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La benda rossa: incesto in incognito-Parte I


di Membro VIP di Annunci69.it Aquarius
12.11.2024    |    14.859    |    6 9.3
"Le chiese: “Ciao mamma, come va?..."
La benda rossa, ovvero: incesto in incognito – Parte I

Genere: incesto (per continuity con la Parte II in cui si svilupperà la vicenda)
Sottogeneri: trio e altre storie

Una storia di fantasia di provincia. Rimini, qualche tempo fa. Una famiglia piccolo-borghese, apparentemente normale, viveva in una villetta unifamiliare nei viali di periferia della città romagnola.
La madre Rachele era una donna sui 50 anni, insegnante, capelli mori lunghi fino sopra le spalle, dalle forme un po’ arrotondate con una 5a di seno ancora tonico di cui ne andava fiera e che alle volte le piaceva farlo notare indossando abiti con adeguata scollatura; ci teneva anche al lato-B che seppur leggermente abbondante lo valorizzava con dei perizoma piuttosto ridotti.
Quindi una milf ancora piacente che avrebbe volentieri dato fondo ai suoi desideri sessuali se non che il marito Oscar, di qualche anno più grande di lei, le dedicava ben poche attenzioni: essendo ispettore commerciale di una grande azienda delle distribuzione era in giro per l’Italia tutta la settimana e alle volte non rientrava neanche per il week-end. E come i marinai che hanno una donna in ogni porto, anche Oscar aveva due o tre “amiche” fisse nelle varie località in cui andava e con le quali intratteneva relazioni e passatempi erotici. Così, il sesso coniugale era ridotto ai minimi termini con rapporti molto saltuari e Rachele, venuta a conoscenza di queste tresche del marito, dopo le prime sfuriate se ne era fatta una ragione, accettando suo malgrado questa situazione, pur se il marito non faceva mancare il supporto economico alla famiglia.

Con i genitori viveva il figlio Samuele di 19 anni: moro, capelli corti, giocava a calcio e gli piaceva divertirsi e uscire la sera con gli amici facendo tardi. Non andava molto d’accordo con il padre, proprio perché lo vedeva assente. A Samuele non piaceva troppo studiare, ma frequentava lo stesso liceo scientifico in cui insegnava la madre, insegnante di matematica in un’altra sezione, che quindi lo teneva d’occhio sia a casa che a scuola.
In effetti Rachele era una madre un po’ possessiva e apprensiva che voleva sapere sempre cosa facesse e dove andasse il figlio, dicendogli cosa fare e cosa non fare anche ora che era maggiorenne. Tra l’altro il sesso era un argomento-tabù di cui in casa non si parlava mai. Così il ragazzo doveva fare le cose di nascosto, dal vedere video porno dal pc o dallo smartphone alle sue avventure erotiche quando riusciva a rimorchiare qualche ragazza o in occasione delle scorribande con gli amici.
Infatti doveva tenere segreti i suoi timidi approcci con le ragazze; in particolare aveva una cotta per Martina, una graziosa e apparentemente brava ragazza sua coetanea che frequentava lo stesso liceo ed era nella classe in cui insegnava Rachele, di cui anzi era la sua allieva prediletta, brava e studiosa. Con lei, Samuele non era andato oltre a qualche bacio o poco più, non avendo ancora un piano per trovare il luogo dove portarla per fare cose più complete.

Tra i suoi amici abituali vi erano Flavio e Franco, due cugini detti “Fla & Fra” poco più che ventenni e “compagni di merende” nello sport e nelle avventure con l’altro sesso [essi sono apparsi nei cap. 12-13 della serie: “Angelica, il ritorno-Vocazione escort: la gang.bang”, N.d.A.].
Tra l’altro, Samuele e i suoi amici giocavano insieme nella stessa squadra di calcio e frequentavano lo stesso liceo ma in classi diverse, loro erano in quella dove insegnava Rachele. I due cugini erano assai più interessati ai divertimenti che allo studio, e infatti a scuola erano pluri-ripetenti, avevano un carattere esuberante, piuttosto sbruffoni che si vantavano delle loro conquiste, specie con donne più grandi di loro. Quando erano negli spogliatoi del campo di calcio esibivano la loro dotazione virile, anche facendo a gara chi teneva più asciugamani appesi sul membro in erezione.

