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Il sogno


di LiquiriziaDucale
11.12.2023    |    134    |    1 8.7
"Mi sveglio e mi chiedo se è stato vero, e se possa esistere in realtà una dea cosi, ma è una dea, irraggiungibile, mi sveglio e sono in guepiere con..."
IL SOGNO. Ho fatto un sogno, stavo in uno di quei locali di strip maschile, dove vedi orde di ragazze tra il divertito e lo stupito, probabilmente alticce e, forza del gruppo, disinibite, festanti oltremodo nel vedere esibire le grazie maschili di bellocci muscolati. Che ci facevo la io non lo so? come nei sogni la mia era una presenza eterea, impalpabile, una sorta di terzo occhio attraverso il quale si susseguivano le scene. Lo spettacolo sul palco era questo, entra una donna superba, altissima, ancora più alta per i tacchi che indossava, una dominatrice, vestita a modo, con abito da scena consono alla scena, bellissima, stupenda, cammina altezzosa tenendo al guinzaglio quattro maschi palestrati ovviamente schiavi, seminudi ed obbedienti, è una entrata meritevole di standing ovation, lei poi è abbastanza più alta dei quattro, appare evidente anche se i maschi stanno carponi a quattro zampe, ma lei è una dea, insomma una gran parata, molto molto scenica. Poi il tutto procede con lei sempre al centro dell'attenzione, danzando in una sorta di lotta figurata, fingendo colpi , prese e lanci, dove ovviamente vince lei stendendo i quattro attentatori, con tanto di victory pose finale, una cosa che si faceva nei balletti televisivi degli anni 70 ed anche dopo, il tutto prosegue con lei al centro dell'attenzione che improvvisa un sensualissimo spogliarello, con movenze straordinarie, bellissima e bravissima, molto molto fetish, d'altronde la scena lo esige e lei è vestita cosi, i quattro cagnolini intanto, sconfitti nella loro ribellione,, disposti come a circondarla, di lato alla scena e intorno a lei, sono sempre carponi a quattro zampe, e con abiti già predisposti in scena, incominciano a vestirsi, con cose sexy da donna, calze guepiere reggicalze, decoltè con tacco alto e guanti lunghi, poi si imparruccano e bellettano il viso col rossetto, mentre lei invece si denuda, abbandona con disinvoltura quegli abiti gettandoli al pubblico femminile in disibilio, ha un corpo pazzesco, un seno perfetto, un sederotto da sballo, due gambe lunghissime, chilometriche, e le sa muovere, con pazienza, attirando sempre occhiate languide ad ogni capo rimosso o ad ogni suo istigare, rimane in mutandine, ancora da togliere, allungando con maestria l'attesa dell'ultima mossa e abbindolando sempre di più o spettatore o le spettatrici come in questo caso, gli altri, gli schiavi sono già pronti da femminucce, ossequiosi ad osservarla ed assecondarla, ed ecco che lei si toglie le mutandine, perfetta, perfetta come mamma l'ha fatta, ma.............ma allarga un po le gambe e come una leva, con scatto fulmineo, ecco apparire una mazza che avrebbe fatto impallidire anche Rocco Siffredi al confronto, è una trans, è una trans dotatissima, e a quel colpo di scena, fulminamente come lo scatto del pene eretto si ma costretto in un tucking innaturale, con quella scattosità anche il pubblico femminile si alza applaudendo urlando cantando ululando fischiando in mega standing ovation, e come capirle, come non impazzire, di qui riprende poi con un balletto spinto, coinvolgendo pubblico ed effeminati slaves ad ossequiare quel corpo e pene meraviglioso, in una avvincente scena di inversione di ruolo che nessuno avrebbe immaginato o previsto all'ingresso, ovviamente anche in questo secondo avvicendamento è lei ad avere la meglio, lasciando i quattro maschietti esausti a terra, dopo l'ennesima posa di dominazione, col tacco che calpesta i quattro corpi afflitti, affranti e sfranti, abbandona la scena, fra applausi strappamano e desideri di poterla di nuovo vedere, magari incontrare in privato. Mi sveglio e mi chiedo se è stato vero, e se possa esistere in realtà una dea cosi, ma è una dea, irraggiungibile, mi sveglio e sono in guepiere con reggicalze e calze indosso che non mi ricordavo aver indossato prima di andare a dormire, le mie labbra sono colorate di rossetto e tenevo in mano, poggiata accanto a me, una parrucca bionda.
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