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Lui & Lei

Un anniversario particolare


di Membro VIP di Annunci69.it maxxx13
15.12.2015    |    2.616    |    3 8.7
"Mi chiamo Andrea D’Elia, sono avvocato e proprietario di uno studio legale in una città del Nord ho due figli da un precedente matrimonio ed una compagna con..."

Mi chiamo Andrea D’Elia, sono avvocato e proprietario di uno studio legale in una città del Nord ho due figli da un precedente matrimonio ed una compagna con cui convivo felicemente. Non sono un santo e mi concedo molte scappatelle, la mia compagna ne è a conoscenza ed accetta il mio essere e questo rende la nostra vita sessuale notevolmente interessante. Sia a lei che a me piace molto andare a teatro, per noi era già una passione segreta ai tempi del praticantato. Tanto siamo appassionati che durante i nostri amplessi più focosi in camera da letto abbiamo alcuni brani speciali che ascoltiamo ad alto volume per coprire i nostri sospiri più forti.

Antonella è la mia donna ideale, perfetta fisicamente ed è molto porcella tra le mura domestiche, e quest’anno per il nostro anniversario aveva in mente qualcosa di diverso che voleva regalarmi e lo avevo intuito dal modo con cui mi aveva comunicato la nostra presenza alla prima della Carmen. L’idea mi elettrizzava alla grande perché sarebbe terminata con un altro genere di messa in scena sotto le lenzuola, mai cosa fu sbagliata. Lei mi disse che aveva in mente qualcosa per rendere più speciale la nostra serata.

Alla mia richiesta di spiegazione lei si fece più provocane passando la mano in maniera seducente sopra la mia patta accendendo e portando una semi erezione del mio amico in mezzo alle gambe.

Fu allora che capii le sue intenzioni la mia porcellina aveva in mente qualcosa di speciale e di diverso dalla solita routine sessuale. Mi lasciò così in mezzo alla cucina con l’uccello eretto senza portare a termine l’azione e per aumentare l’attesa mi chiese di trattenere e non concludere il gioco appena incominciato. Dovetti quindi a malincuore ritirare la mia mazza dentro i pantaloni e concedermi una doccia fredda per spegnere i bollenti spiriti.

I giorni successivi furono una vera e propria tortura: venni sottoposto ad una vera e propria astinenza da tutte le attività nella camera da letto e la mia compagna era diventata una vera ispettrice.
Per evitare di pensare al sesso dovetti concentrarmi sul lavoro e sugli allenamenti per due settimane e vi assicuro che l’astinenza forzata mi stava facendo impazzire!! Non solo sentivo le palle pulsare ma ogni stimolo proveniente dal mondo esterno erano tentazioni difficili da contenere.

Quando arrivò il giorno del nostro anniversario, mi sentivo eccitato come uno scolaro al primo giorno di scuola, perché Antonella non mi aveva mai lasciato a bocca asciutta così a lungo e temevo che l’eccessiva adrenalina avesse effetti inaspettati. Quella sera mentre mi stavo preparando, la mia zoccolina preferita passò nella mia stanza e mi passò un profilattico, e con uno sguardo complice disse che sarebbe stata una delle sere che non avrei mai dimenticato, non poteva avere ragione!!.

Quando raggiungemmo il teatro la folla incominciava già ad accalcarsi davanti all’entrata in coda pazientemente. Uomini e donne vestiti in completi firmati come noi trattandosi di una prima eppure mentre li osservavo pensieri torbidi si affacciarono nella mia mente causando un’erezione improvvisa difficile da nascondere se non con la mia giacca.

Antonella aveva pensato alla prenotazione usando la mia carta di credito, le avevo dato carta bianca visto che era il nostro anniversario e mentre salivamo le scale per raggiungere il palchetto, mi fece dei complimenti sconci sul mio fondoschiena accendendo la miccia.
La mia compagna era stata previdente il palchetto che avevamo preso era riservato a noi due, situato in una zona dove si poteva avere un’ottima visione e garantiva una privacy rispetto alle altre aree del teatro.

Nella mia testa incominciavo a comprendere che cosa aveva in mente, ma era solo una sensazione, la quale si fece strada amabilmente tra le mie gambe, facendomi camminare con difficoltà notato dalla mia principessa ridacchiando crudelmente.“Calma Tigre!! Tra poco avrai il tuo lauto pasto!!” mi disse all’orecchio, “Lo spero, me lo devi!!” bisbigliai mentre raggiungemmo la porta del palchetto.

