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Ladri in vacanza - Parte 2


di foxtied
02.08.2018    |    15.209    |    7 8.8
"Una volta appagato di avermi sborrato in bocca, sfila il pene e mi tappa di nuovo con il fazzoletto e poi il nastro adesivo, più stretto di prima..."
Resto legato alla sedia per parecchio tempo, inizialmente con il pene duro che poi lentamente si rilassa…
Credo sia ora di pranzo quando li sento rientrare: almeno due di loro scendono nella stanza dove mi hanno lasciato… “Tutto ok, saldamente legato e imbavagliato. Che facciamo, lo portiamo di sopra?” chiedono… “Si, portatelo su, almeno mangia anche lui”. Mi slegano dalla sedia e mi fanno alzare, dopo avermi tolto la benda e il bavaglio che mi tappa la bocca dal mattino. Sono tentato di parlare di quanto avvenuto al mattino ma, mentre uno mi lega nuovamente i polsi dietro la schiena, l’altro mi infila un fazzoletto in bocca e me la tappa di nuovo con il nastro adesivo… almeno stavolta non è la palla di gomma. Decido di non dire nulla, per non creare una qualche situazione poco piacevole. Mi portano di sopra e mi fanno sedere al tavolo, legandomi le mani davanti, senza legarmi i piedi: “Levagli il bavaglio e fallo mangiare, ma non perderlo di vista”. Mi porgono un vassoio con una pizza già tagliata e una lattina di aranciata. Mangio senza proferire parola, mentre quello che è rimasto a controllarmi tiene la pistola sul tavolo, di fronte a me. Li sento fare chiasso in piscina mentre mangio la pizza, lentamente, per cercare di afferrare qualche stralcio delle loro conversazioni. Inutile, non riesco a capire granché… non appena finisco di mangiare, il “guardiano” si alza e mi lega le mani nuovamente dietro la schiena, poi chiede a voce alta: “A posto, ha finito. Lo riporto di sotto?” Quello che sembra essere il capo si affaccia alla porta del salone: “Portalo in camera e legalo al letto vedi se deve andare in bagno, ma controllalo sempre, ok? Andate in due per sicurezza”, ed entra subito un altro di loro a dare manforte al guardiano. Mi fanno alzare e mi portano nella camera da letto, dopo avermi chiesto se avessi dovuto usare il bagno, ma fatto cenno di no mi fanno fermare davanti al letto e uno dei due mi lega le braccia all’altezza dei gomiti, dopo aver stretto meglio le corde ai polsi. Mi fanno sedere e il guardiano mi sfila le pantofole di spugna, poi mi lega i piedi, ben stretti e, a seguire, le ginocchia. A questo punto mi sdraiano sul letto e mi incaprettano, anche se non troppo stretto, tirandomi le caviglie ai polsi. Sono sempre in accappatoio. “Prendi l’anello per imbavagliarlo e poi bendalo…” – “L’anello? Perché? Non è meglio fasciarlo con il nastro adesivo tutto intorno?” – “No, alterniamo un po’, mettigli l’anello e stringi bene”. Senza ribattere vedo l’altro uscire per rientrare poco dopo con un ring-gag abbastanza grosso in mano: me lo infila in bocca divaricandomi le mascelle e poi lo stringe dietro il collo. “Bene così, ora infilagli il fazzoletto in bocca e poi chiudi con un pezzo di nastro, vedrai che così non ci saranno problemi di rumori. Esegue. Poi mi benda gli occhi con il nastro adesivo e mi lasciano sul letto. I miei pensieri vanno proprio al fatto che abbiano “giocattoli” come un ring-gag nella loro attrezzatura, un accessorio non proprio confacente a dei ladri truffatori.