Così ogni tanto Flavio e Franco trascinavano Samuele nei loro giri notturni, come quella volta che si erano messi in testa di fare un “puttan tour” per i viali della zona-mare di Rimini, sfidando le ordinanze comunali anti-prostituzione che vietano l’adescamento e la contrattazione per strada (peraltro rivelatesi un palliativo inutile).
A bordo di una vecchia monovolume del padre di Flavio, il terzetto si diresse da Marina Centro lungo i Viali “delle Regine” (Regina Elena e Regina Margherita) verso Bellariva, Marebello fino a Rivazzurra, sbirciando se spuntava qualche “lucciola” dalle traverse laterali.
Avvistatane qualcuna, chiesero servizi e prezzo, ma le ragazze o si rifiutavano di salire a bordo per
fare un lavoretto a tutti e tre o chiedevano troppo. Finché Franco esclamò:
“Andiamo a vedere se c’è Anitona, la Gradisca!”
La Gradisca, che in realtà si chiamava Anita, detta Anitona per le forme procaci, era soprannominata così perché nel fisico e nei modi assomigliava al personaggio del celebre film “Amarcord” di Fellini, alle cui opere sono tra l’altro intitolate alcune traverse verso il mare dei suddetti viali. Anita era una nota mignotta riminese vecchio stampo, una sorta di “nave-scuola” su cui erano passate generazioni di ragazzi.
Alla fine la trovarono nel suo angolo abituale, mentre fumava una sigaretta.
“Ehi Gradisca, quanto vuoi per salire con noi e farci un bel servizietto a tutti e tre?” le chiese sfrontato Franco.
Lei lì guardò un attimo e rispose senza scomporsi: “Ciao belli... dato che siete dei ragazzi carini con 50 per uno vi faccio un bel lavoretto!”
“Va bene... dai monta su!” fece Flavio aprendo la porta scorrevole posteriore.
Così l’Anitona salì dietro proprio a fianco di Samuele che era un po’ emozionato a ritrovarsi con una donna tanto più grande di lui, ma eccitato all’idea di cosa avrebbero potuto fare; oltretutto era la sua prima esperienza con una prostituta stradale.
Mentre Flavio guidava, lei non perse tempo: si sbottonò il top, togliendosi il reggiseno a vista e liberando le sue grosse tette un po’ cadenti e prese le mani di Samuele mettendogliele sopra, dicendo:
“Ti piacciono queste, carino?”
Già lui era in confusione, sentendo quell’ammasso di carne calda e morbida sotto le sue dita che la tastavano e la stringevano freneticamente, ma quando Anita gli sbottonò i pantaloni e prese in mano l’uccello cominciando a segarlo, Samuele non capì più niente.

Intanto, Flavio aveva portato la monovolume in zona Gros, ritrovo abituale di trans che i due cugini non disdegnavano di frequentare ogni tanto, infrattandosi in una stradina dietro degli alberi.
“Qui non ci disturberà nessuno” disse, salendo dietro insieme al cugino.
In un attimo abbassarono i sedili per creare un’ampia superficie piana a mo’ di letto.
“Forza ragazzi, spogliatevi!... Fatemi vedere i vostri bei corpi e i vostri cazzi!” ordinò l’Anitona.
Così i tre si denudarono; erano abituati a vedersi nudi negli spogliatoi del campo di calcio, con Fla & Fra che si vantavano spesso delle loro misure; in effetti avevano dei membri di tutto rispetto, che Samuele un po’ invidiava, pur essendo anche lui piuttosto ben dotato e interamente depilato come loro.
La milfona afferrò subito quei giovani cazzi duri iniziando a spompinarli di gran lena, prima uno alla volta, a turno, e poi anche due insieme, mentre le mani dei ragazzi le tastavano il corpo e le stringevano i capezzoli turgidi.
Dopo qualche minuto di spompinamento collettivo, Flavio sollevò la gonna della donna trovandola senza mutandine e subito indirizzandosi verso quella passerona pelosa, iniziando a leccarla avidamente. Era bagnata ed emanava degli odori abbastanza forti, ma il ragazzo era eccitato e infilò la lingua dappetutto per gustarne il sapore di donna matura.
Fu quindi la volta di assaporarla da parte di Franco, che leccò ugualmente senza ritegno, e poi di Samuele, ma lui, che nelle sue poche esperienze aveva gustato solo fighette giovani e dolci, sentendo quei sapore piuttosto acre ebbe un momento quasi di disgusto e si ritrasse.
La donna se ne accorse e, quasi dispiaciuta, gli disse:
“Cosa c’è, caro?... Non ti piace la mia patatona?... Su dai, mettiti questo e infilaci il cazzo!” e gli porse un profilattico, facendoglielo indossare, cosa che fecero anche gli altri.
I loro bastoni erano pronti all’uso e il primo fu proprio Samuele che si mise alla missionaria sopra di lei, penetrandola in un colpo solo: tanto era larga e slabbrata quella vulva che il suo uccello entrò senza difficoltà e all’interno non incontrava particolare resistenza.
Il ragazzo comunque prese a scoparla senza farsi problemi anzi prendendoci gusto. Continuò per qualche minuto fino a che gli altri due gli diedero il cambio, alternandosi nel fotterla a fondo.
Poi, la baldracca si mise a pecorina dimenando il culo, con i tre che ripeterono la sequenza scopandola in staffetta da dietro, finché Flavio pensò bene di infilargli il cazzo nel buco posteriore che era altrettanto aperto che quello anteriore. Anita non fece una piega e nel mentre veniva inculata, riprese gli altri due cazzi in bocca per succhiarli a fondo.
Alla fine, vennero tutti e tre: Flavio concludendo l’opera in culo, Franco sborrandole in bocca e Samuele mentre aveva ripreso a scoparla in figa, riempiendo il profilattico che poi Anita volle svuotarlo sulle tette.

