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Storia della mia vita 35
di Moltoesigente1
14.09.2024 |
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Sorrise felice, mostrando i suoi stupendi denti candidi: “Sarà una cosa assolutamente meravigliosa, anche perché questo mi permetterà di essere come mi..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 34CAPITOLO 35 - LA GRANDE CASA FINALMENTE NON PIU’ VUOTA
Passarono alcuni giorni. Volevo metterlo alla prova e vedere se e quando mi avrebbe cercato.
Ogni mattina facevo le mie cose sperando che quella fosse finalmente la giornata buona. Era certamente più probabile che la telefonata arrivasse di pomeriggio inoltrato oppure la sera. Quindi facevo in modo di essere sempre a casa da una certa ora in poi per poter afferrare subito la cornetta appena il telefono avesse squillato.
Passai varie mattine, pomeriggi e altrettante sere, struggendomi nell’attesa. La mia tensione cresceva sempre più. Quando capitava che il telefono trillasse, provavo un tuffo al cuore e afferravo ansiosamente il ricevitore… provando subito dopo una delusione cocente, perché la voce all’altro capo del filo non era mai la sua.
Per un tempo che mi parve interminabile non ebbi più alcuna notizia da lui.
Ero veramente molto deluso. Mi aveva ingannato. Mi aveva fatto credere che gli interessasse qualcosa di più del solo sesso nella nostra conoscenza e invece era tutto un mucchio di bugie. Decisi di cercarlo per dirgli in faccia che non avrei più voluto vederlo, dal momento che mi aveva dimostrato quanto fosse falso e ipocrita.
Andai a casa sua. Trovai la porta aperta. Bussai e mi invitò ad entrare. Lo trovai che stava preparando tutta la sua roba, come se dovesse traslocare.
“Cosa stai facendo?” Gli chiesi. “Sto preparando le mie cose, perché devo andare via. Perdonami se non ti ho chiamato, ti prego. Ma in piscina mi hanno detto che non avevano più bisogno di me e da due settimane sto cercando un altro lavoro. Poi il padrone di casa…..“
Con le mani giunte mi guardò con una espressione implorante, chinando il capo: “Ti prego ancora, perdonami, ti prego. Non ero sereno. Chiamandoti avrei rattristato anche te. Ti supplico: perdono.”
Mi ero già dimenticato ogni intento bellicoso, perché quel suo modo così umile di scongiurarmi era molto eccitante e mi stava provocando una potente erezione, con il cazzo che mi gonfiava gli slip sul davanti cercando di uscirne.
Mi controllai, perché volevo saperne di più. “Cosa volevi dire con la frase sul padrone di casa?”. Gli chiesi.
“Mi… mi ha detto di andarmene da qui.” “Così, sui due piedi? Non può.” “Purtroppo si. Mi ha dato la casa, ma senza alcun vincolo.” “E perché ti sta mandando via?”. Chinò il capo, come un fanciullo rimproverato che rimane in attesa della punizione. “Sono mesi che non pago.” Rispose sottovoce.
Non dissi nulla per un po’, mentre molti pensieri mi affollavano la mente. “E adesso dove ti stai trasferendo?” “Ho trovato una signora che mi dà una stanza da letto.”
Rimasi a lungo in silenzio osservandolo. Ero sconcertato. Aveva perso il lavoro precario, non aveva assolutamente un soldo e doveva preoccuparsi di dove dormire e cosa mangiare, se poteva farlo. Era in una situazione disperata.
“Ascolta, Ricky. Mi sembra che la soluzione sia quella che avevo già in animo di realizzare. Voglio che tu venga a stare da me.”
Sgranò i suoi grandi occhioni azzurri socchiudendo le labbra. “No, no…… No, non posso, non posso davvero.”
“Perché?” Chiesi sorpreso e aggrottando la fronte. Mi attendevo un altro tipo di reazione. “Beh…. No, non posso.” “Ricky, non intendo giocare. Voglio che tu sia chiaro. Se non ti interessava stare con me, avresti dovuto essere più trasparente.”
“No, no…. Non fraintendermi, ti prego..” Aveva un tono piagnucolante. “Darei non so cosa per stare con te, ti giuro. Sarebbe una cosa meravigliosa, un sogno. Ma… è che poi non sarei sicuro di cosa penseresti di me. Tu sei molto ricco e io poverissimo. E ci siamo conosciuti proprio quando la mia situazione stava peggiorando. Sembrerebbe che avessi voluto conoscerti e fare l’amore con te solo per avere qualcosa in cambio.”
