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Prime Esperienze

L'Onlywomen di Milano - 1


di Ammiratorcortese
07.11.2020    |    420    |    1 9.4
"Una boccata di ossigeno e di Primitivo di Manduria distese il corpo eccitato di Chiara ma ne accese la curiosità..."
"A questo non ci avevo pensato!"

Rispose Chiara alla sua amica Silvia quella sera.

Eh già: oggi era la serata donne.

Giacomo e Paolo a casa coi bambini e loro, le mogli, libere come da ragazze.

Un'accordo paritario, che dava ai mariti la stessa opportunità con cadenza fissa; ma non è questa la storia che sto per raccontarti.

Perché Chiara da tempo si abbandonava prima a letture, poi a intense chattate bisex con donne misteriose della rete.

Donne mica sempre: spesso erano segaioli nascosti dall'anonimato e Chiara lo sospettava; per questo chiedeva sempre una breve verifica vocale sul suo skype segreto.

No verifica, no party.

E i party erano pochi.

Pochi, ma sufficienti ad aprire nelle emozioni della Perfetta Chiara, madre, moglie, lavoratrice, una strana voglia di sperimentare...

"Altro".

Così fantasticava, e si era trovata a masturbarsi ammirando statuari corpi di donna, non su dozzinali siti porno e nemmeno tra le fitness girls di Instagram: lei cercava modelle mature, come lei, tra i 35 e i 45, vissutamente belle.

Per immaginare e immaginarsi con loro.

Sapeva, Chiara, di essere etero: amava Giacomo e lo desiderava sessualmente.

E quelle donne immaginate, ma non immaginarie, non le "amava"; ma ne desiderava il corpo, e la complicità trasgressiva del puro piacere.

Con Silvia si parlava spesso di sesso nelle serate donna e Silvia le aveva confessato di quella volta in cui Paolo le aveva "buttato l'amo" per una serata "diversa" in un club privé.

Era quindi la persona giusta, Silvia, per indagare come fosse il mondo della bisessualità femminile; non perché Silvia desse idea di essere bisessuale, ma più che altro perché appariva come una donna aperta mentalmente e...

...Forse, informata.

Così, le due donne tornate per quella sera ragazze, iniziarono a parlare di questo e quello, fino a quando (ad arte) Chiara tirò in ballo quella volta in cui la bella Luisa, piena di corteggiatori maschi, l'aveva "puntata" alla cena di fine anno dell'ufficio.

E di come la protagonista avesse apprezzato quelle avances di una donna bella e dichiaratamente bisessuale.

"Eh si vedeva che le piacevi. E poi Kià... quella sera eri una gran gnocca con quel tubino nero (che invidia!)" disse Silvia scherzosamente.

E Chiara...: "Eh non esageriamo dai... Oppure Luisa ti stuzzica e sei gelosa?" disse buttandola in scherzo.

Silvia: "No no... ho provato da ragazza... L'esperienza è anche piacevole ma è stata solo un'esperienza. A me piacciono gli uomini... E tu lo sai bene" disse, giocando con l'indice, ornato da una splendida unghia decorata, col bordo del calice mezzo pieno di profumato vino rosso del Sud.

Dunque Silvia aveva provato un rapporto lesbo!

Ed ora Chiara moriva di curiosità e di voglia.

Sentiva il suo sesso pulsare, il cuore pompare il sangue in ogni sua estremità.

E non perché Silvia la attraesse sessualmente (anche se era una bella donna, e qualche fantasia di giochi a due coppie l'aveva avuta); ma solo perché Silvia aveva provato ciò che lei desiderava da tempo.

Chiara: "Dai, sono curiosa... E com'è andata? Racconta..."

Ma Silvia conosceva bene Chiara, e il corpo dell'amica parlava più di mille parole; così, la più esperta non esitò un secondo e disse:

Silvia: "Perché, vuoi provare?"

Pugno allo stomaco e farfalle nello stesso stomaco colpito dal pugno; e pensieri che si affollano nella mente di Chiara: "...E adesso cosa faccio se Silvia ci prova con me? Non so se me la sento, la nostra amicizia prima di tut....".

