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La coppia II - Parte 2


di foxtied
24.11.2018    |    5.030    |    2 9.5
"Sono legato molto stretto e le articolazioni iniziano a intorpidirsi, chiuso dentro quel vano e incaprettato come sono..."
Passa diverso tempo, la macchina continua a muoversi e inizio a pensare che non mi stiano portando nella loro villa stavolta… considerando da dove siamo partiti e dove avremmo dovuto andare, direi che siamo fuori con i tempi. Sono legato molto stretto e le articolazioni iniziano a intorpidirsi, chiuso dentro quel vano e incaprettato come sono. Il dildo nel culo si fa sentire, come anche le spugne che mi hanno ficcate nella bocca.
Credo sia passata almeno un’ora dalla partenza, quando sento la macchina arrestarsi per qualche istante, poi riprendere la marcia e infine fermarsi definitivamente. Siamo evidentemente arrivati. Tempo qualche minuto e sento aprirsi il vano bagagli, poi il coperchio del vano… Mi sento slegare i nodi a vista che mi incaprettano le ginocchia al collo e poi quelli che legano i piedi ai gomiti: lui mi tira fuori dal vano, ho sempre i polsi legati e collegati al collo, mi slega solo gambe e caviglie per consentirmi di camminare, dopo avermi infilato un paio di pantofole ai piedi. Mi fa uscire dal bagagliaio senza sfilarmi il plug anale, e camminarci non è proprio il massimo…
In piedi credo davanti al bagagliaio del SUV, mi sento toccare tra le gambe… una mano mi prende il pene che viene avvolto da un anello sotto i testicoli che poi viene stretto, strizzandomeli… Ho un sussulto che mi fa mugolare dietro il bavaglio. Sento un elastico che mi viene applicato sia alla base del pene che poi all’altezza del glande, molto stretto, a seguito di un accenno di masturbazione. Questa è sicuramente LEI, che inizia a giocare a suo modo.
Mi fanno camminare e poi salire una scala per poi scenderne un’altra. Finalmente mi slegano i polsi e i gomiti e mi fanno sedere su una sedia, dove i miei polsi vengono subito nuovamente legati dietro lo schienale. La sedia sembra molto larga, ma con gli occhi tappati dal nastro adesivo non riesco ad averne la percezione. Mi legano le caviglie alle gambe posteriori della sedia, divaricandomi le gambe ed esponendo per bene i genitali, sempre strizzati dall’anello. Mi bloccano le ginocchia, molto strettamente, alle gambe anteriori, per tenere le gambe aperte senza possibilità di chiuderle e finalmente mi tolgono il bavaglio, estraendo le spugne dalla bocca, ma senza liberarmi gli occhi.
Prendo fiato, riarticolando le mascelle e il palato, ma subito mi sento spingere un dildo di gomma in bocca, parte di un bavaglio in pelle con fibbie che vengono ben serrate, anche sotto il mento oltre che dietro la nuca e la testa. Il dildo è lungo abbastanza da arrivare a toccarmi la gola e bloccare completamente la lingua. Mi fasciano il collo con un cappio di corda che tirano all’indietro, fissandolo alla sedia. Sento lei prendermelo in bocca, anche se con il glande stretto dall’elastico, mentre lui mi strofina il pene sulle mani. Mi lavora il pene per parecchi minuti, per farlo diventare ben duro e dritto, poi me lo bacchetta con qualcosa, credo una piccola verga di cuoio, avendo cura di colpire sia i testicoli che il glande. Il dolore è abbastanza forte e mi fa arcuare sulla sedia, stringendo inevitabilmente il cappio intorno al collo. La verga passa ora sulle cosce, risalendo fino al petto e ai capezzoli… il bavaglio mi impedisce di urlare, ma lo farei sicuramente.
Me lo riprende in bocca, rigandolo con i denti… il sadismo di questa donna è maniacale. Lui invece continua a strofinarmi il pene sulle mani legate. Non so più che ora sia, inizio a perdere la cognizione temporale, ma vanno avanti per parecchio, alternando le vergate in diversi punti sensibili, finché mi applicano dei morsetti a pinza ai capezzoli, sicuramente sensibilizzati dalle bacchettate: “Stringili quanto basta, poi collegali all’elettrostimolatore”, la voce di lei risuona nel silenzio della stanza… Lui esegue, coprendo i morsetti sui capezzoli con due elettrodi, dei quali poi ne applica altri tra le cosce, sotto i testicoli e sotto le piante dei piedi. Iniziano a torturarmi con la stimolazione elettrica, alternata e costante: ricevo una scossa ogni trenta secondi credo… ad ogni passaggio mi contorco, rischiando di strangolarmi con il cappio al collo. “Riprendi tutto, voglio rivederlo spesso questo video…” Sento il liquido caldo del marito colarmi sui palmi delle mani legate: ha avuto il primo orgasmo, solo strofinandovi il pene e guardandomi mentre mi torturano.
