lesbo
La sorella di Claudia
di bube
08.07.2024 |
10.036 |
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"Il suo sapore è quel che speravo: odore di pulito, ma anche, intenso, il sentore del godimento che già la fa rabbrividire..."
Suonano alla porta; dallo spioncino vedo chi è: una ragazza, no mi pare di conoscerla. Le apro, lei mi fa un sorriso timido ma non parla. "Posso aiutarti?" Le chiedo. Lei fa un sospiro, si lecca le labbra; "io... Mia sorella veniva a lezione da lei, prima di partire per Londra. Si chiama Claudia, se la ricorda?""Claudia... Sì, certo. E allora? Ti ha mandata lei?"
"No, no; solo che… Claudia mi ha raccontato delle cose belle su di lei, e di tutto quello che le ha insegnato. Così mi sarebbe piaciuto fare la sua conoscenza."
Mi parla con gli occhi bassi, poi alza il viso e mi fa un sorriso timido.
"Vorresti fare anche tu un corso di scrittura creativa?"
"Mi piacerebbe, ma... Ecco, forse non me lo posso permettere; io sto ancora studiando, non lavoro e insomma, soldi ne ho appena quanto basta per mantenermi."
La guardo sorridendo. "Entra, dai, che ne parliamo." Mi segue obbediente, mi dà il piumino. La guardo bene, è proprio una bella ragazza; ora mi torna in mente Claudia, ovviamente le somiglia ma era molto diversa da questa, che ha l'aria timida, mentre Claudia era una matta scatenata.
"Lo vuoi un caffè?"
"Sì, grazie signora."
"Mi chiamo Ludovica; per le amiche, Luvi; e tu?"
"Caterina, per le amiche Kati."
Le faccio un bacio all'angolo della bocca. Lei sospira e me lo rende.
"Dai, vieni in cucina che parliamo mentre il caffè passa. Poi salto i preliminari e le chiedo: "Claudia ti ha raccontato molto di noi, immagino."
"Sì signora…"
"Luvi."
"Sì Luvi… Molto; anzi, tutto."
"E ti sei scandalizzata?"
"Ma no, certo! Ho letto il suo libro, sa? Lei ha scritto delle cose deliziose sull'amore saffico. Con Claudia ne abbiamo parlato a lungo; e addirittura…" Arrossisce, fa una risatina. "Beh, insomma, siamo arrivate al punto, con mia sorella, di fare… L'amore fra noi."
Il caffè gorgoglia. Lo verso in due tazzine. "Ci metti zucchero, latte, o cosa?" "Chissà se ha anche del latte condensato?"
Rido, le faccio un ganascino: "ti ha raccontato anche questo Claudia?" Lei arrossisce e fa cenno di sì. Condisco i caffè e ce li beviamo in silenzio. Poi la prendo per mano e me la porto in camera mia.
In silenzio; non servono le parole.
La spoglio lentamente, lei sospira, si lecca le labbra, si lascia denudare. Mi spoglio anch'io, poi la spingo sul letto, dove lei si lascia cadere sdraiata.
La bacio, stavolta un bacio vero, umido, succoso. Le lecco il collo, facendola rabbrividire. Le succhio i capezzoli: ha due tette piccole ma perfette, e i capezzoli subito rispondono ai baci: pelle d'oca dappertutto, vampata di rossore.
A occhi chiusi, ansima e mugola qualcosa, ma a che serve parlare, sono i nostri corpi che comunicano: mentre continuo a succhiarle i capezzoli, ora induriti come chicchi d'uva passa, lei mi palpa le natiche facendomi sentire le unghie.
Mi sollevo a guardarla. Le sorrido. "Apri le gambe." Obbedisce. "Tira su le ginocchia, apriti."
La sua tenera fica, morbida, liscia, implume, è una bocca che aspetta solo i miei baci.
Il suo sapore è quel che speravo: odore di pulito, ma anche, intenso, il sentore del godimento che già la fa rabbrividire.
A bocca aperta sulla sua fica, succhio e lecco dolcemente.
Lei si dimena lentamente, dal petto al ventre al pube il respiro la percorre come un'onda. E poi gode: un lungo gemito, tre, quattro contrazioni, mentre dai labbri della sua tenera vulva stillano piccoli lenti fiotti del suo piacere.
La lascio riprendersi, ma adesso non posso aspettare troppo, ho voglia di lei. E' diversa dalla sorella, Claudia era una strega d'amore scatenata, lei invece è più morbida; non passiva, ma tenera, quasi timida, e mi risveglia gli istinti più nascosti.
"Te l'ha detto Claudia cosa mi piaceva farmi fare?"
"Sì, tante cose..." Sospira lei.
"Tante cose è un po' generico. Prova a ricordarti, piccola!"
E si ricorda. Molto bene.
"Si metta in ginocchio, Luvi. E poggi la testa sul cuscino."
Lo faccio, aspettando con ansia quello che spero debba succedere.