Dopo un paio d’ore di silenzio, li sento fuori dalla camera, quantomeno due o tre di loro: “Andiamo in paese a fare un giro, tu resta qui e controllalo di tanto in tanto, ok?” Le voci e i passi si allontanano. Per un po’ resta tutto tranquillo e non sento nulla… poi la porta si apre e sento i passi avvicinarsi al letto, con un respiro accelerato e abbastanza pesante. Sento nuovamente scostare l’accappatoio e una mano toccarmi tra le gambe, in un inizio di masturbazione. Mi muovo come posso per sottrarmi ma per tutta risposta sento un cappio avvolgermi il collo e tirarmelo all’indietro verso i piedi che vengono a loro volta serrati all’indietro costringendomi ad arcuare la schiena. Immobilizzato, riprende a masturbarmi, lentamente, finché il pene mi diventa duro… Non dice una parola, ma è chiaro che stavolta ha molto più tempo a disposizione e intende usarlo a suo piacere: sento le dita infilarsi sotto la sacca scrotale a sollecitarmi i testicoli, mentre con l’altra mano continua a lavorarmi il pene. Il respiro aumenta… poi smette di masturbarmi, ma solo il tempo evidentemente necessario ad abbassarsi pantaloni e slip e ricominciare strofinando il suo pene sul mio. La mano si avvicina alla mia bocca e toglie il nastro adesivo esterno, poi prende il fazzoletto che ho dentro e lo estrae, lasciandomi con la bocca spalancata dall’anello… Il suo pene mi penetra la bocca attraverso l’anello, spinge a fondo fino alla gola, mentre la mano ritmicamente riprende a masturbarmi… mi scopa in bocca per parecchio tempo, alternando lo spingere fino alla gola al muovermelo sul palato e sulla lingua… sbavo copiosamente, sia la mia saliva che gli umori del suo pene. Le corde mi segnano per i movimenti inconsulti dovuti alla forte masturbazione, vuole farmi venire per forza: non apre bocca, non dice una parola, ne sento solo il respiro sempre più accelerato… e ne comprendo presto il motivo. Inizia a fiottarmi sperma nella bocca, mi allaga letteralmente mentre sospira nel suo orgasmo. Il liquido caldo mi cola nell’esofago, non posso fare altro che ingoiare, visto che il bavaglio non mi dà scelta, tenendomi la bocca spalancata. Una volta appagato di avermi sborrato in bocca, sfila il pene e mi tappa di nuovo con il fazzoletto e poi il nastro adesivo, più stretto di prima.
Quindi si dedica al mio pene, masturbandomi sapientemente, strofinando il pollice sul prepuzio scoperto… l’altra mano mi strizza per bene i testicoli, per amplificare ancora di più l’erezione, finché sono costretto a lasciarmi andare e anche io schizzo liquido caldo sulla sua mano… un orgasmo intenso e lungo. Mi asciuga con dei fazzoletti umidificati, ne sento il profumo… poi mi ricompone l’accappatoio, allenta i nodi dell’incaprettamento e lo sento allontanarsi uscendo dalla camera.
Non so cosa pensare, il fatto che attenda di essere solo per seviziarmi mi conferma che forse gli altri non sappiano delle sue voglie, ma non so se sia il caso di farne parola… tra l’altro sono quasi sempre imbavagliato.
Tempo un paio d’ore e sento rientrare gli altri… confabulano nel salone, ridono, scherzano. Arriva il capo a controllarmi, verifica i nodi, mi passa una mano sul bavaglio e poi lo sento dire: “Ma gli avete messo l’anello alla bocca? Come mai?” – “Per fargli capire che se parla sarà peggio per lui” – “Ok, ma sono parecchie ore che lo ha in bocca, mettiamogli la palla di gomma e nastro adesivo ora…” Il boss sembra preoccupato di non esagerare, e in pochi minuti mi tolgono l’anello e mi infilano la palla di gomma in bocca, ben fasciata da nastro adesivo. E mi lasciano di nuovo solo, incaprettato sul letto.
