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Arturo 2


di tizytrav
11.01.2017    |    1.471    |    13 9.8
"Andai in bagno, mi svuotai dal suo seme e dalla sua pipi e tornai a distendermi nuda sul letto con solo le mutandine che mi ero rimessa..."
Il primo raggio di sole che entro dalle tapparelle mi tolse dalla mente un po' dei pensieri che si erano risvegliati insieme a me. Mi alzai che Antonio ancora dormiva e mi diressi in bagno per prepararmi ed andare in ufficio.
Mentre mi guardavo nello specchio ripensavo alla pazzia della sera prima e provai un senso di vergogna per come mi ero comportata. Mi ero sentita usata, presa e buttata via dopo che lui aveva fatto i suoi porci comodi ma ormai era successo e promisi a me stessa che non sarebbe risuccesso più.
Inoltre avevo iniziato una cura di ormoni, voluta e pagata da Antonio, che avrebbe dovuto farmi diventare donna, quella donna che adesso non riconoscevo più, e dato che non volevo intoppi in questo percorso, decisi di non vederlo mai più. Mi vestii con un tailleur nero, calze chiare e tacco alto e andai a lavorare.
Prima di arrivare al lavoro volli ripassare dalla casa colonica e vidi una donna sulla porta in lontananza. Hai capito il maiale ... è pure sposato!!! La cosa mi rese felice, almeno non si sarebbe più fatto sentire e quell'esperienza sarebbe rimasta unica. Al lavoro andò tutto bene e anche i giorni seguenti. Con Antonio non riparlammo più di quella sera e lui non mi fece più domande. La sera dopo andammo a cena in un bel locale e poi facemmo l'amore con più passione che mai. Mi venne sul ventre con un lago di sborra e poi glielo presi in bocca succhiandolo con una maestria che lo fece esplodere dentro di me facendomi bere quel meraviglioso nettare che avevo assaggiato due giorni prima. Dormimmo abbracciati e ogni tanto sentivo il suo sesso ingrossarsi e premere sulle mie mutandine di seta. Partì il giorno dopo e cominciarono i giorni tabù, quei giorni in cui la moglie reclama la sua presenza, se non altro per le apparenze. Come tutti i sabati, passai dall'ufficio la mattina per finire una pratica urgente. Avevo un paio di pantaloni neri, una maglietta leggera di seta che nascondeva un reggiseno di pizzo bianco, perizoma bianco e tacchi alti come sempre. Mi guardai alo specchio dell'uficio e vidi una gran bella ragazza e questa cosa mi fece felice. Feci una giravolta, un passo di danza e mi misi a sedere quando ..... driin driiiin. Convinta che fosse Antonio risposi ma dall'altra parte c'era lui " Ciao Frocietta come stai???? mi hai pensato questi giorni???? Stasera ti aspetto alle 22" rimasi immobile e muta, confusa, non avevo più calcolato lui nella mia vita ma adesso, in un misto di piacere e paura, dovevo familiarizzare con il concetto. " Sono al lavoro .... cosa vuoi? non vengo da te né stasera né mai!!" " Stasera vedremo!! guarda di esserci! ho voglia di te!" " Ah ... tua moglie non c'è? " silenzio dall'altra parte poi una risposta secca " Sei passata di qui allora! ti è piaciuto puttana! Comunque quella è mia sorella!!! A stasera e fatti bella!". Tornai a casa con lo stomaco chiuso, non mangiai niente, non potevo telefonare ad Antonio ed ero senza di lui per tre giorni. Comunque ormai aveva lanciato un amo al quale stavo per abboccare di nuovo. Sapeva che mi era piaciuto che avevo goduto come mai mi era capitato prima e lui lo sapeva. Sapeva anche che ci sarei andata. Mi misi un tubino nero, braziiana nera che faceva risaltare in maniera divina il monte di venere che si era formato dal rimpicciolimento graduale del pene e dei testicoli, regiseno a balconcino nero, gambe nude nono stante il primo freddo si facesse sentire e decolté tacco 12 nero laccato. Trucco e via. Arrivai al vialetto che mi stava aspettando, non parlammo, mi prese per la mano e mi portò in casa, mi strinse forte a se e mise una mano sotto il vestito tra le mie gambe, dandomi una strizzata forte di rabbia che mi fece urlare dal dolore finché non mi fece tacere mettendomi la lingua fino in gola. Cominciò a toccarmi dappertutto, togliendomi il vestito e la biancheria intima. Sentivo la sua lingua esplorare tutto il mio corpo e i suoi anfratti e stavo andando fuori di testa dal piacere. Ansimavo e mugolavo come una cagna in calore (e sicuramente lo ero) finché non mi inginocchiai di fronte a lui, gli aprii i pantaloni e tirai fuori l'obelisco stupendo che portava in mezzo alle gambe. Glielo succhiai e dopo poco venne in gola una quantità sproporzionata di seme che a fatica ingoiai. Mi prese e mi portò in camera sua dove mi infilò per un tempo indefinito in cui non posso nemmeno ricordare quanti orgasmi ebbi. Mi prese in tutte le posizioni, e lo sentivo in pancia sempre più grosso quando esplose la terza volta dentro di me mi disse di stare ferma di non muovermi .... dopo un po' sentii un caldo liquido inondarmi e riempirmi finché non tolse il cazzo e me lo mise in bocca dove terminò la pisciata che aveva cominciato dietro. Gli chiesi perché lo aveva fatto, se per umiliarmi ma mi rispose "Ho marcato il territorio!! adesso nessuno deve più entrare qui dentro!!" . Andai in bagno, mi svuotai dal suo seme e dalla sua pipi e tornai a distendermi nuda sul letto con solo le mutandine che mi ero rimessa. Venne dietro di me, mi abbracciò e mi chiese di rimanere a dormire da lui. Ormai le difese se ne erano andate e la testa era partita ma gli trovai una scusa alla quale fece ffinta di credere, mi rivestii e tornai via piangendo come una fontana. Al primo bar mi fermai, presi qualcosa da bere e cercai di pensare a come dirlo a Antonio. Arturo era entrato nella mia testa più violentemente che nel mio corpo. Mi sentivo bene, DONNA, avevo fatto sesso per tre ore e l'uomo con cui l'avevo fatto era venuto quattro volte. Ormai ero tropo presa. Pensai di andare a letto per cercare di capire il tutto ma c'era poco da capire.
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