Racconti Erotici > incesto > Ginevra – Cap.6: Confessioni di una madre -I
incesto

Ginevra – Cap.6: Confessioni di una madre -I


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
01.07.2024    |    12.692    |    2 9.7
"Così entrai in silenzio in camera, ero rimasta nuda dal massaggio di poco prima; l’ammirai nel suo sensuale autoerotismo..."
Ginevra, donna in carriera e trasgressiva – Cap. 6: Confessioni di una madre – Parte I

INTRODUZIONE: In quest’ultima storia della serie (divisa in due parti), in occasione di un incontro con la sua amica Angelica e dopo aver fatto sesso con lei e con una presenza a sorpresa, Ginevra si confessa con l’amica raccontando in prima persona le proprie esperienze personali di sesso in famiglia.
* * * * *

Di ritorno dalla straordinaria avventura orgiastica vissuta nella villa del miliardario Queller sul lago svizzero che porta il suo stesso nome [come raccontato nei capitoli 4 e 5 della serie, N.d.A.], Ginevra rimase in uno stato di continua eccitazione ripensando a quei momenti alle prese con una decina di uomini e le due sorelle-trans. Diede sfogo allo sua frenesia erotica facendo sesso il più possibile sia con il marito Guidobaldo, anche lui reduce dall’orgia, sia con il suo amante ufficiale Mauro, compiaciuto di quanto da lei riferito su quell’esperienza.
Ma soprattutto Ginevra non vedeva l’ora di raccontare tutto alla sua amica Angelica, che pur avendola conosciuta solo poco tempo prima, grazie a Mauro, in un incontro a tre come escort di classe, ne era diventata subito amica intima e confidente, specie dopo che Angelica le aveva fatto provare l’ebbrezza di diventare “puttana per un giorno” [come narrato nei cap. 2 e 3, N.d.A.].

Così dopo averla messaggiata con le impressioni a caldo, Ginevra la chiamò per una chiacchierata più personale.
“Ciao Angelica, come stai? Tutto bene?”
“Ciao Ginevra, sì sto benissimo... e tu? Come è andata l’orgia da Queller di cui mi hai detto?”
“Oh, è stata un’esperienza stupenda, incredibile... non ho mai goduto tanto...non so da che parte cominciare per raccontarti tutto!”
“Bene cara, sono contenta per te... ma allora anziché dilungarci al telefono che ne dici se mi vieni a trovare qui a casa, non a Riccione, così parliamo direttamente? propose Angelica, avendo già in mente qualcosa.
“Oh sì, bella idea... con molto piacere!” rispose Ginevra contenta dell’invito.
“Molto bene!... Possiamo fare sabato pomeriggio che non ho preso impegni come escort... preparerò una sorpresina per te... ti invio un messaggio con l’indirizzo preciso...”
“OK, grazie... mi piacciono le sorprese...allora a presto, ti abbraccio!”
“Ti abbraccio anch’io, ciao!”
Ginevra era impaziente di rivedere Angelica sia per raccontarle la sua esperienza, sia perché sotto sotto sperava che fosse l’occasione per fare sesso con lei, attratta com’era dal suo fascino erotico sin dal primo incontro ed era anche curiosa di scoprire di che sorpresa si trattasse.
Tra l’altro, una volta conosciute era emerso che pur avendo la sua alcova per i rendez-vous da escort a Riccione, Angelica abitava in un paese delle Marche distante poche decine di chilometri dalla cittadina costiera in cui risiedeva Ginevra.

Quei pochi giorni passarono velocemente con Ginevra sempre impegnata sul lavoro da dirigente d’azienda, mentre il marito Guidobaldo era già partito per Parigi, per seguire come architetto responsabile il cantiere di restauro della cattedrale di Notre-Dame a seguito dell’incarico professionale avuto da Queller in occasione dell’incontro nella sua villa in Svizzera, poi conclusosi con la mega-orgia.
Dato che anche i figli, studenti universitari in altre città, erano fuori, alle volte a Ginevra ritrovandosi sola in casa le prendeva un po’ di malinconia, che cercava di superare invitando il suo amante abituale Mauro, per passare insieme una piacevole serata naturalmente a base di sesso.

Arrivato il sabato, Ginevra si preparò per andare da Angelica, vestendosi in modo semplice al solito senza nulla sotto, se non il suo abituale plug anale.
Arrivata all’indirizzo, Angelica la accolse sorridente a braccia aperte, con calorosi e profondi baci di benvenuto. Anche lei, avendo la stessa avversione per l’intimo, indossava solo una camicetta sbottonata da cui spuntavano in rilievo i capezzoli con i piercing e una gonna cortissima,.
“Cara Ginevra, che piacere averti qui... accomodati!”
“Grazie Angelica.... io sono sempre felice di rivederti... sto così bene in tua compagnia, avendo tante affinità da donne con certe passioni...”
“E’ vero... io e te siamo molto simili... per questo abbiamo un così bel rapporto di amicizia e non solo...” rispose ammiccante Angelica.
Ginevra diede un’occhiata all’ambiente; era un bell’appartamento senza essere lussuoso, curato e ben arredato. Angelica capì che stava osservando la casa e disse:
“Sai, vivo qui da parecchi anni con i miei figli... mi trovo bene ma sto pensando che con i miei guadagni da escort primo o poi potrei comprare un nuovo appartamento anche più grande e moderno...”
“Già questa è una bella casa accogliente... ma se vuoi chiedo a mio marito architetto se è a conoscenza di immobili che facciano al caso tuo...”
“Bene, grazie... vedremo se maturerà qualcosa... intanto, siediti che parliamo...”
Si accomodarono in salotto sul divano, una accanto all’altra, prendendo il caffè che Angelica aveva preparato con cioccolatini e pasticcini.
Ma Angelica era curiosa di conoscere i dettagli di quanto successo in Svizzera, e chiese:
“Allora, come è andata l’orgia?”
“Oh Angelica, avresti dovuto esserci anche tu... è stata un’esperienza straordinaria... non avevo mai fatto sesso con dieci uomini e due trans insieme... tra l’altro le tue amiche trans Miriana e Jessica sono davvero stupende... ho goduto moltissimo...”
“Dai, dimmi di più... raccontami i dettagli...” la incalzò Angelica.
“Ecco, adesso ti dico tutto...” così Ginevra iniziò a raccontare come si era svolta l’orgia, soffermandosi sui particolari più scabrosi senza tralasciare nulla, dalla tripla penetrazione al pissing in culo finale, rendendo partecipe l’amica delle sue sensazioni e orgasmi.
Concluse l’esposizione dopo oltre venti minuti con:
“... e così ho perso il conto di quanti orgasmi ho avuto e quante sborrate io e mio marito abbiamo ricevuto in tutti i buchi... penso una trentina!”

