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Il secondo incontro con Giada


di massaggiosvedese
10.02.2025    |    2.552    |    5 9.5
"Ero indemoniato ed eccitato e dopo un po' iniziai ad usare anche le dita..."
Passarono alcune settimane senza che i due amanti mi chiamassero.
Ero in maniacale attesa, speravo in un messaggio da parte di Roberto.
Arrivò un mercoledì mattina chiedendomi disponibilità per il pomeriggio sempre da loro verso le 15.00.
"La strada te la ricordi?" fu l'ultima sua domanda.
Confermai e quando arrivai a destinazione lo avvertii con un messaggio.
"Attendi sotto che avverto Giada, io sono in ritardo"
La vedi uscire dal portone, era vestita con dei pantaloni neri da palestra, attillati, esaltavano le sue forme, lasciavano scoperte le caviglie perfette, sopra una camicetta bianca che le strizzava il seno.
I neri capelli erano appena mossi e sciolti.
Mi fece un cenno e m'invitò a seguirla.
Lei davanti sulle scale che sculettava, potevo notare perfettamente che non portava mutandine sotto, ogni scalino era una stilettata al mio basso ventre.
“Vieni andiamo in bagno, oggi niente massaggio” disse appena varcata la porta di casa.
La seguii già in tiro ma domandogli se non attendevamo Roberto.
“No, Roberto oggi non viene è in punizione, te spogliati nudo, togliti tutto”
Mi spogliai subito senza esitare.
“Mmmm,il fisico lascia a desiderare, il cazzo è da culo, ma vedo che sei già bello duro"
"Credo che ti farò un pompino visto che sei qui in piedi"
"Attento però che non è per farti piacere, sono io che ho voglia e poi vorrò qualcosa in cambio.”
Il solo pensiero me lo fece drizzare ancora di più.
Me lo prese in mano e lo fece diventare ancora più duro, poi tenendo le palle in mano iniziò a succhiarmelo dalla cappella.
Il cazzo sparì dentro la sua bocca, lo succhiava in modo incredibile, era un dea del pompino.
Nel giro di pochi minuti raggiunsi l'orgasmo pur avvertendola di fermarsi, troppa eccitazione.
Giada si riempì la bocca senza sprecare neanche una goccia e mandò giù tutto, ma prima si scattò una foto per inviarla a Roberto.
Poi si alzò e senza togliere le mani dal mio cazzo, mi mise l’altra mano dietro la testa e avvicinò la sua bocca alla mia.
Tentai di resistere istintivamente, non volevo rischiare ingoiare il mio sperma!
Ma lei mi ficcò la lingua in bocca e iniziammo a baciarci.
Con la sua lingua in bocca e la sua mano sul cazzo mi stavo già eccitando nuovamente ma lei si fermò.
“Non sono la tua pompinara, avevo solo voglia di succhiare il cazzo e far incazzare Roberto che non può lasciare il lavoro".
Uscimmo dal bagno e sì accomodò sul divano e mi ordinò di toglierli i pantaloni.
Avevo ragione era senza mutandine, figa tutta depilata come la volta precedente.
Li sfilai, lei si mise davanti a me mettendomi la figa in faccia.
La mia bocca si tuffò sul suo sesso, presi a leccare con foga animale.
Usai la lingua come fosse un cazzo e picchiettai il clito senza pietà.
Ero indemoniato ed eccitato e dopo un po' iniziai ad usare anche le dita.
Sentivo il respiro di Giada sempre più affannoso e rumoroso.
Mi schiacciò la testa tra le gambe ordinandomi di continuare.
E chi smetteva?
Lei si contorse e si irrigidì fino a quando mi venne abbondantemente in bocca.
Mi ordinò di leccare il tutto fino ad asciugarla.
Non ancora soddisfatta Giada si girò e mi ordinò di leccarle il culo.
La vidi, continuava a scattare foto e inviarle al suo amante, poi gli mandò anche un vocale dei gemiti che gli stavo provocando.