Mi sembra di rivivere i momenti migliori con Claudia, ma è Kati adesso: più giovane, apparentemente timida, ma piena di voglia anche lei: ed ecco, sento il suo respiro caldo fra le cosce, poi le sue mani che mi palpano le natiche, me le divaricano; la sua manina che scivola fra le cosce a carezzarmi abilmente la fica che già stilla gocce di piacere; poi le sue dita che raccolgono il mio miele, lo spalmano sull'ano; e infine sì, prima un ditino di lei che mi penetra lentamente, si muove dentro e fuori spremendomi guizzi di godimento; e la sua bocca, la sua lingua, che mi regala momenti di piacere puro, fino all'orgasmo pieno, potente.
Dopo ci ritroviamo abbracciate a baciarci languide, a sussurrarci tenere oscenità, a descriverci i piaceri provati e quelli ancora desiderati. Mi scappa una risatina, lei mi guarda stupita: "perché ride, Luvi?"
"Perché immagino la scena se mai tu fossi una che frequenta la chiesa e si confessa."
"Ma sì, frequento la chiesa e mi confesso."
"Davvero?"
"Certo."
"E ti confessi bene? Racconti tutto?"
"Dipende dal confessore; certe volte capita uno di quelli che vogliono sapere tutto, anche i particolari. E allora…" Si interrompe con una risatina. "Dai, dimmi!"
"Allora gli racconto tutto, proprio tutto; ma mentre lo faccio, io… Mi masturbo!"
La guardo sbalordita. "Sei proprio una puttanella senza freni, tu! E non ti vergogni?"
"Io? Dovrebbe vergognarsi lui, invece, no?"
Le mollo uno sculaccione, lei sussulta e ride. Un altro: le piace, evidentemente. La sculaccio un po', poi le dico: "Giochiamo al confessore, adesso. Vieni qui:" vado a sedermi su una poltroncina, lei si inginocchia accanto a me, e si confessa: non solo dei 'peccati' con la sorella, ma anche dei più recenti, appena commessi. Io sospiro: quanto mi piacerebbe avere un cazzo adesso, e darglielo da succhiare per penitenza! Ma da buon confessore le impongo di descrivermi con cura i particolari, e intanto apro le gambe, sporgo il culo in avanti, e la mia piccola penitente comincia a baciarmi i piedi, a succhiarmi le dita, e già questo mi manda molto vicino al piacere; poi mi masturbo con due dita, le insaporisco ben bene, e gliele offro da succhiare. La mia tenera puttanella non si lascia pregare, lecca e succhia, e dopo avermi ben ripulite le dita, mi infila le sue dentro, quindi guardandomi le lecca, le succhia, le ripulisce ben bene e ricomincia.
"Adesso nel culetto, amore mio…"
Obbediente me le infila nell'ano, un dito, due dita, e non posso fare a meno di masturbarmi un po' nel frattempo; per poi godermi lo spettacolo di lei che socchiudendo gli occhi se le infila lentamente in bocca e le succhia.
Ma adesso le impongo la penitenza: dieci sculaccioni. Mi si mette coricata sulle gambe, e contando lentamente le somministro i dieci colpi, godendo dei suoi sussulti, e delle sue natiche belle sode che si arrossano sotto i colpi.
Alla fine le ordino di riempirsi le dita di saliva e di spalmarsela bene lì. Obbedisce sospirando. Quindi ne approfitto, il suo bel culetto è sì piccolo e stretto, ma anche elastico, e cede volentieri alle mie dita avide.
Poi basta giocare, la faccio alzare, mi alzo a mia volta e la spingo sul letto, dove ci avventiamo in un sessantanove da sogno: lingue e bocche e dita, fiche e culetti, ci togliamo tutti gli sfizi giocando a chi gode prima, o a chi gode dopo, inventandoci penitenze tenere ed eccitanti, fino a giacere abbracciate, esauste, capaci solo più di qualche tenero bacio.
Ma ogni cosa bella ha una fine; certo ci saranno altre occasioni, molte altre spero; ma adesso gli impegni di sempre hanno il sopravvento; è ora di chiudere, di dirci arrivederci. "Andiamo in bagno, cucciolina."
Mi sta quasi scappando la pipì, mi siedo sul wc e con un sospiro la lascio andare. Lei vorrebbe lasciarmi sola, ma la tengo per mano. "A te non scappa?" "Beh..." mormora arrossendo. "Vieni qui ciccina: mettiti a cavalcioni su di me, dai. E adesso lasciala andare!"
Così mi godo quest'ultimo guizzo di piacere, lei che arrossisce e chiude gli occhi, la sua pipì calda che mi scroscia addosso, io che apro le gambe e mi godo la sua eccitante pioggerella. E poi ancora un bacio, mentre lei si dimena e stringe i muscoli per le ultime gocce.
Dopo, doccia veloce insieme, quindi accappatoio. Il più bel giorno da che Claudia era sparita si è concluso; ma lo sappiamo già, questo è solo l'inizio di un'altra bella, dolce, eccitante storia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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