bdsm
manette
di LiquiriziaDucale
01.01.2020 |
857 |
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"Quel sottile stiletto, e poi ciucciare di nuovo, come se fosse, immaginando tutto quanto..."
Apro la posta del sito degli annunci, ci vado per curiosità, preferisco incontrare dal vivo su piazza reale, però le esigenze e disinvolture mediatiche vanno soddisfatte, accompagnate con fantasia cerebrale, e stuzzicare virtualmente è comodo, non banale, fa riflettere.Sulla posta trovo questa richiesta da parte di un ragazzo: "Ciao me le metteresti le manette? " e poi nel messaggio successivo, "mi vorresti come schiavo?".
E' una condizione da me richiesta, si sa scorrendo il mio profilo, versus uomini pretendo la completa sottomissione, è il mio gioco folle e perverso per cui mi travesto, divento una Signora.
Il gioco di ruolo però si regola sul consenso di entrambe le parti, ed una richiesta cosi sfacciata e diretta tramite messaggeria vuole una risposta seria, che sarà anche possibilista, ma che necessita di attenzione e disponibilità. Le manette?? si, certo, ma non solo.
Ti voglio senza mutande, perché senza quasi neanche presentazione ti abbasso i pantaloni, e non farti illusioni di sollazzo, calati a metà coscia strigo forte la cinta da paralizzarti la camminata, le tue cosce unite non potranno più attuare un singolo passo, impossibilitato a muoverti sei alla mia mercè, a questo piccolo disagio vanno aggiunte le manette, e stai in forte imbarazzo e per giunta col sedere nudo di fuori, capisci allora perché nel fissare l'appuntamento ho preteso che venissi senza mutande.
Sei, cosi legato, un completo birillo, dall'alto della mia statura con i tacchi ti accarezzo la testa e ti ruoto, su te stesso, compiaciuta e quasi come se tu fossi da esibizione, e lo sarai; mi piace sculacciare quella pelle di sedere ora, per denotare le posizioni ed il ruolo, con abile mossa ti atterro, basterebbe poco vista la mia esperienza in arti marziali, ma cosi è facilissimo, devo solo stare attenta che tu non ti faccia male, ma non c'è possibilità di battere la testa, la perderai per me. stai come un salamotto per terra, ti faccio rotolare spingendo con le gambe, quelle gambe che sicuramente starai deliziando da quella visione privilegiata dal basso, alterno spinte a calpestamenti leggeri sulle natiche, quando stai riverso, per farti assaggiare un po il tacco, con pressione studiata, e poi a furia di farti fare strada per casa a rotoloni, ti sbatto vicino al divano, dove la mia posizione superiore è pù comoda e rilassate e te li sotto. Adesso i miei piedi, prolungati da decolté e tacco 12 esplorano completamente il tuo essere vermesco, sfiorano il viso e pretendono approvazione, ti chiedo un pompino, al tacco, con dovrai eseguire con solerzia, senza fretta ed avidità, alternato ad uso di lingiua a ripulire. quel sottile stiletto, e poi ciucciare di nuovo, come se fosse, immaginando tutto quanto. Ci stai prendendo gusto, lo vedo, lo fai capire, e ti sorprendo, perché il tuo piacere non è per me appagante, anzi, quindi cambio e vado in postazione cam, dove sono una piccola diva del privato, sapete gli uomini sono strani, cosi machisti a parole, teneri e timidi all'incontro, e poi quasi impauriti, imbarazzati, curiosi, sorpresi, attoniti, nel vedere un essere di sembianze pseudo femminili, certo da parte mia c'è un uso spropositato di accessoristica posticcia per essere femminile, dicevo che sono meravigliati nel vedere una donna con attributo più grosso di quello a loro disposizione, e stranamente ne vanno matti, io faccio di tutto col repertorio del vedo e non vedo, quasi uno strip tease dell'uccello, e poi nel finale mi sego, accompagnata da un coro di festanti spettatori. Anche tu a vedere lo stecco ducale in azione ti ecciti, ma sei legato, vorresti segarti cosi come sto facendo io, ma non puoi, ha già hai le manette, è questo il mio appagamento: la tua frustrazione. Ho un'idea, ti faccio protagonista della videochat, ti ordino di metterti su, come? ti insegno