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Gay & Bisex

Emir e Hidrys


di Membro VIP di Annunci69.it orsonaked
06.04.2019    |    14.095    |    14 8.7
"- "Scusa, forse tu ha fastidio" dice improvvisamente Emir aggiungendo qualche parola in arabo verso l'amico..."
Stazione di Genova Piazza Principe, ore 22,30 di una serata sferzata dal freddo vento invernale che taglia la faccia a tutti noi fermi sulla pensilina ad aspettare.
Mi sistemo la sciarpa come posso ma il vento riesce ad insinuarsi tra le maglie di lana e a lambire la pelle del mio collo con i suoi artigli di ghiaccio.
Sono stanco, infreddolito e lontano da casa di cui sogno il tepore protettivo; voglio fare una doccia bollente, voglio il mio divano e la mia grossa coperta di microfibra, soffice e caldissima.
Il fischio del treno in arrivo dissolve i miei sogni e mi riporta alla gelida realtà ma almeno tra poco saremo al riparo. Salgo nel mezzo di un gruppo di persone scure in volto per via della stanchezza che si lasciano cadere sui sedili vuoti più vicini e in un attimo il vagone è quasi pieno
- "No! Non posso farcela a sopportare il vocio per altre 2 ore" penso torvo e proseguo vagone dopo vagone alla ricerca di tranquillità. Dopo tre vagoni superati senza trovare ciò che cerco e con la speranza ormai quasi del tutto azzerata entro nel quarto e mi rendo conto che è diverso dagli altri; in un attimo realizzo che si tratta di un vecchio vagone di Intercity, quelli che avevano il corridoio sul lato esterno della carrozza e tante piccole stanze separate con porta scorrevole da 6 posti ognuna. Contento del salto nel passato che mi viene riproposto avanzo lentamente per mettere ancora spazio tra me e tutte quelle parole pronunciate a voce smisuratamente alta per le mie stanche orecchie e finalmente decido di entrare in uno scompartimento.
Apro energicamente la porta, sposto le tendine e davanti a me si materializzano due ragazzi, uno poco più che ventenne, l'altro di sicuro più grande, anche per via della barba che gli incornicia il volto; ad una prima occhiata direi che sono arabi. Una ventata di aria calda carica di un odore pungente che non riesco a riconoscere mi avvolge il viso, le narici, tutto il corpo e rimango per qualche secondo fermo sull'uscio. Il ragazzo più giovane si gira e guardandomi mi sorride mentre l'altro, sdraiato sulla fila di posti liberi dopo un tempo interminabile si volta distrattamente e dopo un'occhiata di sufficienza torna a leggere quello che sembra un libro tascabile.
- "Prego entra e chiude porta" dice il ragazzo giovane, in un italiano stentato sorridendomi e io dopo pochi attimi di esitazione obbedisco e mi siedo.
L'odore pungente è un po' più forte, cerco di capire di cosa possa trattarsi, mentre mi tolgo giaccone e sciarpa, posizionandoli sulla rete porta bagagli sopra di me e solo una volta seduto capisco: il ragazzo sdraiato di fronte a me è a piedi nudi.
- "Cazzo, mi ci tufferei su quelle meraviglie" penso avvampando per via dell'eccitazione e del caldo. Sono un feticista, per me i piedi sono irresistibili; quelli odorosi poi mi fanno letteralmente uscire di testa.
Il treno riprende la sua marcia, lenta ma inesorabile e il ragazzo giovane si alza avvicinandosi alla porta dello scompartimento, mi guarda sorridendo e afferrata la tendina la tira chiudendo lo scompartimento alla vista di chi transita fuori.
- "Scusa...." mormora urtandomi lievemente un ginocchio tornando al suo posto: rispondo al suo sorriso, facendogli capire che non c’è problema.
- "Mi chiamo Emir e lui e' mio amico Hidrys" dice porgendomi la mano e dopo essermi presentato rimaniamo qualche secondo a guardarci fissi negli occhi: i suoi brillano di una strana luce, neri, profondi. Distolgo lo sguardo e torno a posarlo su quei due piedoni fantastici, carnosi, anche loro ambrati e leggermente insudiciati da una sicura giornata di cammino, ornati da ciuffi di peli sulle dita e sul dorso.
Ho una voglia irresistibile di prenderli tra le mani e baciarli, leccare i talloni e le dita e...
- "Scusa, forse tu ha fastidio" dice improvvisamente Emir aggiungendo qualche parola in arabo verso l'amico. Hidrys dopo qualche secondo, facendo uscire rumorosamente aria dalla bocca con disappunto si mette seduto, allungando la mano vero le scarpe: solo ora capisco che gli ha chiesto di indossarle.
