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Nicola 3: ragione e sentimento


di tizytrav
04.05.2021    |    601    |    1 9.7
"Lo presi in bocca cercando di ingoiarlo tutto mentre lui mi prendeva per la nuca e mi scopava la bocca..."
Guardo dallo spioncino e vedo lui, giacca militare, camicia bianca sotto e barba di due giorni.
"Aspetta un attimo che mi metto qualcosa addosso!"
"Vai bene anche nuda per me!"
Non gli rispondo nemmeno, non merita che lo faccia, vado in camera, mi infilo una tuta da jogging e torno alla porta con un asciugamano in testa a mò di turbante e lo apro, con modo scocciato di chi odia che qualcuno invada la sua privacy, gli giro le spalle come se non esistesse nemmeno e gli dico.
"Ciao! vado ad asciugarmi i capelli, versati pure qualcosa da bere! i liquori sono nell'armadietto, cocacola e vino bianco in frigorifero!"
Mentre mi asciugo i capelli con la coda dell'occhio vedo che si è sistemato sul divano, si strofina la patta come uno che aspetta la tipa a botta sicura. Dopo un po' tira fuori il cazzo e comincia a menarselo, piano piano. Lo guardo di sfuggita e, benché rimanga ancora impressionata dalle dimensioni, mi esce un'incazzatura mega. Vuoi giocare a chi è più forte? pensi che sia la botta sicura, la scaricatrice delle tue palle quando la mogliettina non ti va più? Ok, vediamo come va a finire. Vado in camera e lui comincia a spazientirsi,
"Quanto ci metti?"
"Mi sto vestendo! devo uscire ho bisogno di tempo per prepararmi! se hai fretta vai! Nessuno ti corre dietro!"
Mi preparo con un vestito di tessuto elasticizzato color vinaccia aderentissimo, appena sotto l'inguine, che metteva in risalto le mie splendide gambe e i miei fianchi stretti, collant neri 20 denari, stivali tacco 12 fino al ginocchio. Praticamente una mega gnocca!!! Mi truccai leggermente e uscii in salotto.
"Beh! che fai???? rimetti dentro quel coso che non so che film ti sei fatto ma sicuramente non quello che piace a me! come puoi venire a trovarmi a casa senza chiedermi il permesso? come puoi entrare e tirare fuori il cazzo pensando di avere a che fare con una a botta sicura? Per una scopatina fatta durante una festa? per favore, rimettiti a posto ed esci che io ho un appuntamento e sono già in ritardo"
Senza proferire parola, con l'aria di chi aveva fatto una gran figura di merda e era rimasto a secco, si alzò e se ne andò. Il primo istinto fu quello di corrergli dietro ma la ragione mi disse di desistere, probabilmente era l'ultima volta che o vedevo e mi si strinse lo stomaco.
"Cazzo Tiziana almeno un pompino per tenere la porta aperta glielo potevi fare " pensai.
Mi assalì un'eccitazione folle e chiamai subito Arturo
"Ciao dimmi! che succede??"
" Niente! mi manchi! ho voglia di te! voglio averti dentro e che mi scopi come non mai!! voglio il tuo cazzo dentro che mi sfondi tutta! sono la tua troia!"
Arturo fino ad allora non mi aveva mai sentito così sfrontata e mi disse
"Dai vieni che ti aspetto!"
"Misi il cappotto, infilai in auto e andai da lui, fuori era già buio, le luci di natale brillavano sopra le strade e ai terrazzi delle case, arrivai a casa di Arturo che mi aspettava sulla porta, appena fui lì nemmeno il tempo di togliermi il cappotto che le sue mani cominciarono ad andare lungo tutto il mio corpo, mi stringeva il seno con una mano e con l'altra risaliva le mie cosce fino in cima al clitoride mentre la sua lingua frullava come impazzita nella mia bocca nello stesso tempo che gli sganciavo la cintura e sbottonavo i pantaloni che custodivano un cazzo sontuoso già duro come il marmo. Mi tolsi il cappotto e mi inginoccchiai sul tappeto, liberai il suo cazzo che non avevo mai visto così, duro, venoso, con una grande cappella violacea. Lo presi in bocca cercando di ingoiarlo tutto mentre lui mi prendeva per la nuca e mi scopava la bocca. Mi spinse forte e mi trattenne finche non ebbi i conati di vomito, glielo leccai sul prepuzio e lo ripresi tutto in gola, dicendogli di tutto
"Scopami la bocca, allagami tutta la gola, voglio sentire il tuo sapore!"
