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Storia della mia vita 37 - 38


di Moltoesigente1
18.10.2024    |    1.241    |    1 9.3
"Ma c’era anche qualcosa d’altro che non riuscivo a focalizzare e che rendeva non pienamente appagante il mio rapporto con lei..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 36

CAPITOLO 37 - FINALMENTE FUGATE ANCHE LE ULTIME OMBRE.
CAPITOLO 38 - RITROVATA LA SERENITA’ E UNA VERA FELICITA’.


37. FINALMENTE FUGATE ANCHE LE ULTIME OMBRE

Erano passate più di due settimane da quando avevo accolto Ricky nella mia casa.

Ripensando a quel periodo convenni con me stesso che, al di là delle parole, non ero in grado di essere padrone con lei quanto Ingrid lo era stata con me. Ingrid era una padrona indubbiamente molto, molto più raffinata e cerebrale, mentre per me si trattava, in fin dei conti, solo di un gioco erotico con cui divertirsi ogni tanto.

Ma c’era anche qualcosa d’altro che non riuscivo a focalizzare e che rendeva non pienamente appagante il mio rapporto con lei. Fu la stessa Ricky a fare luce su tutto, dimostrando di essere non solo estremamente sensibile, ma anche molto intelligente.

Una sera ero seduto sul divano e leggevo una rivista, mentre Ricky, come faceva spessissimo, si era inginocchiata di fianco a me e mi osservava, studiando con attenzione il mio viso.

Ogni tanto si avvicinava per darmi un bacetto sulla guancia, sul collo o sull’orecchio. Era certamente molto gratificante essere così adorato da una ragazzina come Ricky appariva e io mi godevo in silenzio quella venerazione.

Mi voltai a guardarla e sorrisi. Anche lei sorrise, illuminando come al solito il mondo con quella bocca stupenda e i suoi occhi verdi.

“Sai,” iniziò “purtroppo vedo che ti manca qualcosa. Ma è un qualcosa che può venire solo da dentro di te.” “Cosa mi mancherebbe? E come fai a vederlo?” Le chiesi fra il sorpreso e il divertito.

“E’ da quando ci siamo conosciuti che ti studio. Ormai capisco tutto del tuo umore e di quello che pensi, anche solo osservando certi tuoi quasi impercettibili mutamenti di espressione. Oppure osservando i tuoi occhi, la tua bocca, oppure il modo in cui muovi le mani. Penso di conoscere di te molto più di quanto tu immagini.”

Sorrisi ancora. “E che cos’è che hai capito, adesso?” “Beh, non solo adesso. E’ dall’inizio che rimane un’ombra al fondo del tuo rapporto con me.”

Ero incuriosito. “Spiegami.”

“Vedi, per te i sentimenti sono estremamente importanti, come per me. Ma c’è qualcosa che ti impedisce di cogliere quanto io sia profondamente innamorata di te. Anzi, assolutamente pazza di te.”

Rimasi senza parole a quest’ultima frase e sentii un calore che si propagava dentro di me. Guardai Ricky in silenzio.

“Sai cosa ti impedisce di accorgerti e di godere del mio essere così innamorata di te? Ingrid. Tu sei ancora molto, molto innamorato di Ingrid. Anche se è passato tanto tempo, tutto qui parla di Ingrid e tu hai modificato solo pochissime cose da quando non c’è più, perché vuoi farla vivere in perpetuo nelle cose che ti circondano.”

Fece una pausa. “Vedi, io non so se riuscirò a conquistarti davvero, perché ancora tu mi percepisci inconsapevolmente come estranea a questa casa, dominata ancora nella tua mente dalla figura di Ingrid. Ma io ce la metterò tutta. Non per sostituire Ingrid nel tuo cuore, cosa che non voglio assolutamente, ma per convincerti che lei ora dovrebbe occupare uno spazio diverso nei tuoi sentimenti, perché ora lei è un ideale, ma la vita reale è concretezza.”

Ci guardammo a lungo negli occhi. Mi aveva davvero illuminato. “Sei una ragazza stupenda. E anche molto intelligente. Voglio che tu mi ripeta quello che hai detto sui tuoi sentimenti per me.” Di nuovo mi ero espresso come Ingrid.

“Vuoi che ti dica quanto sono pazza di te? Si. Sono innamorata pazza di te. Ti amo da morire. Sei un uomo meraviglioso e non so cosa mi succederebbe se ti perdessi. Ti amo. Ti amo. Ti amo.”

Risi di contentezza. La costrinsi a sedere accanto a me e l’abbracciai forte.