Nel mentre Ginevra raccontava, Angelica si era immedesimata in quella situazione erotica, quasi invidiosa per non esserci anche lei, ed eccitandosi nel sentire quei dettagli da film porno. Sentiva che si stava bagnando e muovendosi sul divano fece in modo che la gonna, già corta, salisse ancora di più sulle cosce in modo che l’amica non potesse non vedere la sua fighetta umida.
Così si avvicinò ancor di più a Ginevra, che ovviamente notò la passerina in bella vista, e le disse a voce bassa e suadente:
“Ginevra, complimenti a te... per essere riuscita in questa impresa erotica... e aver preso una dozzina di... ehm... bei cazzi!... Anch’io non ne ho presi più di sette o otto insieme... Devo dire che a sentire questi particolari mi sono davvero eccitata... senti qui!”
Così dicendo prese la mano di Ginevra e gliela mise proprio sulla vulva bagnata; nel sentirla così Ginevra ebbe un sussulto e a sua volta sentì inumidirsi le proprie intimità.
Le due si guardarono negli occhi per qualche attimo, l’attrazione reciproca era palpabile e la distanza tra le due bocche scese fino a congiungere le labbra in un bacio appassionato a cui si aggiunsero le lingue attorcigliate.
Le due presero a limonare per qualche minuto, baciandosi e strusciandosi senza dire una parola, solo sospiri a occhi socchiusi. Ognuna accarezzava il corpo dell’altra, fino a togliersi reciprocamente i pochi vestiti addosso, ritrovandosi finalmente nude.
Si tastavano l’un l’altra le tette, entrambe con piercing ai capezzoli, e poi la mano di Angelica si diresse verso il sesso dell’amica, subito ricambiata.
Quindi, prese dal vortice della passione, si misero a 69 sul divano, con le lingue che finalmente poterono gustare lo stillicidio di umori vaginali, alleviandone il calore da eccitazione.
Ginevra da sotto infilò prontamente due dita nella capiente vagina dell’amica e il pollice dell’orifizio anale spingendole abilmente avanti e indietro, che procurarono ad Angelica un ulteriore stimolo e poco dopo una squirtata lenta e abbondante che Ginevra raccolse in bocca con avidità.

Dopo essere rimaste ancora qualche attimo in quella posizione, Angelica si alzò, prese per mano Ginevra e le disse:
“Vieni, andiamo in camera... staremo più comode...”
Così si accomodarono nel grande letto matrimoniale, riprendendo a strusciarsi e baciarsi.
Angelica si mise a fianco dell’amica e nel mentre continuavano ad avere le lingue intrecciate volle ricambiare il favore inserendo a sua volta due dita nella fighetta bagnata di Ginevra, che le accolse volentieri; quindi prese a muoverle velocemente ad uncino premendo con decisione sul punto G.
A quella sapiente digitazione, Ginevra non poté resistere, iniziando a gemere di piacere:
“Oh Angelica... sì... sììì.... cosìì... mi fai venireee!... Ecco... squirtoo!” eiaculando una abbondante spruzzata dei suoi succhi del piacere, che colarono dappertutto, bagnando abbondantemente il lenzuolo, e che Angelica si affrettò a leccare sulla vulva colante e sulle cosce di Ginevra.
A quel punto, Angelica disse sorniona:
“Ora passiamo a qualcosa di più consistente!” tirando fuori da un mobiletto due grossi dildo realistici e vibranti.
“Mmm... che belli questi falli... te li sei portati a casa dall’alcova di Riccione?” chiese Ginevra, memore dell’ampia collezione di vibratori, strap-on e toys vari che Angelica teneva esposti sull’apposita “cazziera” per ogni desiderio dei suoi clienti.
“Oh, no!... Quelli sono per il lavoro da escort... questi sono della mia dotazione di casa, insieme a tanti altri gadget... poi te li mostro....” spiegò Angelica, porgendoli entrambi, dopo averli velocemente lubrificati, a Ginevra e sussurandole:
“Ora ti prego... infilameli tutti e due... uno in figa e l’altro in culo!”

Quelle parole erano un invito a nozze per Ginevra che non vedeva l’ora di possedere Angelica, la quale si mise in posizione supina, alzando le gambe e il bacino, offrendo i suoi orifizi vogliosi alle amorevoli cure dell’amica, che li leccò velocemente per prepararli alla penetrazione.
Quindi Ginevra inserì prima il dildo in culo, dove entrò agevolmente, quindi infilò l’altro nella vulva aperta dalla quale fu inghiottito. Il ritrovarsi con quei due randelli nelle sue intimità, procurò subito ad Angelica una sensazione di pienezza e dei sospiri di piacere:
“Mmm.... sììì... li sento... che gusto che mi danno... Ora cara muovili dentro di me... fino in fondo... fino a sfondarmi!”
Ginevra eseguì prontamente, adorava penetrare fighe e culi con quegli attrezzi, come faceva anche con suo marito Guidobaldo o con il suo amante Mauro. Accese la vibrazione e spinse con decisione i due dildo, muovendoli avanti e indietro ora all’unisono ora alternati, provocando ad Angelica una stimolazione crescente che continuava ad incitarla:
“Dai...ancora... scopami forte con quelli... che sto per godere ancora!”
E infatti dopo qualche minuto di quel trattamento, Angelica raggiunse un violento orgasmo, colta da uno spasmo che le attraversò tutto il corpo: “Gghhh... aahhhh.... godooo!”
Poi rimase quasi incosciente per alcuni istanti, ansimando per la forte tensione erotica vissuta. Una volta ripresasi disse:
“Oh, Ginevra... mi hai fatto godere davvero intensamente, grazie!... Ti adoro!” baciandola ancora languidamente.

In quel mentre, si sentì il portone dell’appartamento aprirsi e dei passi che si avvicinavano.
Ginevra, quasi intimorita che potesse essere un malintenzionato introdottosi in casa, chiese:
“Angelica, hai sentito?... Chi può essere?”
“Tranquilla, cara... è la sorpresa che ho preparato per te!” rispose con un sorriso ammiccante la padrona di casa.
Così si materializzarono sulla porta della camera due bei ragazzi sorridenti.
“Ecco i miei gioielli: ti presento i miei figli... Leonardo e Michele... le gioie della mia vita e... i miei amanti!... Ragazzi, lei è la mia cara amica Ginevra.... con la quale condividiamo le stesse passioni per il sesso!”
“Ciao mamma e piacere di conoscerla Ginevra... vedo che vi state divertendo... non vorremmo disturbare ma ci hai detto di venire a quest’ora ed eccoci qua....”
“Ma quale disturbo...... oltre che divertirci tra donne, abbiamo proprio bisogno di voi.... dei vostri bastoni di carne!”

