Gay & Bisex
Il Fidanzato
di maxxx13
13.01.2016 |
4.702 |
3
"Il mio giovane amante, ci sapeva fare, prese a mordermi il collo e a scendere lungo tutto il corpo, fino a raggiungere il mio sesso liberandolo dalla morsa..."
Antonella, la mia compagna, prima di conoscermi era madre di due figlie, Alessia e Ilaria. Mentre la prima studiava all’università, l’altra lavorava in campo della moda a Milano. Avevo appena saputo che quest’ultima aveva incontrato quella che lei aveva definito “l’uomo perfetto” ed erano andati a vivere insieme. Parlando con Ilaria era venuto fuori che era un pallanuotista di una nota squadra regionale ed essendo un ottimo conoscitore di questo meraviglioso sport nonché allenatore di pallanuoto, il ragazzo era entrato di diritto nella lista dei miei preferiti. L’occasione per conoscersi avvenne verso la fine di novembre quando decise di presentarcelo e portarlo a cena da noi a Torino. Ero al contempo stesso eccitato e in quel momento non avevo idea di quanto lo sarei stato successivamente. Come vi ho già accennato sono un uomo molto sportivo e dopo le estenuanti fatiche lavorative insieme ad una settimana più pesante del solito dovuto all’assenza di Mattia, decisi che una nuotata mi avrebbe scaricato la tensione.
Raggiunsi la piscina quella sera dopo il lavoro, con l’avvicinarsi del ponte sapevo che avrei incontrato poca gente e con mio sommo piacere constatai di aver ragione: quando arrivai nello spogliatoio maschile vi erano solo persone che si stavano già facendo la doccia o erano in procinto di uscire.
Mentre attraversavo la sala e salutavo i conoscenti, non potevo che soffermarmi sui loro membri chi a riposo chi in semi- erezione ed ammirare i corpi che venivano tirati a lucido. La visione di ciò unito al calore e profumo di pulito e cloro, misto al odore di maschio avevano effetto all’interno del mio costume e ora mai ero abituato a raggiungere la stessa “situazione” degli altri, ma non ci facevo caso, perché ne ero consapevole e farmi ammirare era una delle mie prerogative di maschio alfa.
Presi possesso del mio armadietto e incominciai a spogliarmi e, dopo aver indossato il mio costume rosso, insieme alla mia borsa e occhialini mi diressi all’interno della vasca. Fu allora che notai un giovane con un velo di barba e un bel fisico con un costume rose riscaldarsi a bordo vasca.
Iniziai a riscaldarmi, prima di incominciare la mia solita sessione e con gli occhialini indosso osservai in maniera quasi discreta il compagno di corsia. Lo spogliai con gli occhi, davanti a me avevo un figo da paura: vedevo i pettorali perfetti e addominali modellati da anni di allenamento, potevo anche notare come le cosce muscolose e il profilo del fondoschiena ben piazzato, mentre il rigonfiamento del costume mi lasciava immaginare che la sua attrezzatura fosse decisamente di mio gradimento.
Questi erano i pensieri mentre mi riscaldavo e presero a rendere incandescente la mia situazione nel basso ventre e dovetti per evitare figuracce entrare in vasca anche se il contatto con l’acqua non migliorò per nulla la situazione e dovetti ricorrere alle migliori tecniche di rilassamento per riportare il sangue nelle giuste parti del corpo.
Incominciai la sessione di vasche, concentrandomi al massimo cambiando stili e tenendo d’occhio il tempo. Fu proprio durante quei momenti che mi accorsi con lo sguardo che il mio vicino di corsia mi stava dietro anzi mi inseguiva se non superava leggermente.
Una sfida era diventata, un sentimento misto di invidia e ammirazione percorse il mio corpo. La competizione non mi ha mai fatto paura, anzi questo incominciava a dare un senso di eccitazione che allontanava la routine di quei allenamenti che a volte potevano essere noiosi.
Dopo la prima sessione presi qualche minuto di pausa e ripresi ad osservarlo mentre nuotava, non potevo farne a meno: avevo trovato un degno avversario. Rimasi semi seduto in acqua ed anche se sembravo completamente assorto nei pensieri grazie all’indiscrezione data dagli occhialini potevo continuare la mia osservazione.
Ero rapito dall’agilità nel muoversi, la sua tecnica era degna di un nuotatore professionista anche se non potevo non fermarmi a notare i suoi muscoli flettersi e rilassarsi nei movimenti. Per un attimo presi a toccare il mio capezzolo e il la forma del mio costume dove oramai era evidente che cosa stava avvenendo li sotto. Fu solo una frazione di secondo, ma talmente potente da creare un bozzo, fortunatamente non vi era più nessuno per cui dovetti ricompormi con calma.
