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Ginevra – Cap. 7: Confessioni di una madre-II


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
15.07.2024    |    15.726    |    11 9.5
"Chiesi cosa guardassero e Elisabetta con nonchalance disse: “Oh, è un film porno..."
Ginevra, donna in carriera e trasgressiva – Cap. 7: Confessioni di una madre – Parte II
(Conclusione)

Continua il racconto-confessione di Ginevra all’amica Angelica delle proprie esperienze di sesso in famiglia, fino al compimento del destino incestuoso con i propri figli.
* * * * *

Dopo quei singoli episodi con i miei figli che ho raccontato [contenuti nel Cap. 6 – Parte I, N.d.A.], avvenne un fatto scatenante.
Un giorno, rientrando dall’ufficio, mentre mio marito era fuori città per lavoro come spesso accadeva, trovai i miei figli seduti sul divano in salone che stavano guardando qualcosa sullo schermo. Chiesi cosa guardassero e Elisabetta con nonchalance disse:
“Oh, è un film porno... una storia di incesto!”
Rimasi sorpresa, pur parlando spesso di sesso non avevamo mai trattato l’argomento incesto in forma esplicita, così dissi:
“Ah, e di cosa parla?”
“E’ la storia di una madre che fa sesso con i figli, un maschio e una femmina...”
Ebbi la netta sensazione che fosse una provocazione per me per farmi cadere in trappola, a maggior ragione quando Lorenzo mi disse:
“Dai mamma... vieni a guardalo anche tu insieme a noi!”
A tale proposta ardita, accettai la sfida anche per vedere dove volevano andare a parare i miei figli.
“Va bene cari... guardiamo questo film...”
Mi fecero accomodare in mezzo a loro e già questo era significativo e mi porsero un drink che avevano già preparato.
Guardammo qualche scena; come sempre nei porno la trama era minimalista ma le scene erano esplicite con una milf che lesbicava con la figlia mentre il maschio la scopava alla pecorina.

Ai ragazzi la scena faceva effetto: Lorenzo aveva un notevole gonfiore sotto i pantaloncini della tuta, Elisabetta aveva una canottiera molto scollata con i capezzoli in rilievo e una gonna molto corta, strusciandosi le cosce calde che poi attaccò alle mie.
Il film continuò con altre scene in cui genitori e figli erano a letto insieme, anche con il padre che scopava la figlia e la madre che si faceva inculare dal figlio. Al che Lorenzo esclamò:
“Io non resisto più... mi devo segare!” Così dicendo estrasse l’uccello dai pantaloncini e prese a menarserlo.
“Anch’io devo farmi!” fece Elisabetta alzando la gonna, sotto la quale non aveva nulla, sditalindandosi il clitoride.
Io mi ritrovai in mezzo ai miei figli che si stavano masturbando sotto i miei occhi!
Era evidente che volevano coinvolgermi nei loro giochi ed in effetti anch’io ero eccitata dalla situazione. Finché Elisabetta chiese, quasi implorandomi:
“Mamma, ci aiuti come hai già fatto con me e Lorenzo?”
Evidentemente ai ragazzi era rimasto impresso quello che avevo fatto con loro nelle occasioni precedenti per alleviare le loro voglie e ora volevano che lo rifacessi con entrambi.
Così, non mi tirai indietro.
“Certo cari... se è così che volete, la mamma è sempre disponibile per darvi una mano...”
E gli diedi letteralmente una mano, prendendo con una il cazzo di Lorenzo e con l’altra stimolando il clito di Elisabetta. La quale prontamente ricambiò, sbottonandomi la camicetta da ufficio e accarezzandomi il seno e poi scendendo sotto la gonna, anche lei alla ricerca della mia vulva bagnata.

Continuammo così per qualche minuto, poi mi chinai per prendere in bocca il cazzo di mio figlio per spompinarlo come si deve, mentre Elisabetta mi sditalinava entrambi i buchi.
Poi, mi misi in ginocchio sul tappeto davanti a loro continuando a leccare e succhiare il cazzo di Lorenzo e infilare un dito in culo a Elisabetta.
Andammo avanti per parecchio, finché Lorenzo venne con una sborrata liberatoria che in parte ingoiai e per un residuo lo passai in bocca a Elisabetta, per poi leccare a fondo la sua fighetta e inserendo anche un secondo dito in culo, fino a che anche lei raggiunse l’orgasmo con una squirtata, che raccolsi il più possibile in bocca e a sua volta ne passai un po’ a Lorenzo, dicendo loro:
“Ecco... spero che vi sia piaciuto... così ognuno ha assaggiato il sapore del godimento dell’altra, da bravi fratello e sorella...”
“Sì mamma... è stato bellissimo... tu sei così premurosa con noi... ti amiamo tanto... Ma quando potremo fare le cose complete che si vedono nel film?” chiesero in coro.
Ormai era evidente che i miei figli volevano fare sesso completo, e allora andai giù decisa.
“Oh, ma quello è solo una finzione scenica... La realtà molto spesso è diversa, ma alle volte in certe famiglie possono verificarsi situazioni di quel genere... Del resto la storia della nostra famiglia lo dimostra...”
I ragazzi mi guardarono incuriositi ed eccitati, incitandomi a dirgli di più: “Dai mamma, racconta!”
Forse anch’io non vedevo l’ora di raccontare loro gli aspetti nascosti ed erotici della storia di famiglia, che anche a me avevano eccitato tanto quando ne venni a conoscenza dai miei genitori.