- "No no fermo, non mi dà fastidio, anzi..." dico mordendomi la lingua: spero non abbiano capito. Entrambi mi guardano sorpresi e dopo essersi scambiati una rapida occhiata, Hidrys lascia la scarpa, mi rivolge un accenno di sorriso e si rimette sdraiato.
Sono passati pochi attimi, la porta dello scompartimento si spalanca rumorosamente e le tendine scostate con forza. Il controllore viene investito da una folata di aria calda carica di odore; corrugando la fronte ci guarda serio ed esclama con tono severo e asciutto:
- "Biglietti prego...e lei metta giù i piedi dal sedile!"
Hidrys stancamente si rimette seduto, infilando i piedi nelle scarpe. Sento di odiare quell'uomo e la sua inutile spocchia.
- "Nei vagoni precedenti ci sono parecchi posti liberi, se vuole" dice il controllore a bassa voce rivolto al mio indirizzo, strizzandomi leggermente l’occhio e facendomi intuire il suo disprezzo per i miei compagni di viaggio.
- "Grazie ma sto bene qua" rispondo asciutto.
- "Come meglio credi" sibila tra i denti uscendo e lasciandomi di stucco; si conferma essere un odioso coglione.
Una volta richiuse porta e tendine guardo i miei due compagni di viaggio, rimasti a testa bassa senza aver detto una parola; mi fanno una gran pena, detesto chi umilia gratuitamente per cui mi invento una battuta che ottiene l'effetto sperato: entrambi dopo una risata liberatoria si rilassano e Hidrys tolte nuovamente le scarpe si sdraia con i suoi stupendi piedoni davanti a me. Un rivolo di sudore mi scende da una tempia:
- "Fa caldo qua dentro vero?" Dico sfilandomi il maglione e rimanendo solo con la tshirt bianca di cotone. Gli occhi di Emir si piantano sui miei capezzoli induritisi all'istante come chiodi per via dello sbalzo termico e noto che deglutisce a fatica, mentre dentro i suoi pantaloni il cazzo inizia a lievitare. Chiudo gli occhi sorridendo mentre con le mani mi accarezzo in mezzo alle gambe e mi appisolo cullato dal rumore del treno.

Qualcosa di umido....sento come la sensazione di essere bagnato ma non comprendo cosa sia; e' come se i miei capezzoli fossero in un qualcosa di caldo ma....
Apro gli occhi e mi ritrovo con la tshirt alzata: Emir con una mano sorregge delicatamente una tetta della quale succhia dolcemente e con voluta' il capezzolo. Ora percepisco nettamente il suo calore e il guizzare della sua lingua; tutti i sensi si sono risvegliati e ho piena coscienza di ciò che mi accade. Ho il cazzo duro, fuori dalla patta, tenuto saldamente in mano da Emir che lo masturba piano.
- "Ma quando è cominciato tutto questo? Com'è possibile che non ho sentito...?!
Emir mi guarda maliziosamente mentre con il viso scende verso la mia cappella violacea cominciando a leccarla mentre Hidrys ci guarda con gli occhi spalancati: anche lui si è tirato fuori dai pantaloni un cazzo superbo, bello scuro e scappellato: di sicuro è circonciso e lo masturba piano. Un’abbondante goccia di precum fa capolino dal buchino e in un attimo la sua cappella è lucida e ben lubrificata.
La bocca di Emir avvolge il mio cazzo pompandolo a fondo e appoggiando una mano sulla sua testa ne assecondo il movimento; si scansa come infastidito, probabilmente non vuole essere costretto e invece abbandona il mio cazzo palpitante e con una mossa sfila via pantaloni e mutandine, rimanendo solo con la maglia indossata, che alza fino al mento. Un corpo color ambra, ben definito senza un filo di grasso e non troppo peloso, con piccoli capezzoli scuri e induriti si avvicina e salendomi a cavalcioni sulle gambe sistema il suo buchino sopra il mio cazzo duro come il marmo che afferra con energia; con facilità lo imbocca al suo fiorellino e lasciandosi andare con una lentezza inesorabile si impala fino a fondo corsa emettendo solo un flebile sospiro, appoggiando le sue cosce sulle mie palle, sono avvolto da un calore indescrivibile.
