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Gay & Bisex

L' intervista


di Membro VIP di Annunci69.it maxxx13
20.10.2015    |    1.736    |    4 9.8
""Lo voglio dentro!!!" Si rimise a pecora e lo infilzai con delicatezza ma con decisione andando piano ma con colpi forti..."
Mattia Barresi, era un giovane praticante del mio studio legale. Lo avevo preso su segnalazione del mio amico e mentore Alessandro Baccini. Quello che mi serviva in quel periodo era un aiutante e di un passatempo sessuale dovuto alla lontananza della mia compagna di giochi abituale. Anche se in ufficio le occasione di sesso sporadico con i miei collaboratori non mancavano, tutto ciò era diventato noiosa routine ed io avevo bisogno si carne fresca.

Conobbi Mattia in una giornata piovosa primaverile lo incrociai nei bagni al piano terra. Lo avevo visto di sfuggita quando mi chiese dove si trovasse la sede del nostro studio ed il mio amico in mezzo le gambe aveva avuto un guizzo. Non riuscivo a staccare gli occhi di dosso da quel sedere tonico e dovetti andare in bagno per rilassarmi la tensione ma venni interrotto dal arrivo di altre persone rinunciando amaramente nel mio intento.

I candidati che si susseguirono erano tutti perfetti ma mancavano di qualcosa:la grinta nell'affrontare questo genere di lavoro per cui mi trovavo in una situazione di stallo.

Quando venne il turno di Mattia il mio arnese prese a vibrare non appena ci stringemmo la mano. Una stretta forte e decisa, aveva l'aspetto di una persona che sa dove vuole arrivare, nascondendo una velata timidezza tipica di chi si sta appena laureando e ciò mi eccitava da pazzi.

Indossava un completo grigio i cui pantaloni mettevano in risalto il fisico tonico e regalavano una piega sul davanti da lasciare nulla all'immaginazione. La giacca grigio perla che seguiva le linee della vita sinuosamente risaltava la sua figura La camicia color azzurro risaltava il torace e l'addome che a giudicare dalla stazza erano stati gonfiati da anni di palestra. Mi piacevano i bottoni della sua giacca intonati con il fermacravatta ed immaginavo il suono che avrebbero fatto mentre glieli avrei strappati....

Ero rimasto colpito dal volto, giovane con degli occhi neri e profondi tipici di una bellezza mediterranea, una bocca leggermente carnosa dove i pensieri si fanno più audaci. Il tutto contornato da una barba ben tenuta e curata da regalargli un aspetto virile.

L 'intervista incominciò con le classiche domande di rito, ma nel mentre pensieri indecenti si facevano spazio nella mia mente. Il mio arnese divenne duro e incominciò a dolermi dentro i pantaloni.

Continuammo a parlare delle esperienze passate, discutemmo della sua esperienza nella sede di New York. " Un bel bocconcino come te deve essersi dato da fare" pensai nella mia mente. Mi fingevo interessato in realtà mi sarebbero interessate sapere altre cose.

Fu durante la conversazione mentre illustravo il tipo di lavoro da svolgere, che emerse tutta la mia sfacciataggine. La mia erezione continuava a persistere dentro i miei pantaloni ed avevo bisogno di scaricare la tensione. Mi dovetti alzare e mi appoggiai sul bordo della mia scrivania mettendo in mostra in maniera sfacciata la mia erezione.

Dal mio punto di vista avevo la visuale perfetta della zona più importante di un uomo e i miei pensieri se prima erano indecenti ora erano decisamente più osceni, tanto che sentivo i miei umori fare capolino sul intimo.

La conversazione procedeva ma le sue risposte non mi interessavano ora avevo in mente di possedere quel corpo. Un corpo giovane e virile che a letto "doveva essere uno toro" secondo quella pettegola della mia segretaria.

Volevo vedere fino a che punto potevo spingermi e con noncuranza mi toccai con la mano il mio uccello dolente, sistemandolo nelle mutande.

Il mio gesto aveva sortito l'effetto sperato notai una protuberanza fare capolino dalla piega dei suoi pantaloni ma non ne ero sicuro e, se la curiosità é femmina volevo accertarmene di persona.

Fu una sua frase a mandarmi in tilt:”...si, perché io sarei disposto a tutto pur di fare parte dello studio" Presi il comando della situazione rispondendo" Davvero! Quindi ti chineresti ora e leccheresti la mia scarpa pur di lavorare qua dentro?". Mi resi conto quasi subito che avevo esagerato ed un senso di vergogna mi era salito come un brivido dalla schiena e tutte le conseguenze a livello legale erano apparse nella mia mente.

Fu lui a stupirmi, sul suo volto erano apparse strane espressioni sul volto indecifrabili, mentre io dovevo essere di tutti i colori possibili perché me la stavo letteralmente facendo addosso.
"Si, lo farei" fu la sua replica che risuonò come un eco e, senza rendermene si chinò a testa basta fino a raggiungere le mie scarpe firmate nere, tirò fuori la lingua e incominciò a leccare la mia scarpa destra.

Avvertii per interfono la segretaria di non disturbarmi e non passare telefonate, per rimanere tranquillo e raggiunsi la porta fermandola per evitare distrazioni. Quello che stava avvenendo nel mio ufficio era del tutto illegale e rischioso, ma il mio amico in mezzo ai pantaloni aveva ripreso a dolermi e la pensava diversamente ed ora il mio corpo era sotto il suo potere e non poteva fare altro che agire come sotto incantesimo.

Sentivo il mio uccello in piena erezione pulsante sotto la stoffa dei miei pantaloni, come se reclamasse attenzioni. Volendo aumentare il piacere, portai la mano sopra i miei capezzoli turgidi e li premetti fino al limite tra piacere e dolore, incrementando il mio senso di dominazione e controllo su quella creatura che continuava ad insalivare la mia scarpa da 300 euro.

"Si bravo continua così, sapevo che ti piace......sei il mio cagnolino vero?" Dissi "si, padrone mi piace non vedevo l'ora di mostrare la mia fedeltà".

Ora in quella posizione con la cravatta grigia ammiravo le curve della schiena muscolosa e la tonicità del posteriore. Ma il bello doveva ancora arrivare.

Si alzò e si tolse la giacca rimanendo in camicia e venni inondato da un buon profumo di una nota marca..
Riprendemmo il fiato e mise la sua lingua nella mia bocca e limonammo; assaporavo la sua bocca come quando si morde la pesca più matura per gustarne al meglio la polpa.

La sua mano percorse tutto il mio corpo in tensione,attraverso la stoffa della camicia di raso, fino a raggiungere il tronco della felicità dove tutto diventa possibile.Presi ad allentare il nodo alla cravatta e gli stappai i bottoni della camicia, rivelando un torace ben formato e trovai i muscoli dello sterno particolarmente eccitanti. Continuammo a baciarci appassionatamente, mentre lo spogliavo le mie mani tastavano il bronzo di Riace: ora il sedere, ora l addominale, il capezzolo il tutto mentre mugolava dal piacere.

Poi mi feci serio e guardai un lato della mia scarpa "Qui non sei ancora passato!!" Gli ordinai " rimedio subito padrone" e riprese a leccare con vigore. Una delle sue mani prese a massaggiare la mia gamba fino a raggiungere la cappella del mio uccello, accennando a una sega.

Gli ordinai di alzarsi, nel mentre levai la scarpa dal mio piede e con uno spirito di cattiveria e sfida presi a torturare la zona inguinale con la punta del piede."Il tuo padrone ti ordina di non toccarti" continuavo quel gioco perverso e mi accesi un sigaro giusto per fargli avere un assaggio di cosa doveva aspettarsi da questo genere di lavoro. Con il piede gli abbassai la zip e del mentre potevo tastare la sua virilità erigersi all'apice della sua estensione.

Da bravo maestro perverso quale sono, slacciai il bottone facendo cadere i pantaloni, lasciandolo in mutande. Due gambe muscolose da calciatore fecero la loro apparizione erano ben levigate e pronte a sopportare la mole di lavoro.

Ora mai era quasi nudo, ed io presi a massaggiare il mio arnese con vigore. Maneggia la sagoma dell’asta davanti a lui “Sai cosa devi fare ora!!” Annuì con la testa e prese a mordicchiarla, leccando la stoffa e con i denti abbassò la cerniera lampo.

Sentivo la sua mano entrare prepotentemente dentro la mia virilità riprese a segarmi fino a farmelo uscire e liberarmelo cosicché si alzò mostrando la piena erezione. Lo osservò lo chiuse dentro un pugno e lo vidi sparire dentro la sua bocca.
La sensazione di caldo umido avvolse la mia cappella potevo percepire la sua lingua danzare sulla cappella, sul frenulo e hai lati. Presi a gemere, sentivo la punta farsi spazio e iniziai a scoparlo lentamente in gola. Nel frattempo leccava la mia asta preso da una frenesia. Assaporava le mie palle facendomi toccare il cielo con un dito.
Era rimasto nudo e ogni tanto si segava, aumentò la pressione sul tessuto dei miei pantaloni e lo sporcai involontariamente con della cenere che ricadde sulla sua schiene facendo aumentare la mia eccitazione.
Avevo fra le mani un vero manzo e lo stavo dominando senza rendermene conto. Esercitare quella tipologia di controllo su di lui faceva da carburante per il mio ego.
Gli presi la sua cravatta grigia, e mi feci legare le mani lo girai a pecora sopra il mio tavolo da lavoro e presi a leccare la rosa del piacere, baciando e mordendo la natica tonica.
Spasmi di piacere facevano contorcere quel giovane corpo, mentre assaporavo quella giovane rosellina come una fragola sulla panna, leccavo facendola sparire all'interno dove piano piano si abitua a alla sua presenza.
In un attimo si alzò e mi mise il preservativo continuando a segarmi. "Lo voglio dentro!!!" Si rimise a pecora e lo infilzai con delicatezza ma con decisione andando piano ma con colpi forti.
Dal vetro della finestra potevo vedere le sue espressioni di goduria con gli occhi fuori dalle orbite.
Mi sentivo un vero pervertito perché stavo trombando un giovane di 25 anni che avrebbe potuto denunciarmi ma tutto questo non faceva altro che aumentare la mia eccitazione
Mi liberai della cravatta che mi legava le mani, presi a giocare con i suoi capezzoli di nuovo. Lo sentivo ansimare più velocemente. Mi spogliai della camicia e rimasi li in piedi con i pantaloni aperti in piena erezione mentre stantuffavo dentro quel corpo che chiedeva anzi mi pregava di soddisfarlo di fargli conoscere tutte le sfumature del sesso.

Inarcò lo schiena e dopo e senza neanche toccarsi, accorgersi raggiunse l'orgasmo sborrando copiosamente sopra il mio tavolo.

Si sedette sul tappeto esausto prese a menare il mio uccello e eiaculai in faccia, schizzando anche sulle mie scarpe che prontamente vennero ripulite dalla sua lingua come tutte le altre sul suo volto come se fosse un gatto mentre beve il suo latte.

Ero esausto, l’ intervista era andata per le lunghe, lo aiutai ad alzarsi e lo indirizzai verso il bagno per ripulirsi e sistemarsi. Io rimasi interdetto per un attimo e aprii il cassetto con il contratto di lavoro da firmare. Presi la mia roba e mi diressi verso il bagno dove il giovane si stava pulendo sul lavandino.

“Fatti pure una doccia” gli dissi, per cancellare ogni traccia di ciò che avevamo appena fatto, soprattutto la cenere del sigaro che aveva donato eccitanti sfumature di grigio sulla schiena muscolosa del giovane: nessuno, per il momento, doveva sapere cosa era avvenuto questo era una parte dell’accordo. Lo vidi aprire il getto e ci infilammo insieme sotto. Mentre le nuvole di vapore si alzavano riprendemmo a limonare e a scambiarci tenere effusioni come due cani in calore.

La nostra libido ed il nostro bisogno reciproco ci guidarono in un’altra mezzora di puro sesso dentro quel vano cementificando il futuro rapporto di lavoro.

Dopo che ci asciugammo e vestimmo gli sottoposi il mio contratto personale: sei mesi rinnovabile automaticamente, sarebbe diventato il mio assistente personale portandolo in giro per il mondo, entrando nelle migliori aule di tribunale con possibilità di carriera, in cambio di qualche gioco sessuale ogni volta che aggradava alle parti.

Lo firmò subito senza esitare, ne fummo molto felici entrambi e questo fu l’inizio di una collaborazione proficua sia per me a livello lavorativo che personale. Tutti e due avevamo raggiunto un accordo che si sarebbe rivelato in futuro interessante. Avevo trovato un allievo da crescere e plasmare il futuro erede dello studio, dopotutto era solo bastata un’intervista!!!
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