E così, li abbracciai e iniziai a raccontare:
“Figli miei, dovete sapere che nelle famiglie nobili come la nostra, a livello di sesso sin dal medioevo accadeva di tutto: perversioni di ogni tipo, sado-masochismo, torture, orge, incesti... e di questo qualcosa è rimasto in famiglia anche al giorno d’oggi...”
Poi aggiunsi: “Del resto vedete lo stemma nobiliare della nostra casata appeso qui in salotto: tre bisanti, che sono palle, con una spada che fuoriesce da un calice dorato... Sapete, la spada e il calice in araldica sono simboli sessuali, l’uno l’organo maschile l’altro quello femminile... e il motto di famiglia è: ‘Ad officium et voluptatem’, cioè ‘Per il dovere e per il piacere’... E voi siete marchesi Pallavicini Sforza da parte di madre e conti Della Rovere da parte di padre, e nel vostro DNA avete ereditato tutte le attitudini e devo dire anche le perversioni sessuali che abbiamo sempre avuto...”
I miei figli mi guardavano sempre più attratti da quella storia, mi accarezzavano il corpo e io lasciavo fare finché Elisabetta fece la domanda determinante:
“Ci racconti qualche episodio reale di sesso in famiglia?”

Così per stimolare la loro già evidente eccitazione, aggiunsi:
“Certo cari, nella storia di famiglia il sesso è sempre stato presente con incesti di ogni tipo: un avo cardinale che mise incinta la figlia illegittima, madri vedove che si facevano ingravifare dai figli per continuare la stirpe, matrimoni tra fratelli e sorelle, e così via.
E soprattutto in famiglia da secoli c’è una tradizione: quando la figlia raggiungeva la maggiore età, se era già promessa sposa il padre, per lasciarla illibata per il matrimonio, la sodomizzava; invece se era destinata al convento di clausura il padre la sverginava! Inoltre la madre doveva svezzare il figlio al sesso ed essere la prima donna ad offrirsi a lui.... E questo è continuato fino ai giorni nostri!”
Poi aggiunsi, sibillina: “Ed anche per me è stato così!”
A quelle parole i miei figli mi guardarono allibiti, riprendendo a masturbarsi senza vergogna.
“Cosa vuoi dire, mamma?” mi chiesero in coro.
“Miei cari, voglio dire che anch’io ho cominciato facendo l’amore in famiglia con mio padre e con mamma presente!”
“Con il nonno Ludovico?!”
“Eh sì, era davvero un bell’uomo, e lo è ancora... così affettuoso e premuroso... è stato bellissimo diventare donna con lui!”

Al che Elisabetta, da primogenita, non poté più trattenersi ed espresse le sue intenzioni:
“Mamma, sapevano che a voi come genitori piace il sesso ma questa storia di famiglia è incredibile... ci siamo eccitati moltissimo e vorremmo continuare anche noi su questa strada per onorare la tradizione... Sai, io e Lorenzo parliamo spesso di sesso e ci masturbiamo a vicenda con le nostre fantasie, e così siamo d’accordo nel chiederlo: ecco, noi vorremmo fare sesso con te e papà!”
Finalmente erano le parole che volevo sentire dire dai miei figli, quello che prima o poi mi aspettavo avvenisse e che in fondo lo desideravo anch’io, come già avevamo immaginato con mio marito Guidobaldo: aiutare i nostri figli a praticare liberamente sesso in famiglia e poi in ogni altra situazione, come avevamo fatto noi.
Così con gioia risposi loro:
“Elisabetta... Lorenzo... la mamma è così contenta di quello che state chiedendo... Oramai siete maggiorenni e dato che siete consenzienti io e Guidobaldo saremo felici di esaudire tutti i vostri desideri e farvi provare le gioie del sesso!”
Li abbracciai stretti e li baciai infilandogli la lingua in bocca, sentendo che avevo la vagina sempre più bagnata al dolce pensiero di fare l’amore tutti insieme. Poi dissi loro:
“Allora faremo così: appena vostro padre tornerà dal suo viaggio di lavoro, organizzeremo una serata tutta per noi in cui come genitori ci metteremo a vostra disposizione per fare l’amore liberamente e farvi godere a fondo!... Intanto, vi chiedo di pazientare ancora per poco, non facciamo altre cose prima, perché nel sesso la gioia è anche nell’attesa!”
A quella mia disponibilità per accontentarli i ragazzi fecero un salto dalla contentezza, gridando:
“Sììì!... Mamma, siamo così felici all’idea che presto faremo sesso in famiglia tutti insieme... Grazie!” Mi abbracciarono e mi baciarono, e sorprendentemente smisero di masturbarsi e anzi si ricomposero. Evidentemente, capirono subito che era opportuno aspettare quel momento che presto sarebbe arrivato.

Ed infatti arrivò. Circa una settimana dopo, mio maritò rientrò dal viaggio all’estero. Lo andai a prendere in aeroporto e gli raccontai subito quello che era accaduto e quello che sarebbe successo:
“.... e così, caro, tra poco faremo sesso con i nostri figli, nel solco della tradizione di famiglia”
Lui non si scompose, avevamo già immaginato che sarebbe avvenuto e quindi disse:
“Bene, cara. Sono contento che ciò accadrà! I nostri figli sono dei tesori e vogliamo farli felici in tutti i modi. Poi, se sarò il primo uomo per Elisabetta sarà un onore; del resto lei me lo aveva fatto capire con delle avances di vario genere, dal mostrarsi nuda al strusciarsi su di me con il suo corpo... e tu sarai altrettanto felice di essere la prima donna per Lorenzo, facendoti scopare da lui, dopo che lo hai già spompinato!... Siamo proprio una bella famiglia!”