Così, solo in quel momento, Ginevra si ricordò che Angelica, quando si erano sentite al telefono per combinare l’incontro, le aveva prospettato proprio una sorpresa che ora si materializzava in forma quanto mai piacevole. Così, per nulla imbarazzata a farsi trovare nuda di fronte a loro, sorridendo disse:
“Piacere ragazzi... sono Ginevra... devo dire che siete proprio dei bei giovanotti... Angelica è fortunata ad avere figli come voi e che vi volete così bene...”
Effettivamente i figli di Angelica erano giovani uomini proprio belli e affascinanti.
Leonardo, 31 anni, alto, moro, barbetta, fisico atletico e curato; Michele, 28 anni, biondo, corporatura più esile, viso e corpo glabro, carattere più sensibile.
“Forza ragazzi!... Fate vedere a Ginevra come volete bene alla vostra mammina!” intervenne con decisione Angelica.
I due, capite le intenzioni della madre, si spogliarono in un attimo, mostrando il loro bel corpo, con i piercing a barretta sui capezzoli e i loro grossi uccelli in tiro già pronti a spiccare il volo.
“Ecco mamma... noi siamo pronti!” disse Leonardo porgendogli il membro in bocca, subito seguito dal fratello.
“Oh!... E’ proprio quello che vi vuole per due troie come noi!... Prego Ginevra, assaggia anche tu... vedrai come sono buoni!”

Così mentre Angelica iniziò subito a spompinare il cazzo del figlio maggiore, Ginevra prese con delicatezza l’uccello di Michele, leccandolo inizialmente con delicatezza per gustarne il sapore, poi succhiandolo con più decisione.
Nel mentre erano intente a quell’azione orale, le due donne incrociarono lo sguardo e si sorrisero con gli occhi, compiaciute di quanto stavano facendo.
Dopo una lunga serie di succhi e risucchi, Angelica fece:
“Ora prendiamoli tutti e due insieme!”
Così, i fratelli si avvicinarono fino a far toccare i loro arnesi, su cui si avventarono le bocche fameliche delle due troie che, stando vicine, potevano leccare e succhiare insieme entrambi i cazzi, passandoseli a vicenda da una bocca all’altra.
I ragazzi apprezzarono assai quel doppio pompino a due bocche e lasciarono fare finché la madre disse:
“Ragazzi... ora è il momento di scoparci come si deve!... Leonardo, comincia tu con Ginevra mentre Michele fa con me!”
Quindi Angelica si mise a gambe aperte per accogliere il membro del figlio minore che la penetrò in un sol colpo dicendo: “Eccomi mamma... sono già dentro di te!” ed iniziando a fotterla a pieno ritmo.
E anche Ginevra, eccitata dal vedere l’amica scopata dal figlio, si mise vicino a lei prendendole la mano e sussurrò: “Leonardo... non vedo l’ora di provare il tuo grosso cazzo... prego, accomodati!”
Il ragazzo appoggiò la cappella a fungo sulla vulva bagnata di umori e la infilò con decisione fino a penetrarla completamente.
“Ohh!... Che cazzo!....Ora scopami forte!”

Così le due amiche si ritrovarono fianco a fianco tenendosi per mano a gambe larghe, mentre i figli di Angelica le scopavano con foga.
Dopo una prima godutina, Angelica disse con tono perentorio:
“Adesso scambiamoci i cazzi!”
I ragazzi sapevano bene come coordinarsi in queste situazioni per soddisfare la madre in ogni modo; così estratti i membri dalle vagine ospitanti li porsero alle rispettive bocche per farseli ripulire e quindi invertirono le posizioni per riprendere l’amplesso, Leonardo con Angelica e Michele con Ginevra.
La quale Ginevra, dopo aver preso anche quel secondo bastone di carne che non era da meno del precedente, si rese conto del contributo che due cazzi così a disposizione in casa diedero ad Angelica per farla diventare la donna così dedita al sesso com’era.
Ma Ginevra non voleva essere da meno; così dopo una lunga scopata in posizione canonica, disse con tono malizioso:
“Michele, se tua mamma lo consente, vorrei provarlo anche nel culo!”
A quelle parole Angelica, rispose con entusiasmo:
“Ma certo!... Forza ragazzi... inculateci!”
Così le due si misero alla pecorina, una di fronte all’altra, offrendo i loro orifizi anali alle attenzioni dei ragazzi, i quali dopo averli leccati e lubrificati li penetrarono all’unisono.
Mentre venivano così sodomizzate, le due donne si baciavano languidamente, attorcigliando le lingue, finché Angelica disse:
“Mmm.... che bello prenderli nel culo così... vero Ginevra?”
“Oh sì, Angelica... i tuoi figli sono bravissimi e hanno dei cazzi stupendi!... Poi, vorrei assaggiare anche la loro sborra!”
“Ma certo!... Vedrai che ci serviranno a dovere!”

Il quartetto continuò a scopare a lungo, in tutte le posizioni, con le due donne che ebbero ripetuti orgasmi. I ragazzi erano dotati di notevole resistenza e aspettavano il comando della madre per arrivare a compimento. Finché Angelica disse:
“Leonardo... Michele... ora riempite di sborra queste due troie!”
“Certo mamma!... Siamo a vostra disposizione!” disse Leonardo riprendendo possesso della figa materna colante di umori, mentre il fratello faceva lo stesso con Ginevra.
Affondarono i loro colpi più forti che avevano lasciato per il finale, sapendo che era quello che la madre voleva per godere ancora una volta insieme. Infatti Angelica raggiunse l’ultimo orgasmo:
“Si... sììì... Leonardo... mi fai venire... aahhh... godo!.... godooo!” fino a squirtare in abbondanza.
Era il segnale che il figlio aspettava per lasciarsi andare
“Oh mamma... che bello sentirti venire mentre ti scopo... ora sto per godere anch’io... mmm.... ecco... tutta la mia sborra per te!” disse ansimando Leonardo nel mentre inondava di sperma l’intimità materna.

