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Gay & Bisex

turno di notte


di Membro VIP di Annunci69.it orsonaked
13.11.2016    |    15.026    |    4 6.7
"Tutto chiaro"? Annuii distrattamente pensando a che lavoro del cazzo fosse mai..."
"Luca....Lucaaaaaa"
La mia collega, affacciata dall'alto della linea di montaggio si sbracciava come una pazza; le feci segno che avevo le cuffie di protezione per i timpani, dato l'elevato rumore e di aspettare che l'avrei raggiunta a breve.
- " Il capo ti vuole in ufficio" mi disse senza guardarmi in volto, una volta raggiunta in corsia: " sai bene che cosa deve comunicarti". Dopo 3 anni di turno diurno, quello stronzo del mio capo aveva deciso di prestarmi al turno della notte.
- "Sei uno dei miei elementi migliori e il capo reparto del turno A e' un caro amico: mi ha chiesto un valido aiuto, posso mandare solo te" disse rollando con la lingua il sigaro che stava fumando.
Accennai a una debole protesta ma tanto sapevo che non sarebbe servita e infatti mi allungo' la lettera di presentazione: " Vedrai che non starai male e poi e' solo per due settimane, non morirai"! Il lunedi alle 22 ero quindi nel mio stesso reparto ma con volti completamente diversi che mi circondavano, persone mai viste prima e moltissimi lavoravano li da molto piu' tempo di me. Il capo reparto, molto velocemente e distrattamente mi assegno' il posto sulla linea di montaggio e mi ritrovai subito dopo uno scimmione pelato con due folti baffoni sotto il naso che si dimostro' da subito un volgarissimo giullare. Teneva banco solo lui, gridando e agitando forsennatamente le sue manone, facendo battute indecenti, alle donne presenti e dando pacche sui culi di altre che nonostante fossero divenute rosse in volto, lasciavano fare. Inutile dire che dal primo minuto, il gorilla, di nome Antonio mi fu indigesto e siccome la cosa fu reciproca, per mettermi a mio agio comincio' ad apostrofarmi davanti a tutti chiamandomi "frocetto". Cercai di non dargli corda in nessun modo, tanto avrei avuto la peggio in quanto pendevano tutti dalle sue labbra, sia perche' intimoriti sia perche' affascinati. Dio mio come potevano essere affascinati da quel bestione che teneva la camicia aperta fino all'ombelico, mettendo in mostra quella foresta di peli, che ogni minuto si sistemava il pacco mettendo in evidenza l'uccello e che spesso sputava dietro di se imprecando come un camionista?.....ehm....mentre pensavo quello sentii il cazzo indurirsi nelle mutande: mi sarei fatto scopare anche su un letto di chiodi da uno cosi!!
Dopo le prime due notti, Antonio non riapparve piu' in linea; sebbene mi dispiacesse nn vederlo piu', tirai un sopiro di sollievo " Meno male cosi ha finito di torturarmi" pensai, visto che ogni momento era vicino a me a toccarmi sia il culo che le parti intime...ridendo mentre gridava a tutti le sue oscenita'.
"Ehi...ma ve lo immaginate il frocetto mentre scopa?? Secondo me si fa aprire il culo ben bene dai negroni in riva al fiume, al pomeriggio". Risate si levarono da più parti sulla linea e io arrossivo violentemente ogni volta, cercando di sottrarmi a tutto quello e subito aggiungeva: "Dai frocetto che scherzo, lo sai che mi sei simpatico e ti voglio bene!"
Il lunedi della seconda settimana, intorno alla mezzanotte, apparve sulla linea il capo reparto e mi disse: " Vieni con me, stasera lavorerai in altra zona!"
Che palle, pensai e adesso cos'e' sta storia?? Seguii il capo con malcelata riluttanza, attraversando zone buie e deserte della fabbrica, posti che nn avevo mai visto da dove si sentiva in lontananza il rumore delle macchine. Arrivammo in una zona piena di scatoloni accatastati uno sull' altro a formare pile molto alte; da un ufficio spuntava una luce fioca. Entro' per primo e disse: "Ecco l'aiuto che hai richiesto, vedi di non rompere piu' le palle per questa notte, intesi?" "Grazie capo! A buon rendere" rispose una voce ben nota alle mie orecchie!! Come il capo si fece da parte, vidi seduto sulla sedia Antonio e il sangue mi si gelo'. " Ciao frocetto! Sei contento di lavorare per me, stanotte??" " Non ne vedevo l'ora" risposi sarcastico. Antonio mi porto' quindi fuori, tra le colonne di scatoloni dove vi era un tavolino con sopra una risma di fogli bianchi, del nastro adesivo e un pennarello e mi disse: "Il lavoro e' semplice: scrivi il numero in alto a destra, di ogni scatola sul foglio, in modo leggibile, grande e appiccica il foglio alla scatola. Tutto chiaro"? Annuii distrattamente pensando a che lavoro del cazzo fosse mai. "Allora intesi, comincia e qualsiasi cosa ti serva....vai a rompere i coglioni a qualcun'altro, da me vieni solo se hai deciso di farmi un pompino, chiaro?" Si allontano' ridendo nel suo solito modo sguaiato e fastidioso; per circa un ora non feci altro che attaccare foglietti su pile di scatoloni, mi sembrava di essere un inutile scimmietta ammaestrata. Dopo un interminabile ora mi resi conto che era finito il nastro adesivo: "No cazzo, mi tocca chiederlo a lui"; provai a cercarlo da solo ma era come cercare il famoso ago nel pagliaio cosi anche se contro voglia mi avvicinai all'ufficio. Presi un bel respiro e spalancai la porta dicendo: "Senti non voglio romperti i coglioni ma ho fin...." la frase mi mori' in gola e la scena che mi si presento' era alquanto surreale: una tizia che non riuscii a vedere bene in faccia ma che riconobbi in una delle attempate della linea di montaggio era sdraiata sulla scrivania senza mutande e senza gonna e Antonio, nudo dall cinta in giu' la stava scopando con colpi brutali che le strappavano gemiti forti. "Ma che cazzo..." esclamo' Antonio estraendo un palo di tutto rispetto dalla fica della donna che lanciato un grido a meta' tra lo stupore e lo spavento balzo' giu' dalla scrivania e recuperate le sue cose fuggi' in fretta.
