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Gay & Bisex

Il negozio di scarpe II - Parte 2


di foxtied
12.07.2018    |    8.640    |    4 9.5
"Vado in bagno, soprattutto per sciacquarmi la bocca, il sapore di sperma mi pervade il palato e la gola..."
Dopo pochi minuti la porta dell’ufficio si riapre e lui rientra in compagnia di un uomo di mezza età, abbastanza in carne e con una pancetta prominente, ben vestito… richiude la porta e va alla scrivania mentre l’altro sofferma lo sguardo su di me, squadrandomi nella posizione in cui sono legato. Vedo il proprietario del negozio alzare il telefono: “Non voglio essere disturbato fino alle 16, per nessun motivo. Sono in riunione con due persone”. Riaggancia il telefono e si rivolge all’amico: “Che dici? Avevo ragione a chiamarti o no?” – “Assolutamente si, ce l’avevo già duro a guardare la foto che mi hai mandato, ma a vederlo così incaprettato e imbavagliato dal vivo mi sta praticamente scoppiando nelle mutande…” Il proprietario sorride, poi mi guarda… “Allora, ora ti tolgo il bavaglio e ti metto un anello alla bocca, ok? Per il resto lasciati andare e ti divertirai…” La cosa, seppur eccitante, mi preoccupa un po’.
Da un cassetto della scrivania ne estrae un bavaglio in cuoio con un grosso anello divaricatore, poi viene verso di me mentre l’altro si toglie la giacca, la camicia e i pantaloni, restando in boxer con un grosso arnese dritto all’interno. Tolto il nastro adesivo mi sfila gli slip dalla bocca e senza darmi tempo di dire una parola mi infila l’anello in bocca, per poi serrare la fibbia di cuoio ben stretta dietro la nuca. Ora ho la bocca completamente con le mascelle divaricate, inizio subito a sbavare per quanto è grosso l’anello, che quasi mi impedisce di deglutire. “Non è incaprettato troppo stretto? Non vorrei si strangolasse nel movimento…” – “Tranquillo, so cosa faccio…” Il proprietario si siede sul divano, accanto ai miei piedi e inizia a leccarmeli mentre si masturba: “Dai, cosa aspetti a metterglielo tutto in bocca? Sei timido?” – “No, no… ora lo scopo in gola…” si mette davanti al mio viso e si abbassa i boxer… se lo prende in mano, ce l’ha molto lungo e grosso… lo infila dentro la bocca attraverso l’anello, praticamente tutto, arrivandomi davvero in gola. Lo vedo guardare in alto e sospirare di piacere, come se desiderasse fare una cosa del genere da tanto tempo… inizia a scoparmi la bocca ritmicamente, affondando ogni volta quanto più possibile e causandomi dei conati che lo eccitano ancora di più. La situazione per quanto imponderabile, mi eccita e il mio pene è durissimo, seppur schiacciato sul divano… Il proprietario del negozio continua a leccarmi i piedi, a morderli nei punti più morbidi e sensibili, mentre l’altro mi riempie la bocca del suo pene… Vanno avanti per parecchio tempo, poi entrambi sono davanti al mio viso, con il pene in mano, e mi penetrano la bocca a turno: “Voglio frustarlo…” dice il panciuto, infoiato come un maiale in calore… “Dentro il cassetto in basso, c’è un frustino…” non se lo fa ripetere e va a prenderlo, torna con un frustino rigido e, non appena me lo rimette in bocca, inizia a frustarmi le piante dei piedi… il dolore mi fa contorcere serrando il cappio intorno al collo che, insieme al pene che mi arriva in gola, mi toglie letteralmente il respiro.
Smette di frustarmi, ma continuano a scoparmi in bocca a turno… il panciuto è sempre più infoiato: “Cazzo, sapevo che mi sarebbe piaciuto fare questa cosa, ma non immaginavo così tanto… se vengo adesso lo affogo…” – “Per questo ti ho chiamato…” – “Giriamolo su un fianco, voglio succhiarglielo…” – “Ok, aspetta…” Mi girano su un fianco, e la costrizione dell’incaprettamento si fa ancora più stringente; la schiena è inarcata dalle corde che mi serrano i piedi al collo… il proprietario continua a spingermelo in bocca, mentre l’altro si siede sul pavimento e me lo prende tutto in bocca, leccando e spingendo sul prepuzio con la lingua: la sensazione di piacere è amplificata dalla costrizione delle corde, inoltre con la mano mi sollecita i testicoli… è tutto molto intenso e strano al contempo, ma me lo ha fatto diventare duro come il marmo. Si continua per almeno mezzora, senza soluzione di continuità… ancora un po’ e mi avrebbe fatto venire: “Leghiamolo in un altro modo, così possiamo stare anche più comodi…” – “Ok, come vuoi legarlo?” – “In ginocchio, con il culo accessibile… aspetta, ti faccio vedere”. Il proprietario mi slega dall’incaprettamento piedi/collo e poi mi fa mettere in ginocchio sulla moquette: prende un tavolino basso sul quale erano poggiate le scatole di scarpe e mi ci fa poggiare il petto per sostenermi; poi con una corda mi blocca al tavolino, avvolgendomela attorno alle spalle. Tira poi un’altra corda dalle ginocchia, passandola sotto il tavolo e chiudendola a cappio intorno al collo per non farmi muovere: “Ecco qua, ora possiamo scoparlo sia davanti che dietro… cominci tu?” – “Ohh, si… certo che si…” Si mette dietro di me in ginocchio, sento la pancia sulle mie natiche e il suo pene che mi sfiora le piante dei piedi legati… poi me lo poggia allargando le natiche… cerco di dire qualcosa attraverso il bavaglio ad anello, ma nel momento stesso in cui inizia a penetrarmi, il proprietario me lo spinge in bocca a fondo, tappandomela completamente.