Nel vedere Angelica godere così e farsi sborrare dal figlio, Ginevra era ancor più eccitata ed incitò Michele nel mentre la fotteva:
“Dai Michele... fai come tuo fratello... scarica dentro di me tutta la sborra che hai nelle palle!”
Il ragazzo annuì, avendo lo stesso obiettivo; con Ginevra a gambe aperte alternava le penetrazioni vaginali a quelle anali per soddisfare Ginevra in tutti i buchi per farla godere appieno.
Al che, Angelica lestamente prese un dildo e approfittò della situazione per infilarlo nel culo dell’amica muovendolo abilmente avanti e indietro mentre il figlio continuava a scoparla, dicendo con tono provocante:
“Che ne dici, cara?... Ti piace così?... Ora Michele ti riempirà di sborra... poi al resto ci penso io!”
“Oh Angelica... così tu e Michele mi fate godere... non resisto... vengooo!” sospirò Ginevra, presa dai fremiti dell’orgasmo nel mentre colavano i suoi succhi del piacere.
Avendo così visto con soddisfazione che la sua partner aveva goduto, Michele poté finalmente lasciarsi andare per eruttare quattro o cinque fiotti di sborra calda e densa che riempirono la fregna di Ginevra.
I due fratelli estrassero i membri gocciolanti dalle vagine che avevano appena terminato di fottere, e li passarono, invertendo le posizioni, Leonardo a Ginevra e Michele alla madre.
Ginevra, ancora eccitata, gustò a fondo quel cazzo ancora consistente e ricoperto da residui di sperma e dai fluidi vaginali dell’amica ed esclamò:
“Mmm... Oh, Angelica... che buon sapore il cazzo di tuo figlio che ha appena sborrato e che sa ancora della tua figa!”
“Ti piace, eh!?... Sono contenta!... Se ne vuoi ancora... leccami la figa sborrata e io farò altrettanto con te!” rispose compiaciuta Angelica.
Così le due amiche, sempre più intime, si misero a 69 per leccarsi reciprocamente le passerine ancora pulsanti per il godimento e da cui continuava a defluire l’abbondante sperma che i due ragazzi vi avevano depositato.
Poi, con la bocca piena si baciarono a lungo, scambiandosi la sborra fino ad ingoiarla.

Nel vedere madre e amica così prese tra loro, Leonardo e Michele nel rivestirsi dissero:
“Mamma... Ginevra... noi siamo contenti di avervi soddisfatto... adesso però dobbiamo andare... vi lasciamo ai vostri giochi...”
“Ma come, ve ne andate di già?... Avete goduto solo una volta e avrete ancora tanta sborra per noi...” disse un po’ delusa Angelica.
“Sì, mamma... certo che ne abbiamo ancora... ma dobbiamo pure lasciarla per le nostre fidanzate Elena e Lorena, con le quali stasera abbiamo una cena a quattro e poi dovremo dedicarci a loro...”
“Ah sì, la vostra cena... me lo avevi detto... allora salutatemi le ragazze... con loro ci rivedremo presto per fare sesso tutti insieme come altre volte... almeno prima di andarvene baciateci come si deve!” fece Angelica.
“Certo che vi baciamo!”
Così i due fratelli baciarono con profondi french kiss la madre e Ginevra, la quale ricambiando disse:
“Ragazzi... è stato stupendo conoscervi oggi e fare questi giochi con voi e vostra madre... siete una famiglia straordinaria... spero ci sia l’occasione per rivedervi e continuare questi giochi così eccitanti!”
“Ci rivedremo sicuramente, Ginevra... è stato un piacere anche per noi conoscerti e siamo contenti che con mamma siate amiche così intime... A presto!”

Così i ragazzi si congedarono, lasciando Angelica e Ginevra nude e abbracciate sul letto.
Dopo qualche minuto di silenzio, Ginevra disse a bassa voce all’amica:
“Angelica, hai dei figli magnifici... e vedervi fare liberamente sesso tra voi è veramente bellissimo...
amarvi senza tabù madre e figli... molti complimenti a voi!”
“Grazie, cara... è vero siamo una famiglia molto unita... ed è grazie a loro che ora io sono così disinibita e aperta al sesso in tutte le sue forme... consentendomi di fare il mio lavoro di escort...”
“Se posso chiedere, sarei curiosa di sapere come è cominciata la vostra storia di sesso in famiglia...”
“Certo che puoi chiedere... e io te lo racconto volentieri... Vedi è cominciato tutto la notte di Ferragosto di due anni fa, quando alzandomi di notte li scoprii che facevano sesso tra loro... sai sono entrambi bisessuali, specie Michele che si stava facendo inculare dal fratello... lì per lì rimasi scioccata e mi chiusi in camera inorridita e piangente... ma poi loro vennero da me... eravamo tutti e tre nudi... io ero agitata ma in fondo eccitata... e loro mi porsero i loro membri grossi e duri.... a cui non potei sottrarmi e mi concessi a loro.. se quello era il nostro destino, così fu... facemmo sesso tutta la notte e da quel momento non ci fermammo più... facendo di tutto di più, anche con le loro fidanzate e orge in famiglia... Così grazie a loro mi sono sbloccata, dopo il trauma della separazione da mio marito con il quale poi ci siamo riconciliati e rimessi insieme... ed è emersa la mia vera natura di donna ninfomane, pluriorgamica, con il continuo bisogno di fare sesso e madre felicemente incestuosa... perché ritengo che il sesso in famiglia sia la forma più completa d’amore verso i propri cari!”
[Il tutto come narrato nella serie di incesto: “Angelica e i suoi figli” e nelle successive, N.d.A.]

Ginevra ascoltò in silenzio quelle rivelazioni di Angelica, ed alla fine disse:
“Oh, Angelica... è una storia bellissima... sono contenta per te e per i tuoi figli che siate così uniti e condividiate i piaceri del sesso in famiglia... Io naturalmente approvo e concordo su tutto quello che hai detto, specie il fatto che il sesso in famiglia è la forma più completa di amore verso i propri cari...” a cui seguì un abbraccio sensuale e un lungo bacio profondo all’amica.
“Grazie Ginevra... sono contenta che condividi il mio pensiero e mi sostieni in queste mie scelte di vita... allora, se la pensi allo stesso modo... e tu?” disse Angelica, che a quel punto voleva sapere se anche l’amica avesse esperienze simili.
“E io cosa?”
“Beh, anche tu hai esperienze di sesso in famiglia?... Mi hai detto che hai due figli...” chiese in modo esplicito Angelica.

Questa domanda prima o poi Ginevra se l’aspettava; pur essendo una donna così trasgressiva, su questi aspetti non si era mai sbottonata con altri ma con Angelica oramai aveva un’intimità e un’affinità tali che era la persona giusta con cui parlarne per rivelare i suoi segreti.
“Ecco Angelica... di questo non ne ho parlato mai con nessuno... ma sento il bisogno di aprirmi con te, che ti adoro e mi fido, quasi come fosse una confessione...”
“Dimmi pure, cara... certo che puoi fidarti e naturalmente resterà un segreto tra noi...”

Ginevra prese coraggio e cominciò il suo lungo racconto in prima persona all’amica e la confessione di madre incestuosa.
* * * * *

LA CONFESSIONE DI GINEVRA

Vedi Angelica, io ho due figli a cui ho dato nomi “nobili”, un maschio, Lorenzo come Lorenzo de’ Medici detto Il Magnifico con cui nel Rinascimento la nostra famiglia era imparentata, e una femmina, Elisabetta, come la regina d’Inghilterra, nati a distanza di poco più di un anno l’uno dall’altra. Ora hanno 20 e 19 anni e studiano all’Università, lei architettura, per seguire le orme del padre,al Politecnico di Milano, lui giurisprudenza a Bologna e quindi non ci sono quasi mai a casa, d’estate poi hanno l’Erasmus all’estero.
Lei è una ragazza esuberante, mora, con un fisico molto attraente e tette da paura; lui è magro, biondino, atletico, e dal carattere più riservato.
Io e mio marito abbiamo dato loro un’educazione completa e, per quanto riguarda il sesso, libera da pregiudizi e da tabù e facendo loro capire che l’erotismo e il sesso sono una componente fondamentale della vita e vanno vissuti serenamente secondo i propri desideri.
Sin da piccoli li abbiamo abituati alla nudità, mostrandoci tranquillamente nudi in casa e frequentando campeggi e spiagge naturiste.
Così entrambi crescendo hanno acquisito una mentalità aperta, per avviarsi a vivere le proprie esperienze sessuali alla ricerca di ogni forma di piacere ma senza morbosità.