"Brutto figlio di puttana" ruggi' Antonio e con un balzo mi fu addosso, mi agguanto' per il collo e alzandomi da terra mi trascino' fuori dall'ufficio.
"Scusami mi spiace...non volevo...non sapevo che" facevo fatica a parlare per via della sua mano possente che mi serrava la gola; il suo cazzo duro premeva contro la mia pancia mentre mi spingeva in un angolo nascosto tra le pile di scatoloni. "Frocio di merda, ora finisci tu il lavoro che stava facendo lei! Forza! In ginocchio e succhiami il cazzo" "Cosa ? Ma sei p.." provai a protestare ma uno schiaffo mi fece ribaltare a terra. "Ne avrai molti altri se non cominci subito, ti avevo avvisato di non venire a rompere i coglioni" disse con tono severo. Presi il suo uccello tra le mani e lo avvicinai alla bocca: l'odore era insopportabile, sapeva di fregna e a me aveva sempre dato il voltastomaco Le prime succhiate furono terribili, il gusto di fica in bocca mi faceva venire da vomitare ma poi cominciai ad abituarmi e presi gusto a succhiarlo.
"Cazzo frocetto ci sai fare, dai continua cosi che mi fai godere" disse mentre si appoggiava agli scatoloni e si lasciava lavorare il cazzo con maestria; la sua cappella mi pulsava tra le labbra e il suo odore di maschio, benchè forte era inebriante. "Alzati ora e spogliati" ordinò Antonio prendendomi per un braccio "Ma scherzi e se arriva qualc..." altro ceffone che mi fece cadere a terra e una volta sdraiato, lo scimmione fermò la mia testa premendo con il suo piede sul mio volto; l'odore era nauseabondo e lui schiacciava la mia faccia sempre più forte "Ti spappolo questa testolina di cazzo se non ubbidisci". Cosi fui costretto a dire si e una volta in piedi mi spogliai completamente rimanendo nudo e con il cazzo ormai duro: "Heeheeehe, hai visto frocetto che piace anche a te? Forza girati, voglio scoparti" disse prendendomi per un braccio e facendomi voltare verso una pila di scatoloni. Cercai di divincolarmi e scappare ma inciampai e caddi su un mucchio di stracci usati e Antonio si gettò sopra di me dicendomi: "Dove vuoi andare puttanella, fermo" e sentii la sua cappella puntare il buchino. "No ti prego, sono troppo stretto mi farai male" dissi piagnucolando ma in raltà sentivo in me una voglia irresistibile di essere scopato da quella bestia. "Fermo e non rompere il cazzo, ho voglia, mi hai fatto scappare la gallinella e ora mi faccio te". Con un secco colpo di reni entrò in me, dopo avermi tappato la bocca con una mano; cacciai un grido che risultò molto attutito e lui cominciò a scoparmi come un pazzo. Colpi possenti sfondavano il mio porvero culetto accompagnati da grugniti sempre più forti. "Ma possibile che non passi nessuno" pensai e cominciai a gridare;, "Aiuto, Dio mio aiutatemi vi prego" supplicavo e lui beffardo ghignava dicendomi: "Chiama, grida pure che qui di notte non ti sente nessuno". " Ti prego Antonio non sei protetto e mi stai sfondando non venirmi dentro, ti prego" ma fu inutile, l'ultimo colpo fece affondare il suo cazzo in me fino alle palle e ruggendo scaricò nel mio culo tutta la sua sborra. Si ritrasse ammirando il suo lavoro e poi mi disse di girarmi e mettermi in ginocchio. "Guarda come mi hai ridotto il cazzo, puliscilo ora ", disse perentorio; io scossi la testa in segno negativo e due schiaffi, uno di seguito all'altro mi colpirono il volto già rigato di lacrime: "Fallo puttana" gridò colmo di rabbia colpendomi e ancora e ancora: "Non ne hai a basta, di botte?". Alzai la testa lentamente, guardandolo sottecchi, non tremavo più e la bocca, storta da una smorfia di dolore si distese in un ghigno beffardo che lo paralizzò: "No padrone....non lo farò! Picchiami ancora...!!"
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