Anche se nel momento in cui mi riposavo lo notai sopraggiungere ed effettuare una eccellente virata, non potevo che soffermarmi su quel culo di marmo che doveva avere, perfettamente formato e operativo. Per non parlare, degli addominali perfettamente levigati che si muovevano in sincrono creando un effetto fisarmonica da far arrossire anche la più timida delle signorine.
Ripresi anche io il mio allenamento, cambiando stili andando a scaricare le tensioni di quella terribile giornata di lavoro. Ma durante le bracciate, tra un respirata e l’altra, mi accorsi che eravamo allo stesso livello; ci stavamo sfidando in una gara di resistenza inconsapevolmente ed ero intenzionato a vincerla.
Anche lui aumentò il ritmo ed aveva intuito il mio pensiero di sfida, per un attimo avevo lasciato i pensieri sessuali da parte e mi concentrai meglio nel gioco che inconsciamente fummo invischiati. L’atmosfera si fece carica di tensione, sentivo che dovevo vincere per una questione di principio, non mi andava di perdere di fronte a un novellino anche se non lo era a giudicare dal modo dal suo stile.
Mi fermai per prendere fiato, avevo esagerato, ma dovevo nasconderlo, fu allora che arrivò anche lui e si fermò accanto a me, rivolgendomi un sorriso:“Non sei male pero, complimenti!!” mi disse prendendomi di soprassalto, e dopo aver ringraziato non potei che rispondere sorridendo, ringraziandolo del complimento. “Bhe! Anche tu non te la cavi male….sono Andrea piacere!!” dissi ed incominciammo a parlare più del meno.
Scoprii ben presto che si chiamava Alessandro e che era un’attaccante della squadra juniores locale, ed avendo notato il mio modo di nuotare si chiedeva in quale squadra avevo appreso la tecnica. Diventammo subito amici, tanto che in pochi minuti ognuno sapeva la vita del altro o almeno quanto bastava. E ancora una volta non potevo staccare gli occhi da quel fisico possente pareva il figlio del dio Nettuno in persona.
Passammo un buon quarto d’ora a discutere del più e del meno scherzando e ridendo anche con gusto, nel mentre nuotavamo ma in realtà io stavo pensando ad altro, continuavo a fissare i suoi magnetici occhi azzurri che sullo sfondo della sua carnagione da giovane ragazzo del meridione lo facevano diventare un bocconcino niente male.
Mi resi conto che si era fatto tardi, e che tra qualche ora sarei stato impegnato in una cena cruciale per la vita di mia figlia e Antonella non mi avrebbe perdonato nessun ritardo, quindi decidemmo di dedicarci alle ultime vasche e poi saremmo dovuti rincasare tutti e due visto che anche lui mi disse di avere un impegno importante.
Il tempo sa essere molto tiranno e dopo mezz’ora ci rendemmo conto che eravamo gli unici rimasti in acqua oramai non vi era più nessuno, ed era tempo di avviarci anche noi all’uscita. Uscimmo tutti e due e nel farlo, rimasi per un attimo colpito dalla bellezza del suo corpo.
Gli attimi in cui si accingeva ad uscire facendo scorrere l’acqua, non potei che rimanere esterrefatto da quanto fosse estremamente eccitante, soprattutto il piccolo cespuglio di peli che era situato tra i due pettorali definiti regalandogli un aspetto decisamente virile.
Si allontanò velocemente, mentre lo seguivo da dietro, dandomi a la possibilità di osservare la curva perfetta del fondoschiena, facendo fuoriuscire pensieri che pensavo fossero sopiti da tempo. Dopo aver raccolto le nostre sacche ci spostammo all’interno dello spogliatoio.
L’area delle docce era formata da una grande sala dove dei doccioni uscivano dalle pareti percorrendo l’intero perimetro, il che li rendeva simili a quelle presenti in una normale caserma e donavano si un aspetto austero ma allo stesso tempo erano resi allegri dai colori caldi pitturati. La luce proveniva da dei finestroni posti sul tetto ma ora con la notte invernale, l’illuminazione era quella di riflesso proveniente dal parcheggio. Anche delle lampade alogene venivano attivate al suo interno, ma per uno strano motivo a me sconosciuto, continuavano ad accendersi e spegnersi sintomo che necessitavano di una riparazione.