Elisabetta, essendo la primogenita è sempre stata molto coccolata da noi e in parte viziata, specie da mio marito, cosicché lei ha sempre adorato e ammirato il padre, che l’accontentava in tutto e vedeva in lui una specie di uomo ideale, dicendo sempre: “Se un giorno mai mi sposerò, vorrò un uomo come papà!”
Intanto, però da certi suoi atteggiamenti e discorsi, era emerso che era attratta anche dal sesso femminile, dichiarandosi bisessuale se non lesbica e avendo una specie di relazione amorosa con la sua amica del cuore, Deborah, che frequentava da quando andavano alle superiori e con la quale ora condividevano l’appartamento all’università e che lei chiamava “la mia ragazza”.
Io ero felice che mia figlia, che è una ragazza estroversa e determinata, avesse una persona a cui volesse bene, e che godesse nel fare sesso con lei. Tra l’altro, mi fece vedere il suo succhia-clitoride che aveva in camera e che usavano tra loro e da sola per stimolarsi il grilletto. Ma un giorno, quando ancora aveva 18 anni compiuti da poco, parlando delle sue esperienze con l’amica, mi confessò:
“Sai mamma, io e Deborah di baciamo, ci strusciamo, ci lecchiamo, ci stimoliamo, ma abbiamo deciso di rimanere ancora vergini fino a quando verrà il momento opportuno... però giochiamo con il nostro buchino dietro in cui ci infiliamo le dita, il vibratore e qualcos’altro... e devo dire che mi piace molto!”
Io le sorrisi, l’abbracciai e le dissi dolcemente:
“Elisabetta, sono contenta che mi racconti queste cose e che sei felice con Deborah... rispetto le tue scelte e vedrai che quando ti sentirai pronta e deciderai di andare oltre sarà un’esperienza bellissima... e io e tuo padre ti supporteremo in tutto quello che vorrai fare...”
Ma nella mia mente già sapevo, o forse speravo, che ci sarebbero stati sviluppi in famiglia come da tradizione...

Il figlio maschio, Lorenzo, invece è più timido e riservato e durante l’adolescenza non esternava il suo interesse per il sesso, ma come tutti i ragazzi si masturbava frequentemente. Ogni tanto lo scoprivo che guardava video porno al computer o sullo smartphone menandosi l’uccello; lui cercava di nascondere il tutto e di richiudersi i pantaloni, ma io non volevo certo rimproverarlo e cercai di rasserenarlo, dicendo:
“Caro, non occorre nasconderti quando guardi certi film... Fanno parte dell’approccio al sesso e attirano e stimolano ragazzi e adulti... anch’io e tuo padre li guardiamo... Quindi, rilassati e fai con calma le tue cose...”
Inoltre, trovavo spesso nella sua camera fazzoletti di carta pieni di sperma e alle volte anche mie mutandine imbrattate della sua sborra. La cosa mi eccitava e non nascondo che annusavo quelle tracce del suo seme fino a leccarle, curiosa di conoscere che sapore avesse lo sperma di mio figlio.
Dato che lui è un dormiglione, quando la mattina lo andavo a svegliare per andare a scuola, spesso vedevo che sotto il lenzuolo aveva l’uccello in tiro. Inizialmente facevo finta di niente, ma ero attratta e incuriosita da quello che si nascondeva sotto.
Così, un giorno d’estate andai da lui che come sempre ancora dormiva. Ammirai il suo corpo nudo, magro e atletico e quell’evidente rigonfiamento. Provai a chiamarlo e a scuoterlo dolcemente, lui mugugnava; così presi il lenzuolo e glielo tolsi, dicendo ad alta voce: “Sveglia, dormiglione!”
Ma inevitabilmente lo sguardo mi cadde sul suo uccello duro, proprio un bel cazzo grosso e scappellato che emanava un odore di sperma, evidentemente aveva sborrato da poco. Lo avrei preso in bocca per assaggiarlo come si deve, ma mi trattenni, non era ancora il momento di iniziarlo al sesso in famiglia.
Riuscì solo a dire: “Eh, buongiorno... vedo che sei in pieno alzabandiera!”
Lui aprì gli occhi, incrociando i miei rivolti verso il suo membro; e disse un po’ imbarazzato: “Mmm... ciao mamma.... ecco... ehm... io... ho fatto.... cioè il coso....”
Cercai di tranquillizzarlo: “Non ti devi giustificare... è normale per i ragazzi della tua età risvegliarsi con un’erezione... succede a tutti gli uomini, a volte anche a tuo padre... ”
Mi sedetti vicino a lui, avvicinai la mano al suo pene sempre ben eretto e aggiunsi: “Quando poi ti risveglierai in dolce compagnia, vedrai che ci sarà qualcuna che si prenderà cura di te per cominciare bene la giornata!”
Ma a sorpresa lui mi prese la mano e se la mise sull’uccello, dicendo: “Mamma... vorrei tanto che fossi tu a prenderti cura di me...” Poi cominciò a muovere la sua mano sulla mia per segargli l’uccello. Io avrei voluto continuare quel gioco fino a farlo godere, ma dovetti resistere alla tentazione. Lo baciai teneramente e gli sussurrai:
“Lorenzo caro, ancora non hai l’età giusta per certi giochi... ma in futuro chissà!”
Mi alzai per non continuare, ma sentivo che mi ero bagnata dall’eccitazione.