Ora mi ha penetrato anche dietro, completamente, e iniziano a scoparmi entrambi, senza che io possa opporre alcuna resistenza: il panciuto mi prende in mano il pene da sotto, mentre mi incula, e mi masturba a fondo, avanti e indietro, allo stesso ritmo di come mi scopa, mentre l’altro sembra voler infilare anche le palle dentro l’anello, per quanto spinge. Ho la bocca e la gola doloranti, senza parlare del di dietro che è praticamente in fiamme.
Le sevizie proseguono per molto tempo, sono fradicio di sudore e le corde mi segnano ancora di più, ma non si fermano, ormai sono esausto… ho il pene che sta per esplodere, anche se viene sapientemente controllato dalla mano che mi masturba. Vorrei soltanto che finalmente venissero entrambi, per mettere fine alla costrizione, seppur eccitante… pensare che volevo solo comprare un paio di scarpe!
Arriviamo al dunque e la sincronia ha quasi dell’incredibile: sento il panciuto aumentare il ritmo della masturbazione al mio pene, seguendo quello con cui mi sbatte, mentre l’altro si inarca trattenendo il respiro… la bocca e la gola mi si riempiono di sperma caldo, in quantità tale da fiottare fuori dal bavaglio e, quasi nello stesso istante, anche il culo viene allagato, dentro e fuori… Li sento godere come maiali infoiati, finché anche io inizio a fiottare sotto la sollecitazione ritmica della mano… mi manca il respiro dal piacere intenso che mi provoca, dura moltissimo e forse è la giusta ricompensa per come mi hanno seviziato.
Lentamente la pressione scende e i muscoli si rilassano… finalmente mi toglie il pene dalla bocca, come anche dal culo… Mi lasciano legato e imbavagliato ancora per qualche minuto, per riprendere fiato e ricomporsi entrambi; poi con calma mi tolgono il bavaglio e mi slegano. Mi alzo, ho polsi e caviglie molto segnati dalle corde, come anche la bocca, visto che il bavaglio era strettissimo: “Usa il bagno li sulla destra, rinfrescati, ne avrai bisogno credo…”. Vado in bagno, soprattutto per sciacquarmi la bocca, il sapore di sperma mi pervade il palato e la gola. Finito di rinfrescarmi esco dal bagno e inizio a rivestirmi, loro lo hanno già fatto. C’è un po’ di imbarazzo generale ora, passata la foga dell’eccitazione, se non altro per come è stata “improvvisata” tutta la situazione.
“Beh, pensare che volevo solo comprare un paio di scarpe…” esordisco per rompere il ghiaccio… “Non resisto quando vedo i tuoi piedi nudi, mi ecciti e mi fai venire troppe voglie…” – “Me ne sono accorto… però potevi avvertirmi che avevi in mente questo giochetto a tre, sarebbe stato meglio” – “Hai ragione, ma diciamo che ho perso in parte il controllo…” Con mia sorpresa, l’amico esordisce cambiando completamente argomento: “Ti andrebbe di venire a trovarmi qualche volta?” Resto interdetto, poi rispondo: “Immagino ti sia divertito parecchio per propormi questa cosa…” – “Si… molto a dire il vero. Avevo questa fantasia da tempo immemore e averla messa in pratica oggi non credo mi appaghi per molto tempo, vorrei ripeterla, ovviamente se ne hai voglia…” – “Diciamo che ci penso, ok? Non vi nascondo di aver avuto un orgasmo molto intenso, e proprio per questo preferisco pensarci su” – “Va bene, se decidi puoi contattarmi tramite lui… magari ti va di rifarlo in tre”.
Mi apre la porta, ci salutiamo e mi avvio verso l’uscita del negozio… senza aver comprato le scarpe.
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