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Storia della mia vita 10


di Moltoesigente1
17.12.2023    |    1.920    |    2 9.8
"Io rimasi nascosto ad osservare..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 8 - 9

CAPITOLO 10. LA VACANZA AL MARE

In agosto andammo tutti nel campeggio mèta delle vacanze estive delle mie tre padrone. Era un campeggio esclusivo, frequentato prevalentemente da transessuali e travestiti.

Ci accomodammo in una bella roulotte con tenda antistante che fungeva da stanza da pranzo e da relax.

Il mare era bellissimo e così anche la spiaggia. Per me era tutto meraviglioso, perché ero stato al mare solo un’altra volta nella mia vita, presso una struttura per bambini dove la mia adorata mamma mi aveva mandato l’unico anno che fu in grado di permetterselo economicamente. Dopo di allora le nostre finanze non ci consentirono più di fare vacanze fuori città.

Ramona, che aveva la pelle più scura, si abbronzava subito ed era veramente stupenda e provocante. Al bar era sempre oggetto di corte e di tentativi di aggancio sia da parte dei pochi ragazzi ammessi al campeggio che di altre transessuali.

La guardavano tutti e si capiva che moltissimi la desideravano. Io non ero mai stato con le mie padrone in mezzo alla gente e quindi non mi ero mai accorto di quanto Ramona piacesse. Lei non si scomponeva più di tanto, perché sembrava abituata a ricevere tutti quegli omaggi, ma fra tutti quelli che sbavavano per lei ce n’erano comunque alcuni che sembravano piacerle più degli altri.

Io sentivo una certa gelosia che mi rodeva dentro, perché avevo sempre considerato Ramona come la mia padrona esclusiva e pensavo esaurisse le sue voglie con me.

Già dal terzo giorno di vacanza Ramona talvolta si allontanava da noi e ricompariva dopo qualche ora. Nessuno ovviamente osava chiederle conto della sua assenza. Ma Eleonora e Manola consideravano comunque la cosa perfettamente normale.

Nel frattempo, Manola aveva conosciuto una coppia che trovava molto simpatica e aveva cominciato a frequentare il loro ombrellone. Credo che le piacesse il ragazzo, mentre la ragazza, una transessuale abbastanza carina, non sembrava troppo gelosa.

Io, invece, provavo una gelosia crescente, perché Ramona, da quando eravamo in vacanza, aveva quasi cessato di fare sesso con me. Un giorno che Ramona si era allontanata di nuovo, provai a seguirla di nascosto.

Ramona si fermò ai lavatoi, dove si mise a sciacquare un costume. Io rimasi nascosto ad osservare. Anche lì, chi passava, la guardava con ammirazione o con desiderio, perché era davvero una splendida donna.

Ad un tratto comparve un ragazzo che si avvicinò a Ramona con fare deferente. Non riuscivo a vederlo bene, ma mi parve che le chiedesse qualcosa. Ramona sembrava conoscerlo e rispose brevemente. Poi si allontanò e dopo qualche minuto anche il ragazzo uscì.

Provai a seguire il ragazzo e vidi che si dirigeva verso alcune vecchie cabine in disuso ai margini della pineta. Entrò in una e per diverso tempo non entrò né uscì nessuno.

Mi avvicinai silenziosamente e cercai una fessura per sbirciare all’interno. Fu facile, perché le cabine erano abbandonate e quindi senza più manutenzione.

Rimasi tremendamente colpito da quello che vidi. Ramona era seduta e la vedevo di fronte, mentre del ragazzo, inginocchiato fra le sue gambe, vedevo solo la schiena e la nuca. Il ragazzo stava facendo una cosa che non lasciava nessuno spazio a dubbi.

Ciò che mi fece più male era il fatto che Ramona aveva gli occhi chiusi e respirava con la bocca semiaperta. Segno che quel pompino la stava facendo davvero godere.

Quando io le facevo i pompini ero molto concentrato e non riuscivo a guardarla. Non ero quindi in grado di fare confronti e capire se anche io la facessi godere così. Ma la convinzione che quel ragazzo fosse più bravo mi accendeva di gelosia come non mai.

Ramona continuò a farsi spompinare a lungo dal ragazzo e prese ad accarezzarlo con le unghie sulla nuca. L’espressione di Ramona era di assoluto piacere e a un certo punto prese far le mani la testa del ragazzo e lo guidò nel ritmo muovendo in sincronia anche il bacino. Dopo qualche istante Ramona gridò forte ansimando e si scaricò per diversi secondi nella bocca del ragazzo.

