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Gay & Bisex

cap 4: "Salvo"


di Membro VIP di Annunci69.it orsonaked
06.03.2017    |    4.663    |    6 9.6
"” rantolò Salvo mentre Sandro ingoiava da vero esperto il suo membro sempre più duro..."
Brano deliberatamente tratto da: "Il sentiero dal profumo di mandorle"

La notte ormai aveva avvolto tutta la masseria, con il suo silenzio rotto solo dal frinire dei grilli; Salvo, riposti gli attrezzi nella rimessa, si fermò un momento a contemplare la maestosità del cielo stellato. Si sfilò la camicia e subito il suo petto villoso e massiccio fu accarezzato dalla fresca brezza della notte, giusto premio per tutta la calura patita durante il giorno. Si accese una sigaretta e si sedette su un muretto, ai margini dell’orto. Il fumo si levava lento verso le stelle e lui assaporava quei momenti di silenzio, godendosi il panorama notturno delle colline siciliane, punteggiate qua e la dalle luci di poche case. Ad un tratto la sua attenzione fu richiamata da un rumore proveniente dalla stalla, come di un attrezzo caduto a terra:
- “Deve essere il forcone, probabilmente l'ho lasciato dentro ad uno dei recinti dei cavalli, meglio andare a toglierlo prima che qualcuno si faccia male” pensò dirigendosi verso la porta della stalla che con stupore si accorse essere leggermente aperta:
- “Eppure l’avevo chiusa” pensò tra se e se dubbioso
Mentre si avvicinava sentì distintamente un lamento, quasi più un gemito soffocato:
- “Ma che succede li?” pensò mentre a passi lenti e cauti raggiungeva l’ingresso.
I suoi pensieri si congelarono all’istante e il cuore cominciò a battergli forte nel petto nel vedere i nipoti del Signor Fabrizio nudi, abbracciati e nell’atto di scambiarsi effusioni, anzi baci veri e propri e con una certa foga. Le loro bocche si intrecciavano con avidità e le loro mani correvano sui loro corpi esplorando ogni centimetro e ogni loro fessura. Salvo sebbene imbarazzato non riusciva ad allontanarsi e a smettere di guardare; i ragazzi non sapendo di essere osservati, continuavano ad amoreggiare con passione, le loro labbra si incontrarono dapprima timidamente e poi con sempre più foga fino a rimanere saldate le une alle altre e le loro lingue assaporandosi si intrecciavano in una danza infuocata, durante la quale i ragazzi gemevano e ansimavano. Per un attimo si staccarono rimanendo abbracciati e guardandosi negli occhi, con un sorriso malizioso ricominciando poi piano piano a mordicchiarsi e a darsi piccoli baci; i loro cazzi, induritisi ormai cominciarono un leggero strofinio provocando alle turgide cappelle una frizione piacevolissima. Dopo un altro lungo e passionale bacio, Sandro afferrò con la punta delle dita i capezzoli del cugino stringendoli forte e facendolo gridare di piacere contorcendosi e subito dopo si inginocchiò baciando delicatamente la pancia pelosa di Fabio fino ad arrivare al suo cazzo ormai svettante e marmoreo. Una volta tra le sue mani, Sandro cominciò a dare piccoli baci sulla cappella, violacea del cugino passando la lingua sui bordi carnosi, assaporandone la consistenza e la durezza per poi cominciare a ingoiare quel cazzo durissimo sempre più a fondo arrivando ad appoggiare le labbra sulle palle. L’odore di maschio sprigionato dalle palle di Fabio inebriò il cervello di Sandro che cominciò cosi ad annusarne il cazzo, dalla cappella fino alla radice: era stato un vero supplizio dover attendere tutta la giornata per poter sentire quel profumo sublime, per poter infilare la lingua nello spacco del suo culo pelosissimo.
Salvo paralizzato e incredulo guardava i ragazzi: erano due perversi e diabolici amanti e lui si trovò combattuto tra il correre a raccontare allo zio, cosa stesse succedendo o rimanere a guardare...e magari a partecipare! Fu sconvolto dal proprio pensiero: come poteva essere che un uomo vero come lui, mai attratto da altro che non fosse una figa, sentisse la voglia di partecipare ad un amplesso fra uomini?! Eppure vederli in quell’atteggiamento lo eccitava tantissimo, tanto che si sbottonò i pantaloni e dopo averli abbassati leggermente, dovette constatare che il suo cazzo aveva raggiunto dimensioni ragguardevoli, duro come il marmo e senza pensarci cominciò a masturbarsi lentamente. Era eccitato come non mai, stava scoprendo un lato di se fino ad allora nascosto ma vedere i due ragazzi cosi arrapati era altamente stimolante. Dopo un tempo interminabile, nel cercare di veder meglio la scena, spostò leggermente la gamba, colpendo l'innaffiatoio di metallo vicino alla porta, il quale cadendo fece un sonoro rumore:
- “Cazzo e se mi hanno sentito?” pensò allarmato, scostandosi dalla porta e nascondendosi in una zona buia, guardandosi attorno, per essere sicuro che nessun altro si fosse nel frattempo avvicinato. Tutto sembrava tranquillo e immerso nel silenzio; uscì dall'ombra guardando verso la masseria per essere sicuro che non si accendessero luci e quando si voltò nuovamente verso l'ingresso della stalla, vide con terrore che questa era aperta e i due cugini nudi, lo osservavano con stupore e interesse:
- “Guarda guarda chi abbiamo qui, esclamò Fabio con tono sarcastico, avvicinandosi al contadino, ormai paralizzato dalla paura, afferrandogli prontamente il cazzo marmoreo che ebbe un fremito.
- “Ragazzi, non facciamo scherzi, io….io non voglio guai con il dottore e ….”
- “ Non preoccuparti” disse Sandro, che nel frattempo aveva raggiunto i due uomini posizionandosi alle spalle di Salvo accarezzandolo dolcemente:
-“Lo zio non saprà mai che ci siamo divertiti un po’” continuò, inginocchiandosi davanti all'uomo, mentre il cugino finiva di sfilare il poco degli abiti che Santo ancora indossava. Tenendo ben saldo il cazzo del contadino, lo guardò palpitare nella sua mano: un bel manganello, lungo e venoso, con una cappella bella larga e lucida per il precum che usciva dal buchino: odorava di maschio siculo, arso dal lavoro nei campi e di sudore, dovendo stare rinchiuso in quei pesanti pantaloni di fustagno. Il forte odore di tutta una giornata di lavoro fece quasi perdere il senno a Sandro che avvicinò il cazzo alla sua bocca e schiudendo le labbra cominciò ad avvolgerlo con gusto, insalivandolo bene nei punti giusti.
Salvo chiuse gli occhi abbandonandosi a questo nuovo piacere, gemendo e godendo della bocca sapiente del ragazzo: nuove sensazioni attraversavano la sua mente e stimolavano i suoi coglioni:
- "Chi lo avrebbe mai detto , che un uomo può succhiare la minchia cosi bene?" pensò lasciandosi trasportare dalla voluttà. Un motto di mascolinità gli fece invece pronunciare:
- “ No vi prego non l’ho mai fatto con un uooo…..ahhhhhh….” rantolò Salvo mentre Sandro ingoiava da vero esperto il suo membro sempre più duro. Per quanto si sforzasse di resistere non poteva fingere.
Fabio intanto accarezzava il petto villoso del contadino titillando e mordicchiando i suoi capezzoli per poi passare alle labbra carnose e Salvo, ormai senza più freni inibitori preso il ragazzo per la nuca, lo incollò alle sue labbra cacciandogli la lingua in bocca che saettando si avvolse a quella di Fabio. L'uomo ormai non sentiva più vergogna e si lasciò andare completamente; il lavoro di Sandro portò Salvo ad essere pronto all’esplosione. Il contadino sentì di non avere più molto tempo prima della sborrata e mentre palpava il culo di Fabio, infilando le dita nel suo buchino soffice e leggermente dilatato, con una mossa repentina, sfilò il cazzo dalla gola di Sandro e girato Fabio contro la staccionata, lo piegò a novanta, appoggiando la cappella durissima sull'ano e spingendo con un colpo secco. Fabio emise un grido ma si adattò subito alle grosse dimensioni del contadino che cominciò a riempirlo di colpi affondando sempre più la sua minchia nell'intestino del ragazzo. Interminabili minuti di questa vortiginosa lussuria trascorsero, mentre Salvo riempiva di cazzo Fabio e Sandro accucciato a terra leccava le palle dell'uomo che per via dei movimenti forsennati gli sbattevano sul naso. Santo teneva arpionati i fianchi di Fabio, con le sue mani forti e callose e irrigidendosi, sentendo di aver raggiunto il limite, spinse il suo uccellone fino a fine corsa, sbattendo con le palle sulle chiappe del ragazzo, riempiendolo con un fiume incontenibile di sborra rovente gridando:
- “Cazzo vengo …VENGOOOOOOO”

- “NOOOOOOOOOOOOOO” gridò lo zio Fabrizio alzandosi di scatto, a sedere sul letto immerso nel buio della stanza da letto, tutto sudato e con il respiro affannoso. Era stato un sogno! Un maledetto brutto sogno e guardandosi il ventre scoprì di aver appena fatto una stupenda sborrata e di avere ancora il cazzo inalberato.
- “Sono miei! Loro sono miei, lurido bifolco e non potrai mai averli!!” mormorò rabbioso fra se e se alzandosi dal letto e dirigendosi in cucina per bere dell'acqua. Ricordò come Salvo avesse guardato i suoi ragazzi, appena arrivati alla masseria e decise che doveva averli, prima di lui. Incurante del fatto che fossero i suoi nipoti, figli delle sue sorelle, si rese conto che la passione per quei due ragazzi era davvero forte e averli visti nudi, nella piscina della masseria nel primo pomeriggio, lo aveva di sicuro eccitato risvegliando un sentimento assopito da tempo ma che in fondo non lo aveva mai abbandonato: desiderava sentire il calore dei loro corpi, possederli e sentire il gusto del loro sperma. Doveva fare in fretta, però, prima che il contadino avesse la meglio e li imbrattasse con la sua lurida sborra.
Con le mani ancora tremanti tornò nel letto ,a poi non riuscendo a dormire si alzò e si diresse in corridoio verso la stanza dei ragazzi, la cui porta era solo socchiusa. La scostò cercando di non farla cigolare e rimase a contemplare i corpi dei suoi nipoti che dormivano nudi, sopra le lenzuola per via del calore, sognando di tuffare la faccia tra i loro genitali e succhiare leccando a più non posso: ormai ne era certo, al più presto li avrebbe posseduti entrambi.

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