Mi sento il pene in fiamme e non sembrano intenzionati a darmi una pausa, poi improvvisamente le scosse si fermano e mi tolgono gli elettrodi. Mi legano anche il petto, molto strettamente, alla sedia… poi sento armeggiare sotto la seduta dove deve esserci un foro, perché mi sfilano il plug anale per rimpiazzarlo con un altro dildo, più grosso. Me lo infilano a fondo e non posso ribellarmi in alcun modo. Inizia a muoversi su e giù, ritmicamente e deve evidentemente essere collegato a uno stantuffo automatico: un’altra diavoleria che la mente di questi due ha messo in atto, ovviamente deviati dai video che si trovano in ambito BDSM. Mi fanno scopare mentre lei me lo riprende in bocca e mi strizza i testicoli con la mano, portandomi diverse volte vicino all’orgasmo ma senza mai concedermelo.
Finalmente si fermano, sono quasi allo stremo… “Narcotizzalo, così lo appendiamo” dice lei, e la cosa mi fa sobbalzare, ma serve a poco: quasi subito lui mi preme un panno imbevuto di cloroformio sul naso… in pochi istanti i sensi mi abbandonano e diventa tutto buio.
Riprendo i sensi e mi ritrovo appeso al soffitto, con le gambe divaricate e le caviglie legate a due ganci: i polsi sono legati dietro la schiena e tirati verso il muro. Il petto è fasciato da corde e i capezzoli sono pinzati con dei pesi. Mi hanno imbavagliato con un anello molto largo e strettamente serrato dietro la nuca. Pene e testicoli sono legati con elastici molto stretti, che strizzano il glande e l’asta in più punti. Stranamente non sono bendato e posso così vedere la stanza intorno a me, senza finestre almeno dalla mia parte, completamente ricoperta in legno e sicuramente insonorizzata; non credo sia la loro villa, almeno per quello che ne posso sapere. Non li vedo intorno a me, cerco di muovermi ma l’essere appeso a testa in giù e legato in quel modo non rende affatto semplice farlo. Sono con la testa a circa un metro da terra, e l’essere imbavagliato con il ring-gag mi fa presupporre che il marito voglia scoparmi in bocca. La posizione è veramente costrittiva, sento la pressione al collo molto presente e i pesi applicati ai capezzoli rendono il tutto abbastanza doloroso, anche se sopportabile per il momento. Ho il pene eretto, cosa dovuta sicuramente alla sospensione, poi gli elastici che lo stringono fanno il resto.
Li sento entrare ma non li vedo ancora, poi lui si mette di fronte a me, con il pene in mano… il fatto di non vedere ancora lei mi preoccupa, immaginando sia dietro di me. Arriva una vergata tra le cosce, molto vicina allo scroto, esposto completamente, come il culo e il pene. Cerco di mugolare qualcosa attraverso l’anello che mi tiene aperta la bocca ma è inutile, considerando anche il fatto che sbavo copiosamente e la saliva mi cola sul viso. Lei continua a frustarmi, con molto metodo, senza arrivare alle parti troppo sensibili… finché il marito mi infila il cazzo dentro la bocca attraverso l’anello, per prendere al contempo il mio nella sua: non è molto alto quindi la cosa gli riesce agevolmente. Me lo succhia mentre mi spinge il suo a fondo, con la moglie che mi sta ora infilando un dildo nel culo, spingendo dall’alto verso il basso e strizzandomi da dietro i testicoli già provati dalla legatura con gli elastici.
Mentre mi seviziano vedo che ci sono diverse videocamere piazzate per riprendere la scena… “Sborragli in gola e fallo ingoiare, non sprecarla come prima” – “No, no… stavolta gliela faccio bere tutta”. Ripensare alla coppia a modo conosciuta alla festa e paragonarla a questi due maniaci fa veramente un effetto strano, ma devo ribadire a me stesso che me la sono cercata.
Mi porta all’orgasmo senza curarsene più di tanto ma, quando sente che sto per venire, toglie la bocca e continua con la mano, usando il pollice sul glande per farmi schizzare. Mi contorco dal piacere subito osteggiato da nuove vergate che arrivano sul culo, tra le natiche e poi direttamente sul buco appena rimosso il dildo. Lui continua a spingermi il pene in bocca, senza fermarsi e prendendomi la testa per bloccarla e fiottarmi direttamente in gola. “Dai affogalo!” gli urla la moglie, sempre più infoiata, mentre mi frusta sempre più pesantemente mentre il mio sperma mi cola sulla pancia e sul petto. Alla fine mi viene in bocca, copiosamente e la fortuna vuole che, essendo sospeso a testa in giù, il liquido fuoriesca comunque dal bavaglio, andando ad aggiungersi al mio che è arrivato al collo.
“Pisciagli in bocca!” esordisce la maniaca e, a questa richiesta, lui resta interdetto tanto da risponderle: “No, pisciargli in bocca non mi viene proprio… sei troppo infoiata, controllati” – “Per i soldi che gli diamo potresti farlo tranquillamente, che c’è di eccessivo? Lo abbiamo legato e appeso come una bestia, lo stiamo seviziando e torturando da due ore e ti scandalizzi a pisciargli in bocca?” – “Non mi va di farlo, ok?” Lei non replica, e fortunatamente la cosa non ha seguito.
“Addormentalo, così lo tiriamo giù e lo incaprettiamo…” Arriva presto l’odore acre del cloroformio, e si fa nuovamente tutto buio.
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