“Hai ragione Ricky. Quello che hai detto è tutto vero. Ma ora che sei stata così straordinaria nell’avermelo fatto capire, mi risulterà estremamente più facile superarlo. E’ vero, Ingrid rimarrà sempre nel mio cuore, ma su un piano diverso rispetto a te. E, infatti, sento che anche io mi sto innamorando di te.”

Rivissi le emozioni e le sensazioni che provai quando dichiarai il mio amore ad Ingrid e lei fece lo stesso con me. Ma questa volta con Ricky era diverso. Io ero molto più maturo, più consapevole e Ricky era una ragazza che mi suscitava sentimenti molto diversi rispetto a Ingrid.

Andammo subito a letto e facemmo l’amore a lungo in modo dolcissimo. Rimanemmo abbracciati tutta la notte e facemmo ancora l’amore, sempre avvinghiati l’uno all’altra e sussurrandoci reciprocamente frasi come: “Ti amo.” “Sono davvero pazza di te”. “Non lasciarmi mai, ti scongiuro.” “Sei una ragazza stupenda e io mi sono proprio innamorato di te.”


38. RITROVATA LA SERENITA’ E UNA VERA FELICITA’.

Era molto divertente andare con Ricky nei negozi di abbigliamento (alcuni erano ancora quelli frequentati da Ingrid, vari anni prima) e acquistare camicette, gonne, scarpe con tacco alto e lingerie, dopo che le aveva provate nei camerini e mi aveva fatto vedere come stava.

Si comportava come una ragazzina felice, a volte piroettando davanti a me per mostrarsi da tutte le angolazioni.

Sceglievamo insieme i capi: a me dovevano piacere e stuzzicare e lei ci si doveva sentire bene vestendoli.

Una sera che parlavamo di varie cose seduti sul divano, la conversazione cadde sugli abitini femminili, sulla lingerie sexy e sui trucchi che avevamo acquistato e sulle sensazioni che provava indossandoli sul suo corpo.

Ad un certo punto mi confessò che un suo sogno proibito, che aveva cullato fin dalla pubertà, era di poter fare una terapia ormonale che la rendesse completamente femmina.

Le risposi che, se era davvero convinta, avremmo potuto contattare un centro specializzato e intraprendere un ciclo di cure.

Dapprima si schermì debolmente, poi, abbassando gli occhi, arrossì in modo adorabile, e disse che lei non avrebbe mai potuto permetterselo, considerato che il procedimento era particolarmente costoso. E non avrebbe certo voluto che io me ne accollassi l’onere, ché già facevo troppo sostenendola economicamente in tutto, dal momento che lei non possedeva nulla e non aveva alcun reddito.

Le risposi che era esattamente quello che volevo io; lei doveva dipendere da me completamente: doveva solo preoccuparsi di essere una brava schiava e di soddisfarmi pienamente, perché a tutte le sue necessità avrei pensato sempre io.

L’indomani saremmo andati insieme nel centro medico specializzato per le cure ormonali. Quella notte mi dimostrò tutta la sua gratitudine facendo sesso in un modo così appassionato e coinvolgente che mi procurò tre splendidi orgasmi, anche se l’ultimo fu un po’ difficoltoso perché non ce la facevo più.

Cominciò la cura, che durò parecchi mesi. La sua trasformazione non fu evidentissima, perché di partenza aveva già un corpo molto femminile. Ma le accentuò le curve, soprattutto i fianchi, che divennero ancora più da donna, e le sviluppò due adorabili piccoli seni. Anche i capelli crebbero lunghi e lisci e la pelle divenne ancora più levigata, morbida e vellutata di quella che aveva all’inizio. Il viso non cambiò molto, ma i lineamenti sembrarono diventare più delicati.

Era straordinariamente felice e rimirarsi allo specchio con abitini sexy e provocanti era diventata una cosa che la faceva impazzire.

E il suo scopo rimaneva quello di sedurmi in modo sempre nuovo, cercando di attizzarmi, per esempio, indossando una nuova gonna o un abito attillato che le sottolineasse le curve, oppure facendo intravvedere il reggicalze sotto la minigonna indossata su graziose scarpette con il tacco alto.

Ormai era diventata davvero una ragazza, tanto da essere quasi indistinguibile dalle altre. Se si fosse trovata in mezzo a un gruppo di donne giovani, non sarebbe stato facile per un osservatore meno attento capire o intuire che non era pienamente come le altre.

A patto, naturalmente, che non fosse nuda. Ma persino al mare, con il bikini, era inconfondibilmente una bella ragazza, dal corpo ben modellato, molto attraente e piuttosto sexy. Dall’aria dolce, anche se intrigante, e fisicamente femmina; a patto, anche in questo caso, di non avere una erezione.