Stabilimmo il grande evento da lì a due giorni. Sia i miei figli che noi eravamo impazienti di amarci ma gli dicemmo di non masturbarsi nel frattempo per essere ancora più vogliosi, così come io e mio marito rimanemmo altrettanto in astinenza.
Quel pomeriggio ci ritrovammo nella nostra camera da letto, con luci soffuse e musica di sottofondo; io mi ero vestita per loro con un completino sexy, un po’ da troia, e Guidobaldo aveva una giacca da camera. Finalmente entrarono Elisabetta e Lorenzo: lei aveva solo reggiseno e perizoma da cui spuntava il plug, con il trucco accentuato ed un fare piuttosto deciso, lui pantaloncini corti, già rigonfi ma pareva più emozionato.
Cercai di tranquillizzarli: “Cari ragazzi, quello che stiamo per fare è un viaggio verso la felicità dei sensi, con naturalezza e spontaneità. Vedrete, sarà bellissimo e indimenticabile per tutti!”
Loro annuirono, ci abbracciarono, mi fecero i complimenti per il mio abbigliamento sexy e subito si misero all’opera. Elisabetta si avvicinò al padre, aprendogli la giacca per accarezzare il petto villoso, con la mano che ben presto scese più in basso per tastare .
Lei mi guardò quasi per chiedere il permesso, io annuì e l’aiutai per aprire i pantaloni a Guidobaldo, da cui svettò la verga già belle e pronta. Elisabetta rimase qualche attimo in ammirazione del pene del padre, di dimensioni piuttosto ragguardevoli, un po’ incerta sul da farsi. Così le dissi:
“Ecco, cara, ti faccio vedere come fare!”
Così presi in bocca l’uccello di mio marito, lo insalivai per bene con un lento risucchio. Poi, glielo passai: “Ora prova tu!”
Lei afferrò quell’uccello, lo studiò un attimo e quindi lo prese finalmente in bocca, iniziando a succhiarlo con una certa decisione e un’abilità che non credevo e sussurrando: “Mmm... com’è buono il tuo cazzo, papà!” La mia bambina stava facendo un pompino al suo caro papà, il quale ben lieto di quelle attenzioni mugugnava di piacere e a suo volta accarezzava il corpo e le stupende tette di nostra figlia.

Intanto, a vedere la scena, Lorenzo si era già tolto i pantaloncini e si stava menando il cazzo duro.
Mi avvicinai a lui, presi le sue mani e glieli misi sulle tette che mi tastò, stringendole con irruenza:
“Che belle tette, mamma!”
“Su, ora ciucciami i capezzoli come facevi quando ti allattavo...”
Così fece, leccandomi e succhiandomi i capezzoli duri con i piercing che lo attraevo tanto.
I nostri figli si stavano già dedicando a noi, e da buoni genitori eravamo pronti a dar loro tutto il possibile dei nostri corpi e del nostro sesso.

Mentre Lorenzo si strusciava su di me, il suo uccello duro mi premeva sul ventre, quasi a chiedere di prendermi cura di lui. Così mi inginocchiai di fronte a lui e, mentre continuava a giocare con le mie tette, presi in bocca il suo cazzo duro per un pompino delicato, provocandogli un fremito.
Vicino a me, mia figlia stava facendo lo stesso a suo padre; ci scambiammo uno sguardo di intesa: le femmine di casa si stavano dedicando ai maschi e al loro organo del piacere.
Elisabetta stava succhiando davvero bene, finché mio marito le chiese dolcemente:
“Bambina mia, vuoi che il tuo papà si dedichi alla tua patatina?”
“Sììì!... Certo, papà!... La mia fighetta è tutta per te!”
Così si stese e Guidobaldo da abile linguista, affondò la lingua in quella vulva acerba, ma già bagnatissima, leccando le labbra poco sporgenti, quasi da bambina, e succhiandole il clitoride turgido. Poi scese più in basso e iniziò a leccarle anche la rosellina anale dopo averle tolto l’abituale plug. Lei riceveva quelle attenzioni orali sospirando e spingendo la testa del padre attaccata al suo sesso, ripetendo: “Sì, sì, papà... continua... leccami... leccami...”
Guidobaldo in questi casi a me avrebbe infilato anche un dito o due nella figa, ma per Elisabetta aspettava di infilarci qualcos’altro

Vedendo il padre così impegnato, anche Lorenzo volle dedicarsi a me allo stesso modo, chiedendomi?
“Mamma... posso... ehm... leccarti come fa papà?”
“Certo amore, lecca la mamma... affonda la lingua in questa figa tutta per te!”
Sentì la lingua quasi tremolante di mio figlio infilarsi nella mia fessura e muoversi in modo disordinato, leccando dove capitava senza un criterio preciso. Cercò il clitoride che si ergeva eccitato e vi passò la lingua tutto intorno. La sua inesperienza mi inteneriva ma mi faceva comunque colare di piacere, pensando che era il figlio che praticava un daty alla madre.
Evidentemente quel bagnato gli piacque e nel prendere fiato, sussurrò:
“Oh mamma, che buono il sapore della tua... ehm.. figa!”
“Sì, caro... piace anche alla mamma sentire la tua lingua che sono fradicia di umori... Se vuoi puoi infilarci anche le dita.... E già che ci sei che ne dici di leccarmi anche l’altro buchino?”
A Lorenzo non parve vero e mi inserì un dito in figa mentre con la lingua mi esplorava il culo. Anche se era inesperto, sentirlo così mi eccitava tanto.

Dopo questa lunga fase orale, si avvicinava il momento culminante. I ragazzi si erano scaldati ed erano iper-eccitati. Fu Elisabetta a dare il via alla fase successiva:
“Papà, sono tutta bagnata e pronta a riceverti... Ora ti prego, fammi tua... scopami!”
Guidobaldo si sollevò dalla sua fighetta, la baciò teneramente sulla bocca, intrecciando le lingua e le fece:
“Sì, bambina mia... ora lo voglio anch’io... il tuo papà farà sbocciare questo tenero frutto acerbo... “
Mi avvicinai anch’io a lei e la baciai dolcemente, dicendole:
“Stai tranquilla Elisabetta, andrà tutto bene e proverai solo piacere!”
Guidobaldo accostò la sua mazza alla vulva pulsante di nostra figlia, io lubrificai con un po’ di gel entrambe le parti che sarebbero entrate in contatto; quindi mentre il glande era appoggiato sull’orifizio le allargai delicatamente le labbra che avvolgevano la cappella.
“Dai papà... voglio sentirlo dentro!”
Il momento era solenne: con un cenno del capo diedi l’assenso a Guidobaldo di procedere a scopare nostra figlia e così fu.
Le infilò l’uccello delicatamente, prima la cappella poi l’asta; diede una spinta un po’ più decisa e Elisabetta ebbe un sussulto e un “Ahhh!”, poi esclamò:
“L’ho sentito!... Il velo è squarciato!... Finalmente è successo!”
Il padre diede qualche altro movimento di assestamento poi estrasse il pene che aveva svolto la funzione di ariete di sfondamento; dalla vulva uscì qualche goccia di sangue. Io le ripulii la parte e poi il pene di mio marito con una salvietta disinfettante, erano comunque poche gocce. Poi leccai la fighetta che sprigionava umori di femmina in calore in quantità. Guardai teneramente mia figlia, la baciai in bocca e le dissi:
“Cara Elisabetta, ora sei una donna adulta a tutti gli effetti, grazie al tuo papà!”
“Sì, mamma... grazie papà... ora che sono donna, scopami come si deve!... Fammi sentire fino in fondo quel cazzo che mi ha generata!”
Ora la ragazza non aveva più ritegno, era una giovane donna che voleva godere facendosi penetrare. Così Guidobaldo rientrò in lei senza altri timori e prese a scoparla con un ritmo crescente, facendola gemere di piacere.

