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Gay & Bisex

Kidnapped - Parte 5


di foxtied
19.04.2019    |    6.773    |    2 9.5
"Nel centro della stanza c’è un grosso tavolo in legno massiccio, lungo più di tre metri e largo almeno un metro e mezzo, con uno strano meccanismo a ruote..."
Mi portano in un’altra sala al piano interrato, i muri sono completamente ricoperti di pannelli fonoassorbenti e la cosa è alquanto preoccupante. Nel centro della stanza c’è un grosso tavolo in legno massiccio, lungo più di tre metri e largo almeno un metro e mezzo, con uno strano meccanismo a ruote sia nel centro che ai due lati alto e basso. Ovviamente corde per immobilizzare e altre che si agganciano ai meccanismi. Sembra qualcosa di derivazione medioevale e non ci vuole molto a capire che serva, oltre ad immobilizzare, a torturare la vittima sottoponendola a tiraggio degli arti e chissà quale altra sevizia.
Mi fanno sdraiare nudo sul tavolo e mi legano polsi e caviglie al sistema di tiraggio, con braccia e gambe divaricate. Mi imbavagliano con un anello molto largo che mi infilano in bocca a forza, per poi tapparla con una sorta di lungo cilindro in gomma che mi penetra quasi fino alla gola. Prima di lasciarmi solo, uno dei due inizia a girare il meccanismo, mettendomi in tensione gli arti quanto basta per immobilizzarmi completamente. Se ne vanno, chiudendosi dietro la porta.
Passa diverso tempo, finchè la porta si apre e entra il “padrone”, di nuovo in accappatoio: chiude la porta a chiave e si ferma a guardarmi legato sul tavolo di tortura. Si toglie l’accappatoio e, completamente nudo e già con il pene eretto, si avvicina al tavolo… mi tocca partendo dai piedi fino a risalire ai genitali: mi prende in mano il pene e accenna una masturbazione, che però interrompe quando diventa duro. Sale sul tavolo e, dopo essersi messo in ginocchio tra le mie gambe divaricate, mi strofina la punta del suo pene sul mio, premendo glande contro glande e strizzandomi i testicoli con la mano. Provo a muovermi ma è completamente inutile, sono immobilizzato. Continua a strofinare il suo pene sul mio, mentre mi infila un dito dritto nel culo… il dito arriva molto dentro, mentre il pene mi diventa sempre più duro e dritto e, a questo punto, me lo schiaffeggia con forza, facendomi mugolare molto forte dietro il bavaglio che mi tiene la bocca spalancata e tappata nello stesso tempo.
Gli piace troppo torturarmi e seviziarmi. Scende dal tavolo e, posizionatosi davanti alle ruote, inizia a girarle alternatamente aumentando la torsione e stirandomi ulteriormente gambe e braccia: le caviglie sono segnate dalle corde che si stringono, come anche i polsi; non posso muovere un muscolo e la posizione si fa molto costrittiva, inarcandomi la schiena all’atezza del bacino e proiettando il pene verso l’alto. A questo punto me lo prende in bocca, leccandolo e succhiandolo mentre, con una mano, mi infila nuovamente un dito nel culo… Va avanti per parecchio tempo, ovviamente senza farmi venire. Poi, come è arrivato, senza dire una parola se ne va, lasciandomi legato al tavolo.
Di li a poco arrivano i soliti scagnozzi che, dopo avermi slegato dai tiraggi, mi fanno scendere: mi legano nuovamente le mani dietro la schiena e mi tolgono il tappo dalla bocca, lasciandomi l’anello ben stretto. Mi portano di nuovo al piano di sopra, mi fanno sedere nel salone su una sedia dotata di anelli in metallo in diversi punti…
Pochi minuti e sono di nuovo immobilizzato mani, piedi, ginocchia, gambe, braccia e collo alla sedia: mi tolgono l’anello dalla bocca e mi mettono un ballgag strettissimo, poi mi incappucciano con una maschera di pelle nera che mi chiude completamente la testa, con solo due fori per il naso, per respirare. Con molta minuzia mi legano i testicoli con dello spago, poi la base del pene e il glande… stringono molto ed è abbastanza doloroso, anche perché con la sollecitazione delle mani il pene mi diventa lentamente sempre più duro e viene strozzato dallo spago. Da quando mi hanno “prelevato”, non c’è stato un momento in cui io non sia stato legato e imbavagliato sadicamente.
Mi lasciano lì… il tempo passa e di tanto in tanto sento delle voci nella sala: persone diverse e voci mai sentite precedentemente… ho l’impressione che sia una sorta di esposizione. Le voci diventano distintamente almeno quattro e la conversazione non lascia adito a fraintendimenti… discutono di come torturarmi ad un prossimo incontro di gruppo: “Lo sto ancora addestrando, ogni tanto fa i capricci, ma ancora qualche giorno e sarà completamente asservito ai miei voleri e alle mie fantasie” – “Quando pensi che sarà pronto per una delle nostre serate?” – “Penso che tre o quattro giorni ancora e sarà pronto…” – “Bene, che giocattoli pensi che si potrà usare?” – “Elettrotortura sicuramente, frusta, cera bollente, dildi, vibratori, pesi… mi aggrada molto incaprettarlo e scoparlo in bocca, gli sborreremo in gola direttamente, mentre cerca di non strangolarsi con la corda al collo” – “Molto bene, io sono dei vostri, solito gettone no?” – “Si, solito gettone per il servizio completo” – “Ok, anche io ci sarò…” – “Anche io” – “Sottoscrivo anche io, ma voglio frustarlo per bene, sai che mi eccita a dismisura”.
In conclusione sono in cinque, quattro dei quali pagheranno questo “gettone” per seviziarmi e torturarmi, ma che ci sono venuto a fare in questo paese…
Li sento avvicinarsi alla sedia dove sono legato: “Se volete toccare potete farlo, gli ho fatto legare palle e cazzo a questo proposito…” Non se lo fanno ripetere, li sento intorno a me e le mani iniziano ad esplorare tra le mie gambe, prendendomi in mano il pene e strizzando i testicoli, mentre altre mani mi toccano i piedi sotto le piante, spingendo con le unghie… “Ce l’ho già duro, solo a immaginare quello che potrò fargli… bell’esemplare, ci divertiremo”. Dopo qualche minuto di palpamenti, li sento allontanarsi e uscire dalla sala. Resto di nuovo solo, nel silenzio rotto solo dai miei respiri dietro il cappuccio di pelle che mi fodera la testa e il bavaglio strettissimo che mi tappa la bocca.
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