Il giovane continuò a rimanere inginocchiato ai piedi di Ramona. La vidi sorridere e accarezzare la sua testa.

Conversarono per un po’, ma sentii solo bisbigli, perché parlavano sottovoce. Poi Ramona si alzò e si rimise gli slip del bikini. Baciò il ragazzo sulla bocca e fece per uscire. Io cercai di nascondermi a terra sotto un pino perché non mi vedesse.

Ero sconvolto dalla gelosia. Quel ragazzo sapeva fare i pompini alla mia padrona meglio di me. E lei godeva più che con me.

Quella sera cercai di nascondere la mia tristezza, ma poi mi appartai vicino ai lavatoi dove era andato con la scusa di lavare il costume e piansi. L’unica che si era accorta del mio stato d’animo fu Eleonora, che mi prese a parte dopo che ero tornato e mi interrogò. Dapprima mi schermii, dicendo che sentivo nostalgia della mia mamma. Poi, a causa dell’insistenza di Eleonora, le raccontai tutto quello che avevo visto.

“Sbagli, piccolo, a stare male se Ramona si gode qualche altro ragazzo. Ramona è fatta così: ne ha tanti intorno e sempre diversi, quindi spesso ne sceglie uno e se lo spupazza. Ma, come vedi, torna sempre con noi. Sono solo delle avventure.”

“Si, ma quel ragazzo è più bravo di me nel farle i pompini!” Piagnucolai io. “Sono sicura di no, piccolo. Tu hai imparato da me a farli e siccome io sono riconosciuta come il non plus ultra in quest’arte, tu sei certamente più bravo.”

Si sedette su un tronco e io feci lo stesso. “Vedi,” continuò “quando fai un pompino a Ramona, io vedo quanto lei gode. E ti assicuro che lo gradisce moltissimo, perché non hai solo la tecnica che ti ho insegnato, ma hai anche una bocca di velluto. Il fatto che Ramona abbia un bell’orgasmo anche nella bocca di un altro ragazzo deriva solo dal fatto che è una novità. Quindi stimolante in quanto tale, ma poi finisce lì.”

Le avventure di Ramona non si limitarono ai pompini con quel giovane. Avevamo conosciuto una coppia che era nostra vicina di ombrellone e che avevamo invitato una sera a conversare sotto la nostra tenda. Loro non stavano in una roulotte, ma avevano preso in affitto un piccolo bungalow. Lui era un ragazzo palestrato un pochino presuntuoso e lei una transessuale molto carina e molto femminile. Mi era parso fin da subito che il ragazzo fosse piuttosto attratto da Ramona, ma la presenza della sua ragazza faceva sì che tutto si mantenesse nei limiti.

Di solito la ragazza transessuale veniva in spiaggia per prima. Le piaceva prendere il sole per tutta la mattinata e il suo ragazzo la raggiungeva più tardi.

Il secondo giorno che ci eravamo conosciuti, anche Ramona ci raggiunse più tardi in spiaggia. E così avvenne talvolta anche nei giorni successivi.

Deciso a scoprire anche questa volta le avventure di Ramona, mi appostai una mattina presto vicino al bungalow della coppia. Vidi uscire la ragazza che si diresse verso il mare. Dopo un minuto uscì lui e si diresse ai lavatoi. Lì, ovviamente, c’era già Ramona. Il ragazzo tornò nel suo bungalow e Ramona lo seguì dopo qualche minuto.

Sbirciare dentro il bungalow era molto più difficile della cabina abbandonata di alcuni giorni prima. Per quasi dieci minuti cercai il modo di spiare all’interno. Per mia fortuna era rimasta socchiusa una finestrella sul retro che dava direttamente nella stanzetta da letto. E anche stavolta rimasi molto colpito da quello che vedevo.

Il ragazzo era nudo, muscoli e tatuaggi in evidenza, inginocchiato alla pecorina sul letto, mentre Ramona in piedi dietro a lui lo stava inculando tenendolo fermo per i fianchi. Il ragazzo gemeva, mugolava e sbavava tutto con il cazzo di Ramona completamente dentro il culo.

Ramona andò avanti parecchio a sbatterlo con vigore e sembrava proprio che si divertisse molto. Ogni tanto si fermava e scorreva le mani sulla pelle del ragazzo per palpeggiare la sua muscolatura e per impadronirsi totalmente di tutto il suo corpo.

Gli prendeva anche il cazzo e i testicoli da dietro e lo masturbava. Quella inculata durò molti minuti, poi Ramona accelerò il ritmo ed esplose in un orgasmo intenso e palesemente molto soddisfacente per lei.

