, la mia ritrosia non faceva altro che accrescere l’eccitazione di colui che mi stava per prendere e la stretta divenne ancora più energica. Era veramente troppo forte.
Con il braccio intorno al mio addome mi costrinse a sporgere all’indietro il bacino e il suo cazzo spinse contro le mie natiche strette. “Non voglio assolutamente farti male, ma se mi resisti così, sono costretto a essere più deciso nei movimenti.”
Il suo braccio destro mi lasciò per qualche istante e dapprima non capii cosa stesse facendo. Poi compresi che si era addirittura portato dietro un tubetto di lubrificante per facilitare al massimo il raggiungimento dell’obiettivo che si era prefisso con grande determinazione. Mi afferrò di nuovo, ma ancora tentai di sfuggirgli con grida soffocate dal bavaglio e tentando di liberare le gambe dalla sua morsa.
Nonostante i miei sforzi, il cazzo si fece prepotentemente strada fra i miei glutei e, siccome era diventato veramente durissimo, riuscì a forzare con grande facilità l’anello del mio ano che si aprì docilmente sotto la pressione di quel bastone.
Finalmente il mio violentatore era giunto dove voleva. Si aggiustò meglio dietro di me, mettendosi più comodo e facendo in modo che tutto il mio corpo aderisse completamente al suo. Voleva proprio provare la sensazione intensa di avermi completamente.
Il mio ritegno era ormai vinto e non mi restava altro che lasciarmi andare. Non sono mai riuscito a controllarmi quando un cazzo mi entra nel culo. Qualunque sia la situazione, il senso di travolgente godimento che mi dà il sentirmi posseduto e l’avvertire la durezza di un membro che mi riempie e si muove dentro di me, mi fa andare completamente fuori di testa e non capisco più niente. Cominciai a mugolare forte e ad accompagnare con le natiche il movimento del cazzo dentro e fuori il mio sfintere anale.
“Stai proprio godendo come un bel porcellino” disse lui con voce roca. “Non solo hai un culo ancora più morbido e libidinoso di quello che pensavo, ma sei anche incredibilmente eccitante per come ti gusti il cazzo. Mi fai impazzire, letteralmente impazzire!”
Mi tolse il bavaglio. Ormai era sicuro che non avrei gridato aiuto, preso com’ero dalla lussuria nel sentirmi così penetrato. Libero di aprire la bocca, cominciai ad ansimare, mugolare ed emettere gridolini di piacere.
“Certo che… così non resisto… godi davvero come una cagnetta in calore…. non riesco più a resistere…. sto venendo…”.
Aveva affondato il suo cazzo dentro di me fino quasi alla base e io lo sentivo tutto duro, potente e pronto a scoppiare. Mi morse più forte sul collo e accentuò la stretta e il ritmo dei movimenti avanti e indietro.
Stavo gridando il mio piacere, quando lo sentii emettere suoni rochi e soffocati, mentre un fiume di sperma si riversava nel mio retto e io stringevo forte fra le natiche quella bella verga in eruzione.
Mentre continuava a tenermi abbracciato pur nella rilassatezza del dopo orgasmo, strane sensazioni mi pervadevano. Da un lato la situazione non mi piaceva affatto: essere stato violentato nel buio della notte da uno sconosciuto penetrato furtivamente nel mio bungalow era inaccettabile.
Dall’altro, la stessa situazione era anche molto eccitante. Il mio cazzo era diventato duro fin dall’inizio ed era rimasto duro fino ad allora, segno che, appunto, l’intrigo del momento mi aveva davvero arrapato.
Anche quell’uomo se ne era accorto e, dopo qualche minuto, scese con la mano lungo il mio ventre fino ad afferrarmi il cazzo e i testicoli. Cominciò a massaggiarmi lentamente stringendo l’asta fra le dita e scoprendo delicatamente il glande.
Poi, visto che il grado di durezza era cresciuto, aumentò il ritmo della masturbazione. Avevo il suo cazzo quasi ancora dentro al culo e sentivo lo sperma che cominciava a colarmi fuori.
Era una sensazione molto eccitante e non ci volle molto perché anch’io esplodessi in un bell’orgasmo liberatorio ansimando e gridando, mentre agitavo il bacino alla ricerca di nuovo del suo membro.
Mi baciò sul collo e sulle orecchie mentre giacevo spossato sulle lenzuola. Mi sussurrò ancora parole dolcissime su come ero davvero fantastico, incredibilmente arrapante, con il culo più bello, più morbido e più lussurioso del mondo e un buco del culo che non aveva nulla da invidiare alla figa di una bella donna. Poi tagliò la fettuccia che mi legava i polsi e se ne andò silenziosamente come era venuto. Io non tentai neppure di accendere la luce per vederlo in faccia.
Mi addormentai quasi subito, perché la stanchezza provocata dallo stupro cui ero stato oggetto mi aveva tolto tutte le forze.
La mattina dopo mi feci una doccia, ma mi accorsi che purtroppo il lenzuolo si era molto sporcato di sperma: non solo quello dello sconosciuto, ma anche il mio, dopo che mi aveva masturbato.
Per un attimo mi vergognai: chissà cosa avrebbero pensato le ragazze transessuali che venivano a rassettare il mio bungalow. Ma poi mi resi conto che dovevano essere senz’altro abituate a cambiare tutte le mattine lenzuola sporche di sperma e allora non ci pensai più.
Seguirà: CAPITOLO 32 - L’ATTRATTIVA DEL SESSO CON UNO SCONOSCIUTO
Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 32
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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