Il nostro salottino era situato al quarto piano del teatro in una posizione che permetteva di avere una vista eccellente sul palcoscenico ma era anche riparato alla vista di sguardi indiscreti; e ciò era garantito da una dependance con comodi divanetti e una tenda che separava l’accesso all’area dove due sedie erano sistemate vicino alla balaustra.

Dal balconcino potevamo essere non visti allo stesso tempo, mentre in platea la gente incominciava a prendere posto e il grande lampadario centrale trionfava con la sua maestosità nella sala centrale.
Mentre le ultime persone prendevano posto e nell’aria si sentivano gli ultimi accorgimenti dell’orchestra, io incominciavo a sentire l’eccitazione prendere possesso del mio corpo e senza rendermene conto, l’erezione prese a dolere sotto il pantalone. Domandai con insistenza che cosa avesse in mente “Non lo hai ancora capito!” mi rispose e, facendo l’occhiolino indicò la zona del separè e questo fece che aumentare ancora di più la mia tensione sessuale che in quel momento era stata imbrigliata nel finto perbenismo borghese.

Poi le luci si spensero e ci mettemmo a sedere come nulla fosse, e mentre l’overture incominciò il suo crescendo anche qualcun'altra seguì l’esempio della musica dando inizio alle danze.
Sentii la mano sensuale di Antonella risalire la mia coscia che, contraendosi al contatto fece sobbalzare il sottoscritto e lei da brava maitresse mi costrinse ad atteggiarmi come se nulla fosse aumentando il desiderio.

La sua mano era come un serpente caldo che, alla ricerca della sua preda saliva e scendeva senza controllo strisciando sulla stoffa dei pantaloni oramai tesi. Una goccia di sudore partì dalla schiena e scese fino al solco, facendo aumentare i brividi: quello che stavamo facendo poteva essere considerato atto osceno in luogo pubblico, ma io stavo esplodendo e la mia concentrazione sullo spettacolo stava scemando e andando su altra tipologia di evento teatrale.

Sapeva come sedurre un uomo su quello non vi era dubbio, giocava come una bimba alla ricerca del lecca lecca sapendo dosare la giusta pressione sulla stoffa: raggiunse la patta. La mia virilità era in piena erezione e sentivo l’elastico dell’intimo premere sulla cappella, e lei che aveva intuito il mio “stato” prese a segarmi lentamente e costantemente.

Il primo atto era già iniziato, mentre la sua mano si fece più audace, dopo aver rallentato il bottone della giacca e abbassato la cerniera del pantalone prese a penetrare nel basso ventre, liberando il mio sesso dalla costrizione. Prese a maneggiare l’asta rovente delicatamente ma con una presa decisa su e giù lasciando che la libertà data dal buio e la discrezione dovuta alla posizione dessero libero sfogo alla sua perversione.

Il rischio di venire scoperti aumentava, ora ero con l’uccello al vento, e andava di pari passo con il piacere. Questo gioco che stava perpetrando nei miei confronti mi piaceva e decisi che non potevo restare a subire, quindi presi il coraggio necessario per lasciarmi guidare la mano lungo le sue cosce e percorrere quella pelle di seta, scostando in maniera inpudica il suo vestito, fino a raggiungere l’intimo di pizzo e a tastare la gloria di Venere lasciando che il mio istinto facesse il resto.

Mentre il tenore cantava a squarcia gola, Antonella proruppe in un mezzo sospiro, e prese a giocare con le mie palle, senza tralasciare l’asta rovente. L’opera procedeva in un susseguirsi di gorgheggi che la mia compagna seguiva con i colpi di mano, sentivo il mio corpo completamente avvolto dal piacere che quella situazione regalava.

Antonella poi ebbe un’intuizione da vera porcella quale era, fece scivolare il libretto per terra, chinandosi prese a leccare e ingoiare la mia cappella che svettava ora mai fuori dalla patta. Ogni colpo di lingua era diventato una piacevole tortura e volevo possederla in quel momento e glielo dissi ma, lei aveva in servo qualcosa di migliore.

Con la sua bocca prese a giocare con le palle e succhiare l’asta aiutandosi con entrambe le mani mentre io cercavo inutilmente di mantenere un minimo di decoro ed evitare rumori che potessero infastidire i vicini del piano di sotto.

Ci spostammo nel foyer scostando la tenda per creare un minimo di intimità e mi sdraiai sul divano per facilitarle il compito e lei prese in mano la mia virilità giocando con la sua lingua, mentre le fitte di piacere si facevano sempre più intense.

Le luci si accesero seguite da uno scroscio di applausi, era finito il primo tempo. Immediatamente fummo costretti a rivestirci e ricomporci. Io uscii sulla balaustra applaudendo e con i pantaloni slacciati e fu solo grazie alla copertura del parapetto che evitai lo scandalo.