- "Cazzo ma quanti ne ha presi? Sembra cosi giovane" penso mentre appoggio le mie mani sulla sua schiena e inizio a pompare il cazzo dentro di lui il più a fondo possibile; sento le pareti del culo di Emir contrarsi sul mio cilindro marmoreo, avviluppandolo completamente come a volerlo stritolare. Hidrys intanto, rimasto vestito mio malgrado si è sdraiato sulla mia stessa fila di posti e una volta appoggiati i suoi piedoni sulla mia gamba nuda, li alza verso il mio volto; mi sembra di impazzire, afferro le due meraviglie con le mani e li porto verso le narici, inalandone il profumo a pieni polmoni:
- "Strano da lontano sembrava odorassero di più" penso un po' deluso ma mi accontento e comincio a leccargli le dita e i talloni...a baciarne la pianta, imitato da Emir che non mi lascia solo, in questa cura.
-" Ma se entra il controllore adesso?" penso improvvisamene, sentendo il cuore accelerare i suoi battiti; sarebbe un disastro e uno scandalo pazzesco ma non ho la forza di fermarmi nè di fermarli per cui lascio che il turbine di passione e porcaggine che ci ha avvolti continui inesorabile socchiudendo gli occhi.
Emir ha aumentato il ritmo della cavalcata, velocizzandola e facendo affondare il mio cazzo sempre di più in lui:
- "Se continua così lo inonderò di sborra" penso solamente visto che non ho forze per parlare davvero, sono come svuotato, in balia del momento. Succhiamo i piedi di Hidrys con più foga mentre lui si masturba ormai con impeto.
Tutto è irreale e travolgente, sento la sborra risalirmi dai coglioni. Non riesco a dirgli di smettere di muoversi, non riesco a fermarmi e la sento ormai salire nel condotto dentro il cazzo.
- "Non siamo protetti, fermati!" vorrei gridare ma la voce non mi esce e ormai è solo questione di attimi; Emir ha capito e con gli ultimi affondi si fa impalare totalmente chiudendo gli occhi per il dolore e la goduria sospirando mentre le nostre bocche fuse insieme tengono fermi i piedi di Hidrys.
E'un attimo e comincia a girarmi la testa, spalanco la bocca per gridare mentre i getti di sborra iniziano ad irrorare il culo di Emir; densi, caldi e cremosi riempiono totalmente il suo canale. Lui strizza gli occhi e lascia che la mia sborra rovente lo riempia; ho il tempo di girarmi verso Hidrys per vedere il suo cazzo eruttare due bei fiotti potenti di crema che vorrei bere ma sono troppo lontano, per arrivarci.
Ansimando guardo Emir, i suoi dolci occhi neri che fissano i miei mentre è ormai quasi fermo, rimanendo impalato dal mio cazzo che non si è ancora ammosciato:
- "Sei fantastico, ti voglio rivedere" riesco a dire quasi in un bisbiglio
- "Scambiamoci i numeri di cellulare, ti va?" chiedo cercando il mio
-"Informiamo i signori passeggeri che siamo in arrivo alla stazione di Ventimiglia" esclama Emir, con sguardo serio
- "Cosa? Ma che stai dicendo"

Uno scossone mi riporta alla realtà; apro gli occhi e sono solo nello scompartimento. Mi guardo attorno e dei due miei compagni di viaggio non vi è traccia:
- Ma cosa cazzo sta succedendo?" mi chiedo ad alta voce senza riuscire a capire bene. Improvvisamente mi sento bagnato tra le gambe, abbasso lo sguardo e vedo una chiazza scura allargarsi a livello del cazzo: sembra che sia una sborrata. Comincio a capire che mi sono sognato tutto! Non riesco a crederci!
Raccolgo le mie cose e scendo dal treno, nella notte; dentro le mutande sono un lago, adesso si che non vedo l'ora di arrivare a casa e cacciarmi in doccia.
Il mio scooter è li, dove lo avevo lasciato parcheggiato due giorni prima e solo una volta sistemata la borsa sulla pedana mi accorgo della sua presenza: Emir e' insieme al suo amico Hidrys; camminano con passo veloce nella notte ventosa, sicuramente per riguadagnare il tepore di casa in tempi brevi. I nostri sguardi si incontrano ed Emir mi fa un accenno di sorriso seguito da un occhiolino mentre Hidrys non alza lo sguardo dall'asfalto: sono sicuro che nemmeno si è accorto che sono li.
Ora che hanno girato l'angolo del palazzo riavvolgo nella mia mente la loro immagine di poco prima soffermandomi su un particolare che mi aveva colpito: la chiazza che nonostante la penombra era ben visibile all'altezza della patta dei pantaloni di Emir!
Rimango li nel vento freddo e nel buio, attanagliato da mille domande ma una su tutte rimbomba forte nella mia testa:
- "E' stato davvero solo un sogno??".....
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