Durante questa fase, Lorenzo guardava la scena del padre che scopava la sorella sempre più eccitato con l’uccello in mano.
Adesso toccava a me mettermi a disposizione del figlio maschio. Gli presi subito il cazzo in bocca, succhiandoglielo lentamente. Sentivo che già fremeva, anche lui voleva entrare in azione.
Così poco dopo mi stesi a gambe larghe a fianco di Elisabetta e lo invitai con tono provocante:
“Lorenzo, ora tocca a te... Forza, scopa la mamma!”
Lui si fece coraggio, annuì e prima si chinò per leccarmi; la sua lingua si muoveva disordinatamente ovunque arrivasse, dal clitoride alle labbra fino al culo. Non era ancora un abile linguista come il padre, ma il suo fervore giovanile mi eccitava assai, facendomi colare.
Adesso lo volevo sentire, quel giovane e promettente cazzo che si ergeva imperioso davanti a me.
Così glielo presi di forza, lo appoggiai sulla vulva e gli ordinai:
“Coraggio, amore di mamma... mettilo dentro!... Rientra in questa figa da cui sei uscito!”
Quelle parole oscene lo eccitarono e con una spinta decisa mi penetrò, infilandolo per tutta la lunghezza.
Finalmente avevo il cazzo di mio figlio dentro di me! Mi sentivo una madre troia e perversa, ma felice di offrire tutta me stessa al mio bambino che si stava facendo uomo.

Ora aveva preso il ritmo giusto e mi scopava come si deve. Ci guardavamo negli occhi per condividere quel momento di passione tra madre e figlio. Mi sussurrò con tono estasiato:
“Oh, mamma... è stupendo fare l’amore con te... non credevo fosse così bello!”
“Gli risposi con dolcezza: “Sì Lorenzo, è stupendo anche per me... “
Nel dire quelle parole guardai mia figlia a fianco a me che seguiva il ritmo dei colpi impressi dal membro paterno dentro di lei. Credo, da come si dimenava, che avesse già avuto un orgasmo.
Mi prese la mano e la strinse forte; eravamo una accanto all’altra a farci scopare a gambe larghe e con tono languido fece:
“Sì mamma... sto godendo a ripetizione, papà è così bravo e dolce... è bellissimo farsi scopare così dai nostri uomini di casa!”

Poi invitai Elisabetta a cambiare posizione, mettendoci a pecorina ed offrendo entrambi i nostri orifizi ai sensi dei nostri montatori.
E infatti Lorenzo prima di penetrarmi nuovamente mi leccò avidamente figa e culo, infilando la lingua in profondità e raccogliendo i succhi che mi stavano colando. Lo stesso stava facendo Guidobaldo con nostra figlia, solleticandole le parti con i peli morbidi della barba.
Io e Elisabetta eravamo vis-à-vis e così ci baciammo languidamente, con le lingue che si cercavano e si attorcigliavano.
Sentivo che mio figlio stava per rientrare in me e allora gli proposi una variante:
“Lorenzo, in questa posizione che ne dici di sbattermelo nel culo?... E’ a tua disposizione!”
Lui forse non se lo aspettava o forse non desiderava altro che rispose solo con un “Sììì!” carico di entusiasmo. Mi versai qualche goccia di gel lubrificante, più per lui che per me,. Lui provò a spingere ma, preso dall’emozione, al primo colpo non entrò. Allora presi il suo glande e me lo appoggiai sul buchino, praticamente infilandomelo da sola come se fosse un dildo.
Finalmente avevo il cazzo di mio figlio, almeno per metà, in culo e lo incitai nuovamente:
“Forza Lorenzo, incula la mamma!”
A quelle parole di sprone, lui diede la spinta necessaria e me lo ritrovai tutto dentro. Così iniziò a spingere e farmelo sentire come si deve.

Anal-ogamente, nel vedere come mi stavo facendo sodomizzare anche Elisabetta volle provare l’ebbrezza del sesso anale e chiese al padre con tono quasi implorante:
“Papà me lo fai provare anche nel culo?!”
Guidobaldo fu ben felice di accontentare la sua bambina: “Ma certo, amore... Papà ti fa il servizio completo!”
Mio marito si aspettava di trovare un buchino stretto e vi stava mettendo abbondante lubrificante, ma appena provo a penetrarla si accorse che il suo cazzone entrava senza troppe difficoltà.
“Bambina mia, com’è che il tuo culetto è già così aperto?!”
“Oh papà... per mantenere la verginità davanti, mi sono abituata a prendere di tutto didietro... da sola o con Deborah... adoro sentirmi riempita in culo!”
A quelle parole, Guidobaldo non ebbe più remore di procedere con delicatezza e prese a incularla di brutto, fottendola con forza e facendola gemere, tra dolore e piacere.
“Ahh... ahhh... sì, ho preso di tutto ma non colpi di cazzo così!... Continua, papà... fammi godere di culo!”
“Eh già, proprio come tua madre!” aggiunsi io, baciandola di nuovo in bocca, mentre ci stavano facendo sodomizzare a più non posso.