Poi, col tempo si verificarono altri episodi di approccio al sesso, sempre più espliciti.
Una sera tornai a casa molto stanca dal lavoro. C’era Elisabetta che, dopo avermi salutato, vedendomi così chiese:
“Mamma!...Che succede? Ti vedo affaticata, tu che sei sempre così energica e attiva...”
“In effetti, sono piuttosto stanca... è stata una giornata impegnativa in azienda con riunioni e quant’altro... Avrei bisogno di rilassarmi un po’...”
“Allora che ne dici se ti faccio un bel massaggio?... Così ti distendi...”
Ci pensai un attimo e poi le risposi: “Che bella idea!... Va bene Elisabetta, grazie...”
Andammo in camera, lei prese degli oli da massaggio e io mi tolsi il tailleur da ufficio. Dato che non uso il reggiseno, rimasi con un ridotto perizoma ricordandomi solo in quel momento che indossavo anche il mio abituale plug anale con gioiello che tengo quasi sempre indosso, perché mi stimola tanto.
Non avevo alcun imbarazzo a mostrarmi nuda davanti a mia figlia, come capitava spesso ma vedevo che lei mi guardava con attenzione e disse:
“Oh mamma, come sei bella!... Hai un corpo così tonico e sensuale...e anche tutta abbronzata!”
Lì per lì non diedi troppo peso a quei complimenti e le risposi: “Grazie Elisabetta... Mi fa piacere che mi trovi così... ma del resto succede spesso che ci vediamo al naturale... o prendiamo il sole nude in piscina...”
Così mi stesi sul letto e lei cominciò a massaggiarmi, a partire dalle spalle e poi lungo la schiena.
Ci sapeva fare e le sue mani erano abili per rilassare i punti giusti; glielo dissi:
“Mmm... com’è piacevole... sei proprio brava!... Dove hai imparato a fare i massaggi così bene?”
“Beh, li faccio spesso alla mia ragazza Deborah.... e poi sai finiamo per fare altri giochi....” aggiunse lei con fare malizioso. E contemporaneamente le sue mani arrivarono prima fino ai lati del seno accarezzandolo, e poi cominciarono a scendere sempre più in basso fino ai glutei che il micro-perizoma lasciava pressoché scoperti, fino ad infilare le dita sotto la sottile striscia di tessuto, arrivando proprio al solco delle natiche, sfiorando il buchino posteriore occupato dal plug.

Lei me lo aveva già visto indosso, lo toccò e fece:
“E questo, lo indossi sempre anche quando sei al lavoro?”
“Eh sì....mi piace sentirlo lì... mi stimola anche quando non faccio sesso...” poi mi venne spontaneo aggiungere: “Se vuoi me lo puoi togliere...”
Lei forse non se lo aspettava o forse non attendeva altro ed esclamò:
“Posso davvero?... Oh, lo faccio con piacere!”
Così con delicatezza ma con una certa maestria lo estrasse. Era un plug da circa 4 cm. di diametro, lo rimirò qualche istante e fece:
“E’ proprio un bell’oggettino.... Certo che con il gioiello ti dona tanto e valorizza ancora di più il tuo... ehm... bel culo!... Sai, ti confesso che alle volte lo uso anch’io con Deborah... ci divertiamo a fare a gara a chi lo tiene su per più tempo.... di solito vince lei... si vede che mi devo allenare di più...”
“Beh, se vuoi puoi usare uno dei miei... ne ho di diverse misure... vedrai che presto anche tu lo terrai a lungo...”
Allora lei fece una cosa inaspettata: con il mio plug in mano lo leccò mettendoselo tutto in bocca, ci cosparse qualche goccia di gel, e me lo porse dicendo:
“Mamma, voglio provarlo subito... me lo infili?”
Nel dirlo, si abbassò i leggins, sotto non aveva nulla e agitò il suo bel culetto sotto i miei occhi chinandosi per offrirmi la sua rosellina anale
Io mi eccitai all’istante, sentivo che mi stavo bagnando nel vedere mia figlia che voleva farsi infilare il plug in culo dalla mamma.
Non ci pensai un attimo in più, Presi l’oggetto dalle sue mani e le feci:
“Certo, Elisabetta... ci pensa la mamma!”
Così le passai delicatamente il dito con un po’ di lubrificante sul buchino e quindi le infilai delicatamente il plug, che entrò senza difficoltà, a conferma che mia figlia era abituata a farsi penetrare lì.
Lei ebbe un piccolo sussulto e fece un sospiro; contemporaneamente la sua passerina cominciava a gocciolare. “Mmm... grazie mamma.... lo sento che mi riempie... adesso lo tengo un po’ così mi abituo...Intanto, posso continuare il massaggio?”
“Oh sì, con piacere...mi piace sentire le tue manine su di me...” le risposi, sfilandomi le inutili mutandine ormai bagnate e rimanendo completamente nuda sotto i suoi occhi.

Mia figlia riprese a massaggiarmi e nel mentre continuavamo quella conversazione sempre più intima, lei sue abili dita arrivarono al mio buchino ora libero ma rimasto leggermente dilatato.
Prima lo sfiorarono più volte, poi indugiarono lì intorno, quindi si soffermarono proprio all’ingresso, quasi a chiedermi il permesso di entrare. E io glielo diedi.
“Mmm... Brava, continua pure anche lì!”
Così, sentì il suo ditino entrare nel mio caldo ano e muoversi delicatamente all’interno, come per continuare il massaggio con mosse circolari.
Quella digitazione anale mi stava eccitando sempre più, sentivo che la mia fighetta non era più solo umida, stava proprio colando di succhi vaginali. Mi venne spontaneo dilatare leggermente le gambe, così che mia figlia potesse vedere l’effetto che le sue dita mi procuravano.
E oltre al dito in culo, con l’altra mano sentivo che si avvicinava proprio alla vulva; al che non resistetti e le sussurrai: “Se vuoi, arriva pure anche lì!”
Lei non aspettava altro; vi infilò subito un dito e con l’altro raggiunse il clitoride turgido.
Ero in preda a un’eccitazione particolare, diversa da quella che provo durante una scopata, perché in quel momento mi stavo facendo sditalinare in figa e in culo da mia figlia!
Lei non diceva nulla, mugolava solamente; ogni tanto toglieva un dito e con la coda dell’occhio vedevo che se lo leccava per assaporare i miei umori. Poi aumentò il ritmo della digitazione; io non potei resistere e mi scappò: “Oh, sì... sììì...continuaaa.. è così stimolante!”
Così poco dopo, raggiunsi un orgasmo che non credevo possibile, con un grido di piacere e una squirtata che le inzuppò la mano e il lenzuolo.
Poi, ansimante, mi girai verso di lei, che era sorridente e forse un po’ sorpresa dell’effetto che aveva avuto su di me. Aveva i leggins con una vistosa macchia sul davanti; anche lei si era bagnata. L’abbracciai dolcemente e la baciai sulla bocca, in modo molto più profondo che un normale bacio affettuoso tra madre e figlia, come se fossimo due amanti.
“Oh, grazie Elisabetta... è stato stupendo... come hai visto mi hai fatto godere... sei bravissima... chissà come è contenta la tua ragazza quando lo fai a lei...”
“Mamma, sono felice che ti sia piaciuto... quando vuoi lo rifacciamo... e mi piacerebbe che lo facessi tu a me!”
A quell’invito esplicito, risposi maliziosa: “Mia cara... vedrai che prima o poi ci sarà l’occasione per fare questo e magari altro...” baciandola nuovamente.
“Se non ti dispiace tengo il tuo plug ancora per un po’... mi dà gusto...”
“Certo, usalo pure come vuoi...”

