Racconti Erotici > trans > Storia della mia vita 34
trans

Storia della mia vita 34


di Moltoesigente1
24.08.2024    |    1.539    |    2 9.8
"Un giorno conobbi un ragazzo molto giovane mentre frequentavo la piscina..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 33

CAPITOLO 34 - UNA NUOVA AFFASCINANTE CONOSCENZA

Erano ormai passati alcuni anni da quando Ingrid mi aveva lasciato. E io, dopo quella vacanza al mare da cui ero tornato così nauseato, non avevo più fatto sesso con nessuno.

Un giorno conobbi un ragazzo molto giovane mentre frequentavo la piscina. Era una persona gradevolissima, molto molto carino, pieno di vita, sempre sorridente e con un carattere accomodante.

Faceva l’aiutante in quella struttura per raggranellare qualche soldo, ma, ovviamente, il suo impiego era solo stagionale e pagato pochissimo.

Mi ricordava vagamente Stefi, quel mio compagno di scuola, all’epoca in cui facevo ancora le medie, che mi aveva profondamente stregato e che, forse, fin da allora, aveva fatto emergere le mie spiccate preferenze sessuali verso i transessuali.

Aveva i capelli lisci biondi che gli incorniciavano il viso, due splendidi occhi azzurri grandi e molto espressivi, la pelle chiara e glabra, un nasino dritto e piccolo e, soprattutto, due file di denti bianchissimi regolari che rendevano il suo sorriso veramente splendente e anche intrigante, mentre gli occhi gli brillavano.

Le labbra erano carnose e dolcemente delineate. Era più piccolo di me e apparentemente gracile, ma la curva delle spalle e la conformazione del bacino erano decisamente femminili. Mi guardava a lungo e pareva molto interessato a me.

Si chiamava Ricky. Aveva dovuto lasciare la scuola, ma studiava musica da autodidatta e strimpellava il piano. Cercava di guadagnare qualcosa facendo parte di una piccola orchestra che suonava musica a richiesta durante eventi particolari.

Per sopravvivere stava dando fondo agli ultimi risparmi della famiglia che non aveva più. Era comunque sereno e fiducioso del futuro. Il suo carattere gaio, unito alla spensieratezza della giovane età, gli impediva di preoccuparsi per le difficoltà del presente.

Fin dal primo incontro era nata una profonda simpatia fra noi due, che presto era evoluta verso una intesa particolare, fatta di messaggi scambiati con gli sguardi, le mosse del corpo, i movimenti delle mani e talvolta con sfioramenti reciproci apparentemente casuali, che, però, facevano battere più forte il cuore.

Erano scambi che sottintendevano un evidente erotismo e suscitavano un caleidoscopio di desideri. Ma per qualche tempo i nostri rapporti si limitarono soltanto a questi contatti molto platonici.

Credo che si aspettasse che io facessi la prima mossa e pareva si divertisse al mio imbarazzo e alle mie insicurezze, soprattutto perché la situazione era paradossalmente invertita: siccome io ero decisamente più grande di lui, le timidezze sarebbero dovute essere sue e non mie. Ed era indubbiamente strano che io mi sentissi così con lui. In fin dei conti era solo un ragazzino e io ero un adulto. Un giorno, comunque, ruppe gli indugi e mi invitò a casa sua.

Mi parve di rivivere esattamente la vicenda con Stefi, tantissimi anni prima. Andai con il cuore in subbuglio, proprio come allora.

Mi accolse con grande gioia e sembrava davvero provare molto piacere nel vedermi. Il suo sorriso era veramente ammaliante e mi stregava. Era davvero molto bellino e avrei voluto guardarlo a lungo, ammirando i suoi capelli, i suoi occhi e la sua bocca, ma sarei sembrato troppo invadente e poco educato se lo avessi fatto.

Parlammo un po’, anche se io ero incredibilmente bloccato e non riuscivo a fare un ragionamento compiuto. Lui invece sembrava proprio a suo agio. A un certo punto, con fare intrigante, mi chiese se avessi voluto vederlo vestito diversamente.

Assentii in un soffio.