Continuammo così ancora per parecchio, alternando posizioni e cazzi nei vari buchi disponibili, finché venne il momento di far godere i nostri uomini. Chiesi a mia figlia:
“Elisabetta, vuoi che papà concluda dentro di te, come io farò con Lorenzo?”
“Oh sì, certo che lo voglio!... Desidero che questa prima volta, sia la più completa possibile... Papà, ti prego, riempimi di sborra! ... Non vedo l’ora di sentirla nella mia fighetta!... E sta tranquillo, prendo la pillola già da un po’ di tempo!”
Lo stesso dissi io a mio figlio: “Lorenzo, se vuoi, puoi fare altrettanto... la mamma desidera ricevere il tuo godimento dove preferisci!”
Così con un cenno di intesa con mia figlia, ci rimettemmo supine a gambe larghe per ricevere quell’ultima dose di cazzo e la crema che ne sarebbe fuoriuscita.
Guidobaldo e Lorenzo ripresero l’opera alla missionaria; entrambi erano sul punto di venire e mio marito disse: “Forza figliolo, veniamo insieme e fai assaggiare la tua sborra a tua madre come io farò con tua sorella!”
Sentivo mio figlio che spingeva ancora più forte, il suo membro pulsava vigoroso dentro di me, era all’apice pronto ad esplodere e anch’io volevo godere insieme a lui. Mi sfregavo freneticamente il clitoride mentre lui dava gli ultimi colpi, e vedevo che anche Elisabetta faceva altrettanto.
Finché si irrigidì, il cazzo ebbe contrazioni spasmodiche ed esplose in un fiume di sperma che mi inondò: “Ecco, mamma... vengooo... sborro dentro di te... ahhh!”
“Sì amore di mamma... eccola la tua sborra....mmm, quanta ne hai!... Sto godendo anch’io con te, siii!”
Anche Guidobaldo stava completando l’opera e dopo qualche attimo anche lui arrivò al godimento eiaculando intensamente nella giovane vagina finora illibata di nostra figlia, che l’accolse con un grido di gioia: “Ahh... sìì, la sento la tua sborraaa!... Oh, è stupendo farsi venire dentro e la prima volta è stato con te, papà caro... Sono così felice, ti adoro!... Lo faremo ancora e ancora e ne prenderò ancora tanta!”

Mio figlio estrasse il pene ancora turgido e gocciolante dalla mia vulva, glielo presi in bocca per ripulirlo con la lingua, guardandolo negli occhi come due amanti abituali.
Ero piena del suo sperma, così pensai bene di mettermi a 69 sopra mia figlia e farle leccare tutto quel nettare che stava colando: “Ecco Elisabetta, assaggia tutta la sborra di tua fratello che mi ha riempita... come io leccherò la tua fighetta colante!”
Lei annuì senza dire nulla, ma sentivo la sua lingua che saettava nei meandri della mia vulva a cercare quanta più crema possibile per gustarla e ingoiarla. Per lei forse il sapore dello sperma del fratello era inedito, ma io mi immaginavo che tra loro ci sarebbero stati rapporti ben più intimi d’ora in poi. Anch’io mi dedicai a ripulirle la sua patatina dallo sperma di mio marito; poi con bocca piena mi girai verso di lei e gliela versai in bocca, dicendo:
“Ecco amore, assaggia anche la sborra che tua padre ha depositato dentro di te, facendoti diventare donna!”
“Mmm... quanto è buona la sborra maschile!... Non l’avevo mai assaggiata, ma d’ora in poi ne voglio ingoiare a litri!...” rispose lei, entusiasta.

Dopo quel lungo amplesso a quattro, rimanemmo nudi e facemmo uno spuntino per riprendere le forze. Ma io avevo in mente ancora molti giochi da fare con i nostri figli.
Così, con tono provocatorio e lascivo, dissi a Elisabetta:
“Allora cara, ti è piaciuto? Vorresti continuare?”
“Oh mamma, certo che sì!... Adesso che ho cominciato a scoprire le gioie del sesso completo non mi fermerò più!... Pensavo di essere solo lesbica invece dopo aver provato il piacere di ricevere il cazzo non ne farò più a meno!”
“Allora, ne vorresti provare due insieme?... Che ne dici di una doppia penetrazione?!” le chiesi.
Lei mi guardò stupita, forse non si aspettava che le proponessi una forma di sesso così audace.
“Doppia penetrazione? Vuoi dire uno davanti e uno dietro?... Oh, sarebbe stupendo, un doppio godimento... sono già eccitata!... Ma non so come fare, in che posizione mettermi...:”
“Sono contenta che vuoi provare... non ti preoccupare, ti faccio vedere io!” poi rivolta a mio marito e mio figlio che avevano il cazzo in mano, aggiunsi:
“Forza uomini, facciamo vedere a Elisabetta come si fa una doppia penetrazione!”
Mio marito ovviamente era abituato a questi giochi, ma per mio figlio era una novità assoluta.
“Ehm... mamma, anch’io... ecco non so come si fa... come mi devo mettere?”
“Tranquillo Lorenzo, ci pensa mamma a guidarti... e poi l’avrai visto in qualche film porno, no?... Intanto, dammi il tuo cazzo che lo succhio un po’!”
Lo spompinai per un paio di minuti, a cui si aggiunse anche l’uccello di mio marito; due cazzi in bocca con mia figlia che mi guardava stupita ma vogliosa mentre si sditalinava lentamente.

Una volta che le verghe erano pronte e ben insalivate, feci scegliere a mio figlio dove mi voleva prendere: “Lorenzo, figa o culo?”
“Non so cosa scegliere, sono entrambi buchi stupendi... mah, vorrei riprovare il culo!”
“Bene, allora Guidobaldo tu stai sotto e Lorenzo mi viene dietro!”
Così mio marito si stese e io mi accovacciai, impalandomi sul suo cazzo duro a smorzacandela.
Lo cavalcai per qualche minuto mentre riprendevo l’uccello di mio figlio in bocca. Quando lo sentii pronto, gli diedi il via: “Lorenzo, ora io mi chino e ti offro il buchino tutto per te... così puoi incularmi facilmente”
Lui si mise in posizione dietro di me, eccitato ai massimi nel vedermi in quella posa mentre scopavo il padre. Mi fermai un attimo per facilitare l’operazione, così mio figlio trovata la posizione
mise la cappella sul mio ano dilatato e spinse. Oramai conosceva la strada già aperta ed entrò subito per buona parte della lunghezza.
“Ora scopatemi all’unisono!” gridai ai due uomini di casa, che presero subito il via, sincronizzando i movimenti. Sentivo quei due cazzi muoversi nei miei buchi, separati solo da una sottile membrana, come pistoni roventi in un motore a due cilindri, entrambi su e giù, aprendomi sempre più.