Poi lei andò in camera sua, lasciando la porta socchiusa. Così, poco dopo, passando nel corridoio, sentii un ronzio e dei sospiri. Non resistetti dalla curiosità e sbirciai dalla porta, lasciata un po’ aperta come fosse un invito ad andare da lei.
La vidi stesa sul letto, nuda, con il dildo anale in culo e il succhiaclitoride in azione. Si muoveva e ansimava a occhi socchiusi. Io sentii l’eccitazione salire in me e bagnarmi all’istante: mia figlia si stava masturbando dopo avermi fatto godere e ne fui felice.
Così entrai in silenzio in camera, ero rimasta nuda dal massaggio di poco prima; l’ammirai nel suo sensuale autoerotismo. Lei mi guardò e mi sorrise in silenzio, come se mi aspettasse. Le dissi solamente: “Ora mi prendo cura io di te!”
Mi misi sul letto vicino a lei, l’accarezzai lentamente dal seno rigoglioso fino a scendere all’inguine.
Poi le tolsi di mano il satisfyer e mi chinai sulla sua patatina e iniziai a leccarla delicatamente, era fradicia di umori, dal sapore dolce e giovanile. Contemporaneamente con la mano muovevo gradualmente il dildo anale che scorreva nel suo culetto senza difficoltà.
Quindi, mi dedicai al clitoride, che si ergeva turgido come un piccolo pene, succhiandolo tra le labbra. Elisabetta mugolava di piacere; più la leccavo e più si bagnava e sussurrò: “Mmm... come lecchi bene mamma... meglio di Deborah... ti prego continua che sto per venire...”
Avrei voluto penetrarla quella giovane fighetta, ma lei lì era ancora vergine e volevo che fosse lei a decidere quando e con chi offrire la sua dote, pur se già qualche ipotesi sui suoi desideri ce l’avevo.
Continuai a dedicarmi a lei leccandola e stimolandole il culo, finché sentii che fu pervasa da uno spasmo e con un gemito raggiunse l’orgasmo con una squirtata che raccolsi tutta in bocca.
La mia bambina aveva goduto a fondo, stimolata dalla mamma!
Ero contenta e partecipe della sua soddisfazione. Mi avvicinai alla sue labbra e la baciai a fondo, passandole un po’ del suo stesso succo del piacere. Mi disse:
“E’ stato bellissimo, mamma... grazie!”
“Sono contenta che ti sia piaciuto, amore di mamma!”
Poi mi stesi a fianco a lei, e ci assopimmo felici, nude e abbracciate senza altre parole.


Poco tempo dopo ci fu un episodio con mio figlio. Lorenzo si era infortunato a seguito di una caduta con lo scooter ed era stato ingessato alla spalla destra e al polso sinistro, oltre a contusioni alle gambe.
Dovette rimanere a casa convalescente per diversi giorni, e passava il tempo al telefono, al computer e a guardare video porno, anche quando io ero vicino a lui, quasi a provocarmi.
E anch’io lo stuzzicavo, facendomi vedere mezza nuda e qualche effetto doveva avere, dato il rigonfiamento che aveva nei pantaloni.
Quando doveva fare la doccia, lo aiutavo a togliersi i vestiti, dato il gesso e le fasciature; poi di solito si lavava da solo, ma un giorno mi disse:
“Mamma, mi aiuti a lavarmi?... Io non riesco, sono dolorante...”
Lì per lì pensai che era solo un aiuto dato il suo stato, e gli risposi:
“Va bene, Lorenzo... certo che ti aiuto...” ma una volta sotto la doccia la situazione cambiò.

Gli tolsi camicia e pantaloni della tuta, lui rimase nudo, di spalle, iniziando a far scorrere l’acqua.. Ammirai il suo fisico atletico glabro e il suo bel culo maschile tonico. Gli insaponai la schiena, poi lui si girò di scatto: aveva il cazzo duro e scappellato e lo esibiva senza remore di fronte a me!
“Ah, però... vedo che il tuo amichetto è bello allegro...” dissi, cercando di minimizzare.
Lui invece era proprio in tiro e fece: “Mamma, scusa se sono così... ma così ingessato non riesco neanche a farmi le seghe!... E sono giorni che io non... ecco... sono molto carico... “
“Eh, capisco... povero il mio piccolino...”
In quel mentre, forse accidentalmente, forse volutamente, lui mosse il tubo e il manico della doccia che mi investì con il getto aperto, inzuppandomi tutta.
“Ma che fai?!... Ora sono tutta bagnata!”
Lui si scusò e aggiunse: “Beh, ora potresti toglierti i vestiti bagnati... tanto vai sempre in giro per casa mezza nuda...”
A quella evidente provocazione, non rimasi indifferente e reagì come forse lui si aspettava.
“Certo!... Non ho nessun imbarazzo a farmi vedere nuda dai miei figli, come già fatto tante volte da quando siete piccoli...” così mi tolsi la canottiera e i pantaloncini bagnati, sotto cui al solito non avevo nulla, rimanendo completamente nuda davanti a mio figlio, eccitandolo ancor di più.
“Ti va bene così?!”
“Oh sì, mamma... sei così bella...” fece lui, cercando di menarsi l’uccello, ma con difficoltà data la limitazione nei movimenti.
“Ecco, vedi?... non riesco neanche a segarmi...”
Ci guardammo negli occhi, lui era eccitato, io capivo il suo stato e devo dire il suo membro, grosso e duro, mi stava facendo effetto.
“Mamma...mi aiuti tu?!”
Come avvenuto poco tempo prima in occasione del risveglio mattutino, Lorenzo mi prese la mano e se la mise sul cazzo, facendomelo sentire bello duro.
Ma questa volta non mi ritrassi; cominciai a tastarglielo e stringerlo e poi a muoverlo su e giù, sentendolo pulsante sotto le dita. Dopo un paio di minuti in cui lo segavo in silenzio, guardandolo negli occhi, gli chiesi:
“Ti piace così?”
“Oh si, mamma... mi piace tanto che ti prendi cura di me... ma se tu volessi fare di più, sarebbe ancora più bello!”
Il suo obiettivo era evidente, mi accarezzò i fianchi e i seni. Io ero eccitata quanto lui, con i capezzoli duri e il clitoride turgido. Allora, ruppi gli indugi e mi dedicai come si deve a quel cazzo duro. In quel momento, non lo vedevo solo come mio figlio, ma come un giovane uomo ben dotato che porgeva la sua notevole dote a una donna vogliosa.

