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Storia della mia vita 26


di Moltoesigente1
17.05.2024    |    473    |    1 9.2
"E io ho provato a ricacciare indietro questa cosa che sentivo mi stava prendendo progressivamente, ma non ci sono riuscito..."
Continuazione da STORIA DELLA MIA VITA 25

CAPITOLO 26 - LA PROVA D’AMORE

Alcuni mesi dopo che avevamo cominciato a vivere insieme, accadde una cosa che, inizialmente, si rivelò davvero tremenda per me.

Un sabato pomeriggio, dopo aver sistemato dei documenti, Ingrid si sedette sul divano e mi chiamò.

“Ti devo comunicare una cosa.” - disse con voce seria. - “Ho conosciuto un uomo. Mi attrae molto sessualmente. E’ molto intelligente e diverso da tutti gli altri. Credo che con lui la convivenza possa durare. Quindi ho deciso di farlo venire a vivere con me. Tu non ti devi preoccupare, perché mi sono già premurata di sistemarti: ho telefonato a Ramona e loro sono felicissime di riprenderti. Non rimarrai solo.”

Rimasi completamente impietrito. Abbassai lo sguardo e non dissi nulla per diversi minuti.

Ingrid mi fissava intensamente e in modo strano.

Mi prese uno spaventoso groppo nella gola. Poi non riuscii più a trattenere lo scoppio di pianto, disperato, affranto, pieno di angoscia.

Cercai di trattenermi e di giustificarmi:
“Si padrona Ingrid, sono contento… se tu starai bene, io… sarò felice…..“

Ma i singhiozzi mi venivano su fortissimi, incomprimibili. Era palese la contraddizione fra le parole e la mia disperazione.

Ingrid continuava a fissarmi.
“Perché piangi così? Te l’ho detto: Ramona è felicissima di accoglierti di nuovo e anche le altre due ragazze. In fin dei conti torni a stare con loro. Mi pare che tu ci stessi bene e riprenderai le vecchie abitudini.”

Mi ero messo le mani sul viso e i singhiozzi mi scuotevano come non mai.

“Si, padrona. Perdonami. Non badare a questa mia reazione. Grazie di esserti preoccupata di me. Perdonami, perdonami, ma sto male. Tanto male. Temo di dover andare in bagno… il mio stomaco…”

Ingrid aveva assunto un atteggiamento estremamente indagatore.

“Perché questa reazione? Voglio saperlo. Parlami con chiarezza.”

Continuavo a tenermi il viso fra le mani e singhiozzando ancora le dissi:
“Padrona, perdonami…. Per favore, ti chiedo per favore, non sentirti condizionata da questo, ma io…… non volevo dirtelo…. io… mi sono innamorato di te. Tanto. Di nuovo per favore, non ti preoccupare, la tua vita e la tua felicità sono più importanti….”

Mi interruppe. Si piegò in avanti verso di me. “Cosa hai detto? Ripetimelo!”

Rimasi un attimo in sospeso. “Io… mi sono innamorato di te, padrona…… Sono pazzo di te…...”

“Finalmente!” Esclamò Ingrid quasi presa da un tremito irrefrenabile. “Finalmente! Era questo che volevo sentirti dire! Non me lo avevi mai detto in tutto questo tempo! Sono stata costretta a inventare questa storia perché volevo capire una volta per tutte quanto ci tenevi a me!”

Si alzò in piedi mentre diceva queste cose e mi afferrò abbracciandomi stretto con una tale forza che mi sentii quasi soffocare.

Cominciò a baciarmi il collo, il viso, e le spalle con una passione veemente, le labbra roventi. Poi ancora stringendomi forte nell’abbraccio.

Si sedette di nuovo sul divano e mi costrinse a sedermi a mia volta sulle sue ginocchia; poi mise la mia testa appoggiata alla sua spalla e contro il suo collo.

Ero rannicchiato su di lei in quella posizione e mi lasciai andare completamente. Ero stato così male prima che ora mi sentivo completamente svuotato, senza più forze. Abbandonandomi in quel modo fra le braccia di Ingrid mi stava facendo recuperare un po’ di serenità.

“Ma, allora, non è vero che sei attratta da un uomo e vuoi vivere con lui?” Feci questa domanda sussurrando e aspettando una risposta che mi rassicurasse definitivamente.

“No. Non è vero. Volevo solo sollecitare una tua reazione. Perché ci hai messo tanto tempo a dirmi che eri innamorato di me?” Mi chiese accarezzandomi la testa.

“Credevo tu non volessi che io mi innamorassi. Pensavo volessi un rapporto non influenzato dai sentimenti. E io ho provato a ricacciare indietro questa cosa che sentivo mi stava prendendo progressivamente, ma non ci sono riuscito. Ho provato davvero, sforzandomi, ma è stato più forte di me.”