Stavo già godendo e sbrodolando di piacere. Ma vedevo mia figlia osservarmi esterrefatta, forse mai avrebbe immaginato di avere una madre che si mostrava a lei così troia. Continuava a masturbarsi con due dita sempre più intensamente. Mi dispiaceva che stesse in disparte e volevo che partecipasse anche lei in questo partouze. Così la chiamai per farla avvicinare in piedi davanti a me e mentre avevo quei due cazzi dentro di me, mi dedicai anche a lei, leccandole quella giovane vulva appena deflorata e poi infilandole due dita, andando a cercare il suo punto-G.
I cazzi dentro di me aumentarono il ritmo, come io aumentai la velocità di digitazione nella fighetta di mia figlia che all’apice dell’eccitazione gridò: “Mamma!... Così mi fai venire!... Ecco, godo... godooo!” Elisabetta mi squirtò in abbondanza sul viso e in bocca, il sapore del suo godimento era inebriante. Ora anch’io ero eccitata ai massimi e ordinai:
“Forza, datemi dei colpi forti che sto per godere!... Ma voi tenete la carica per Elisabetta!”
Loro obbedirono, diedero delle bordate potenti che poco dopo mi fecero giungere a un orgasmo violento che mi squassò tutta, tanto che poi mi dovetti fermare, prostrata dall’intensità del godimento.

Ma mia figlia mi diede subito il cambio. Oramai aveva ben capito come si faceva e voleva provare quell’esperienza, dicendo: “Ora tocca a me prendere due cazzi!.... Vorrei provare quello di Lorenzo in figa e papà in culo!... Poi, mi raccomando, riempitemi di sborra!”
A quelle parole, capii che mia figlia stava diventando porca e perversa come me, senza porsi limiti
e ne fui felice.
Così Elisabetta sempre più intraprendente, prese in bocca gli uccelli di padre e fratello per spompinarli prima una alla volta e poi tutti e due insieme. Quindi fece stendere Lorenzo, dicendogli: “Fratellino, dopo che ci siamo spesso toccati i nostri sessi, ora finalmente prenderò il tuo bel cazzo!”
E si impalò sul quella verga ben eretta, cavalcandola come un’esperta amazzone, anche se era la prima scopata di quel genere in vita sua.
Entrambi i miei figli si gustavano quell’amplesso, mentre io li guardavo contenta di come andavano d’amore e d’accordo, ora accomunati anche dalla passione del sesso in famiglia.
Mi avvicinai anch’io e infilai due dita nel culo di Elisabetta, che entrarono agevolmente; così feci cenno a Guidobaldo che nostra figlia era pronta per ricevere anche lui. Così si avvicinò e l’accarezzò dicendo: “Bambina mia, ora il tuo papà entrerà nel tuo splendido culetto per darti una doppia dose di piacere!”
Lei ne fu ben felice e rispose: “Sì papà... dai, inculami ancora che voglio provare anch’io la doppia penetrazione, come ha fatto mamma prima!”
Sì fermò un attimo dalla cavalcata per favorire la penetrazione anale, che avvenne facilmente, tanto il buchino era lubrificato e dilatato, con lei che gridò il suo entusiasmo:
“Sìì!... Due cazzi!... Li sento proprio bene... mmm, è stupendo!.... Forza, scopatemi forte!”

Io guardavo la scena in preda a un’eccitazione perversa, nel vedere mia figlia scopata contemporaneamente da padre e fratello.
Mi avvicinai a lei, mentre era in preda a un forte parossismo erotico dopo l’ennesimo orgasmo, e la baciai chiedendole:
“Amore di mamma, ti piace?!”
“Sì mamma, è stupendo!.... Fare sesso così, tutti insieme, è stupendo... voglio continuare senza limiti!”
I due maschi continuarono a fotterla senza ritegno e io volevo dare il mio contributo. Così, mi misi dietro ai due e infilai due dita nel culo a Guidobaldo, ben abituato a riceverli, e uno a Lorenzo, che invece ne fu sorpreso. “Ora vi stimolo i vostri culetti, così godrete ancora di più”.
Piano piano mi feci strada nel buchino di mio figlio, che non aveva mai ricevuto visite ma che mi ripromisi di fargli provare i piaceri di ricevere anche lui penetrazioni anali di vario genere, come peraltro tutti noialtri di famiglia.
Però anche solo quel ditino nel culetto inviolato pareva non dispiacergli; peraltro a mio marito affondavo tranquillamente prima due poi tre fino a quattro dita nelle sue capienti profondità anali, sapendo che lo stimolava molto mentre scopava e infatti confermò:
“Sì Ginevra, infilami pure le dita lì... così tra poco vengo nel culo di nostra figlia... che vedo le piace tanto!”
Lei sentendo queste parole, spronò i suoi montatori a fare il loro dovere:
“Papà... Lorenzo... sto godendo ai massimi ma voglio avere un altro orgasmo mentre mi riempite di sborra in tutti i buchi!... Dai, datemene tanta!”