Al termine dei giochi, durati circa mezzora, l’Anitona nel rimettersi i pochi abiti da lavoro disse:
“Allora ragazzi, vi è piaciuto?... Quando volete io sono sempre disponibile per dei bei giovani come voi... magari a casa mia che così stiamo più comodi che non in macchina!”
“Certo Anita che ci è piaciuto... sei sempre una garanzia!... Eccoti i tuoi soldi... adesso ti riportiamo in ufficio!” fece Flavio a nome di tutti.

Alla fine di quella serata così particolare, Samuele da una parte era rimasto eccitato nel fare sesso in gruppo; dall’altra era un po’ turbato dall’averlo fatto con una donna assai più grande che più o meno aveva l’età di sua madre.
Al che gli venne un pensiero: ma mamma farà sesso così anche lei?
Finora non si era posto questo dubbio esistenziale, aveva sempre considerato la madre come “asessuata” o al più che avesse i normali rapporti coniugali con il padre, quando era a casa.
Ma non aveva considerato che “... anche le mamme fanno spesso l’amore, ma in silenzio per non farsi sentire....” come nella canzone di Alice “A cosa pensano” (1982), come poi i fatti dimostrarono.

In realtà anche Rachele aveva le sue voglie e le sue fantasie sessuali che però rimanevano in gran parte insoddisfatte. Un paio di anni prima aveva avuto una sorta di relazione clandestina con un suo collega, un insegnante di francese di nome Henri e molto più giovane di lei. Il flirt era nato frequentandosi a scuola e fuori e con lui Rachele aveva riscoperto i piaceri del sesso e dell’erotismo volto all’appagamento dei sensi, anche per pratiche e giochi particolari, come il sesso anale e l’uso reciproco di toys, che con il marito erano solo lontani ricordi dei primi anni di matrimonio.
La relazione durò solo lo spazio di un anno scolastico, poi lui dovette ritornare in Francia e si persero di vista, con suo grande rimpianto per quei brevi momenti felici passati insieme.
Però Rachele aveva sempre avuto un debole per gli uomini più giovani di lei; in particolare lavorando
in un ambiente scolastico di teenager era forse inconsapevolmente attratta dai ragazzi suoi studenti.
Così, alle volte cercava di attirarne l’attenzione mettendo in bella vista il suo abbondante décolleté in cui, quando interrogava alla cattedra, finivano per cadere le occhiate degli allievi esaminati o anche mettendosi dei perizoma piuttosto a rientrare che valorizzavano le rotondità del suo lato-B, con gonne o pantaloni attillati, che sapeva che era osservato speciale quando scriveva alla lavagna, il tutto senza malizia da parte sua ma come espressione della sua personalità e di esternare la sua femminilità repressa.
Gli studenti della sua sezione o di altre, tra cui in particolare Flavio e Franco, scambiavano battute e commenti su di lei, con risatine e sorrisetti sornioni, di cui Rachele ne era a conoscenza ma certo non le dispiaceva.