Il suo culo era maestoso, fatto apposta per essere scopato.
Andai avanti fino allo sfinimento, con la mia lingua che si dedicava a chiappe e buco, fino a tornare sulla figa.
Giada ebbe un secondo orgasmo, fatto di grida e parole sconce sempre con invio al suo succube Roberto.
“Beh sei bravo lo riconosco” mentre mi faceva alzare e distendere sul divano.
Mi rilassò carezzandomi la testa per alcuni minuti.
Poi mi fece girare e appoggiare con la schiena al divano e mi infilò la lingua in bocca.
La mia lingua si intrecciò subito alla sua, ci scambiammo un bacio travolgente con abbondante scambio di liquidi.
Il mio cazzo era durissimo e svettante, pregustavo già la scopata del secolo
Ma lei si fermò e mi bloccò le mani che stavano dirigendosi verso il suo seno.
“Stai fermo! Sei stato bravo e hai fatto tutto quello che ho voluto, ma ricordati che il gioco lo comando io”
“Ma io…” provai a controbattere, lei mi infilò nuovamente la lingua in bocca.
Poi tornò a parlare.
“Silenzio! Decido io se e quando devi godere!" mentre si dirigeva verso il mobile davanti al divano.
Aprì un cassetto e tirò fuori dei preservativi.
Gli fece una foto e la inviò a Roberto con un vocale.
"Ora lo scopo con il culo" queste furono le sue parole.
Mi tirò un condom ordinandomi d'infilarlo.
Poi si avvicinò e si sedette sopra dandomi la schiena, aggiustando il cazzo sul buco del culo.
" Non devi toccarmi fino a quando non voglio io" mi ordinò mentre si stava penetrando.
Incominciò a muovere quel culo a mandolino, avanti e indietro e poi in modo circolare.
Poi mi prese una mano e me la mesi sul seno destro.
Incominciai a palparla e a stuzzicargli il capezzolo, la sua mano mi accompagnò alla vagina per masturbarla.
Tintillavo il clitoride con lei che mi incitava a farlo sempre più velocemente, ormai non ne potevo più.
Ebbi un orgasmo dentro il culo di lei che m'incitava sempre di più a farla godere di nuovo.
Squirtò come la prima volta, 3 getti che partirono violentemente dalla sua vagina per raggiungere il pavimento.
Dopo si fermò, si alzò per lasciarmi li con il cazzo moscio e dirigersi in bagno, non prima di aver fatto 2 foto e inviarle al suo amante.
Mi disse di rivestirmi e nel frattempo suonò il campanello.
Accorse alla porta per rispondere al citofono.
"Ciao Letizia, sali pure"
Poi si rivolse a me che ero sul divano che mi stavo allacciando le scarpe.
"Te stai zitto, non rispondere se non interpellato" mi disse in modo brusco.
Si aprì la porta, entrò una donna con i capelli color rosso arancio, alta sopra il metro e ottanta, giunonica nel fisico.
Aveva un vestito a fiori con un giubbino nero abbinato a degli stivali lunghissimi del solito colore.
Sentii che discutevano in cucina molto animatamente, soprattutto Giada parlava e l'altra ascoltava.
Parlavano di Roberto, di come l'altra donna poteva entrare nei lori giochi.
Poi venne in sala e mi presentò come il suo massaggiatore personale.
La spinse al muro e la baciò li davanti a me, in modo passionale ma senza perdere il controllo.
Poi l'accompagnò alla porta dicendogli di pensare attentamente a quello che si erano appena detto.
Mi fece attendere alcuni minuti, poi si affacciò alla finestra per vedere se era andata via per evitare che la incontrassi giù di sotto.
Ci salutammo sulla porta, mi baciò di nuovo ma questa volta a stampo dolcemente.
"Non ne fare parola con Roberto, se ti comporti bene vedrai che giocherai anche te con la mia amica".
Queste furono le sue ultime parole, prima che uscissi dal portone di casa.
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