Scoppiai a ridere. Era straordinariamente tenero ed ero sicuro che fosse anche assolutamente sincero. Lo abbracciai, lo strinsi a me e lo baciai. Un bacio dominante, penetrandolo profondamente e prendendone possesso. Ricky si abbandonò a me, come sempre succedeva quando lo baciavo così.
“Bene. Ora non accetto più scuse o resistenze. Prendiamo con cura tutte le tue cose e portiamole a casa mia. Tra l’altro, mi pare che la tua roba non stia in più di due borse.”
Parlai con un tono molto deciso che non ammetteva repliche. Ricky non disse nulla, ma ci guardammo negli occhi per un tempo interminabile. Il suo sguardo era adorante, grondante gratitudine e venerazione per me.
“Ti pongo una sola condizione per stare con me.” Dissi sorridendo. “Che tu dismetta questi abiti da ragazzo e ti vesta sempre come una ragazza, almeno in casa. Andremo anche a scegliere nei prossimi giorni i trucchi e gli abitini che andranno bene per te e per questo tuo nuovo ruolo con me.”
Sorrise felice, mostrando i suoi stupendi denti candidi: “Sarà una cosa assolutamente meravigliosa, anche perché questo mi permetterà di essere come mi sento davvero.”
Effettivamente, non c’era molta roba da portare via. Ricky non possedeva davvero nulla. Gli riservai comunque una zona della stanza armadi, perché poi l’avremmo riempita nel tempo. Passai un po’ di tempo a spiegargli il funzionamento delle varie cose e la collocazione degli oggetti che potevano servire di volta in volta.
Alla fine di quella giornata stressante facemmo una doccia ristoratrice e ci sedemmo sul divano indossando entrambi il solo accappatoio.
“Sei più sereno, adesso?” Gli chiesi. Mi guardò ancora con quei suoi occhi che mi facevano sciogliere e rispose: “Ti adoro. Ti adoro davvero. Sei un uomo generoso come non ne ho trovati mai.”
“Ora, però, voglio una confessione sincera da te.” Gli dissi più serio. “Voglio sapere quante volte ti sei prostituito quando avevi necessità di denaro.”
Mi guardò contrito, poi chinò il capo con quel suo modo adorabile di sottomettersi e rispose: “Un paio di volte. Non sapevo più come fare. Dovevo pagare un debito perché avevo comprato cibo promettendo di pagare successivamente. Ma poi non avevo i soldi e se non pagavo non mi avrebbero dato più niente.”
Mi guardò da sotto in su umiliato e un po’ spaventato perché aveva paura che io non lo volessi più.
“Davvero? Sei sincero? Possibile che tu ti sia prostituito solo un paio di volte? Sei un giovinetto bellissimo, adorabile e molto provocante e la maggioranza degli uomini darebbe chissà cosa per portarti a letto e possederti.”
Congiunse le mani davanti alle labbra e mi rispose quasi piangendo: “Ti supplico, credimi. Mi fa talmente ribrezzo stare con un uomo sconosciuto, che magari non è pulito, brutale, privo di qualunque sensibilità. L’ho fatto solo due volte e al termine della seconda volta ho anche vomitato. Non so se mi vorrai ancora, adesso che te l’ho detto, ma ti scongiuro ancora, credimi: ti ho detto la verità.”
“Ti credo.” Dissi. “Ma ora voglio che tu mi racconti le storie che hai avuto e se sono state davvero importanti”
“Si. Ma è presto detto. Vorrei tanto che tu non pensassi che sono un ragazzo superficiale e che vado a letto con ogni uomo che incontro, anche se non mi piace. Non è davvero così. Ti giuro che ho avuto una sola storia prima di incontrarti e ne sono uscito così disgustato che per molto tempo non ho più fatto sesso con nessuno.”
“Quando ero appena adolescente ho conosciuto un ragazzo molto più grande di me. Era premuroso e gentile e mi ha tolto la verginità con dolcezza e attenzione per non crearmi traumi.
Io, ancora fresco e inesperto, mi sono molto innamorato di lui proprio per la tenerezza con cui mi trattava e sono stato felice per parecchio tempo. Mi sarebbe anche piaciuto che andassimo a vivere insieme, ma lui non era così disponibile.”
“Poi, dopo che avevamo cominciato a frequentare un suo amico, iniziò a fare accenni a giochi di sesso che gli sarebbe piaciuto fare, dapprima in modo vago, poi sempre più esplicito. Voleva coinvolgere il suo amico in un trio con me.
Dapprima io non ne volevo sapere, poi, siccome si adombrava quando ne parlavamo e questo mi rattristava molto, cedetti.
Ero arrendevole con lui, sia perché non volevo perderlo, sia perché mi aveva assicurato che avrebbero usato sempre la protezione.”