L’acqua calda prese a scorrere nella zona rimasta in penombra e mi ci infilai sotto, avevo i muscoli indolenziti e avevo bisogno di ristoro, premetti il dispenser vicino a me e incominciai a strofinare ogni centimetro del mio corpo. I miei addominali reclamavano pace e mentre passavo le mani, presi ad immaginare come sarebbe stato possedere il mio giovane avversario. Questi pensieri presero forma di una semi erezione sotto il costume.
Quando riaprii gli occhi portando il mio corpo di nuovo sotto l’acqua, mi accorsi che non ero solo, dall’altro lato Alessandro aveva preso posto e si stava infilando sotto la doccia; aveva sfilato il costume e con gli occhi semi aperti potei ammirare il tesoro che aveva in mezzo alle gambe. Le mie speranze non erano stato deluse!! Anche da floscio il suo sesso lasciava niente all’immaginazione.
Anche lui prese a lavarsi e a strofinarsi, soprattutto il pacco, lanciandomi sorrisetti che mascheravano forse l’imbarazzo della situazione. Il silenzio tra di noi rotto solo dallo scorrere dell’acqua e dal vapore che aveva incominciato a riempire la stanza. Mi girai lasciando che il getto caldo mi massaggiasse la schiena e mi levai il costume lasciando che libera la semierezione che oramai era evidente.
Alessandro mi dava le spalle con le mani appoggiate al muro, lasciando la schiena sotto il getto di acqua calda permettendo una visuale degna di un film a luci a rossi sul suo fondoschiena in perfetta tensione, mentre pensieri torbidi facevano strada nella mia mente. Poi si girò, rivelando una bella erezione tra le parti basse. Fui io a sorridere questa volta, mentre il ragazzo prese ad accennare una sega; il suo sesso ora mai era in tensione ed ebbe di riflesso effetto sul mio; presi a trastullare il mio capezzolo e, nel frattempo sentivo la mia virilità premere sul costume.
Come un gesto di sfida gli feci un cenno, che lui recepì e raggiunse fino a fermarsi davanti a me: “La tua erezione è il miglior complimento, che un uomo possa ricevere!!” dissi. Accennò a un sorriso malizioso, e mi baciò in bocca.
Lasciai che la sua lingua entrasse e come due amanti di vecchia data iniziammo un gioco sensuale quanto perverso. Mentre le sue mani presero a giocare con i miei capezzoli turgidi, io lo abbracciai con quella sinistra percependo ogni muscolatura di quella schiena perfetta, ma con quella destra invece scesi fino alla sua virilità. Il contatto con quel bastone rovente fu intenso ed eccitante, iniziai a segarlo costantemente. Il mio giovane amante, ci sapeva fare, prese a mordermi il collo e a scendere lungo tutto il corpo, fino a raggiungere il mio sesso liberandolo dalla morsa del costume.
Lo annusò per un attimo e poi lo accolse dentro la sua bocca; l’estasi del piacere mi avvolse in un vortice facendo vibrare l’intero corpo, potevo sentire la sua lingua giocare sapientemente con il glande, mentre le mani cercavano i capezzoli premendoli fino al dolore. La sensazione dell’acqua calda unita al suo peccaminoso gioco fecero precipitare le mie inibizioni, spingendomi verso nuovi orizzonti.
Dovetti farlo smettere altrimenti sarei venuto subito, si rialzò e prendemmo a limonare come due cani in calore, non potevo fare altro che seguire il mio istinto, percepivo tutti i suoi muscoli in tensione, e mentre le nostre virilità cozzavano fra di loro, presi ad abbracciare quel fondo schiena di marmo che si ritrovava; lui per non essere da meno prese a giocare con il mio buco facendomi perdere ancora una volta il lume della ragione.
Lo spinsi sulla parete, continuando a baciarlo senza ritegno mordendolo sul labbro inferiore, lasciando che la goccia di sangue scendesse lungo il suo corpo, leccandogliela seguendo le curve dei suoi addominali, fino a raggiungere il suo batacchio. L’acqua calda oramai era sopra la mia testa, e nonostante non potessi vedere, percepivo la sua consistenza; presi a succhiarlo, giocando con la lingua e aiutandomi con le labbra, incominciò a gemere chiedeva di aumentare il ritmo, mi disse che neanche la sua ragazza era così brava.
Decisi di concentrarmi sulle sue belle palle rotonde e perfettamente depilate, aiutato sapientemente dalle mie mani insaponate, lasciai che il mio dito raggiungesse la gloria del piacere stuzzicandolo fino a farlo tremare e dovette allontanarmi. Ci lasciammo andare alla lussuria sfrenata, scivolando lungo la parete; rimanendo seduto prese a segarsi e a giocare con la lingua sulla mia cappella.