Mi stimolavano molto le reazioni soprattutto delle ragazze e delle donne giovani quando ci guardavano. Accadeva in tutte le circostanze, ma era evidentissimo soprattutto quando andavamo nei negozi di abbigliamento ad acquistare dei capi per lei.

Le commesse, talvolta in modo anche imbarazzante, ci osservavano a lungo. Guardavano un po’ anche me perché mi consideravano bello, ma si soffermavano più spesso a fissare intensamente Ricky.

La sua femminilità spontanea, senza ostentazione, ma al contempo sensuale e seducente, unita alla sottile ambiguità della sua grazia, le affascinava. Erano molto incuriosite e anche palesemente attratte da questa figuretta intensamente femmina, ma dal sesso non completamente in linea.

A volte avevo la netta impressione che nascesse in loro il desiderio conturbante di provare le sensazioni che il portarsi a letto Ricky avrebbe suscitato. E, anzi, pareva proprio che il pensiero le eccitasse.

Il modo in cui facevamo l’amore era cambiato. C’era tanta voglia di sesso, che era sempre molto impellente, e tanta passione e coinvolgimento, ma anche tanto ardore da innamorati.

Ci abbandonavamo frequentemente a manifestazioni di un affetto profondo e sincero. Spessissimo Ricky, soprattutto quando io ero assorto in qualche attività come leggere o altro, all’improvviso si avvicinava e mi dava un umido bacio sulla guancia. E spesso mi baciava anche le mani. E questi slanci inaspettati mi piacevano veramente da morire.

D’altra parte, anche io subivo una fortissima attrazione fisica verso di lei. Non solo per il suo corpo, ormai quello di una femmina sottilmente provocante e sensuale, e neppure solo per il suo modo di vestire, sempre molto curato e dosato per trasmettere uno stuzzicante erotismo, senza però mai scadere nella volgarità (Ricky aborriva tutto ciò che poteva sembrare anche lontanamente volgare), ma anche, e in misura persino maggiore, per la sua gaiezza, la sua allegria e il suo essere sempre solare e positiva in tutte le occasioni. Non c’era contrarietà che scalfiva il suo splendido sorriso e la luminosità dei suoi occhi.

Spesso mi veniva una irrefrenabile voglia di baciarla. Allora la prendevo e la abbracciavo cingendole le spalle e la vita e lei mi metteva le sue adorabili morbide braccia intorno al collo. Poi premevo le mie labbra sulle sue e la penetravo con la lingua.

Il bacio durava molto a lungo ed era un momento davvero emozionante. A volte scendevo anche con la mano destra a palpare il suo culo per saggiare la consistenza dei glutei e per sentirla completamente mia.

Il mio cazzo si ergeva come un bastone nodoso dentro ai miei slip e lo premevo contro il suo corpo. Contemporaneamente, sentivo che anche il suo membro diventava molto duro a dispetto delle cure ormonali ricevute e lo avvertivo quasi palpitare contro il mio ventre, mentre la stringevo contro di me.

A letto facevamo l’amore la sera, ma più spesso la mattina, quando il sesso era più gustoso perché entrambi eravamo più freschi e riposati.

Dopo esserci baciati e accarezzati a lungo, io la possedevo quasi sempre alla missionaria, e lei si eccitava moltissimo.

Dopo il mio orgasmo, se lei non era venuta, la facevo godere in vari modi. A volte la masturbavo, ma spesso le consentivo di venirmi dentro a sua volta. Anche lei gradiva di più la posizione alla missionaria, ma piaceva a entrambi anche variare molto con le posizioni.

La cosa, però, che la faceva andare veramente fuori di testa era il pompino. Se glielo prendevo in bocca dopo averla scopata, godeva quasi subito. E anche i nostri sessantanove erano brevi, perché si eccitava così tanto che mi veniva sempre per prima in bocca.

Fare l’amore era sempre una cosa spontanea. Non era importante che avessimo l’orgasmo entrambi. Spesso era ugualmente appagante far godere solo l’altro.

E infatti, conoscendo bene la sua debolezza per il pompino, a volte, in qualsiasi momento della giornata, la abbracciavo e cominciavo a scaldarla.

Mi piaceva attizzarla accarezzandola o baciandola con sensualità sul collo, sulle spalle e sulle orecchie. Scorrevo le labbra umide sulla sua pelle morbida e profumata arrivando fino ai suoi seni che stimolavo con la punta della lingua e titillavo prendendoli fra le labbra.

