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Collisione


di bube
24.08.2024    |    5.935    |    11 9.8
"La signora si informa col pilota del soccorso, quindi mi prende per mano e mi conduce come una bimba fino alla sua auto: una Range Rover quasi nuova, ..."
Succede tutto in meno di due secondi: il passeggino che sbuca fra le auto parcheggiate, fuori dalle strisce; io che istintivamente freno e scarto a sinistra, e la botta contro il SUV che arriva dalla parte opposta. Ovviamente la mia 500 ha la peggio, l'anteriore sinistro e tutta la fiancata demolite, non so il SUV che danni possa aver subìto; in un attimo mi figuro cosa mi attende: la 500 da rottamare, danni per il SUV che spero la mia assicurazione possa risarcire, e un futuro di bicicletta e camminate. Poi un coro di clacson; riesco ad accostare a destra anche se lo sterzo non funziona bene e la ruota striscia contro la carrozzeria accartocciata.
Intanto una signora si è avvicinata, mi bussa allo sportello, mi chiede ansiosa se mi sono fatta male; la tranquillizzo, credo di no; domando del passeggino, lei fa una smorfia: "quella lì se l'è squagliata, ed è bravo chi la trova. L'importante è che tu sia tutta intera." E mi sorride. "Scendi, dai; ho chiamato il carro attrezzi, non ti preoccupare, pensa a calmarti."
La portiera sinistra è inchiodata, scivolo dall'altra parte ed esco. Quando mi sporgo a guardare la mia vecchia cinquecentina, mi viene da piangere: ho paura che non sia nemmeno riparabile, mi sa che il danno supera il valore della mia vetturetta.
Chiedo alla signora che danno abbia avuto, la rassicuro sul rimborso, la mia assicurazione pagherà senz'altro, "sa, non ho mai avuto incidenti," le dico e intanto non riesco a trattenere le lacrime.
Per fortuna la signora resta con me, finché arriva il carro soccorso e aggancia la mia povera vettura. La signora si informa col pilota del soccorso, quindi mi prende per mano e mi conduce come una bimba fino alla sua auto: una Range Rover quasi nuova, ovviamente danneggiata, ma in confronto alla mia sembra una cosa da poco.
Mi fa salire, sale a sua volta; "Io mi chiamo Valeria, e tu?" La guardo smarrita; cerco nella borsetta, forse devo darle un documento? Ma lei ride: "non ti ricordi più il tuo nome?" Rido anch'io fra le lacrime, "ma no; io sono Giulia; solo credevo che le servissero i documenti per… per l'incidente…" "Tranquilla Giulia; adesso andiamo a casa mia, ci beviamo un caffè, un tè, quello che vuoi. Devi avvisare qualcuno?" "No, no… Io vivo con un'amica, i miei sono lontani, meglio di no."
Mentre parliamo mi riprendo un po'; Valeria è serena, si comporta come se non fosse successo nulla e riesce a tranquillizzare anche me. Dopo un quarto d'ora mi accorgo che siamo arrivate in un garage sotterraneo; mi fa scendere, mi prende per mano, saliamo in ascensore fino al suo attico. E lì resto incantata: un grande soggiorno tutte vetrate, un ampio terrazzo e laggiù il panorama mozzafiato della città, la cupola della cattedrale, l'Arno che serpeggia fra le vecchie case del centro storico.

"E' un paradiso la sua casa!" Lei fa un sorriso mesto; "un paradiso senza angeli non è un paradiso." La guardo in silenzio per qualche secondo, e poi: "ma lei vive sola? Possibile?" "Possibile sì. Ho avuto una compagna, per qualche anno; credevo che non sarebbe finita mai, questa storia; invece… Puff! un bel giorno la bolla di sapone è scoppiata. Hai presente quanto è bella una bolla di sapone? Leggera, colorata, iridescente; ma fragile, anche." Si gira, va verso il mobile bar, tira fuori due bicchieri. "Che ne dici, facciamo un brindisi?"
"Un brindisi a cosa?" Le chiedo.
"Al domani. Ai problemi di oggi che domani saranno risolti; alle cose rotte che si possono aggiustare, ma anche a quelle senza rimedio, per dimenticarle. Cosa preferisci? Una cosa forte, o leggera?" "Leggera, la prego!"
Prepara rapidamente due spritz, aggiunge un po' di ghiaccio. "Senti Giulia: hai impegni stasera? La tua… compagna ti aspetta?"
Scuoto la testa: "non è la mia compagna, viviamo insieme per dividere le spese, nient'altro."
"Allora ti va di mangiare un boccone insieme a me?" "Ma... Non vorrei disturbarla…" "Per favore, che disturbo? Mi fai un regalo!" E siccome mi vede titubante aggiunge: "se non un regalo, allora me lo devi come risarcimento per l'auto, no? E poi, ti prego: smettila di darmi del lei, va bene che avrò il doppio dei tuoi anni, ma questo 'lei' mi invecchia. Allora, coraggio: dimmi 'va bene Valeria, stasera sto con te; coraggio, dimmelo."
Mi faccio forza, le sorrido e arrossendo sussurro: "va bene Valeria, stasera sto con te."

