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La prossima volta


di LiquiriziaDucale
06.01.2020    |    536    |    1 9.4
"Adesso siamo al bar, e c'è la solita frequentazione notturna tutta un po cosi, ragazze lesbiche, ragazze di vita, vecchi porci da accattonaggio, giovani..."
"POI TI DEVI COMPRARE UN REGGICALZE". ....."LA PROSSIMA VOLTA"...….La sorpresa delle sorprese. Quando Paolo accompagnò Ludovica a casa, mai avrebbe immaginato. Paolo o meglio Paola cosi come è conosciuta, è un crossdresser, o meglio, cercando di spiegare, un uomo che si veste da donna per feticismo. Si è sempre dichiarato in questo suo modo di fare "lesbica", ovvero travesta a cui non piace prenderlo dagli uomini, ma in quanto vestito da figura femminile, magari amoreggiare in modo saffico con donne, o con trans femminili. Ludovica poi è una trans operata, donna , donnissima, alta, con belle gambe, un po in carne, come si deve ad una donna, ed un seno importante che la rende attraente ancor di più in una suggestione di abbondanza materna. Si conoscevano da tempo e frequentati in alcune serate di puro spirito libero, per lui erano momenti vissuti con gioia perché proprio al di fuori degli schemi, per lei, forse, la consolazione di un accompagnatore, un cavaliere, anche se al di fuori dei generi, sicuramente particolare, qualcosa per cui staccare dal mondo del lavoro fatto di uomini tutti uguali che non dicevano niente più, routine. La discussione in quel breve tragitto in macchina verteva sul solito intrigante argomento del travestitismo di Paolo, e Ludovica sapeva sollecitarlo ed incalzarlo, anche con seducente malizia. Vieni da me, diceva, per carnevale, compri un po di cosine cosi e poi ti trucco io, metti una bella parrucca bionda vaporosa, e ti trasformo in una drag queen da favola, e facendo cosi mostrava il suo trucco, gli occhi, le ciglia e le labbra che sarebbero state tutte da baciare. Paolo ad ogni ostentazione sottolineava "eh si magari"..."guarda che vengo poi, dai ci conto. Poi ti devi comprare un reggicalze, e le calze, cosi come me, vedi? e dicendo questo Ludovica tirò un po su la gonna, mostrando calze e gancetto, visione alla quale Paolo non seppe resistere, con timidezza e senza essere oltremodo sfacciato accarezzò appena sfiorando calze e reggicalze, seguendo quest'ultimo per un po col sottile tatto della punta del dito, rimarcò quel delizioso confine tra tessuto della bretellina e carne, per un po, senza insistenza, col sacro timore reverenziale che si ha per cercare di non dar fastidio, di non urtare la sensibilità di una donna. Lei da navigata consumatrice prese l'iniziativa d'acchitto, proprio quando si era quasi giunti al bar, accadde quel caso che non era stato previsto. Il bar era tappa obbligatoria, strategicamente posto tra il vialone lungofiume e la casa dove finalmente poter riposare; si la puntata al bar per riscaldarsi tra un superalcolico od un cappuccino ci stava sempre, era l'occasione per Paolo di dimostrarsi gentiluomo, offriva sempre lui, e per Paola, ovvero le volte enfemme, di uscire, mostrarsi, socializzare, farsi vedere dai frequentatori, avvertire a sensazione appagante dell'outing. All'avvicinarsi al bar Ludovica rispose alle carezze di Paolo, mostrando interesse al membro maschile di un lui sempre più eccitato ed infoiato, facendo cosi capire un senso di reciprocità d'emozione che Paolo capi subito come richiamo a proseguire, con gli apprezzamenti e con la fantasia, fino ad accarezzare tutta la gamba invelata, fino alle caviglie ed oltre, anche le scarpe, decolté, ed il tacco alto, a spillo, ed ogni volta con piena approvazione e risposta da parte di lei, anzi era un gioco a rincorrersi di intenzioni, lei provocava, lui reagiva sempre oltrepassando il limite prima posto, e la carezza alle scarpe, quando ci si era fermati per un rosso malandrino del semaforo, si trasformò in un bocchino al tacco, con finta meraviglia di lei "ah ma allora sei proprio perverso " e lui " si oltremodo" sapendo di non rischiare poi tanto, in fondo accanto aveva una trans operata, inoffensiva, mentre la sua virilità maschile con tutte quelle attenzioni si ergeva libera e preponderante, anzi….. anzi fu quello il pretesto, perché nello scambiarsi effusioni lei aveva anche preso ad accarezzarlo nel di dietro, spingendo, infilando la mano tra sedile e sedere, per poi cambiare e passare dal lato B e lato A, non è un mistero che a Paolo piaceva essere toccato in quel punto, cosa forse comune negli uomini e che il sedere attrae le donne è una cosa risaputa anche se poco comprensibile, Ludovica che ne sapeva allora prese la palla al balzo "mmhhhh come sei duro, allora ti piace essere toccato sul sedere" ...Paolo "si mi eccita molto" sempre pensando di non dover rischiare, e Ludovica "allora senti qua" e pose la mano di Paolo sulla fica, ma c'era qualcosa di simile a ramo duro, qualcosa che non ci doveva essere, Ludovica, nella sosta precedente dal benzinaio self service, e di nascosto, si era infalata uno strapon addosso, confidando in un effetto sorpresa riuscitissimo. "Vuoi che e lo metto dentro?" e Paolo "beh si da te si"....."ma però non capisco, ma te sei operata, a te piace?" …"si terribilmente, adoro spaccare i culetti dei maschi"...……"continuo a non capire"...…"parli te che ti travesti e vuoi andare a donne"...……….adesso siamo al bar, e c'è la solita frequentazione notturna tutta un po cosi, ragazze lesbiche, ragazze di vita, vecchi porci da accattonaggio, giovani sbavosi e pischelli da svezzare, …"no non ti fermare qui avanti" mettiamoci li, ehi Ludovica ma che vuoi fare?"....."farti fare la femmina", "ma qui che tutti vedono?" …"si cosi si gonfiano e dovranno correre a farsi…….si li voglio eccitare tutti"...…."ma , ma io ho il buco piccolo"...….."anche questo è piccolo" alzando la gonna ora si vedeva quel fallo in silicone, retto e duro ma morbido al tatto di dimensioni medie, nulla di che, ma realistico, con evidenziate le le venature, vista suggestiva che eccitò non poco Paolo e lo fece cedere alle volontà della sua nuova mattatrice. "Abbassati e pantaloni dai", cosi Paolo scopri il suo panettone, invelato da un paio di collant a cui non rinunciava mai e che vestiva sotto i pantaloni quelle volte che non poteva essere enfemme totalmente, lei con le unghie dapprima fece un buchetto nella trama dei 20 denari e poi allargo a strappare esclamando su quello che doveva essere il suo cavaliere.. "ma quanto sei troia". E fu un susseguirsi di tenero amore, fatto come si può nell' abitacolo della macchina e con gli urletti di lui che nn era poi cosi abituato ad ad ogni colpo più veemente di lei, compiaciutissima della situazione. A giochi fatti l'umiliazione per Paolo di andare a prendere il whisky sfilando davanti al pubblico presente, spettatori non paganti , allibiti anche loro dello show offerto. Come tutte le storie di sesso, rubato un po per caso, o creato giocando, l'epilogo è il mesto rientro, addolcito solo dal riposo richiesto da stanchezza di tanto ardire, dell'osare in una vita che di giorno è normale- "Perchè non m me ne regali uno più grosso", aggiunse lei al bacio passionale di commiato, …."la prossima volta".
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