Dovevo possedere quel corpo giovane e forte, con l’aiuto del sapone iniziai a massaggiare il suo buco e aiutandomi con la lingua facendolo tremare ancora di più. Si posizionò in attesa, come se sapesse cosa stesse per succedere; era uno spettacolo vedere le linee muscolose del suo fondoschiena che continuavo a leccare incessantemente fino a raggiungere l’attaccatura con le sue cosce completamente in tensione.
Poi avvicinai il mio uccello pulsante e cominciai piano ad entrare, mentre le sue difese incominciavano a cedere, lui si spinse contro di me per facilitarmi l’ingresso e venni accolto all’interno del suo ventre tra una lunga serie di gemiti. Iniziai a fotterlo senza ritegno, lasciandomi guidare dal mio istinto, sentivo che gemeva chiedendo di essere sbattuto come una vacca in calore.
Il calore del suo ventre mi avvolgeva e non potevo non subirne il fascino istintivo, ogni colpo di reni era una ventata di piacere che pervadeva entrambi. Estrassi la mia arma di piacevole distruzione e lo feci girare supino, gli aprii le gambe e ripresi ad incularlo dolcemente violentandolo nel suo profondo. Più entravo nel suo intimo più mi eccitava nel vedere il suo desiderio di troia affiorare, lo si poteva percepire dalla tensione dei suoi addominali, dagli occhi strabuzzati.
I nostri corpi erano in preda agli istinti più primordiali e poco importava che ci sentissero anche perché eravamo oramai le uniche persone rimaste. Dopo di che feci uscire la mia cappella violacea, e cambiò di nuovo posizione. Ci sdraiammo di fianco e ripresi a fare quello che facevo in precedenza, questa volta però presi a segarlo violentemente e nel mentre limonavamo come due amanti; il ragazzo ora era in mio potere e non lo volevo lasciare sfuggire.
La stanza si stava allagando e il rumore causato dai nostri movimenti sull’acqua avrebbe reso inequivocabile ciò che si stava consumando fra quelle mura, ma il calore e il vapore avevano creato un’atmosfera degna dei migliori film porno.
Continuammo nei nostri giochi quando finalmente Alessandro non ne potè più e venne direttamente sulla mia mano. Potenti schizzi di caldo seme fecero capolino dalla sua cappella oramai violacea sintomo di aver raggiunto il culmine del piacere.
Non fu da solo, anche io sborrai estraendo il mio uccello e puntando la mia nerchia direttamente nella sua bocca ricoprendolo di nettare bianco, che puntualmente prese a bere senza ritegno. D’altro canto, dopo aver ripulito le mie mani dal suo seme, me le portai attorno alle parti basse accasciandomi di fianco per riprendere fiato: avevo appena provato il miglior orgasmo della mia vita!!
Glielo feci notare e lui concordò con me ma eravamo troppo sfiniti per che rimanemmo nell’acqua a riposare le membra dopo il vorticoso tour de force. Ci rendemmo presto che eravamo estremamente in ritardo, io dovevo correre immediatamente a casa e lui mi disse che aveva un appuntamento importante. Ci rivestimmo velocemente senza parlare, e dopo aver raccolto le nostre cose, ci avviammo verso l’uscita raggiungendo le nostre auto via verso le nostre vite.
Arrivai a casa verso quasi ora di cena, tra gli sguardi di rimprovero della mia amata e i rimbrotti di mia figlia. Andai in bagno ad asciugarmi i capelli, quando suonarono il citofono: era il famoso fidanzato. Sul mio corpo avevo ancora i segni della passione del mio giovane amico, ma nessuno poteva sapere ciò che era trascorso in piscina. Mi spogliai velocemente ammirandomi allo specchio presi dei vestiti eleganti e mi sistemai, nascondendo qualunque cosa potesse tradire la mia scappatella.
Sentii una voce di uomo provenire dal salotto, non ci feci subito caso, ma il ragazzo si scusava del ritardo per essersi attardato dalla piscina e per cui aveva i capelli bagnati. Quando scesi le scale e mi trovai nel corridoio tra la sala da pranzo e il soggiorno potei udire meglio quella voce; una voce famigliare, conosciuta ma non ricordavo dove.
Fu allora che quando girai l’angolo rimasi interdetto, mentre Ilaria baciava sulla bocca il giovane ragazzo e domandandogli il perché i capelli fossero ancora bagnati, mi ritrovai di fronte l’uomo con cui avevo passato la più intensa serata di fuoco sotto doccia. Rimasi di sasso, ma dovetti nascondere il mio gelo e sconcerto...
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.