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Storia della mia vita 13


di Moltoesigente1
11.01.2024    |    1.364    |    3 9.8
"Poi si tolse velocemente gli slip e si sedette sulla seggiolina..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 12

CAPITOLO 13 - UN RACCONTO MOLTO ECCITANTE

Le mie padrone erano tutte lì. Ramona sulla sdraio, Eleonora sdraiata sul lettino al sole e Manola seduta sulla stuoia.

Al mio arrivo Ramona disse:
“Finalmente! Te la sei fatta una bella dormita, vero?”

Non risposi e cercai di sedermi sul mio asciugamano tenendo gli occhi bassi.

Ramona però notò che avevo gli slip bagnati dietro vicino alle cosce e mi ordinò:
“Aspetta. Vieni qui!”

Rimasi un po’ esitante e Ramona ripeté l’ordine con più imperio:
“ti ho detto di venire qui!”

A questo punto ubbidii; mi avvicinai stando in piedi e mi ordinò di voltarmi.
“Hai gli slip bagnati. Fammi sentire.”
Avvicinò il viso al mio culetto e annusò.
“Ma questo è sperma! Altro che stare a letto a dormire! Ti sei fatto inculare!”

“Sentite!” disse rivolta alle altre due.
Eleonora si era seduta sul lettino e mi attirò a sé. Mi voltò e anche lei annusò i miei slip dietro.
“Si, è sperma. E ha anche un buon odore.”

Manola mi prese e mi trascinò verso di sé.
“Chinati in avanti.” Mi ordinò.

Ubbidii anche a lei e Manola oltre ad annusare gli slip bagnati, ne scostò il bordo e mi leccò fra le natiche trovando alcune gocce di sperma colato dal mio buchetto.

“Non solo un buon odore, ma anche un buon sapore.” Disse. “Se non fossimo qui in spiaggia ti toglierei gli slip e leccherei il tuo culetto fuori e anche dentro per succhiarlo tutto.”

“Se tu facessi una cosa del genere ora, leccandogli il culo, lui avrebbe sicuramente un orgasmo, arrapato com’è.” Aggiunse Ramona ironicamente.

Poi Ramona divenne più seria.
“Ora dicci con chi te la sei goduta. Hai attirato qualcuno nella nostra roulotte?”

“No, no. Mi ha preso mentre venivo qui e mi ha chiuso in una cabina. Io non volevo. Non volevo!”. Piagnucolai.
“Chi ti ha preso?”
“Una signora con il bikini rosso. Credo sia quella con l’ombrellone a strisce bianche e blu, là in fondo.”

“Ho capito.” Disse Manola. “Credo si chiami Ingrid. E’ una transessuale non una travestita. Non so se è straniera. Molto, molto bella e di classe.”

“Hai avuto un orgasmo?” Mi chiese Eleonora.
“No, no.” Risposi. “Dopo voleva farmi qualcosa per farmi venire, ma io sono scappato via.”

“Naturalmente…. scappare prima, no, vero? Prima ti sei goduto una bella inculata da vera puttanella quale sei e poi sei “scappato via”, come dici tu.” Commentò ironicamente Eleonora.
“Aveva chiuso la porta della cabina a chiave e messo la chiave lontano da me.” Dissi quasi piangendo.
“Ora descrivici tutto nei particolari”. Ordinò Ramona.

Cominciai a raccontare tenendo la testa china e cercando di ricordare anche i minori dettagli e le sensazioni provate, perché sapevo che le mie padrone volevano sempre sapere tutto delle mie avventure e delle mie emozioni. Mentre raccontavo, tutte e tre avevano cominciato a toccarsi e ormai gli slip non riuscivano più a tenere coperto quello che c’era sotto.

“Cos’è che ti ha colpito di più?” Chiese Manola.
“Beh…. Eh…” Ero molto titubante. “…Era durissimo. Sembrava di pietra.”
“Molto, molto duro?” Insisté Manola visibilmente eccitata.
“Tanto, tantissimo. Credevo di avere dentro qualcosa di mai sentito prima.”

Ramona non ce la faceva più. Si alzò dicendo alle ragazze: “Torniamo fra un po’”. Mi prese per mano, stringendola forte e trascinandomi via.
“No, padrona Ramona, per favore, lasciami in spiaggia. Avevo voglia di fare un bagno”. Chiesi in tono supplichevole.
“Dopo farai il bagno. Ora devi soddisfare me.”