Quando sentivo il suo cazzo bello duro sotto la gonna, infilavo libidinosamente la mano sotto e lo toccavo appena, per accrescere ulteriormente la sua voglia. Poi, seduti sul divano, le sfilavo la gonna e scostavo gli slip. Le odoravo il pube e il pene ritto come un obelisco, aumentando a mia volta la mia eccitazione e, facendola un po’ sospirare per la tensione indotta dal mio indugiare, con studiata lentezza le umettavo tutto il cazzo con la lingua e glielo prendevo finalmente in bocca.

Resisteva pochissimo. La vista della mia nuca affondata nel suo grembo e le sensazioni di sentirsi leccata e succhiata dopo quella spasmodica attesa, la facevano esplodere subito in un orgasmo irrefrenabile.

Era davvero innamoratissima. Spesso mi ripeteva: “Sai, ho pensato a lungo a cosa accadrebbe se tu andassi con altre. Ho capito che se tu cercassi qualche avventura per divertirti, ci starei certo un po’ male, ma se poi volessi ancora me, non mi importerebbe nulla. Invece, se tu trovassi un’altra e non mi volessi più, credo che morirei. D’altra parte, tu sei il mio padrone e puoi fare quello che vuoi.”

Allora le chiedevo a mia volta: “E se fossi tu a trovare un altro che ti piacesse e volessi andarci a letto?” Rideva di gusto.

“Impossibile. Ho pensato anche a questo. Tu sei davvero il mio uomo ideale e non esiste che ci possa essere qualcuno che mi faccia innamorare più di te o che mi faccia venire voglia di sesso più di te. Tu sei dolce, tenero, protettivo, ma anche padrone inflessibile che non ammette disobbedienze e che vuole una schiava completamente soggiogata. E io ho bisogno proprio di questo: tu sei la mia guida e mi piace da impazzire esserti sempre sottomessa."

"E poi sei così terribilmente sexy per me. Il sesso con te è così stimolante e appagante che non sento alcun bisogno di nient’altro. Mi fai sempre andare fuori di testa come il primo giorno: anzi, molto di più di allora, perché ora ti conosco meglio. E poi io ti devo una così enorme gratitudine per avermi salvato dalla disperazione e avermi dato tutto, che per me non può esistere alcun altro uomo al mondo. Esisti solo tu.”

Ormai avevo iniziato davvero una nuova vita e Ricky era la persona che mi aveva permesso di farlo, con il suo amore e la sua profonda devozione. Mi sentivo appagato e finalmente sereno.

Ingrid continuava certo a essere presente nei miei ricordi e nel mio cuore, ma non riducevo più la mia esistenza a vivere solo nel passato, venerando l’icona di Ingrid come una divinità della casa.

Ora esisteva Ricky e non avevo assolutamente nessuna intenzione di perderla. Mi ripromisi con forza che stavolta avrei impedito a chiunque di portarmela via, anche sfidando la sorte e il destino.

Ecco, ho raccontato tutto della mia vita; piena di gioie intense, ma anche di dolori devastanti. Ora viviamo insieme, Ricky ed io, ed è tutto molto appagante.

Certamente la vita riserverà altre sofferenze, ma fino a che esisterà l’amore che ci lega, anche i momenti brutti potranno essere affrontati senza esserne soverchiati e i momenti di serenità mi renderanno la parte di vita che ho ancora davanti degna di essere vissuta.

FINE



ED ECCOCI ARRIVATI ALLA FINE DEL RACCONTO.

VOGLIO RINGRAZIARE CON CALORE LE DECINE DI MIGLIAIA DI LETTORI CHE MI HANNO FATTO L’ONORE DI LEGGERMI; MI AUGURO DAVVERO CHE ABBIANO TROVATO PIACEVOLE LA STORIA NEL SUO COMPLESSO.

RINGRAZIO IN PARTICOLARE COLORO CHE HANNO VOLUTO LASCIARE I LORO COMMENTI. LI HO LETTI TUTTI E, ANCHE SE NON HO MAI RISPOSTO, PER SCELTA PERSONALE, VI ASSICURO CHE LI HO MOLTO APPREZZATI. ANCHE QUELLI, PERALTRO POCHISSIMI, NON POSITIVI.

SO CHE IN UN RACCONTO COSI’ LUNGO CI SONO INEVITABILMENTE PASSI MENO COINVOLGENTI DI ALTRI, MA, MI PARE, PROPRIO DAI COMMENTI CITATI, CHE, NEL COMPLESSO, LA “STORIA DELLA MIA VITA” E’ PIACIUTA A MOLTI.

INFINE, UNA RIVELAZIONE: SOPRATTUTTO PER COLORO CHE HANNO CREDUTO E MAGARI SPERATO CHE ALCUNI FATTI E LUOGHI DESCRITTI FOSSERO REALI.

NO. PURTROPPO, FATTI, LUOGHI E PERSONE SONO SOLO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA.
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