Passarono diversi minuti, mentre il mio turbamento cresceva nell’attesa. La similitudine con l’esperienza vissuta con Stefi era ormai totale. Apparve sulla soglia della porta della camera e ne rimasi folgorato.

Indossava una camicetta leggera aperta davanti con una collana di grani rossi al collo che esaltava la sua pelle bianca senza alcun difetto. Le braccia nude sottili e arrotondate suscitavano sensazioni di grande desiderio, anche perché erano abbellite da un paio di braccialetti ai polsi che ne sottolineavano la femminilità. Un leggero trucco intorno agli occhi e un velo di rossetto completavano il quadro.

Ma era soprattutto la minigonna stretta a tubino che lo rendeva straordinariamente arrapante, perché evidenziava i fianchi rotondi e il culo alto, proporzionato e sporgente. Le gambe dritte, le ginocchia arrotondate e le cosce lisce e tornite rendevano la sua figura graziosissima e tanto provocante.

Ansimavo, respirando a fatica. Era tantissimo tempo che non facevo l’amore. E avevo davanti una creatura bellissima a cui, tra l’altro, piacevo parecchio, da quanto mi era parso.

Mi avvicinai, in preda ad una eccitazione irresistibile. Lui mi guardava sorridendo, gli occhi che esprimevano grande seduzione.

Lo abbracciai e cominciai a baciarlo appassionatamente sul collo e sulle spalle. La pelle era meravigliosa: morbida, liscia, vellutata e profumata. Teneva gli occhi chiusi e la bocca socchiusa. Si stava davvero godendo il mio abbraccio e le mie labbra che scorrevano bollenti su di lui.

Mi avvicinai ad un suo orecchio, mordicchiando il lobo e saettando lievemente la lingua all’interno. Rise, ritraendosi e stringendosi fra le mie braccia: i miei baci gli facevano scorrere brividi di piacere lungo la schiena.

Misi la mia mano dietro alla sua nuca, inserendo le dita fra i suoi capelli e posi le mie labbra sulle sue, grandi e tumide. Con la lingua cominciai a forzarle leggermente e penetrai nella sua bocca, cercando la sua lingua e cominciando a giocare con essa avviluppandola e circondandola.

Le nostre bocche erano premute fortemente una contro l’altra e notando che aveva gli occhi completamente chiusi e si stava dolcemente abbandonando fra le mie braccia, abbassai anch’io le palpebre e mi concentrai completamente sulle sensazioni che quel meraviglioso bacio mi stavano suscitando.

L’eccitazione era altissima. Il mio cazzo, ormai durissimo, premeva contro il suo ventre e anch’io sentivo che anche lui sotto la sua cortissima minigonna era molto eccitato. Mi staccai da lui e, senza neppure sapere se stavo andando nella stanza giusta, lo spinsi verso la camera da letto.

Gli tolsi subito la camicetta e, abbracciandolo, abbassai la cerniera della gonna slacciando il gancio superiore. Poi gliela sfilai chinandomi leggermente, perché era molto stretta e doveva essere tolta tirandola verso il basso. I suoi slip di pizzo erano gonfi della sua eccitazione.

Mi spogliai con una rapidità incredibile e il mio cazzo, rigido e duro come non mai, svettava verso l’alto, mentre il glande si era quasi completamente liberato del prepuzio.

Mi fermai un attimo, perché vidi che stava fissando affascinato il mio membro eretto, tenendo le labbra semiaperte. Era evidente la sua voglia di prenderlo in bocca, ma io avevo altri progetti.

Lo spinsi con le spalle sul letto e gli sfilai gli slip, liberando il suo cazzo che gli si appoggiò sul ventre rimanendo piuttosto rigido. Vidi sul comodino una crema, che riconobbi subito come un lubrificante adatto. Mi spalmai rapidamente il glande e parte del fusto con la pomata e gli alzai le gambe sopra le mie spalle.

Ero in preda a una foga incontenibile, ma volevo essere il più delicato possibile, perché non volevo provocargli dolore. Puntai il mio cazzo contro il suo ano così aperto ed esercitai una leggera pressione in avanti.