Non voleva perdere tempo ad arrivare fino alla roulotte e anche lei si fermò alla cabina che avevamo affittato. Mi spinse dentro, chiuse a chiave dall’interno e sistemò sul pavimento una tenda ripiegata che si trovava sul tavolinetto, in modo da creare un appoggio morbido. Poi si tolse velocemente gli slip e si sedette sulla seggiolina. Il suo cazzo era ritto e duro, non aveva neppure avuto bisogno di toccarsi di nuovo per farlo inturgidire al punto giusto, tanto era eccitata.

La vista del suo magnifico cazzo mi aveva sempre fatto girare la testa tutte le volte che voleva un pompino da me e mi inginocchiai sulla tenda davanti a lei e in mezzo alle sue gambe, senza attendere il suo ordine. Ricordai il ragazzo che avevo visto di spalle vari giorni prima e che si trovava nella mia stessa situazione di quel momento. Era la mia occasione per dimostrare di essere più bravo di lui.

Toccando delicatamente con le mie piccole dita il cazzo e le palle di Ramona, cominciai a leccare dal basso verso l’alto la lunga asta, gustando il sapore di sesso che sprigionava. Con un tocco lieve sfiorai con la lingua il frenulo, soffermandomi appena, mentre Ramona cominciava a gemere e ansimare dal piacere. Leccai tutto intorno il glande e finalmente lo presi dapprima fra le labbra e poi in bocca, facendo attenzione a non toccarlo con i denti. Intanto con la mano destra avevo aumentato la stretta intorno all’asta e con la sinistra ero sceso sotto le palle per raggiungere con il dito medio il buco del culo di Ramona. Lo titillai lascivamente mentre le facevo il lavoretto di bocca.

Cominciai a succhiare con ingordigia, perché quella situazione e quella posizione con il cazzo bene affondato nella mia bocca mi aveva sempre arrapato da morire. Strinsi forte le labbra morbide intorno all’asta, andando in su e in giù.

Ramona era eccitatissima e anche io avevo il mio cazzo ritto e duro come quando l’eccitazione era al massimo. Ramona mi afferrò per i capelli e mi costrinse ad accelerare il movimento, ma senza forzare e lasciando che fossi io ad adeguarmi al ritmo che voleva in quel momento.

Sentii il cazzo che si inturgidiva ancora di più fra la mia lingua e il palato e, un secondo dopo, il fiotto dell’orgasmo di Ramona che mi riempì la bocca. Rimasi fermo con il cazzo dentro aspettando che Ramona cessasse di essere scossa dagli ultimi spasmi dell’orgasmo. Poi lo tolsi e deglutii tutto quello che potevo.

Ramona era quella che aveva più sperma delle tre ed ero costretto a deglutire due o tre volte prima di averlo ingoiato tutto. Con la mano intorno alla sua asta ancora dura andai su e giù un paio di volte per far emettere al suo cazzo le ultime gocce di sperma e le succhiai con le labbra.

Rimasi inginocchiato con il capo chino in attesa delle decisioni di Ramona. “Sei stato molto bravo, come sempre. Ora torniamo all’ombrellone”. Disse dopo un po’.

Ero molto contento. Mi sembrava che l’orgasmo di Ramona con me fosse stato più appagante di quello con quel ragazzo. Si alzò per rimettersi gli slip, riaprì la cabina e, prendendomi di nuovo per mano, andammo in spiaggia. Avrebbe potuto farmi godere almeno masturbandomi, ma capii che voleva punirmi per essermi fatto inculare dalla signora Ingrid senza il suo permesso.

Sotto l’ombrellone non c’erano né Manola né Eleonora. Era evidente che si erano appartate anche loro per sfogare reciprocamente l’eccitazione nata dal racconto della mia avventura con Ingrid.

Dopo un po’, però, apparve Eleonora. Mi guardò con cupidigia e disse: “tu, stasera, sei mio.” Evidentemente, aveva fatto godere Manola con la bocca o con il culo, ma si era risparmiata l’orgasmo per potermi possedere la sera stessa con il massimo della libidine.

Seguirà: CAPITOLO 14 - E’ SEMPRE BELLO FARE L’AMORE

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 14
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