io, immobilizzato come sei devi spingere col capo contro il divano, e con la pressione provare a stare sulle ginocchia e prostrarti a pecorina, giro la cam e riprendo il tuo sedere, voglio giocarci in diretta, mi affido al caro vecchio attrezzo del mestiere, sinuosa alterno movenze e numeri femminili, gambe slanciate e sode in calze e reggicalze da arrapamento, a scene di brutale isitigazione anale, io ci metto il gingillino di plastica che riporta nome e fattezze del noto porno attore mega dotato, tu il buchetto, che so non essere vergine, troia che non sei altro. Provocare è un arte, stuzzico te e gli spettatori spippettanti da casa, ed il gioco è lento, come uno squalo che si avvicina alla preda stringendo cerchi concentrici, mi avvicino al posto dove affondare, fino al momento fatidico, ora dolce, ora violento e compulsivo, ritmato, scandito anche dalle tue urla, che voglio siano udite ben bene al di la del collegamento, mi fermo solo per controllare la situazione, e l'attenzione se è "alta", regolo il volume, perché anche l'orecchio vuole la sua parte, e tu inconsapevolmente collabori con lamenti ed urletti ad ogni affondo. Lascio il fallo conficcato come asta di bandiera nel tuo pertugio, simbolo del mio trionfo e rivado in cam, esplico il mio abituale sondaggio sul consenso e su chi anelita lo stesso trattamento, share altissimo, moltissimi già venuti copiosamente. Spengo di botto e li lascio, i tardivi, col cazzo in mano, ho da fare adesso, frettolosamente ti cingoo ad un guinzaglio e ti trascino a forza in bagno, dove ti lego, ed esco per la mia giornata, le mie faccende, la mia utilità. Ancora non hai realizzato quello che ti sta accadendo e sei preoccupato, ed iltempo passa lentissimo, torno di sera tardi, tu non hai pranzato e cenato, e avrai solo da bere, con un imbuto in bocca bevo acqua e te la risputo dentro, poi faccio sciacqui col wisky e te lo impongo, non ho voglia di volgarità, non ora, anche se temevi abbondanti scroscii di pioggia dorata, che paventavo per farti impaurire, ma quello che ti aspetti da me non l'avrai mai, l'imprevisto e l'improvvisazione è l'arte della conduzione.
Ora sono stanca e mi rendo conto che in queste condizioni serviresti a ben poco, Anche perché non so che farmene di una intera notte di uno come te, ti rimando via, alla tua normalità di frustrato perverso che si nasconde dietro una vita apparentemente normale, una moglie, figli, lavoro impiegatizio, le rate della macchina, il tifo per la squadra della città quando c'è la partita, e commenti da "maschio" fra amici e colleghi. Hai il sedere scoperto, ci scrivo qualcosa, con un pennarello indelebile,potrei scrivere "troia", ma è scontato e sarebbe un complimento, certo l'idea di tua moglie che si fa delle domande è intrigante, ma c'è un accordo di rispetto di privacy, allora porgo il mio marchio, le mie iniziali, come atto di proprietà, in bella grafia una "elle" ed una "di" maiuscole. Poi nel saluto ti concedo l'ultima chance, ti affido un paio di mie calze, con una raccomandazione, tanto a casa so che subito correrai di nascosto a masturbarti pensando a me e alla giornata trascorsa, accarezzerai quel tessuto e lo userai come suggeritore di fantasie ineluttabili, sfregandoti ti vedrai venire, la raccomandazione è di ripulire tutto perfettamente con la lingua ed ingoiare, non deve rimanere micro traccia di sperma, so che non ci riuscirai e ricorrerai ad un lavaggio, è comprensibile, il desiderio della padrona va esaudito e le calze restituite pulite,allora so già che barerai, e questo non è corretto, una vera disubbidienza, quando ritornerai entusiasta e bugiardamente sorridente, la Signor qui presente ti sorprenderà con una punizione esemplare, per te che non hai lavorato abbastanza di lingua, una legge del contrappasso, è cosi che ricomincia un nuovo giorno, cosi che si consolida un legame forte, come quelle manette che ora ti sto mettendo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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