Dopo un altro tempo infinito in cui mi rallentava per non venire ed ormai era diventato un pezzo di marmo, mi rialzò, mi fece togliere il vestito e mi mise a pecorina sul divano, abbassò le calze e il perizoma e cominciò a entrare la lingua nel mio buchetto.
Godevo come una pazza, urlavo di scoparmi, di sfondarmi, che ero una troia sfondata, che volevo il cazzo fino in cima all'utero. Mi partì una bambola pazzesca, finché non appoggiò la cappella e con un colpo secco mi sfondò tutta.
"Aaaaahhhhh! fai piaaanooo è troppoooo gggrrrooosssooo ! Dioooo chheee bbbbbeeelloooo!!! oooohhhhhhh, non ti ffferrr mmaa reeeeee, sfoooonnnnd amiiiiiii!!!
Cominciò una cavalcata furiosa in preda ad un'eccitazione estrema, venni non so quante volte, il mio clitoride cominciò a spruzzare come una fontana e le scosse elettriche che partivano al cervello mi facevano l'effetto di una sniffata di coca, impazzivo letteralmente, avevo orgasmi anali e clitoridei continui mentre il cazzo di Arturo ormai mi aveva completamente aperta. mi stringeva le tette e con due diti mi martoriava i capezzoli. Dopo un tempo che mi sembrò infinito lo sentii gonfiare dentro di me a dismisura, Arturo ansimava e grugniva forte, si irrigidì e con due colpi decisi scaricò dentro di me il suo piacere. Venne tantissimo e quando lo tolse il culo pareva una fontana da quanto sperma buttava fuori. Lo raccolse con due dita e me li mise in bocca, mi girai e ripresi in bocca il suo cazzo, fino ai peli del pube, cercando di succhiare ogni goccia del suo nettare. Arturo era incapace di capire come fossi diventata la zoccola che ero in quel momento rispetto alla stronza bonazza manager che, pur sempre troia era ma con un certo garbo, comunque il suo cazzo si fece meno domande di lui e ripreso vigore, rientrò dentro di me che, tolti stivali, calze e perizoma, me ne stavo a gambe aperte con la schiena sul divano. La sua bocca continuò a leccare le mie tette e mordere i miei capezzoli fino all'ennesimo orgasmo che mi mandò di nuovo fuori di testa.
Si fermò, mi prese per la mano e mi portò a letto dove facemmo l'amore fino alle quattro di notte. Mi venne di nuovo in pancia, in bocca, sulla pancia, nel viso. Ebbe quattro orgasmi (io persi il conto) ed il letto era tutto bagnato dei suoi e dei miei umori. Rimasi abbracciata a lui tutta la notte fino al mattino che mi preparai per andare al lavoro. Naturalmente essendo tardi, feci la doccia, mi rivestii così come ero arrivata da lui e andai direttamente in ufficio.
Mentre guidavo, ancora a pezzi, riflettevo sul fatto che non avevo mai avuto prima di allora orgasmi così sconquassanti, così intensi, senza nemmeno toccarmi. Prima di Nicola avevo una vita sessuale tranquilla e dopo quella sera alla festa mi era entrato tutto in agitazione. Fondamentalmente andavo da Arturo tutte le volte che pensavo a lui, che volevo lui dentro di me e facevo all'amore con Arturo pensando che fosse lui dentro di me, vivevo le tribolazioni dello scegliere tra un amour passionné (Nicola), fatto di innamoramento dell'individuo e di carica sessuale che mi prendeva il cuore, e un amour vanité, Arturo, la ragione di preservare un rapporto certo, conosciuto da tutti, con un futuro davanti e sessualmente molto soddisfacente. Avevo una voglia pazzesca di finire a letto con Nicola, vederlo nudo, toccarlo, avere le sue mani sul mio corpo, assaporare il piacere che mi dava il non poterlo avere ma doverlo conquistare, oltre all' imponderabili conseguenze di quel rapporto basato su sotterfugi, bugie, omissioni, scuse e notti insonni a pensarlo nel letto con sua moglie. Il peggior nemico di questa relazione era il cuore oltre che i sensi ....... Proibito innamorarsi! sembrava facile! Comunque, vista la rimbalzata del giorno prima, il vistoso succhiotto che avevo al collo e il fatto che sicuramente Silvia se ne sarebbe accorta e che non avrebbe esitato a dirglielo, così come a detta di lui gli diceva tutto quello che succedeva in ufficio, ritenevo il pericolo scongiurato e familiarizzavo sempre di più con il concetto che Arturo scopava da dio, era pur sempre un bell'uomo e che godevo come una vacca in calore pur pensando di avere Nicola in corpo. Potevo continuare a pensarlo, tanto chi mi leggeva il pensiero? poi con il tempo sarebbe passato tutto e la quotidianità avrebbe fatto il resto.