"Grazie amore…" Sussurra. Poi mi prende per mano, mi fa alzare; mi abbraccia; mi solleva il mento con due dita, e mi bacia sulla bocca. Ha una bocca morbida, tenera direi; ma poi sento la sua lingua. Vorrei staccarmi, dovrei farlo, no? Io non… E invece chiudo gli occhi e mi lascio baciare, non solo, apro le labbra, apro la bocca e accetto questo bacio che non è tenero, non è amichevole, cosa sto facendo? Le metto le braccia al collo, aderisco a lei e il bacio continua, mentre sento il suo pube muoversi strofinandosi lentamente contro il mio. E poi è come un sogno: la seguo a occhi chiusi mentre mi conduce per mano in camera sua, mi spinge lentamente contro il letto, e resto lì, in piedi, le gambe contro il bordo del letto, a farmi spogliare a occhi chiusi. Sono la sua bambola, penso; sta giocando con la bambola, adesso mi spoglia, ma ce l'avrà un altro vestitino per me? Le sue mani mi lasciano per qualche secondo; socchiudo gli occhi, Valeria si sta spogliando, in un attimo è nuda: la guardo senza parlare: ha il seno piccolo ma ben formato, il ventre piatto, è tutta depilata, abbronzata e sembra una ragazzina.
"Sei bellissima Valeria…" Le sussurro.
"Sei bellissima tu, amore."
Mi spinge sul letto, non posso far altro che lasciarmici cadere sopra; poi chiudo gli occhi, e comincia il delizioso supplizio: le sue mani lievi che mi percorrono, mi esplorano dappertutto; la sua bocca sulla mia, mentre le sue dita già mi stuzzicano fra le gambe.
Non è possibile, mi dico: non sono lesbica io… Ma allora come mai questi brividi, questo piacere sottile, questo desiderio che lei non smetta di carezzarmi, di baciarmi? Mi ha stregata, chissà cosa c'era nello spritz. Oppure no, è mio questo piacere, questo desiderio?
Mi morde leggermente i capezzoli, tremo, mugolo qualche no, ma dentro di me la sto implorando con cento sì, che non smetta, che continui, che mi faccia di più, di più.
Ora la sua bocca scende lentamente dal seno al ventre, e la sua lingua disegna sentieri di piacere. Cerco di proteggermi con le mani. Valeria mi prende i polsi, li allontana. Chiudo le cosce, ma lei ride; mi morde dolcemente il seno, mi succhia i capezzoli e mi sussurra: "apriti tutta amore, lasciati guardare, lasciati baciare…"