Li sento però parlare fuori dalla camera, credo siano prima in due e poi in tre: “Hey, il fazzoletto che gli abbiamo tolto dalla bocca sembrava intriso di sborra, non è che ti sono venute le tue solite voglie? Te lo sei scopato in bocca?” – “Non ho resistito…” – “Cazzo, possibile che non riesci a tenerlo nelle mutande? Siamo qui per passare qualche giorno, senza problemi di questo tipo!” – “Va beh, ormai l’ho stantuffato, cosa cambia in finale?” – “Cambia che la cosa potrebbe sfuggirci di mano, ok? Non sei l’unico ad avere queste tendenze, e lo sai. Se anche gli altri iniziano a scoparselo come va a finire?” – “Basta non dirlo, dai… sarò discreto…” – “Si, perché pensi che gli altri siano stupidi… se continui prima o poi se ne accorgeranno e ci sarà la fila per farselo… vediamo di evitare”.
La conversazione termina lì, ma la cosa mi preoccupa alquanto.
Arriva l’ora di cena… il boss entra nella camera da letto con un vassoio, un piatto di pasta e una bottiglietta d’acqua: mi slega dall’incaprettamento, poi lentamente mi libera i piedi, le ginocchia e i gomiti, lasciandomi però le mani legate dietro la schiena. Mi fa sedere sul letto, sistemando l’accappatoio, poi mi toglie il bavaglio di nastro adesivo e infine la palla di gomma da dentro la bocca. Le mascelle sono indolenzite… “Allora… so che il mio socio ti ha usato, per così dire, in maniera non proprio consona… Tu tienilo per te e andrà tutto bene, ok? Non parlare, fai solo cenno di sì con la testa. Se gli altri filano la situazione non avrai un solo cazzo da succhiare, ma anche quelli di tutti gli altri e magari vorranno andare oltre, quindi dammi retta…” Faccio un cenno di assenso. “Ora ti slego le mani, così potrai mangiare… dopo ti legherò al letto per la notte” – “Sto morendo di caldo con questo accappatoio, non posso mettere qualche altra cosa?” – “No, per sicurezza ti lego nudo, così non avrai caldo” Inutile replicare, mi rassegno e inizio a mangiare.
Vedo che ha la pistola dietro la schiena, e si mette a “preparare” il letto, fissando delle corde ai quattro angoli della struttura in ferro battuto: “Ti lego a croce, così non starai troppo scomodo, e ti fascerò per bene la bocca con il nastro adesivo, ma senza infilartici dentro la palla, ok?” Faccio nuovamente un cenno di assenso, che alternative avrei?
Finisco di mangiare, bevo dell’acqua dalla bottiglietta… “Se sei a posto, togli l’accappatoio… se vuoi mangiare altro dimmelo…” – “No, sto bene così… Senti, non è meglio che metta, che so, un pigiama? Se mi leghi nudo, non è che poi al tuo amico tornano certe voglie?” – “Al mio amico le voglie tornano comunque, stanne certo, che tu sia legato nudo o vestito… quindi ti lego nudo, è più pratico e facciamo prima. Dai, togli l’accappatoio…” Senza ribattere inutilmente, mi spoglio e mi sdraio nudo sul letto: mi lega i polsi al letto, con le braccia ben divaricate, poi fa lo stesso con le caviglie. Allarga molto le gambe e serra le corde. “Ti imbavaglio senza palla, ma il nastro adesivo devo stringerlo bene e fasciarti anche sopra la testa… la notte c’è molto silenzio qui, e non posso rischiare, ok? Sempre meglio della palla in bocca…” Mi fascia con molti giri di nastro adesivo ben stretto, lo passa come ha detto, anche sopra la testa, bloccandomi completamente le mascelle anche da sotto, nonché coprendomi gli occhi. “Devo bendarti, mi dispiace. Ora dormi.”
Lo sento uscire dalla camera e richiudersi dietro la porta, ovviamente dando le mandate alla serratura. Inizia la seconda notte di questa situazione irreale. Cerco di dormire, attento a qualsiasi rumore: mi aspetto che il compare torni a farmi visita da un momento all’altro… ma per un po’ non succede nulla e infatti mi addormento legato al letto. Ma non dura: deve essere molto tardi quando il rumore, seppur sommesso, della serratura che si apre, mi sveglia di soprassalto… la porta si apre e si richiude, nuovamente con le mandate, ma stavolta dall’interno.
Dei passi vengono verso il letto…
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