La bambina era diventata donna e anche perversa, come sua madre. Anch’io incitai i due maschietti a completare l’opera: “Avete sentito Elisabetta?!... Vuole ricevere tutta la vostra crema!... Forza, esaudite il suo desiderio, che poi ci penso io a raccogliere tutto il vostro seme!”
E così dopo qualche minuto Guidobaldo, che continuavo a sditalinare analmente, fu il primo a venire, inondando il culo di nostra figlia di sborra paterna. Poi si ritrasse per lasciare a Lorenzo il compito di finire di scopare liberamente la sorella.
E infatti i due, da bravi fratellini, erano avvinghiati in un intreccio incestuoso, baciandosi furiosamente e nell’impeto dell’azione si girarono così Lorenzo fu sopra per continuare a scoparla alla missionaria. Io ne approfittai per mettermi sopra Elisabetta sbattendole la mia figa bagnata in bocca in cui subito affondò la lingua, mentre baciavo Lorenzo ammirando il suo cazzo che entrava e usciva dalla fighetta della sorella per poi chinarmi per succhiarglielo un attimo prima che lo reinfilasse dentro di lei.

I due ragazzi, presi dall’impeto giovanile, continuarono in quella scopata fraterna ancora per parecchi minuti, finché Lorenzo raggiunse il suo apice, gridando:
“Sìì... sto venendo... godo dentro di te, sorellina... ti riempio di sborra!”
“Oh, lo sento Lorenzo.... il tuo cazzo che mi scarica tutta la tua sborra... è stupendo... finalmente l’ho fatto anche con te... sai quante volte mi sono sditalinata quando ti vedevo nudo...” rispose lei.
Ora mia figlia era piena di sperma che le colava da entrambi i suoi buchi e io non potevo resistere per leccarla avidamente, raccoglierla con la lingua e poi avvicinarmi a lei per fargliela colare lentamente da bocca a bocca, per poi sussurrarle:
“Ecco un cocktail dello sperma di tuo padre e tuo fratello... ti gusta?!”
“Mmm... sì, certo... è buonissima.... grazie mamma per avermela passata!”
Poi ripresasi dalla doppia penetrazione e dissetatasi con quel liquido denso e inebriante, mi fece una proposta provocante:
“Mamma, io sono rimasta eccitata... dopo aver preso i cazzi di papà e Lorenzo... mi piacerebbe.... ecco... vorrei... ehm... che mi scopassi tu con lo strap-on!... Te l’ho visto fare con quella donna quella sera e sono rimasta impressionata ed eccitata...”
A quel desiderio di mia figlia non potevo dire di no, del resto mi attraeva l’idea di usare quello strumento, che mi piace adoperare abitualmente, proprio su di lei. Così le risposi:
“Ma certo, mia cara... ti accontento volentieri, sarà un grande piacere reciproco!”
Così presi da un ripiano dell’armadio, dove tengo i vari strumenti del piacere, uno delle mie cinture falliche, non la più grande per rispetto alla sua natura appena deflorata, e la indossai.
“Mmm... con quella cintura sei ancora più attraente, mamma... non vedo l’ora di provarla!”

Intanto, mentre mi stavo preparando vedevo che mio marito si stava interessando all’uccello di Lorenzo, già tornato ben eretto dopo due intense venute, potenza della gioventù. Gli fece un apprezzamento: “Figliolo, complimenti per il tuo attrezzo... hai scopato tua mamma e tua sorella e sei già pronto per tornare in azione... Ti dispiace se lo assaggio anch’io?... Sai, mi attraggono anche i membri maschili e di trans”
A quelle parole Lorenzo rimase più che stupito, anzi si bloccò proprio, mentre il padre aveva già preso il suo membro in bocca per una prima degustazione. Riuscì solo a dire:
“Ma papà, che fai?!”
Allora intervenni io, spiegando: “Lorenzo, tuo padre è bisex, come del resto io... nelle infinite varietà del sesso, questo consente di godere appieno di ogni occasione, con donne, uomini, coppie, trans, ecc.... Vedrai, di bocca è bravo come me e il suo culetto è altrettanto aperto, pronto per fartelo provare!”
Guidobaldo annuì mentre spompinava il cazzo del figlio, intanto che io mi ero posizionata davanti a Elisabetta, pronta ad accogliere il mio fallo a gambe larghe. Al che, lanciai una provocazione:
“Allora miei cari, completiamo l’opera con questo gioco bisex? Io con Elisabetta e Lorenzo con papà!... Che ne dite?”
“Io sono già pronto, voglio proprio prenderlo fino in fondo!” mi fece eco Guidobaldo mettendosi alla pecorina per offrire il suo ano voglioso alle attenzioni del figlio.
“Sììì mamma... tu scopi me e Leonardo incula papà... E’ eccitantissimo!” fece entusiasta Elisabetta.
L’unico un po’ titubante era proprio Lorenzo che non se lo aspettava di chiavare il padre:
“Mah, non so... ho sempre sognato di fare sesso con le donne di casa, ma con papà non so se riesco....”
“Dai, Lorenzo... prova, vedrai che ti piace... il culo di un uomo non è molto diverso da quello di una donna... Così puoi dire di aver fatto sesso con tutta la famiglia” cercò di convincerlo Guidobaldo, mettendosi provocatoriamente alla pecorina di fronte a lui, voglioso di sentire quel cazzo dentro di sé.

Dopo qualche attimo di indecisione Lorenzo si avvicinò a Guidbaldo, appoggiò il cazzo duro sul buco del culo paterno, e spinse con decisione inculandolo in un sol colpo, provocandogli un sospiro di piacere.
Contemporaneamente, soddisfatta di quella sodomia maschile con Lorenzo che scopava il padre tenendolo per i fianchi, affondai il fallo che indossavo nella dolce fighetta di mia figlia, che per quanto appena deflorata era bagnata dall’eccitazione e pronta ad accogliere anche quel membro seppur artificiale.
Presi a scoparla con decisione, volevo che sentisse i colpi per farla godere il più possibile, e in effetti gemeva di piacere torturandosi il clitoride e incitandomi:
“Sì, sì, sì, mamma... scopami anche tu....oh, lo sento quell’uccello da donna che indossi... continua, è stupendo!”
Continuammo per qualche minuti, finché Elisabetta raggiunse l’apice del godimento, venendo con un grido di piacere. E anch’io ebbi una sorta di orgasmo, sia perché la cintura aveva un fallo vaginale interno che mi stimolava ad ogni colpo, sia al pensiero che stavo scopando e facendo godere mia figlia.