Il ragazzo crollò disteso sul letto, spossato, mentre Ramona si rimetteva il costume. Scambiarono solo poche parole, poi il ragazzo sbirciò fuori dalla porta per controllare che la sua ragazza non fosse di ritorno e Ramona poté allontanarsi alla chetichella.

La tresca durò diversi giorni. Purtroppo, una malaugurata mattina in cui l’orgasmo di Ramona era stato più abbondante del solito, la ragazza si accorse che gli slip del suo ragazzo erano rimasti bagnati di sperma dietro, chiaramente fuoriuscito dal suo culo.

Allora scoppiò il finimondo. E non appena scoprì che chi si inculava il suo ragazzo era proprio Ramona, interruppe la vacanza e se ne andò sui due piedi senza salutare nessuno. E il ragazzo, disperato, rifece in fretta le valige e la inseguì per cercare una impossibile riappacificazione.

Nonostante avesse un culo stupendo e molto provocante, Ramona difficilmente si faceva inculare. Era essenzialmente una dominatrice completa e quando le veniva voglia di provare la sensazione di essere scopata, si faceva penetrare da Eleonora, che non chiedeva di meglio.

Per il resto le piaceva moltissimo inculare i maschi. Di tutti i generi: transessuali, omosessuali ed eterosessuali.

Naturalmente, trovava molto più gustoso inculare un maschio eterosessuale. Le piacevano ovviamente i ragazzi giovani e atletici, ma non disdegnava gli uomini più adulti e maturi, a patto che fossero fisicamente attraenti. Era una specie di mantide religiosa. I maschi erano estremamente attratti da lei e cercavano di abbordarla sognando di scoparla. Una volta conosciuta, lei, molto più dominante, rovesciava i ruoli e li inculava.

Dei maschi era più attratta dal culo e meno dalla bocca, perché lei era molto esigente in quanto a pompini e ben pochi li sapevano fare bene, facendola godere. Quindi preferiva di gran lunga il culo. Da dominatrice, cercava esclusivamente il suo piacere.

Talvolta, tuttavia, era anche generosa: una volta raggiunto il suo orgasmo, donava il piacere anche al suo partner masturbandolo, ma tendenzialmente voleva godersi il suo acme nel corpo del maschio di turno e poi salutare e andare.

La eccitava moltissimo anche mentalmente soprattutto l’atto di possedere. Quando prendeva un uomo, lo voleva sempre completamente nudo, perché si infoiava come non mai a scorrere le sue mani sulla schiena, sulle spalle, sul petto e sul ventre del ragazzo mentre il suo cazzo affondava completamente nel culo della sua preda. Durante la penetrazione e mentre lo sbatteva preferibilmente da dietro, poi, le piaceva da morire afferrargli i capelli della nuca e anche, da dietro, il cazzo e i testicoli.

Preferiva la posizione alla pecorina del maschio, perché la sensazione di possesso era più forte. Ma se il ragazzo la stimolava, si eccitava molto anche a prenderlo alla missionaria, perché così poteva farlo sentire una vera femmina. Gli diceva anche parole come “Sei proprio una sgualdrinella. Credevi di essere un maschio cazzuto e virile? Ed ecco che godi come una puttana con il mio cazzo dentro al culo!” E giungeva subito all’orgasmo, inondando di sperma il retto del ragazzo.

Era un po’ come la belva con la preda prima di divorarla o il gatto con il topo. Faceva proprio così con me molte volte: un comportamento erotico quasi animalesco. Mi afferrava e mi avvolgeva con le braccia fino a impedirmi di muovermi. Poi, prima di penetrarmi, mi annusava (perché anche il mio odore la stimolava sessualmente) e mi leccava il viso, il collo e le spalle. E anche mentre ero bloccato e impalato dal suo grosso cazzo, si fermava e mi leccava ancora.

Ormai anche io avevo perso interesse a seguire di nascosto Ramona per vedere con chi faceva sesso quando per qualche ora si allontanava da noi.

Del resto, anche Manola cercava di divertirsi e una sera neppure rientrò a dormire. Chiaramente aveva deciso di passare la notte con il ragazzo con cui aveva stretto amicizia, probabilmente perché la sua ragazza si era assentata temporaneamente.

L’unica che non cercava avventure era Eleonora. D’altra parte, era la meno procace delle tre e le era meno facile, in quell’ambiente molto orientato alle conoscenze occasionali, agganciare qualcuno per fare sesso.

Seguirà: CAPITOLO 11 - UNA STRANA AVVENTURA

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 11


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