“Ma come facevi a pensare che io non volessi il tuo amore? Io invece ho aspettato e aspettato che tu mi dicessi che mi amavi, al punto che stavo ormai convincendomi che per te tutto questo fosse in definitiva solo un gioco eccitante e basta.”

“Non è mai stato solo un gioco eccitante con te, Ingrid. Fin dal primo momento, quando mi hai preso con la forza, è successo qualcosa dentro di me. Prima di…. violentarmi, mi hai baciato in un modo così appassionato che mi sono sentito rimescolare tutto dentro. Poi, mi hai violentato, ma lo hai fatto con tale dolcezza che sono come…… rimasto colpito da un incantesimo. Dopo è stato un crescendo….. al punto che, certe notti, prima che Manola mi consegnasse a te, passavo tutto il tempo a pensarti….. Pensavo tanto al tuo bacio, alla tua bocca e anche….. mi vergogno un po’ a dirlo….. al tuo cazzo così duro. E allora… mi masturbavo.” Feci un risolino fanciullesco. “Anche quando ti ho vista al bar e tu mi hai guardato in quel modo, poi la sera mi sono masturbato.”

“Anche per me è stato così. Mi hai stregato fin dal primo momento che ti ho visto insieme alle tue tre compagne. Ho passato vari giorni desiderandoti. E ogni giorno che passava il desiderio aumentava. Quando non ho più resistito e ti ho rapito, ho trovato un ragazzo meraviglioso, ancora più affascinante di quanto avessi immaginato. Anche io ho passato molte notti pensandoti ed eccitandomi……. Non so quante volte mi sono masturbata, ma, ovviamente, non era la stessa cosa…..”

Mi sentii molto compiaciuto per questo. L’idea che Ingrid si fosse masturbata varie volte, pensando a me, mi gratificava.

Continuai:
“Sai, dopo che mi hai rinchiuso nella tua roulotte e soprattutto dopo che mi hai comprato, la tua tenerezza verso di me ha fatto il resto. E’ stata la prima notte che ho passato con te che ho cominciato ad essere consapevole di essere innamorato di te. Probabilmente l’innamoramento è cominciato prima, ma solo allora ho iniziato ad accorgermene. Ma pensavo, davvero, che non solo non ti interessasse, ma che non volessi neppure. E allora ho sempre cercato di nascondertelo.”

Poi proseguii: “Allora, il motivo per cui finora non mi hai dato il permesso di prendere le altre mie cose a casa di Ramona è perché non ti avevo ancora detto che ti amavo..…”

“Esattamente” Confermò Ingrid. “All’inizio, come ti avevo detto, volevo essere sicura che per te la tua schiavitù non fosse un gioco, ma che tu fossi davvero intimamente convinto di essere mio schiavo. Quindi ti ho messo alla prova. E ti avrei restituito a Ramona se non c’erano le condizioni che volevo.

Poi, dopo i primi giorni con te, ho voluto qualcosa di più. Non mi bastava più essere padrona del tuo corpo e del tuo cervello…… volevo possedere anche il tuo cuore…..”

“Il mio cuore….. si…. adesso lo possiedi…. Ma ora che sei sicura di avere anche quello, mi terrai con te?”

“Fino a che sarai innamorato di me come adesso, si.” Rispose Ingrid.

“Se dipendesse solo da quello, mi terresti sempre, perché sono talmente pazzo di te che non potrei mai smettere di amarti. Invece, temo che prima o poi potresti essere tu a stancarti di me. Io farò l’impossibile perché non succeda. Cercherò di essere sempre diverso e sempre attraente, cercando di non essere mai banale e prevedibile per evitare che tu ti annoi con me. So che sarà una cosa molto difficile, proprio perché tu sei una donna estremamente intelligente e tutt’altro che banale o scontata, ma ti giuro che prima di perderti tenterò ogni strada e ogni possibilità.”

Ingrid, intenerita, cercò la mia bocca con la sua e mi baciò appassionatamente. Fu un bacio molto intenso e carico di amore, e ancora più eccitante proprio per questo.

“Sai?” disse Ingrid sorridendo dopo il bacio. “Devo confessarti una cosa: anche io sono innamorata di te. Molto, molto innamorata. E ti devo confessare un’altra cosa: è la prima volta nella mia vita che sento una cosa del genere. Quindi, vuol dire che è la prima volta che mi innamoro davvero. Pensavo che ormai, alla mia età, non sarebbe certo potuto succedere….. Invece ho incontrato te….”

Seduto sulle sue ginocchia, ero tutto avvolto dalle sue braccia. La guardai negli occhi languidamente:

“Ti amo.” Sussurrai.

“Anche io ti amo.” Rispose.

Seguirà: CAPITOLO 27 - GLI ANNI FELICI DI UNO SCHIAVO INNAMORATO

Titolo: STORIA DELLA MIA VITA 27
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