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Al mare la prima volta 2


di tizytrav
03.04.2020    |    1.994    |    10 9.9
"Dopo un tempo infinito, ormai aperta completamente, cominciai a provare piacere, avvolsi il suo corpo con le gambe e cominciai a muovere il bacino mentre..."
Eravamo da pochi minuti uscite di casa, mia sorella mi aveva truccata, aggiustato i capelli nel modo più femminile possibile poi i miei tratti delicati hanno fatto il resto. Indossavo uno slip ridotto tipo brasiliana di pizzo nero è un mini abito, senza spalline che faceva risaltare il mio piccolo è rotondo accenno di seno e le mie splendide gambe affusolate e abbronzate che montate su un decolté tacco 12 facevano la loro bellissima figura. Alla villa c’era Rocco che appena mi vide sorrise con un ghigno di disprezzo e mi disse “sei venuta così per Raul??? Guarda che a lui piacciono le femmine e non le froce come te!! Comunque appena fatto con tua sorella te la do io una ripassata!!” Detto questo infilò la mano tra le cosce di mia sorella e gli disse “troia già un lago sei! Vieni dentro che stasera ti sfondo didietro anche!” Gli strappò le mutandine, gli apri la bocca e ci sputò dentro, la prese per i capelli e la portò in camera sua come una scrofa al macello tirandogli i capelli mentre mia sorella di dimenava cercando di scappare. Rimasi nel giardino della villa quando il cancello si aprì ed entrò dentro una Mercedes! Cercai di uscire dal cancellerò laterale senza farmi vedere ma ormai il proprietario mi aveva visto e scendendo mi chiese con sguardo severo che ci facessi lì. Non sapevo più cosa dire e allora farfugliai qualche scusa ma al suo “adesso chiamo i carabinieri!” Gli raccontai tutta la storia, dal pomeriggio che avevamo conosciuto Rocco e Raul in spiaggia a quel momento in cui ero lì ad aspettare mia sorella che si stava facendo sbattere da Rocco. Mi chiese se stavo aspettando Raul e gli dissi di sì ma che lui non mi filava e allora, dato che tornare a casa a piedi en femme sarebbe stato imbarazzante, aspettavo che finissero per farmi riaccompagnare. “Vabbè hai fame? Vediamo se in frigo ho qualcosa dai! Altrimenti ordiniamo una pizza visto che sei qui mi fai compagnia! E se devo dirti la verità non sei un premio di consolazione! Anzi!!!” Queste parole ruppero il ghiaccio e mi sentii rinfrancata! Andammo in casa, mangiammo un po’ di prosciutto e mozzarella e mi portò a visitare la casa. Ridevamo e mi prendeva in giro quando camminavo sui tacchi. Mi disse che avrei dovuto imparare a camminarci e mi insegnó come fare mettendo una gamba avanti all’altra incrociandole! Mi misi a camminare in salotto quando ad un certo punto sentii le sue mani accarezzarmi i bracci, scendere ai fianchi e il suo fiato caldo sul collo. Cominció a mancarmi il fiato e stavo provando le sensazioni di essere corteggiata, desiderata, da un uomo bello, con un bel fisico quarantenne con l’esperienza giusta per prendermi per mano e trasportarmi dall’altra parte del fiume. Le sue carezze mi provocavano brividi in tutto il corpo, respiravo a fatica e tremavo di piacere. Mi bació sul collo mentre faceva cadere il mio vestito e rimasi con il solo intimo. Infiló la mano delicatamente nelle mutandine fino al ciuffetto di peli sul monte di venere e piano piano scese al piccolo pene che avevo e alle due olivine che facevano da contorno. Mi tolse gli slip ed io, con il minimo dell’iniziativa cominciai a toccato da sopra i pantaloni e sentii un cazzo notevole e duro. Mi rallegrai per l’effetto che gli provocavo e cominciai a aprirgli i pantaloni ma lui mi giró, mi appoggió ad una scrivania e, allargandomi i glutei, cominció a leccarmi il buchino, infilandoci prima la lingua poi un dito che cominció a roteare e infine ne mise due aiutandosi con un gel. “ vuoi che lo facciamo? “ chiese e intanto si era tolto i pantaloni mostrando un cazzo veramente bello, duro, con una meravigliosa cappella marrone scuro. Si lo volevo e per tutta risposta andai sul divano, mi misi a pecorina e gli dissi di prendermi ma di fare piano che era la prima volta. “La tua prima volta merita un letto! Vieni!” Mi portò in camera, continuó a baciarmi e a mordermi i capezzoli e le tettine poi mi mise a pecorina, mi allargó le gambe per trovare l’altezza giusta e comunció la penetrazione. Il dolore era veramente tanto ma lo volevo, volevo che quella fosse la mia prima volta, c’era sopra di me un uomo vero che aveva un cazzo durissimo è quello l’avevo provocato io. Piano piano cercó di entrare e quando mi chiese se ero pronta gli dissi si è lui con un colpo di reni entrò dentro fino alle palle. Urlai, cercai di toglierlo andando avanti ma era forte, mi prese per i fianchi e rientró con forza spaccandomi tutta. Lo implorai di toglierlo ma per tutta risposta prese i miei capezzoli e cominció a strizzarli con forza preso da un’eccitazione che sfiorava la violenzastette tutto conficcato per un bel po’ mentre io piangevo e gli dicevo che mi faceva male ma lui non ci sentiva, ansimava e mi martirizzava i capezzoli, ogni tanto mi stizzava le olive facendomi male ma ormai ero sua. Cominció a scoparmi entrando ed uscendo ma il dolore non passava, mi giró davanti e mi prese come fossi una femmina a gambe aperte. Dopo un tempo infinito, ormai aperta completamente, cominciai a provare piacere, avvolsi il suo corpo con le gambe e cominciai a muovere il bacino mentre sentivo il suo sesso gonfiarsi dentro di me e dopo poco, un sorriso dolce sul suo viso, un grugnito di piacere ed in esplosione di calore dentro di me
, una due tre getti caldo mentre io gli accarezzavo il volto, si accasció sopra di me e mi bació dolcemente. Fumó una sigaretta e si addormentó mentre io uscii in giardino a fumare e vedere se mia sorella era sempre da Rocco . Cominciai a pensare a quanto successo con un turbinio di emozioni e con tutto il corpo dolorante. Quale era stata la cosa più bella? Sicuramente aver avuto da un uomo il riconoscimento dello status di femmina ma il piacere non l’avevo neanche sentito se non nei preliminari e quando lui stava venendo, più per un fatto emotivo e di testa che per un fatto corporeo! Dovevo dare delle risposte ma adesso ero a pezzi e per il momento mi bastava questi due punti. Ormai ero convinta che saremmo rimasti lì e tornai in camera, mi rispogliai e mi distesi accanto a lui, senza lavarmi, solo con gli slip ormai fradici dei suoi e miei umori. (Segue)
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