Intanto, i due maschietti avevano cambiato le posizioni con mio marito steso a gambe aperte per ricevere, da vera troia, il cazzo del figlio che continuava a martellarlo.
Al che, Elisabetta ripresasi dall’ebbrezza dell’orgasmo, chiese con tono innocente ma già da vera porca:
“Mamma, adesso posso scoparti io con lo strap-on?”
Quelle parole furono per me musica celestiale, quasi non aspettassi altro.
“Ma certo, cara!.... La figa da cui sei uscita è tutta per te!... Ecco, ti passo la cintura..:”
Così mia figlia indossò l’attrezzo e io mi misi distesa a gambe aperte, pronta per riceverla.
In un attimo fuggente, lei fu dentro di me e prese subito a spingere con una certa abilità; evidentemente non era la prima volta che usava quello strumento.
“Oh, mamma!... Ti sto scopando con lo strap-on!... E’ stupendo!”
“Mmm... sì, Elisabetta... piace tanto anche a me... Ma vedo che sei un’esperta, lo hai già usato?”
“Ehm, devo dire di sì!... Con Deborah lo usiamo abbastanza spesso ma... ehm... nel culo!... Ma adesso potrò farmi scopare da lei anche in figa!”
Mia figlia prese a fottermi con una certa foga; aveva un sorriso perverso, si vedeva che era eccitata e che stava godendo nel scopare sua madre, come io stavo godendo nel riceverla in me.
Dopo qualche minuto, estrasse il fallo dalla mia fregna fradicia e nel vedere l’altro mio buchino così invitante, vi appoggiò il glande e senza chiedermi il permesso esclamò con tono perentorio.
“Mamma, adesso ti inculo!” e lo infilò in un sol colpo facendomi sobbalzare:
“Sììì.... Sì Elisabetta, incula la mamma!” sospirai socchiudendo gli occhi sentendo quel membro che mi invadeva le profondità anali e masturbandomi il clitoride per amplificare il piacere.

A quel punto io e mio marito ci ritrovammo stesi sul letto, l’una accanto all’altro, mentre Elisabetta e Lorenzo ci stavano fottendo di buona lena in una sodomia multipla bisex, maschio con maschio, femmina con femmina. Allora, presi la mano di Guidobaldo e dissi:
“Oh, caro... è meraviglioso farci inculare così dai nostri figli!”
“Eh sì, Ginevra... è proprio un momento bellissimo; la condivisione del piacere assoluto del sesso!”
I due ragazzi si scambiarono un sorriso compiacente, anch’essi felici di quello che stavano facendo.
Continuammo così per oltre un quarto d’ora, finché Lorenzo raggiunse il suo terzo godimento, sborrando nell’ano paterno, il quale eccitato dal sentire il cazzo del figlio in culo concluse anche lui con un ultimo zampillo dal suo uccello, rimasto consistente.
E infine, io e Elisabetta concludemmo con un ultimo orgasmo, quasi simultaneo, eccitate com’eravamo da quella perversa scopata della figlia con la madre.

Poi, dopo tutti quei godimenti reciproci, crollammo sfiniti sul lettone. Facevamo sesso da più di tre ore ed eravamo sopraffatti dalle emozioni mentali e dai tanti godimenti fisici di quel lungo amplesso incestuoso, e così ci addormentammo felici genitori e figli stretti gli uni sugli altri.

Da quel giorno indimenticabile in cui si è compiuto il nostro ineluttabile destino incestuoso, condividiamo felicemente con i nostri figli i piaceri del sesso in famiglia liberamente e senza vincoli né remore mentali, nella tradizione trasgressiva e un po’ perversa della nostra nobile casata.
In poco tempo anche loro sono diventati dei bravi porcellini, che si dedicano al sesso tra loro, con noi e con altri, e io ne sono felice!
Peccato solo che ora che studiano all’Università fuori sede, i ragazzi sono a casa solo saltuariamente e quando loro non ci sono e mio marito è in viaggio per lavoro, io per consolarmi ricorro al mio amante Mauro.
Ma quando siamo tutti e quattro a casa, festeggiamo alla grande facendo sesso a oltranza!

* * * *

Al termine della lunga esposizione, Ginevra si rivolse all’amica Angelica che l’aveva ascoltata con attenzione:
“E così, cara Angelica, questa è la mia storia, la mia confessione di madre, di come ho iniziato i miei figli al sesso in famiglia... spero che ti sia piaciuto sentire questo racconto...”
Angelica pareva ancora assorta per metabolizzare tutto quello che Ginevra le aveva raccontato;
poi si scosse e disse:
“Oh Ginevra, è una storia bellissima e anche molto eccitante... come vedi mentre ti ascoltavo mi immedesimavo nella situazione, sditalinandomi tutto il tempo... Sono contenta che anche tu hai una bella famiglia dedita al sesso in tutte le sue forme...”
Ginevra abbracciò Angelica, la baciò e disse:
“Grazie, cara... è bello condividere tra di noi i nostri pensieri ed esperienze anche sul sesso in famiglia, che come dici tu è la forma più completa di amore verso i propri cari.... Sei una cara amica, anzi direi che io e te, che viviamo il sesso sempre intensamente e senza limiti, siamo due facce della stessa medaglia essendo entrambe troie, bisessuali, trasgressive, un po’ perverse e madri felicemente incestuose!”


7 – FINE (per ora)


PRECEDENTI EPISODI SERIE: “GINEVRA, DONNA IN CARRIERA E TRASGRESSIVA”:

Cap. 1: La nuova capoufficio (sez. “Trio”)
Cap. 2: Incontro a tre con Angelica escort (sez. “Trio”)
Cap. 3: Puttana per un giorno (sez. “Trio”)
Cap. 4: Orgia sul lago di Ginevra – Parte I (sez. “Orge”)
Cap. 5: Orgia sul lago di Ginevra – Parte II (sez. “Orge”)
Cap. 6: Confessioni di una madre – Parte I (sez. “Incesto”)


Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.


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Commenti per Ginevra – Cap. 7: Confessioni di una madre-II:

Altri Racconti Erotici in incesto:



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