Nonostante fosse diventato particolarmente grosso, il mio cazzo avanzò senza resistenze nel culo del ragazzo facilitato dalla durezza e dalla crema lubrificante. Lui gemette con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta. Poi aprì gli occhi e il suo sguardo tradiva una intensa voglia di sesso.

Continuai a premere, entrando quasi completamente dentro al suo culo che stringeva con forza il mio cazzo ormai durissimo, mentre lui emetteva gridolini, man mano che spingevo verso il fondo.

Poi mi sdraiai sul suo corpo, mettendo le mie mani sotto le sue spalle, e cominciai ad andare avanti e indietro dentro di lui entrando e uscendo dal suo ano, con un movimento ormai molto facilitato dal fatto che i muscoli del suo sfintere anale e del retto si erano adattati alle dimensioni del mio membro.

Mi fermai e di nuovo premetti le mie labbra sulle sue introducendo la lingua dentro la sua bocca. In questo modo lo possedevo completamente: gli ero penetrato dentro da tutti gli orifizi del suo corpo. Continuai a baciarlo a lungo muovendomi flessuosamente dentro di lui. Poi la lussuria ebbe il sopravvento.

Accelerai il movimento avanti e indietro dei miei reni affondando i colpi con più energia e intanto gli mordicchiavo il collo e le orecchie.

Gridava e ansimava per il godimento. Si sentiva che stava per esplodere. E, infatti, lo strofinio del mio ventre sul suo membro duro e il massaggio del mio cazzo contro la sua ghiandola prostatica gli provocò una eiaculazione intensa, mentre lo sentivo tremare tutto sotto di me.

Qualche istante ancora e anch’io mi lasciai andare: i colpi dei miei lombi diventarono più forti, mentre la mia bava bagnava le sue spalle e i suoi capelli. Sentii un fiume di sperma che fuoriusciva dal mio membro e riempiva il suo corpo mentre mi dimenavo in un orgasmo fortissimo e interminabile.

Rimasi a lungo sdraiato su di lui, con il cazzo ormai detumescente che rimaneva però imprigionato dentro al suo culo.

Sentivo anche tutto il bagnato del suo sperma sul mio ventre.

Quando mi staccai e mi sdraiai sul fianco, mi guardò con quei suoi occhi bellissimi e birichini e rise come una ragazzina felice. “Ma da quanto tempo non facevi l’amore? Quanto sperma avevi dentro!” Rise ancora. Appoggiò la testa sulla mano piegando il gomito sul cuscino e mi guardò serio.

“Sai? Sei davvero un uomo stupendo. Non sono mai stato amato così.”

Mi osservava intensamente. Guardava ogni minimo dettaglio del mio viso. “E’ stato meraviglioso A cominciare dai tuoi baci. Nessuno mi ha mai baciato in modo così…. così coinvolgente. Davvero. Quando mi baci mi mandi letteralmente in paradiso.”

Si avvicinò e mi diede vari bacetti sul viso e sulla mano che tenevo vicino alla testa.

“Senti… Non oso chiedertelo. Posso farti una richiesta?” Era titubante. “Certo. Dimmi pure.” Rimase un attimo silenzioso.

“Se vuoi, ora potremmo andare in bagno e lavarci… Poi… Dormiresti con me?” Lo chiese in un soffio, superando come possibile l’imbarazzo e la paura di un diniego. Sorrisi e gli risposi: “Ma certo! Sarà bellissimo!” “Davvero? Non lo dici solo per cortesia?” Era tornato allegro e felice. I suoi occhi sprizzavano contentezza.

Andammo in bagno insieme. Era eccitante condividere completamente l’intimità con lui. Rise di nuovo in modo gaio. “Mamma mia! Continuo a lavarmi e il tuo sperma seguita a colare fuori dal mio buchetto. Ma quanto ne avevi… un vero torrente!”

Mangiammo un po’ di frutta nella sua cucina, che era solo un minuscolo angolo cottura, stando completamente nudi.

Poi tornammo a letto, ma prima lui volle cambiare le lenzuola, che, ovviamente, si erano sporcate nel fare l’amore.