“Cominciarono in modo molto soft, cercando di mettermi a mio agio e senza essere troppo rudi. A loro piaceva davvero tanto prendermi entrambi insieme, uno da dietro e l’altro nella mia bocca mentre ero carponi sul letto.
Tutti e due erano attratti da morire sia dallo stare dietro che davanti: nessuno aveva preferenze per la posizione.
Per fortuna si arrapavano talmente che dopo poco godevano entrambi dentro di me e poi mi lasciavano stare. Io, certo, mi eccitavo molto, ma non volevo mostrarlo a loro.”
“Se devo essere sincero, ti confesso che quando ero da solo e ci ripensavo, non riuscivo a non masturbarmi mentre ero a letto prima di dormire. Ma dovevo farlo senza avere davanti agli occhi la situazione concreta con l’immagine reale dei due ragazzi, perché, altrimenti, perdevo quasi tutta l’erezione.”
“Ma non era finita lì. Dopo qualche tempo vollero coinvolgere un altro loro amico e cominciarono a possedermi in tre.
Dapprima due mi prendevano come ho detto prima e poi, dopo che avevano goduto del mio corpo, l’altro mi scopava con foga alla pecorina oppure standomi sopra come avrebbe fatto con una donna.
Resistetti un po’, sperando di riconquistare il mio ragazzo, ma poi cominciarono a fare sesso senza usare più il preservativo, con la scusa che i loro esami del sangue erano risultati negativi. La cosa era ormai diventata talmente pesante per me che troncai tutto dopo una furiosa litigata.”
“Lui continuò a cercarmi per un bel po’ di tempo, ma ormai avevo preso la mia decisione. Non volevo avere più nulla a che fare né con lui, né con i suoi amici.
Feci anch’io subito dopo gli esami e fu un’attesa da inferno. Ero davvero terrorizzato e tutto tremante quando aprii la busta con il responso. Dopo il profondo sospiro di sollievo per il risultato negativo, giurai solennemente a me stesso che non avrei mai più fatto sesso non protetto.”
“Invece, quando ho conosciuto te, mi sono dimenticato tutto. Ma era talmente chiaro che tipo eri! Per questo ho fatto una cosa che non avrei fatto con nessun altro, ossia fare l’amore senza pensare a nulla. E credo sia stata la stessa cosa anche per te.”
“Ecco, ti ho raccontato tutto. Se ora tu non mi volessi più non potrei che darti ragione, ma io ne sarei affranto. Non perché non potrei più stare qui, ma perché mi porterebbe alla disperazione il sapere che tu mi giudichi in un modo che io non posso sopportare. Ti supplico. Davvero, ti scongiuro. Non giudicarmi male.”
Di nuovo aveva messo le sue mani giunte davanti alle labbra, tenendo gli occhi bassi. Quasi tremava attendendo con ansia quello che gli avrei detto. Per lui era come accingersi ad ascoltare una sentenza che lo avrebbe reso felice oppure gettato nella più cupa disperazione.
Afferrai le sue mani giunte e senza parlare lo condussi a letto. Lo coprii con cura e lo baciai. Facemmo l’amore con tanta tenerezza e per molto tempo. Poi, finalmente, ci addormentammo.
La mattina dopo furono molti baci e carezze. Gli dissi: “Lo sai che è la prima volta che faccio l’amore nel letto di Ingrid da quando è morta? Non ho mai voluto che fosse toccato da nessuno fino ad ora. E sono passati anni…”
Sorrise. “Io però sono molto diverso da Ingrid…” Fece una pausa guardandomi in modo birichino. “Se non altro, sono molto più timido…” Rise ancora con quel suo modo da ragazzina, mentre diceva una cosa che era chiaramente una piccola frazione rispetto alla realtà.
“Beh, si: sei adorabilmente timido, ma con me sei stato decisamente intraprendente…”
“E’ vero. Mi è venuto tutto molto spontaneo. Ma ti giuro che non mi sono mai comportato così con nessuno. Il fatto è che tu hai modi così gentili e sei così rassicurante nel tuo modo di fare che mi veniva naturale cercare di sedurti. Comunque, c’è anche che tu mi piaci veramente tanto e mi sei piaciuto fin da quando ti ho visto la prima volta. Anzi. Sento un’eccitazione crescente anche solo standoti vicino.”
“Beh, devo dire che anch’io provo la stessa sensazione solo guardandoti. E non solo. In quei giorni che non ti sei fatto sentire, mi sono masturbato tre volte, pensandoti.”
Rise di gusto. “Allora ti confesso che l’ho fatto anch’io! E per quattro volte!”
Seguirà: CAPITOLO 36 - LA VITA INSIEME
Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 36
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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