Desideria

Benedetta, una ragazza di diciasettenne, all’epoca era una grassona.
Il grasso era distribuito egualmente su tutto il corpo.
Un pomeriggio che era sola in casa, i genitori erano al lavoro e Marco (suo fratello) a studiare a casa di un amico, senti bussare alla porta.
Ando ad aprire e si trovò difronte Giovanni.
Giovanni era un uomo maturo di quarant’otto anni che abitava sullo stesso pianerottolo.
Benedetta: Ciao Giovanni che c’è?
Giovanni: Cercavo Marco perché ho problemi al computer e volevo un aiuto
Benedetta: Marco non c’è sono sola, se vuoi ti offro il caffè
Giovanni: Con piacere
Benedetta fece accomodare Giovanni sul divano in camera da pranzo e lei andò in cucina a preparare il caffè.
Ritorno con due tazzine di caffè e dopo averne offerta una a Giovanni si accomodò anche lei sul divano a sorseggiare il caffè.
Parlando di come scorreva la vita quotidiana e Giovanni la vide molto depressa ed istintivamente disse “Sei ancora vergine?”
Benedetta: Si, chi vuoi che mi consideri con tutto questo grasso addosso
Giovanni: Ti masturbi?
Benedetta: Si furiosamente
Giovanni: Quando hai incominciato a masturbarti?
Benedetta: Non lo so l’ho fatto da sempre è una cosa meccanica che mi fa dimenticare la grassezza per qualche minuto
Giovanni l’accarezzò dolcemente e gli prese i piedi e li poggiò sulle sue gambe.
In quella posizione Giovanni riusciva a guardargli le gambe fino alle mutande.
Con delicatezza dopo avergli tolto le scarpe incominciò un massaggio rilassante ai piedi facendogli sciogliere tutta quella tensione che aveva dentro.
Benedetta reagì al massaggio distendendosi completamente sul divano ed allargando giusto quel tanto le gambe per permettere a Giovanni di guardare la passera coperta dagli enormi slip.
Giovanni diventava sempre più audace. Le mani erano salite fino alle gambe sfiorandogli gli slip. Benedetta completamente rilassata si era lasciata andare, per la prima volta si stava avverando l’oggetto delle sue masturbazioni quotidiane.
Giovanni con gesto deciso afferrò gli slip con entrambe le mani e glieli sfilò buttandoli a terra.
Benedetta mai avrebbe immaginato una cosa del genere e pertanto lo assecondava.
Giovanni: Lo vuoi?
Benedetta: Si
Proverai un poco di fastidio iniziale ma poi sarà bellissimo
Benedetta: Si
Giovanni le alzò il vestito sopra la pancia e dopo essersi tolto i pantaloni e gli slip, mettendo in mostra un cazzo durissimo.
Le allargò le gambe e si posizionò sopra di lei.
Giovanni: Sei pronta
Benedetta: Si
Giovanni: Dimmi tu quando devo fermarmi
Con la mano afferrò il cazzo e lo posizionò davanti alle labbra della fica di Benedetta e diede una leggera spinta per entrare.
Benedetta: Hai, mi brucia
Giovanni: Cosa faccio?
Benedetta: Continua
Giovanni diede un altro colpo e il cazzo entrò tutto dentro. Benedetta non avrebbe mai immaginato così tanto piacere e si divincolava sotto il corpo di Giovanni. Le mani gli afferrarono il culo così poteva spingere ancora più dentro quel cazzo paradisiaco.
Già al sol pensiero Benedetta aveva raggiunto il primo orgasmo ma adesso era diventata un fiume in piena.
Benedetta: Non ti fermare voglio godere ancora di più
Giovanni ci dava dentro a tutta forza e per entrare ancora più in profondità le aveva afferrato le gambe e se l’era portate sulle spalle. Era tutto dentro di lei fuori erano rimasti solo i coglioni.
Giovanni andò avanti per un tempo infinito fino a quando a culmine del godimento tirò fuori il cazzo e le versò tutta la sborra sul vestito arrivando fino ai capelli.
Mentre stavano ricomponendosi suonarono.
Velocemente si ricomposero e Benedetta andò ad aprire.
Era la moglie di Giovanni che le chiese se il marito era da lei perché aveva perso le tracce.
Benedetta: Scusami ma lo colpa è mia perché gli ho offerto il caffè e poi ci siamo messi a parlare e non ci siamo resi conto che si era fatto tardi.
La moglie molto garbatamente chiamò Giovanni ed insieme fece ritorno alla loro casa.