Prime Esperienze
La linea 51 (Terza parte)

08.03.2019 |
192 |
0
"Solo a volte quando il mezzo era particolarmente affollato, si veniva ad appoggiare a me..."
Quel estate passò inesorabilmente . Nei mesi di Luglio e Agosto andai a fare la stagione in una località turistica della Liguria, e solamente nel mese di Settembre ebbi l' opportunità di andare a trovare Bianca Maria durante la pausa pranzo. Lei si dimostrò molto contenta di vedermi, e mi raccontò un po' della storia della sua vita. Scoprii che nonostante la sua giovane età era vedova da ben otto anni. Che era fidanzata da due con un ragioniere che lavorava in una grossa azienda che però aveva l' hobby della pesca e delle partite della Juventus, per cui quasi tutte le domeniche pomeriggio, lei era da sola. Era arrivata dalla Sicilia quattro anni prima e abitava con la sorella sposata ,nella stessa città della prima cintura dove abitavo io. Non usciva quasi mai di casa, perchè rientrava alla sera alle nove meno un quarto eccetto la domenica pomeriggio e il lunedì che era di riposo, essendo la pasticceria chiusa. Il fidanzato le era stato presentato dal cognato, che aveva insistito così tanto perchè si mettessero insieme, che lei aveva ceduto quasi per riconoscenza per il fatto che le desse alloggio. Il marito era deceduto a soli venticinque anni durante il tentativo di una rapina finita male ad un istituto di credito in Sicilia. Certamente una vita non facile alle spalle, ma nonostante la nostalgia che provava per la sua terra, incominciava ad abituarsi alla vita di Torino.
Mi fece una graditissima sorpresa. Ad Agosto era andata per dieci giorni a trovare i suoi genitori in Sicilia e durante la festa patronale del suo paese mi aveva acquistato un piccolo carrettino siciliano con i torroncini. La cosa mi fece molto piacere e mi vergognai un pochino per non aver pensato di regalarle qualcosa io. Rimediai un giorno. Passando davanti ad un fioraio vidi delle rose rosse bellissime, entrai e ne acquistai una. Quando gliela diedi si mise a piangere, e mi disse che mai nessun uomo in trentadue anni le aveva mai regalato un fiore. Mi strinse a se , mi abbracciò forte e
mi riempi di baci. Quel giorno facemmo l'amore nella sua mansarda con un trasporto ed una passione mai fatta prima.
Ad Ottobre ricominciai a prendere il 51 per andare a scuola, e dal martedì al sabato tutte le mattine vedevo Bianca Maria salire sull' autobus alla fermata successiva alla mia. Ogni volta sentivo un tuffo al cuore. Mi ero innamorato di quella donna dolce e allo stesso tempo molto passionale. Mi rendevo conto che a sedici anni non era possibile avere un rapporto stabile e alla luce del sole con una donna che aveva quattordici anni in più di me. Oltretutto ai tempi, la maggiore età era a ventun anni e se per caso qualcuno avesse saputo del nostro rapporto lei rischiava una denuncia penale.
In effetti quando lei saliva sull' autobus non mi dava nessun tipo di confidenza. Mi sorrideva solamente e si metteva al solito posto vicino al finestrino. Solo a volte quando il mezzo era particolarmente affollato, si veniva ad appoggiare a me.
Un giorno, prima della feste natalizie, le scrissi un biglietto con tutti i cuoricini, dichiarandole il mio amore. Aspettai il momento opportuno e glielo misi nella tasca del cappotto.
Il giorno successivo, quando scendemmo al capolinea di Porta Susa, mi chiamo ,mi diede una lettera e mi disse di leggerla bene.
Non aspettai di arrivare a scuola per leggerla...Entrai nella stazione e seduto su una panca ne lessi il contenuto. Mi vennero le lacrime agli occhi...Bianca Maria ,mi diceva che anche lei si stava innamorando di me, e che la cosa la spaventava al punto da non riuscire a riposare di notte. Che non dovevamo frequentarci più e che il nostro era un amore malato. Che se continuavamo a frequentarci, prima o poi sarebbe successo che qualcuno se ne sarebbe accorto e che ne sarebbe scaturito uno scandalo. Mi chiedeva perdono per avermi in qualche modo illuso. Altresì mi diceva che anche lei si era innamorata di me e che tutte le sere ,nel buio della sua camera, si toccava pensando che lo stessi facendo io, fino a che non raggiungeva l' orgasmo. Però non era più possibile continuare quella relazione, per il bene di tutti e due.