Obbedisco, non posso far altro; mi ha stregata, ipnotizzata, non so cosa mi succede. Mi sento arrossire mentre apro le gambe, e le sollevo come lei mi ordina; e poi sento come una scossa elettrica che parte dalla fica, sale facendomi inarcare la schiena, raggiunge il cervello; Valeria mi sta baciando lì, mi vergogno addirittura a pensarlo, ma il piacere che suscita in me è più forte della vergogna, e mi abbandono a quel bacio incredibile, fino a implorarla, a chiederle di più, a chiederle ancora Valeria, sì sì sì amore mio ancora, mi fai impazzire mi fai morire!
E per la prima volta mi godo un vero orgasmo, scosse di piacere intenso che mi fanno rabbrividire, sussultare, mentre le spingo la fica conto la bocca, contro quel serpentello abile della sua lingua.
Poi mentre riprendo fiato lei sale da me; apro gli occhi, mi sta sorridendo; arrossisco, chiudo gli occhi: "Valeria io… tu…" Non so cosa dire, lei mi bacia teneramente a lungo in bocca, e poi: "hai detto una cosa bellissima, sai?"
"Ma cosa ho detto?"
"Hai detto: io, tu."
Non la smetto di arrossire, ma riesco a guardarla; "e adesso?" Le chiedo sospirando.
Lei sorride. "Chi lo sa? Prendiamo le cose come vengono. Senza progetti, senza impegni. Se vorrai venire a stare con me, mi farai il regalo più bello della mia vita. Se no, e se verrai ogni tanto a trovarmi, sarò felice almeno in quelle occasioni."
"E se… Se non me la sentissi, se volessi invece scappare via?"
"Non potrei trattenerti, povera me. Ma non me lo dire, ti prego."
Ha un'aria talmente afflitta che non posso fare a meno di abbracciarla forte, e ci avvinghiamo in un bacio che sembra non finire mai. Poi mi stacco; "Valeria, io… Non so se ne sarò capace, ma vorrei tanto…" Non riesco a proseguire, il solo pensiero mi fa arrossire; spero che mi abbia capita, e che io non debba usare le parole per esprimere il mio desiderio.
Ma certo che mi ha capita; mi sorride, si sposta un po', si sdraia poggiando le spalle alla testata imbottita; e apre le gambe, lentamente, sollevando le ginocchia.
Cerco di imitarla meglio che posso; comincio a leccarle i capezzoli, a succhiarglieli, e mi rendo conto che la cosa mi eccita: mi piace sentirli indurire sotto i miei baci, mi dà come una sensazione di potere; poi la bacio dove immagino sia sensibile come me, e lo è anche lei: le viene la pelle d'oca, sospira, mugola qualcosa, e mi accorgo che si sta masturbando! Mi viene da ridere. la sgrido: "via le mani da lì sporcacciona!" "E se no?" Mi chiede con aria combattiva. "Se no, smetto subito e me ne vado!"
Obbedisce immediatamente, e ricomincio a baciarla dove avevo smesso: i capezzoli, le ascelle, mentre lei rabbrividisce e trema. Poi scendo giù, mi fermo a morderle piano i fianchi facendola gemere; però voglio andare avanti. Ed eccola la sua bella fica liscia, tenera, indifesa. Mi sento strana, come se sapessi esattamente cosa fare, come se non avessi mai fatto altro.
La sua fica ha un odore intenso, eccitante, per niente disgustoso come temevo; sicché non aspetto altro, comincio a vibrare la punta della lingua in alto, dove a me piace tanto stuzzicarmi la notte, quando non riesco a prendere sonno. Valeria dà in smanie, geme, trema, guizza sporgendo il pube ad offrirsi meglio.
Sto leccando la fica di una sconosciuta, penso; mi sto comportando come una lesbica ninfomane, possibile? Ma io non lo sono, lo so di non esserlo, eppure mi piace: mi sento perversa, mi prude la fica, non oserei mai chiederlo ma mi piacerebbe che ce lo facessimo a vicenda insieme.
Valeria manda un lungo gemito, si inarca, si contrae rapidamente tre, quattro volte e gode, mi gode quasi in bocca, mentre io beatamente lecco, succhio, assaporo deliziata il suo miele d'amore.
Resto lì ancora un po', voglio succhiarla tutta; ma lei mi prende per le mani, mi tira su, mi abbraccia. "Ma allora anche tu…" Rido, le faccio un bacio sulla punta del naso; "no, io no; non le ho mai nemmeno pensate queste cose, sei stata tu che mi hai contagiata! Ma lo sai? Mi piace, mi piace darti piacere, mi piace sentirti godere, è una sensazione… come dire? Di potenza!"

Ci baciamo, lei mi carezza dappertutto, sento che mi torna la voglia.
"Valeria...?"
"Sì amore?"
"Lo facciamo insieme…?"
Mi ha capita al volo. Mi fa mettere a cavalcioni su di lei, al contrario; spalanca le gambe e le solleva, è tutta aperta ad aspettare i miei baci, e poi ci uniamo a leccarci, a succhiarci, a infilarci le dita dappertutto, e scopro un altro angolo di paradiso, la sua lingua che guizza sul mio buchino del culo; la imito; lei geme, si dimena: "amore le dita, infilami le dita anche lì…" Sussurra fra una leccata e l'altra; sussulto mentre sento un dito di lei (o sono due?) penetrarmi l'ano; e ci portiamo al piacere insieme, dita infilate, lingue che corrono, fino al godimento simultaneo, potente, assoluto.
L''ultimo, per stasera.
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