Ma prima che i pensieri si attorcigliassero ulteriormente attorno al film mentale dell'inesperta Chiara, Silvia intuì di esser stata fraintesa e aggiunse sorridendo:

"Intendo dire: c'è chi ci ha creato un business da milioni, dietro a questa curiosità che abbiamo tutte noi".

Una boccata di ossigeno e di Primitivo di Manduria distese il corpo eccitato di Chiara ma ne accese la curiosità.

Sgranò due occhi grandi, come una bambina che vede rompersi il suo primo uovo di Pasqua e intuisce che è fatto dello stesso materiale dei cioccolatini.

E disse: "Sarebbe!?".

Silvia: "E' l'Onywomen di Milano".

Chiara: "E cioè...?"

Silvia: "Ah non so, io non ci sono mai stata, ma è famoso".

Chiara: "Dai Silvy dimmelo... sono curiosa adesso!".

Silvia: "No-no-nò..." disse giocando come una gatta col topo... "...e metti via quello smartphone! Non penserai di andare su Google!".

La serata trascorse allegra e presto venne l'ora di rientrare nei propri ruoli coniugali e materni; ma nei neuroni di Chiara restava un file aperto, dal nome

"Onlywomen".

Quella sera tornò a casa; Giacomo già dormiva, com'era logico, essendo il giorno dopo nel turno del mattino presto al lavoro.

I due bimbi dormivano beati anche loro, la casa era silenziosa, buia, accogliente.

E il dito di Chiara corse al touchscreen dello smartphone: google... "Milano Onlywomen"... un tap ed eccola dentro al sito, professionale, elegante.

Nulla di volgare, nulla di pornografico e (...wow!!!) un menù a grandi tasti rosa su sfondo bianco, eleganti, ciascuno con una scritta:

"Reparto scarpe"

"Abiti da sera"

"Intimo"...

Ma non era il solito e-commerce, perché tutto quel ben di Dio non era in vendita, ma a totale disposizione delle socie del Club Onlywomen: paghi l'ingresso, fai "shopping" senza pagare, ti godi la serata vestita esattamente come vuoi tu e a fine serata restituisci i capi di abbigliamento.

Il prezzo è costoso, ma all-inclusive: apericena con calice di vino a scelta da una ricca cantina, noleggio dei migliori capi firmati per tutta la sera, idem scarpe e borsetta...

Una epilazione professionale nel centro estetico della struttura...

Poi, accesso personale ad una stanza con bagno, ampia doccia, selezione di olii da massaggio, impianto luci soffuse regolabile in intensità, letto King Size.

In fine, gioco delle cavigliere...

Misterioso.

Cosa sarà questo gioco?

Chiara clicca e un banner le appare in semi trasparenza sullo schermo; sul banner, una donna mora elegante in minigonna, gambe accavallate, indossa alla caviglia destra una particolare cavigliera nera.

Sembrerebbe una fettuccia in gomma che sorregge un piccolo display, delle dimensione dell'unghia di un mignolo, sempre nero e misterioso.

E sul banner la scritta:

"Questa è la nostra sorpresa per te, vieni a scoprirla da noi...".

Chiara impazzisce di curiosità: cerca come una pazza su google "Cavigliera + Onliwomen" ma non trova nulla.

Scopre, anzi, che ogni settimana inventano per le ospiti una sorpresa diversa; e siccome è solo martedì e lunedì sono chiusi, nessuno ha ancora recensito nulla sulla cavigliera!

La notte trascorre agitata.

Chiara vuole andarci... ne è sicura... ma la serata donne se l'è già "giocata", non può aspettarne un'altra.

Mercoledì mattina: Giacomo è già al lavoro... colazione, figli, scuola, metropolitana verso l'ufficio, smartphone, whatsapp, Silvia.

E il whatsapp parte: "Ciao Silvy! ...Sbaglio o avevamo una serata donne da recuperare per quella volta che hanno fatto la finale di calcetto? Mi reggi il gioco se vado all'Onlywomen?"

"Certo cara!" è la risposta, "quando?".

Chiara: "Questo venerdì".

...Mercoledì
........Giovedì
...........Venerdì!

Oggi Chiara è andata al lavoro in macchina; niente metro, perché è la "serata donne" numero due della settimana.