Arrivai in ufficio con venti minuti di ritardo (mi accorsi al posteggio che avevo le calze smagliate e dovetti andare a comprarne un paio nuove e sostituirle nel camerino del supermarket) e non passai certo inosservata, né io né il succhiotto. Brusii, voci, collega che mi dice "dormito poco eh stanotte!!" insomma........ un successo. A mezzogiorno solito bar, solita banda e ...... rieccolo! Nota l'abbigliamento solito di quando è venuto da me il giorno prima e mi lancia un'occhiata che mi avrebbe incenerito. Bene! Meglio così, adesso il filmino se lo farà differente. Mentre siamo a tavola, la mia collega Roberta, che non so come qualcosa immaginava, inizia a chiedermi dove mi ero fatta quel succhiotto.
"La Tizy ha fatto le ore piccole, ieri sera è andata a farsi un tatuaggio sul collo ma ci ha impiegato tutta la notte!!ahahahaha"
"Ma stai zitta scema!" dissi tra il serio e il faceto, mentre tutti cominciavano a fare illazioni su dove potevo essere stata.
"Vabbè! sono stata da Arturo, ormai ci vado quasi tutte le sere e rimango a dormire da lui. cosa facciamo rientra nella ristretta sfera dei cazzi nostri ma se volete scrivo un trattato di cosa facciamo! può essere istruttivo!"
Dopo queste parole vidi Nicola scuro in volto, Silvia gli chiese qualcosa ma lui non rispose, come se la sua testa volasse da un altra parte. In quel momento cominciai a pensare che il futuro avrebbe riservato sorprese belle ma non tutte piacevoli. Non ero una semplice scopata e probabilmente l'aveva capito il giorno prima. Il problema è che quell'atteggiamento che mi ero imposta fino a quel momento, prescindesse dal fatto che la controparte usasse lo stesso metro, ma evidentemente così non era e ciò faceva in modo di tenermi vivo un sentimento che dovevo reprimere.
Tornai a casa la sera felice di questo perché tanto gira e rigira al cuore non si comanda.
Comunque eravamo a tre giorni a Natale, tutti sapevano che sarei tornata a casa a festeggiare (in realtà andavo da sola sulle Dolomiti a sciare per una settimana) e dato che sarei partita il giorno dopo appena finito il lavoro, sicuramente non mi avrebbe cercato nessuno. La sera a casa feci una bella doccia, e andai in paese in centro a fare le ultime compere per partire. Trovai Monica e ci fermammo a bere un aperitivo insieme eppoi tornai a casa. Per una settimana mi rilassai, non pensai a niente se non a divertirmi e rilassarmi ma il giorno prima di partire di montagna mi arrivò una chiamata sul cellulare. Era lui, aveva trovato il numero sull'agenda di Silvia, che come segretaria fallita vipera e nullafacente doveva avere le nostre reperibilità.
"Ciao come stai? tutto bene a casa?"
" Sono in vacanza con il mio compagno (bugia) si! sto bene! voi??? passato un bel Natale??"
" Si! in famiglia ma devo dire di si! vorrei rivederti, se non altro per scusarmi per il mio atteggiamento quando sono venuto da te!!"
"Ok! io ritorno tra due giorni! se ti va chiamami!"
Il piacere che provai nel sentirlo e dirgli che mi avrebbe potuto chiamare quando voleva rimise tutto il mio rapporto in discussione.
Arrivai la sera del 30, due giorni alla fine di un 1996, ultimo anno dei miei "enti" (sono del 1967 l' 8 Agosto). Chiamai Arturo e gli dissi che sarei andata da lui il pomeriggio del 31 e che avremmo passato la fine dell'anno ad una festa da una mia amica! Era giunto il momento di presentarlo, oltretutto non c'erano Silvia e Nicola che avevano i bimbi piccoli ....... almeno questo pensavo io.............










































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