Si mise di nuovo nella posizione di prima e riprese a studiarmi con estrema attenzione, osservando ogni mio minimo cambiamento di espressione, mentre gli raccontavo per sommi capi la mia vita con Ingrid e la tragedia che avevo vissuto. Che era ancora viva nel mio dolore, anche se ormai era passato tanto tempo.

Alla fine rimanemmo in silenzio a lungo, mentre lui mi baciava il viso e il collo, accarezzandomi con dolcezza. Poi il sonno prese il sopravvento e ci addormentammo uno accanto all’altro.

La mattina dopo mi svegliai per primo, ma cercai di non disturbare il suo sonno che sembrava continuare profondo. Era steso su un fianco voltato di schiena e io potevo vedere il suo corpo da dietro: le spalle rotonde, la schiena dritta e liscia e il suo culetto. Davvero un bel culetto. Alto e sodo. Non resistetti e iniziai ad accarezzarlo, mentre la mia eccitazione cresceva.

Misi le mani sui glutei e cominciai a saggiarne la consistenza. Lui fingeva di dormire e io mi avvicinai di più, allargandogli lievemente le natiche per raggiungere il suo buchetto. Il cazzo ormai era tornato rigido e duro quasi come la sera prima, ma tentai di resistere ancora, perché non volevo fosse una cosa troppo veloce.

Allora lo afferrai per la spalla e lo feci girare verso di me. Gli misi un braccio sotto al collo per poterlo abbracciare completamente e avvicinai la mia bocca alla sua.

Lo baciai inserendo di nuovo profondamente la mia lingua nella sua bocca, mentre lui stringeva entrambe le mani intorno al mio cazzo duro. Giocai per un po’ con la sua lingua, ma le sue mani che stuzzicavano e sollecitavano il mio cazzo, mi facevano impazzire.

Mi voltai verso il comodino, mi misi rapidamente la crema sul membro e lo girai di nuovo nella posizione di prima, dandomi la schiena. Poi cercai con la punta del mio glande il suo sfintere anale, allargandogli le natiche. Mi aiutò con la sua mano e riuscii a penetrare agevolmente dentro di lui, mentre emetteva gemiti e sospiri.

Lo bloccai contro il mio petto e cominciai a muovermi avanti e indietro mentre gli baciavo appassionatamente la schiena il collo e le spalle.

Mugolava tantissimo ed in modo veramente eccitante. Io sentivo il mio cazzo davvero potente e lo afferrai per il fianco sincronizzando il mio movimento con quello del suo bacino.

Poi provai a saggiare la sua eccitazione e cercai con la mano il suo pene. Era bello duro anche il suo, segno che stava godendosi la carnalità di quella bella inculata.

Durai per un bel po’, assaporando appieno ogni movenza. Lui sembrava impazzito di piacere e, se io mi fermavo nel mio andare dentro e fuori, si dimenava armoniosamente per gustare meglio le sensazioni della penetrazione.

Alla fine cedetti e, mordendolo sulla nuca e sul collo, venni dentro di lui con foga, sbattendolo un po’, mentre lui gridava godendosi tutto il mio orgasmo.

Mi concessi un attimo di rilassamento, poi gli afferrai il cazzo da dietro, continuando a rimanere dentro di lui.

Il pene era bello rigido, caldo e palpitante. Lo strinsi e cominciai a masturbarlo dapprima delicatamente e poi accentuando il ritmo man mano che cresceva il suo ansimare.

Quando i suoi mugolii divennero più forti, aumentai la stretta e il movimento, finché lo sentii pulsare forte, mentre emetteva il suo liquido seminale e gridava eiaculando.

Un orgasmo che durò a lungo, mentre diminuivo il ritmo della masturbazione. Segno che il suo era stato un godimento vero, profondo e appagante.

Lo girai di nuovo verso di me e lo abbracciai. Rimanemmo tanto tempo così, in silenzio e nella piena rilassatezza, baciandoci teneramente. Forse per più di un’ora.

Ci lasciammo a metà mattina ripromettendoci che ci saremmo rivisti presto.


Seguirà: CAPITOLO 35 - LA GRANDE CASA FINALMENTE NON PIU’ VUOTA

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 35
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.8
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Storia della mia vita 34:

Altri Racconti Erotici in trans:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni