Gay & Bisex
Padre e Figlio 3 - A qualcuno piace caldo - seconda parte
di maxxx13
18.07.2015 |
4.464 |
3
"Sentivo il fremito del suo piacere, decisi di aumentare la tortura piacevole utilizzando la lingua..."
Non dovevo farmi scoprire, raccolsi le mie cose e le cacciai vicino alla vasca della jacuzzi e mi tuffai in piscina nudo concedendomi alcune vasche per alleggerire la tensione accumulata ma non sortirono nessun effetto quando uscii dall' acqua ero ancora in erezione e dovetti rinchiudermi nel vicino spogliatoio concedendomi una sega veloce. Lo incontrai davanti la vetrata in tuta ed era ancora a petto nudo. Nel vederlo sembrava il classico palestrato diciannovenne che vuole fare ammirare il proprio corpo al vicinato, ma immaginarselo nei panni di una troia in calore non faceva altro che mantenere alta la tensione e l’asciugamano di certo non la nascondeva.
Lui, spudorato come era, non ne fece mistero e me lo fece notare ed io di risposta gli dissi che la vicina di casa era in topless e dovevo andare in camera a sfogarmi; questo causò una risata generale e mi ritirai e sul mio letto diedi libero sfogo alla fantasia perché l’uccello continuava a dolermi.
Quella notte fu molto difficile dormire perché continuavo a fantasticare scene erotiche degne dei migliori registi porno e volevo trovare un modo per soddisfare questo crescente appetito sessuale nei suoi confronti e dovetti accontentarmi della mia immaginazione.
Il destino mi venne incontro una mattinata di metà aprile, il giovane uomo aveva trovato un lavoro stagionale come assistente bagnante e doveva prendere il brevetto. L’occasione non poteva essere più propizia, perché essendo assistente bagnante potevo aiutarlo, avrei avuto l’occasione di condividere di più tempo con lui ed avevo una sensazione sulla punta del mio uccello che presto avremmo giocato anche in un altro modo. Mi chiese aiuto per poter raggiungere questo obbiettivo e io fui molto felice ad aiutarlo anche perché avevo in mente un piano che gli avrebbe fatto ottenere un brevetto per altre cose.
I corsi incominciarono e, dopo le lezioni teoriche ci trovammo in piscina per la parte pratica; avevo la possibilità di tastare il terreno cercando di sedurlo psicologicamente, usando il mio fisico come strumento. Capitava spesso che facessimo la doccia insieme dove mostravo con non curanza i miei gioielli e spesso notavo che il suo sguardo si soffermava sulle mie parti intime, il che mi eccitava da matti.
Avevo iniziato il mio gioco di seduzione di nascosto perché, volevo assaggiare quella divinità greca e vedere fino a dove poteva spingersi la troia presente in me, questo mi causava erezioni notturne che neanche la puttana migliore di Torino poteva soddisfare.
Un gioco sensuale fatto non tanto da allusioni ma da situazioni particolari che andavano dal lasciare la porta aperta mentre mi radevo la barba completamente nudo, girare per casa in mutande senza nascondere l’evidente erezione o a prendere il sole nudo in piscina. Ma i segnali che ricevevo erano molto ambigui e non riuscivo a capire se gli interessavo sessualmente.
Dovevo osare di più, anche perché il tempo scorreva e presto il giorno dell’esame si sarebbe compiuto. Gli stavo molto addosso, perché il suo futuro dipendeva dal esito della prova: lo spronavo continuamente a dare il massimo sia in vasca che in palestra.
La fortuna a volte ci mette il suo zampino e mi diede una mano nel compimento della mia missione.
Un lunedì pomeriggio, rientrando prima dal lavoro lo notai che si apprestava ad entrare nella vasca idromassaggio togliendosi il costume da bagno rimanendo completamente nudo. Mi aveva mentito!!! mi balenò in mente un’idea.
Lorenzo era dentro l' acqua ribollente e vidi che iniziava a massaggiare il suo torace e, capii cosa stava succedendo; potevo intravedere la cappella rosacea fuoriuscire dall’acqua e la sua mano destra salire e scendere… doveva essere particolarmente eccitato.
Rimasi ipnotizzato davanti a quella scena e potevo sentire il mio uccello pulsare dentro le mie mutande. Non so cosa mi prese ma spensi il cervello in quel momento e mi lasciai guidare solo dal mio istinto.
Automaticamente mi spogliai e lo raggiunsi nella vasca, indossando il mio costume da bagno grigio; mi avvicinai; si era lasciato andare e non si rendeva conto che ora dentro la vasca eravamo in due e, quando lui aprii gli occhi vidi l’espressione del suo volto diventare quella di una persona appena colta sul fatto.
Mi aveva mentito e doveva pagare la penitenza, una penitenza che si faceva più vivida nella mia mente e che assumeva la forma di un prurito crescente nelle parti intime. Incominciai a toccare il suoi pettorali e a stuzzicare i suoi capezzoli che si facevano sempre più duri al tatto.
Non disse nulla ma aveva lo sguardo di una persona che stava per addentrarsi in un mondo totalmente nuovo e affascinante ed io ero appena diventato il suo maestro; lo rassicurai, sarebbe stato il nostro segreto, e l’idea che nuove frontiere del piacere si fossero aperte hai suoi occhi lo fece ancora più eccitare.
I suoi primi tentativi furono goffi e inefficaci e dovetti prendere in mano la situazione. Baciandolo continuamente sulla bocca con la lingua, iniziai un sapiente lavoro di mani cominciando a tastare la consistenza del suo pacco. Usando la bocca e accennando seghe sempre più lunghe e profonde riuscii a far crescere l’asta fino a raggiungere il massimo della sua erezione. Nel mentre le sue mani, guidate dalle mie sott’acqua raggiungevano il mio costume dove il mio uccello usciva abbondantemente dal bordo del costume.
Non volevo farlo venire subito, gli dissi che avrei insegnato come dare piacere ad uomo e, lo feci sedere sul bordo vasca iniziando a ingoiare quella meravigliosa mazza. Con la lingua leccavo per bene la cappella e attorno al frenulo, mentre con le mani percorrevo la forma dei suoi addominali ben scolpiti finivo per provocare i suoi capezzoli. Non solo ma mi feci più audace e puntai l’indice dietro il suo solco.
Fu come una sussulto incominciò ad ansimare più velocemente, quasi a volere sentirselo dentro il fondoschiena.Ciò era la conferma che stava godendo e mi disse che il suo sogno erotico più recondito si stava avverando. In realtà non sapeva in quali sentieri si era avventurato ed ero eccitato dal’idea di fargli scoprire il vero mondo del sesso.
Continuavo a ingoiare e leccare senza ritegno sbrodolando la saliva come una vera troia e poi sentii la sua mano percorrere la mia schiena e raggiungere il mio solco. Dovetti rallentare il ritmo e mi alzai in piedi, volevo che ammirasse la virilità paterna e mi masturbai davanti alla sua faccia, giocando con la mia verga battendola sulla faccia ai lati della sua bocca; si inginocchiò e prese il mio sesso in gola.
Iniziai a fotterlo nella bocca gentilmente e lui si dimostrò veloce nell’imparare non ci volle molto che mise la lingua nella giusta posizione ed ad ogni mio colpo provavo la classica calda sensazione del cazzo dentro una figa.
Se avessi continuato in quella posizione avrei sborrato in pochi minuti e, invece avrei voluto prolungare quel momento, decisi di fargli cambiare posizione facendogli alzare le gambe. Con la lingua umidificai il suo buchetto causando a lui vampate di piacere, le quali facevano guizzare i suoi addominali luccicanti dal sudore.
Volevo affondare la mia lama rovente dentro quel culo e bagnai il mio dito; con movimenti rotatori incominciai a esplorare quella zona nascosta. Sentivo il fremito del suo piacere, decisi di aumentare la tortura piacevole utilizzando la lingua. Continuai ad eccitare il suo solco e gli alzai le gambe per favorire la penetrazione della lingua in risposta ansimando per l’eccitazione si masturbava freneticamente.
Decidemmo di cambiare posizione, iniziammo un eccitante 69 dove il piacere reciproco era l’obbiettivo comune, non tralasciavo nulla leccavo e assaporavo quelle palle da maschio giovane e assaporavo il liquido pre seminale della sua cappella; lui non era da meno, non solo copiava alla perfezione i miei movimenti riuscendo a darmi piacere, ma avevamo trovato una sincronia nei movimenti degno del migliore film porno.
Sentii il suo corpo incurvarsi e il cazzo pulsare, lo feci uscire e lo masturbai con ardore fino a che esplose in una lunga serie di schizzi e gemiti, le quali ricaddero sul suo corpo di atleta. Non persi tempo e ne leccai alcune gocce che erano cadute sugli addominali segnati dal sudore e dal piacere. Sentivo che da li a poco avrei sborrato, volevo fargli assaggiare il sapore di un uomo affrettai il mio ritmo dentro quella bocca calda e accogliente finche non scaricai i caldi schizzi del mio seme al interno della gola.
Come un assetato nel deserto bevve con avidità quel liquido senza sprecare nessuna goccia, lo baciai e il misto dei nostri odori e umori mi inebriarono, una di quelle sensazioni che si hanno dopo una bella sbornia.
Ci sdraiammo nella calura estiva e ci addormentammo stanchi e soddisfatti, dopotutto a lui piace caldo..... (Continua)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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