Così mi inginocchiai di fronte a lui e con un sospiro gli sussurrai: “E sia!” e presi finalmente il suo cazzo in bocca. Prima lo leccai lentamente sull’asta e sulla cappella gonfia, poi lo ingoiai del tutto e cominciai a spompinarlo. Un pompino lento e godurioso, sia per me che ero eccitata e che mi stavo anche sditalinando, sia per lui che ansimava a ogni mio risucchio.
Quindi aumentai il ritmo, volevo stimolarlo il più possibile e gli massaggiai le palle, piene di sborra;
ma poi fu lui a prendere l’iniziativa muovendosi avanti e indietro, cacciandomelo fino in gola e scopandomi in bocca. Io accoglievo il cazzo di mio figlio con gioia, contenta di renderlo felice e senza alcun tabù né riserva mentale. In quel momento eravamo un maschio e una femmina eccitati che stavano facendo sesso orale per il piacere reciproco.
Io continuavo a succhiarlo ed assecondavo i suoi movimenti, accarezzando il suo corpo, in particolare il culo mentre lui da in piedi mi stringeva le tette.
Finché Lorenzo, ansimando sempre di più, sentì di essere sul punto di godere, e gridò:
“Mamma!... Sto per venire!.... Ecco... sììì!”
Io non dissi nulla, avendo la bocca occupata, ma annuì con il capo, finché sentii il membro irrigidirsi e sussultare e finalmente arrivare alla sborrata liberatoria: cinque o sei fiotti di sperma caldo mi riempirono la bocca; cercai di ingoiarne il più possibile, gustandone il buon sapore, dolce e fresco, proprio da ragazzo. Dopo avergli ripulito la cappella con la lingua, mi alzai in piedi, lo guardai negli occhi e lo baciai, passandogli qualche residuo della sua stessa sborra in bocca.
Lui era come imbambolato, come se fosse sotto shock erotico, riuscì solo a dire:
“Grazie, mamma... sei stupenda!”
Io gli risposi: “Lorenzo, sono contenta che ti sia piaciuto... così ti sei scaricato un po’... per un ragazzo della tua età è importante, meglio non trattenere... E devo dire che è piaciuto anche a me, gustare il tuo sapore...” E lo baciai. Poi, finimmo velocemente di lavarci e lo aiutai a rivestirsi; quindi si stese sul divano e si addormentò all’istante, sopraffatto da quella emozione.

La sera, quando rientrò mio marito Guidobaldo mi chiese come stava Lorenzo; gli risposi con nonchalance: “Oh, sta benissimo... oggi gli ho fatto un pompino con ingoio sotto la doccia!”
Con Guidobaldo avevamo condiviso l’educazione aperta ai figli anche riguardo al sesso ed era al corrente dei piccoli episodi di erotismo latente che si verificavano in casa. Così a quella rivelazione non si scompose più di tanto: “Ah sì?.... Bene, sarà stato contento!... E tu naturalmente, non hai perso l’occasione di soddisfarlo come si deve...”

Successivamente accadde un episodio particolare. Era un sabato sera, i figli erano andati in discoteca e non sarebbero tornati che alle ore piccole. Io e mio marito avevamo invitato una coppia di amici, scambisti come noi, e dopo una cena afrodisiaca il programma era fare sesso senza limiti.
Così fu. Presi dall’impeto eravamo sul divano del salone, io mi stavo facendo scopare dall’altro uomo e Guidobaldo faceva altrettanto con la donna, con la quale mi baciavo, quando all’improvviso rincasarono Elisabetta e Lorenzo che ci scoprirono in flagrante e rimasero impietriti, chiedendo stupiti: “Mamma! Papa!... Ma che fate?!”
La domanda era legittima, perché pur parlando liberamente di sesso con i ragazzi, non lo avevamo mai fatto con altre persone con loro presenti. Così risposi con naturalezza: “Ciao ragazzi... come vedete stiamo facendo sesso con questa coppia nostra amica...... Ma piuttosto, come mai siete tornati così presto? Di solito rientrate alle 3 o alle 4 di notte..”
“Ecco... in discoteca ci sono stati dei tafferugli... è intervenuta la polizia che ha sgombrato il locale... poi non sapevamo più dove andare e dato che piove siamo tornati...” fece Elisabetta.
“Ah, ecco... allora adesso se non vi dispiace noi vorremmo continuare...”
“Ehm... sì certo, mamma... non vi disturberemo... buon divertimento!” concluse lei mentre si dirigevano in camera al piano superiore.
Ma dato che il corridoio del primo piano dà sul salone, mi immaginavo che i ragazzi, curiosi come sono, se ne stessero nascosti lì per guardarci. E infatti li intravidi acquattati dietro una colonna. Così sussurrai a Guidobaldo: “Caro, i nostri figli ci guardano da di sopra... Diamogli un buon spettacolo!” Lui annuì e così continuammo piacevolmente a scopare in quattro come se niente fosse, esibendoci anche in doppie penetrazioni, giochi lesbo con strap-on e anche tra maschietti fino a farmi riempire di sborra.

La mattina dopo, scesi a preparare la colazione con solo una vestaglietta trasparente aperta senza nulla sotto. Inaspettatamente, arrivarono anche Elisabetta e Lorenzo, che di solito la domenica dormono fino a mezzogiorno, anche loro seminudi: lui solo con pantaloncini già con un certo gonfiore, lei con una canottiera lunga molto scollata. Mia figlia mi disse:
“Mamma, scusa per ieri sera... non volevamo disturbarvi...”
“Non c’è niente di cui scusarvi... eravamo in un momento di piacere ma io e tuo padre non abbiamo segreti per i nostri figli, neanche per il sesso che come sapete ci piace assai...”
“Eh sì, abbiamo visto come vi piace... eravate stupendi, meglio che in un film porno... Tu poi eri così sensuale... a vedervi ci siamo eccitati e confesso che dopo io mi sono masturbata... e credo anche Lorenzo...” il quale annuì.
“Figli miei, sono contenta che siate attratti dal sesso che, come vi abbiamo sempre detto, è una cosa bellissima da vivere serenamente e in piena libertà...”
“Già, vorremmo anche noi farlo così liberamente...”
“Vedrete che non mancherà occasione...Ora su fate colazione che è pronto...”

La cosa pareva finita lì, ma poi qualche settimana dopo avvenne un fatto scatenante.


[Il seguito nel prossimo episodio conclusivo, che sarà pubblicato a breve, N.d.A.]


6 – CONTINUA


DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE:

Cap. 7: CONFESSIONI DI UNA MADRE – Parte II (genere incesto)


PRECEDENTI EPISODI SERIE: “GINEVRA, DONNA IN CARRIERA E TRASGRESSIVA”
Cap. 1: La nuova capoufficio (sez. “Trio”)
Cap. 2: Incontro a tre con Angelica escort (sez. “Trio”)
Cap. 3: Puttana per un giorno (sez. “Trio”)
Cap. 4: Orgia sul lago di Ginevra – Parte I (sez. “Orge”)
Cap. 5: Orgia sul lago di Ginevra – Parte II (sez. “Orge”)


Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Ginevra – Cap.6: Confessioni di una madre -I:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni