Gay & Bisex
L'Accordo
di maxxx13
31.08.2016 |
2.134 |
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"I colpi di lingua su quella cappella sortivano effetti, mandando in estasi il mio giovane amante, giocando con tutte le pieghe della pelle muovendomi da vero..."
La porta del mio studio si aprì improvvisamente ed un ragazzo entrò portandosi dietro una rabbia senza pari. Distraendomi dal mio lavoro venni colto di sorpresa, una piacevole sorpresa a dire la verità!“C meno!! Stiamo scherzando” urlò una voce maschile incazzata sbattendo un documento sul tavolo. “Ci sono voluti giorni per terminare questa tesi e tutto quello che prendo è C meno!! Non è giusto!!” replicò il giovane.
Il ragazzo in questione si chiamava Michele un gran bel pezzo di figo, il classico tipo da spiaggia a cui piace stare parcheggiato all’università, vestito con una maglietta attillata da cui si vedevano i tatuaggi del torace e dei bermuda che mettevano in risalto la muscolatura delle gambe, belle da mozzare il fiato. “Prego si accomodi, non faccia complimenti!!” dissi accentuando il mio tono sarcastico nei suoi confronti, con tono di sfida.
“Ripeto, ho lavorato sodo per entrare in questo corso e non posso permettere un altro fallimento!!!” continuò imperterrito, mostrando quell’espressione di supponenza e irruenza come di chi avesse subito un torto, o come se gli avessero rubato una caramella ed ora reclamasse giustizia.
Lo squadrai dall’alto verso il basso, avrei dovuto cacciarlo via per l’insolenza dimostrata ma una sensazione di eccitazione, quasi brivido di piacere, aveva percorso il mio corpo raggiungendo zone anatomiche differenti dal mio cervello rigonfiando in maniera non troppo evidente le mie parti in questione.
Più osservavo quel ragazzo e più sentivo il mio uccello prendere il controllo sotto le mutande firmate e il suo atteggiamento da maschio dominante unito al fisico da nuotatore che traspariva dalla maglietta molto aderente non faceva altro che aumentare la mia libido.“Vede se lei invece di correre dietro alle sottane frequentasse i seminari allora non avrebbe questi problemi” gli risposi a tono perentorio, ma la razionalità aveva lasciato posto ad altro e, si ora ragionavo con il pisello.
Venni pervaso dal suo odore di maschio, puro testosterone che in quel momento emanava da quel corpo degno di un militare pronto all’azione. Fu in quel momento che mi accorsi che mi stavo bagnando come una troia, ma non potevo uscire allo scoperto e, nonostante avessi un’erezione dolorosa in mezzo ai pantaloni, dovetti fare ricorso a tutto il buon senso di adulto della situazione per non cadere in trappola.
Ed invece, il destino beffardo non mi diede una mano. Michele si avvicino e si sedette sopra la cattedra. “Va bene!!” disse “Rifarò il compito ma devo dire che è molto difficile concentrarsi quando c’è lei.”
Nel dire ciò si era seduto sul mio tavolo da lavoro lasciando aperte le gambe, facendo intravedere il rigonfiamento in mezzo alle gambe, lasciandomi fantasticare su un possibile piacere esito. Il rischio era molto alto, se qualcuno fosse entrato avrebbe visto quella scena ambigua e avrei perso il mio lavoro e la mia credibilità ma in realtà tutto ciò non mi preoccupava, perché mi ero reso conto che il mio corpo lo desiderava e il mio cazzo voleva penetrare quella giovane carne. “In che senso?” replicai “Nel senso che devo superare l’anno e non posso essere bocciato” avvicinandosi sempre di più al sottoscritto con fare lascivo.
E nel mentre diceva ciò prese a giocherellare con la mia cravatta. La sensazione di finto disagio si fece più forte non tanto perché stavamo violando dei codici etici, ma la troietta con il suo piede aveva iniziato a palpeggiare l’interno della mia coscia ed a tastare la consistenza del mio pacco oramai dolorante di piacere.
“Michele che cosa stai facendo? ” replicai perentoriamente. “Io non sto facendo niente…Come ho detto prof… Non posso permettere di essere bocciato” rispose continuando a massaggiare in maniera sensuale la mia camicia, disegnando cerchi concentrici sui miei capezzoli attraverso la stoffa.
Mi si avvicinò e con la lingua prese a baciare le mie orecchie lasciandomi annusare il suo eccitante dopobarba. Lasciai quindi l’ultimo barlume di ragione da parte e, bloccato come in trance, mi ritrovai a rispondere a quei stimoli primordiali.
Come una vera puttanella esperta, Michele si sedette sopra di me, e mentre ci baciavamo come due amanti in calore prese le mie mani facendomi assaggiare la consistenza del suo culo. Un fondoschiena duro e sodo frutto di anni di palestra. Non potevo non resistere e, mentre limonavamo e palpeggiavo quella divinità greca non mancai di schioccare qualche pacca sonora su quel fondoschiena ben scolpito. Le sue mani presero a premere i miei capezzoli inondandomi di piacere.
Il ragazzo ci sapeva fare, seguendo le curve di quel corpo lo spogliai della maglietta facendo emergere tutta la sua mascolinità. I pettorali perfettamente disegnati e ricoperti di una leggera peluria nera ne esaltavano le forme, mentre gli addominali si piegavano ad ogni respiro aumentando la nostra eccitazione.
“Sono il tuo tutor non dovremmo…” non mi lascio finire la frase che si liberò dei pantaloni e mutande lasciando all’aria aperta la sua virilità turgida. Dondolante e gonfia di piacere era impossibile non rimanere attratti dalla sua asta. Senza ritegno mi tuffai gustandomela nella mia bocca, percependo gli effetti del mio lavorio di bocca sul suo corpo.
I colpi di lingua su quella cappella sortivano effetti, mandando in estasi il mio giovane amante, giocando con tutte le pieghe della pelle muovendomi da vero esperto della situazione. “Così rischio di venire…” mi disse ansimando e lo fece uscire dalla bocca, salendo sul tavolo mettendosi a pecorina.
La visione di quel sedere mi fece diventare più audace, prendendo ad umettare quel giovane buco mentre tutto il suo corpo era un fremito. Mi liberai dei pantaloni e della cravatta e lasciai che le sue mani esplorassero il mio pacco oramai perfettamente eretto.
Girai attorno il tavolo per poter ammirare meglio la meraviglia che stavo fottendo, fu allora che ebbi l’idea, mi levai le mutande e presi a schiaffeggiare la sua faccia con la mia asta e poi glielo infilai dentro quella bocca verace.
Si girò supino sopra il tavolo dove aveva fatto cadere tutte le mie carte di cui ora non me ne importava un accidente, perché ora volevo quel maschio tutto per me. Lo succhiava con passione e voracità, mentre con la mia mano passava su quel corpo plasmato ed in fibrillazione. La sua nerchia svettava ritta come una spada, calda di giovani umori che chiedevano di essere soddisfatti.
“Mmmmmmm…Si professore mi dia una seconda possibilità…” mugolò il moccioso mentre sbattevo la mia virilità sulla sua faccia e gliela infilavo una seconda volta in bocca. “Stiamo facendo ripetizioni, dovrai guadagnarti la sufficienza!!” e gli piantai un bello schiaffo sul petto lasciando il segno rosso del mio passaggio.
Vedere il suo corpo fremere dal piacere, aumentava la mia voglia di dominarlo senza ritegno. Il giovane si era attaccato alle mie palle come un cane all’osso e continuava a leccare assaporare la mia virilità. Ci lanciammo in un veloce 69, perché avevo altro per la testa: desideravo possedere quella macchina del sesso che avevo a portata di mano.
Ansimando e continuando a baciarci, mi liberai dei pantaloni e del resto dei vestiti rimanendo nudo, lasciando che i nostri odori si confondessero. Si girò di nuovo aprendo la mia visuale di nuovo a quel culo perfetto e sodo.
Non potevo lasciarmelo scappare e presi ad umidificare il suo buchetto “Siiiiiii, mi spieghi come devo faaareeee!!! Mugolava come una troietta di goduria…” Forza devi passare il test finale” dissi continuando a guardare il mio amante con lussuria.
Mi alzai in piedi e, mentre si appoggiava a gattoni lasciando aperto il varco del piacere, indossai il preservativo e senza esitazione forzai la sua cavità con arroganza lasciandolo impreparato e sorpreso, facendo fremere quel corpo di dolore.
“Piano prof… è la prima volta. “C’è sempre una prima volta e questo è il prezzo da pagare” sussurrai al suo orecchio leccandone i lobi, facendolo ardere ancora di piacere. Lo avvicinai al mio corpo aderendo alla schiena, cercai di mitigare il dolore del primo impatto segando il suo pene duro e caldo.
Quando lo sfintere, con un ultimo gemito, aveva accettato lo spessore del mio cazzo, non eravamo che all’inizio della bonaria punizione. Le mie manovre stavano avendo successo, non solo stavo alleviando il dolore ma non potevo che rimanere estasiato nel vedere l’espressione del suo volto che piano piano si abbandonava al godimento del trattamento speciale che gli stavo regalando.
“Per favore una tregua… rischio di venire!!” mi pregò Michele mentre lo stavo sfondando, ed uscii dal suo buco martoriato. Si girò e riprese a baciarmi con passione, lasciando che le nostre virilità si toccassero e giocassero tra di loro.
Lo trascinai su una delle sedie, per dargli il tempo di riprendersi dai postumi della innaturale dilatazione. Ma subito dopo, l’inculata riprese con ben altri ritmi e maggiore decisione. Lo trascinai davanti allo specchio della porta d’entrata e lo feci abbassare a novanta gradi, infilzandolo con il mio cazzo.
Riprendemmo la nostra attività amatoria con maggiore intensità, facevo fatica a ragionare e lasciavo che ogni vibrazione del mio e suo corpo mi inebriassero di passione testosteronica. Sentivo i suoi muscoli partecipare al gioco, ad ogni mio affondo tremava di piacere visto che ogni nostra inibizione oramai era sparita.
Venne poi posseduto, sempre nel culo e sempre per tutta la lunghezza del mio cazzo, sia girato di faccia che dietro, poggiato sulla scrivania. Infine dopo una caterva innumerevole di penetrazioni, mi sedetti su una delle sedie.
Lo penetravo con forza, mentre le nostre mani esploravano i nostri corpi imperlati dal sudore “Erano mesi che lo sognavo, peccato durerà solo poco” mi disse “Chi ti dice che finisce qui?” replicai riprendendo a tormentare
il suo cazzo turgido, facendolo godere di nuovo mentre guardavo i suoi occhi. Continuavo a segarlo, e dopo averlo sollevato ed appoggiato sul tavolo lo vidi strabuzzare gli occhi e raggiungere l’apice del piacere, mentre spruzzava tutta la sua gioventù sul suo petto e addominali imperlati di sudore.
Respiravamo quasi all'unisono, uscii dal suo buco e, con le poche energie che gli erano rimaste prese a masturbarmi senza ritegno. Avvicino la sua bocca carnosa ed esperta e accolse la calda sborra che spruzzai sulla sua giovane faccia, svuotandomi completamente. Mi sorprese, quando con la lingua iniziò a leccarla assaporandola come una troia esperta.
Ansimavo dal piacere, tentando di riprenderci dai momenti intensi che avevamo appena vissuto. Come se niente fossi nudo e sudato col cazzo che tardava ad ammosciarsi, raggiunsi la scrivania e presi la sua tesina marcandola con una bella B+. “All’esame mi aspetto una lode!!” dissi con sguardo beffardo.
Raccolse i suoi vestiti e si rimise a posto incurante lasciandomi interdetto “Non si preoccupi sapremmo trovare un accordo” baciandomi sulla bocca facendo l’occhiolino.
Ah Michele si è laureato ma questa è un’altra storia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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