Vestita da impiegata in pantaloni e camicetta, scarpa con tacco non appariscente e una giacca di pelle stretta in vita, sta parcheggiando nel discreto parcheggio sotterraneo dell'Onlywomen, già pieno per due terzi.

La curiosità è tanta: targhe italiane mescolate a targhe svizzere, qualcuna austriaca e francese...

"Il locale dev'essere famoso davvero!", pensa Chiara... "Ma sono così discreti che non me n'ero mai accorta!".

Una elegante reception in stile hotel la accoglie; le receptionist, tutte rigorosamente donne, in divisa elegante.

"Buona sera!" le dice cortesemente una receptionist, "Parla Italiano?"

Chiara: "Sì, grazie, sono italiana".

Receptionist: "Ok, è già Socia dell'Onliwomen o è nostra ospite per la prima volta?".

Chiara: "Prima volta".

Receptionist: "Benvenuta!..."

E dopo le formalità di iscrizione e pagamento, a Chiara viene data una tessera, del tutto simile a una carta di credito:

"Questa le servirà per l'estetista, le consumazioni, per la sua stanza che è la 327 e per lo shopping.

Potrà scegliere e indossare tutto ciò che vorrà nel reparto boutique, abbiamo abiti delle migliori firme che dopo ogni noleggio vengono perfettamente igienizzati col sistema Puryvest1000.

Alla fine della sua permanenza, dovrà restituire i vestiti in boutique.

Siamo sicuri che li custodirà nel migliore dei modi, comunque, in caso di piccoli incidenti (...una cucitura che "salta"... un bottone perso...), nella quota che ha pagato è compresa la copertura assicurativa".

Chiara ascolta attenta, quando la receptionist le consegna la cavigliera:

"Questa è la cavigliera associata a lei, la indossi sulla caviglia destra.

Per attivarla, le basterà sedersi in una nostra postazione con un computer (li troverà all'entrata).

Via bluetooth il computer sentirà la presenza della cavigliera e le proporrà un test di 50 domande sui suoi gusti...

All'interno del locale sarete solo donne; quando passerà accanto a una donna compatibile con lei secondo i dati che avete inserito, sia lei che l'altra signora sentirete una leggera vibrazione della cavigliera.

A questo punto potrete scegliere di fare conoscenza, o di far finta di non aver sentito nulla.

Ha domande signora?"

Chiara: "No grazie, perfetto, per entrare è di lì?"

La receptionist apre con un comando la porta e Chiara entra.

L'aspetto è quello di un elegante centro commerciale al coperto: un negozio di scarpe mostra in vetrina stivali, stivaletti, décolleté, eleganti sandali... delle migliori marche.

Tacchi audaci, pelli lucidate che par di sentirne il profumo di cuoio solo a guardarle.

Di fronte la boutique, fornitissima di vestiti lunghi e corti, ma tutti accomunati dalla foggia elegantemente sexy:
dal tubino aderente alla gonna lunga alla caviglia, ma impreziosita da uno spacco vertiginoso che lascia vedere l'intera nudità della gamba di un manichino stilizzato color rosso porpora.

E poi l'estetista, l'area computer, il sushi bar... e un ascensore tondo in vetro, che corre in un tubo verticale, conduce alle stanze private.

Tutto attorno donne: non una folla ma neppure rade, come in una via commerciale costellata di costosi negozi.

La più giovane sta provando due stivaletti di pelle scamosciata, il viso coperto da lunghi capelli lisci nerissimi, fisico magro, vestita casual ..."Forse ha ancora i vestiti di quando era a lavorare, fuori di qui... e starà provando le scarpe?", pensa Chiara.

Altre donne passano, potrebbero avere sui 35 - 40..., ciascuna sola, intenta a curiosare le vetrine...

"Uhm... mi sa che anche loro non si sono ancora cambiate i vestiti, sembrano pesci fuor d'acqua come me..."

Da dove iniziare?

Chiara aveva già deciso: inizierà dall'estetista con una depilazione brasiliana integrale, ma prima ha voglia di una bella doccia calda.

E si dirige verso la sua stanza, la 327...

(CONTINUA a puntate)

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