Antonella decise di andare al bagno delle signore per darsi una sistemata ed io rimasi come un ebete seduto sulla sedia cercando di capire cosa era appena successo. La luce era come se mi avesse riportato alla realtà e quello che avevamo fatto era solo un sogno. Ci stavamo comportando peggio di due adolescenti il rischio che stavamo correndo era molto alto, ma proprio questo mi eccitava e mi sentivo come Ulisse davanti alla sua personale maga Circe.

Il suono del campanello segnava la fine dell’intervallo che mi riportò alla realtà. Antonella rientrò con una bottiglia di Champagne e due bicchieri già aperta, segno che per il secondo tempo le cose si sarebbero fatte più interessanti.

Ci spostammo nel salottino, e attendemmo che l’oscurità ci avvolgesse di nuovo; mentre la musica riempiva di nuovo il teatro e almeno tutti venissero rapiti dagli stupendi versi dell’opera, la mia maga riprese il suo gioco di seduzione, aprendo il suo decolté lasciandomelo toccare. Riprese in mano la situazione e mentre essa riprendeva il vigore, le lasciai ciucciare le mie dita. Nella penombra lei si era trasformata in una cagna voluttuosa e la situazione nel mio basso ventre ritornò agli attimi prima di essere interrotta.

Mi slacciò i pantaloni, abbassando il mio intimo: mi sdraiai; lei con sapiente maestria accolse la mia virilità dentro la sua bocca giocando con la lingua, e con il mio capezzolo.
Poi si levò le mutandine di pizzo e si spogliò completamente. Ora con le tende abbassate era come se fossimo tornati a casa con la musica della nostra opera preferita che facevano da sottofondo. Mi fece un regalo si avvicino fino alla mia bocca lasciandosi leccare le sue grandi labbra.

Il suo profumo mi inebriava e presi ad esplorare l’incavo gustandone tutti i sapori ed odori; mi passò un bicchiere di vino e lo bevvi tutto d’un fiato, mentre ripresi la mia opera percependo il suo piacere crescere e prendere possesso di quel corpo. Prese la mia virilità e la infilò dentro di se, mentre Carmen gorgheggiava sul palco, lei prese a muoversi sopra di me, lasciando che la passione ci travolgesse come due amanti clandestini, soffocando i nostri gemiti lasciandoci godere tra di noi.

Prendemmo a fotterci senza ritegno, lasciando che i nostri corpi parlassero andando in sincrono, lei con ancora indosso il vestito ed io a torso nudo e i pantaloni abbassati. Cambiò posizione sdraiandosi di fianco a me, mentre ripresi il ritmo. Non mi importava degli altri, tra un po’ gli addetti sarebbero arrivati a fermarci e l’importante era poter concludere l’atto che stavamo compiendo.

Mentre sul palcoscenico andava in scena la tragedia, nel nostro palchetto eravamo presi dalla nostra mise teatrale fatta di pura passione come non avevamo mai passato. La musiche delle danze raggiungeva il suo apice, e noi continuavamo cambiando posizione. Più aumentava la musica e più aumentavano le mie spinte tirando fuori tutta la sua troiaggine che era in lei; mi piaceva adoravo quel momento, il senso di proibito mi dava la carica e l’adrenalina necessaria per fare cose che fino ad ora erano relegate ad una camera di motel o una macchina imboscata nei campi.

Mentre continuavano la nostra personale danza vidi Antonella raggiungere il massimo del piacere, estrassi il mio uccello imbevuto dai suoi umori lasciando la fica fracida e continuai a baciare i suoi seni prorompenti.
Riprese in mano la mia asta e non ci volto che venni con potenti schizzi soffocando il mio piacere, nascosto solamente dalle note alte della musica, che ricaddero sui nostri corpi ancora in affanno per l’estremo piacere.
Mentre il trionfante finale andava in scena ci ricomponemmo rivestendoci e mettendoci di nuovo in ordine, Antonella ed io ci pulimmo con delle salviette e dopo uscimmo dal balconcino in tempo per unirci alla standing ovation e agli applausi di tutta la folla.

Dopo di che uscimmo come nulla fosse e ci accodammo agli altri ospiti che stavano iniziando a scendere e a lasciare il teatro. All’uscita vi era una troupe televisiva che stava intervistando i primi invitati alla ricerca di commenti, incontrammo una coppia di amici che ci chiesero un commento a cui rispondemmo con entusiasmo mentre tutti e due ridevamo complici. Dopotutto eravamo qui per celebrare un anniversario particolare.



























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