Mi sembrava di morire. Quel giorno,non riuscii nemmeno a seguire le lezioni, la mia testa era solo ed esclusivamente rivolta al pensiero che non avrei più avuto la possibilità di baciare e amare quella stupenda donna.
Il giorno successivo, con enorme sofferenza non vidi salire sul autobus Bianca Maria. Ne quel giorno ne gli altri a venire. Pensai ad un' influenza che la tenesse a casa dal lavoro. Poi quando rientrai a scuola dopo le feste natalizie, non la vidi più, capii che qualcosa era cambiato. Seppi che stava prendendo l' autobus successivo al mio, per non incontrarmi.
Stavo soffrendo come un cane ...Non riuscivo più a combinare niente, andavo male a scuola, lasciai la mia ragazza ufficiale, non uscivo più con gli amici e sopratutto non andavo più a suonare.
Nel mese di Febbraio presi il coraggio a quattro mani e facendo vela a scuola, andai in corso Vittorio Emanuele II dove lavorava lei, e mi misi ad aspettarla alla pausa pranzo nascosto dietro ad una colonna dei portici. Quando uscì per abbassare le serrande, la chiamai e mi disse “Cosa fai qui?
Ti avevo detto che non dovevamo più vederci” Le risposi” Volevo solo vedere come stavi” Allora lei guardandomi mi disse “ Vieni su con me che ti devo parlare” Quando fummo sul ascensore mi accarezzo il viso e mi disse “Ti vedo sciupato, e immagino il motivo” Mangiammo delle melanzane alla parmigiana che aveva preparato lei. Dopo il caffè, mi disse “ A Giugno mi sposo” Sentii una pugnalata al cuore, ma cercai di dissimulare. Chiesi se era il ragioniere ed ebbi risposta affermativa.
Allora le obiettai che mesi prima mi aveva detto che non era innamorata di quel uomo e ora di punto in bianco lo sposava. Mi disse che era la cosa giusta che doveva fare, aveva bisogno di rifarsi una famiglia ,e visto che non poteva farlo con la persona che amava, lo faceva con una persona che le garantisse una sicurezza economica. Mi chiese piangendo di dimenticarla, che lei non era donna per me. Mi abbracciò, mi baciò e mi spinse nella cameretta dicendomi “ Per l' ultima volta, amiamoci e poi ognuno per la propria strada” Facemmo l'amore con rabbia. La baciai dappertutto, la penetrai con violenza. Volevo quasi farle del male per farle capire quanto ne stava facendo a me lasciandomi. Ad un certo punto mi fermo e mi disse”Voglio darti una cosa che non ho mai dato a nessuno” Rimasi perplesso e le chiesi cosa doveva darmi. Lei mi disse “La mia seconda verginità”
Non capivo...Ebbi tutto chiaro, quando lei andò in cucina e tornò con la bottiglietta del olio Jonshon Baby e mi disse di ungerle il culetto e di ungermi il membro. Mi aiutò a penetrarla indirizzandomi con la mano. Mi disse di fare piano e di smettere subito se le stavo facendo male e che lei avrebbe cercato di sopportare l' eventuale fastidio. Quando fui dentro sentivo un calore mai provato e una sorta di anello che mi stringeva il membro .Sentivo lei che soffriva, e le chiesi se dovevo smettere. Lei mi disse di proseguire perchè incominciava a sentire un piacere che si diffondeva dalle sue viscere alla schiena e alla vagina. Dopo circa cinque minuti, sentii che stavo per venire e lo dissi a Bianca Maria che a sua volta incominciò a contorcersi e sentivo chiaramente le contrazioni del suo ano sul mio membro e allo stesso tempo percepii un fiotto caldo come la pipì che sgorgava dalla sua vagina. A quel punto esplosi il mio piacere nelle sue viscere e caddi stremato sul letto, mentre lei continuava ad avere dei sussulti orgasmici. Dopo un periodo di rilassamento , nel quale ci scambiammo delle coccole e dei teneri baci , ci rivestimmo e lei mi disse “ Adesso vattene e non farti mai più vedere. Non cercarmi più”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per La linea 51 (Terza parte):
