lesbo
Le sorelline
di bube
22.07.2024 |
563 |
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"Le stuzzico i capezzoli; gliene sfioro uno con le labbra poi dolcemente glielo prendo in bocca e succhio teneramente..."
La mia sorellina trema, rabbrividisce: è bastato carezzarle le tettine, subito si sono indurite e lei respira fitto.Allora mi chino su di lei. Le stuzzico i capezzoli; gliene sfioro uno con le labbra poi dolcemente glielo prendo in bocca e succhio teneramente.
"No no no ti prego cosa fai... oddio no ti prego..."
"Perché no? Non ti piace?"
Lei geme, sospira. Mormora qualcosa che non capisco, allora accosto l'orecchio alla sua bocca e la prego di ridirlo.
"Ssssì... Ma non... Non si deve fare questo... Fra sorelle..."
"E perché no? Ci vogliamo bene, tu sei il mio angioletto, mi piace baciarti, ti bacerei tutta... Cosa c'è che non va?"
"C'è che queste sono... come dire... Cose da innamorati, cose da amanti..."
"Ecco, brava: e io ti amo, cosa c'è di male? Lasciati baciare angioletto, lasciati andare, se ti piace..."
Arrossisce, sospira, chiude gli occhi. Le bacio l'altro capezzolo e le faccio una leggerissima carezza fra le gambe, infilando la mano nelle mutandine. Mi intenerisce e insieme mi eccita carezzarle la vulva liscia, ancora implume: ben diversa da una depilata.
Lei mormora ancora qualche debole protesta, qualche 'no, ti prego', poi un lungo sospiro e si abbandona alle mie carezze.
"Togliti le mutandine," le sussurro. Lei trema, mugola qualche no, ma io insisto e alla fine, con un lungo sospiro, obbedisce.
Ed è tutta nuda adesso.
Nuda, liscia, tenera, indifesa. Le succhio di nuovo i teneri capezzoli rosa, la masturbo dolcemente: i suoi 'no' sono sempre più deboli, e finalmente si lascia andare: si rilassa, non reagisce mentre le apro le gambe; ancora un timido tentativo di difesa mentre scendo coi baci, e poi si abbandona a godersi la mia bocca calda, la mia lingua umida, che si uniscono ai teneri labbri della sua dolce fichina; e la lecco, la bacio, la succhio; faccio correre la lingua dalla sommità della vulva giù fino al tenero buchino rosa palpitante del suo bel culetto.
Poi tento l'ultimo azzardo: la scavalco, le offro fra le cosce aperte il mio fiore umido di piacere, e la lecco più abilmente che posso. Lei ansima, geme, trema; e infine ecco, sono vinta dall'emozione e dal piacere, la mia tenera sorellina mi sta baciando la fica, me la lecca timidamente, ansimando.
Le succhio avidamente la giovane vulva, la apro, la lecco tutta, le lecco il buchino del culo.
La sento mandare piccoli gemiti, piccoli gridi sommessi, mentre la sua lingua corre sempre più veloce.
E poi si inarca con un lungo gemito, e trema, sussulta: sta godendo il mio angioletto, dalla sua giovane vagina colano gocce di miele acre, eccitante, odoroso, che io lecco avidamente; finché con un lungo sospiro si abbandona sospirando a occhi chiusi.
Mi rigiro, la abbraccio, le copro il viso di teneri baci che lei ricambia a occhi chiusi, con un lieve sorriso sulle labbra.
"Ti odio" mormora sorridendo, arrossendo.
"E perché?"
"Perché mi hai insegnato queste cose... E vorrei farle ancora!"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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