Qualche tempo dopo, Samuele dovette rimanere a casa per alcuni giorni a seguito di una passata influenzale, con febbre e raffreddore. Passava il tempo non certo a studiare ma a parlare al telefono con gli amici e soprattutto, quando la madre era a scuola, a vedere video porno di tutti i generi sui vari siti online, massacrandosi di seghe.
Uno di quei giorni di malattia, avendo finito i fazzoletti di carta, andò nella camera di Rachele a cercarne altri o un fazzoletto di stoffa. Guardò prima nel comodino e poi si diresse nel comò, passando da un cassetto all’altro, finché nell’ultimo vide uno strano involucro di forma cilindrica che spuntava da sotto una pila di biancheria. Incuriosito lo prese e lo aprì: rimase a bocca aperta vedendo che erano un fallo realistico di discrete dimensioni!
Non poteva credere a suo occhi! La madre, apparentemente così seriosa e morigerata, aveva un vibratore e neanche tanto piccolo!.
Preso dalla frenesia continuò a guardare in quel cassetto e scoprì un altro dildo un po’ più piccolo, un tubetto di lubrificante e uno strano oggetto che poi capì essere un succhiaclitoride.
Hai capito la mammina – pensò- ha una dotazione completa di accessori con i quali evidentemente si procurava piacere. E l’idea che la madre si masturbasse usando quei toys lo eccitò assai, facendogli indurire l’uccello all’istante pur se si era segato da poco; così continuò a guardare nei suoi cassetti, trovando anche biancheria intima sexy: reggiseni provocanti, perizomi ridotti o altri trasparenti, ecc.
Altro che madre asessuata, evidentemente Rachele aveva ancora delle voglie di sesso e desideri repressi.

Voleva scoprire di più su come lei utilizzasse quegli strumenti di piacere. Dato che Samuele si dilettava nell’usare strumenti elettronici e di ripresa, pensò bene di installare una piccola telecamera che funzionava anche per immagini notturne, nascosta all’interno della presa d’aria dell’aria condizionata che era proprio sulla parete di fronte al letto materno.
Provò il collegamento con il suo Pc, che funzionava alla perfezione.
Ovviamente, quando rientrò la madre apprensiva come sempre nel chiedergli come stava, se la febbre era passata, dandogli le medicine e quant’altro, fece finta di niente.
Ma nottetempo quando la madre si coricava, accendeva la telecamera per registrare le immagini, che poi rivedeva il giorno dopo facendole scorrere rapidamente.
Per due notti non successe nulla, ma il sabato sera circa un’ora dopo che era andata a letto, ecco che Rachele anziché mettersi la camicia da notte, si spogliò completamente e si stese sul letto nuda e con le gambe larghe, dopo aver preso i suoi toys dal cassetto.
Tolse i dildo dall’involucro, li ammirò e li succhiò lentamente, prima l’uno e poi l’altro, per poi prenderli in bocca entrambi. Già nel vedere questo Samuele aveva il cazzo duro che si menava lentamente. Guarda come le piace succhiare i cazzi - pensò-, deve essere brava a fare i pompini...
Ma era solo l’inizio. Rachele prese il dildo più piccolo, lo lubrificò e se lo infilò nel culo in un colpo solo! Con l’altra mano iniziò a sditalinarsi la vulva pelosa per poi prendere e azionare il succhiaclitoride che evidentemente le fece subito effetto, perché lei cominciò a smaniare e a sospirare sempre più intensamente, dicendo qualche parola incomprensibile a bassa voce.
Dopo qualche minuto, Samuele vide che la madre ebbe quasi delle convulsioni fino a un gemito soffocato: evidentemente aveva avuto un orgasmo!
Ma non era ancora finita; Rachele sostituì il satisfyer con l’altro dildo più grosso infilandoselo nella vagina, tenendo sempre l’altro in culo, e muovendoli all’unisono, per una incredibile doppia penetrazione. Muoveva il corpo sotto i colpi che lei stessa si dava, con le tettone che seguivano il movimento, che si concluse poco dopo con un altro godimento.

Nel vedere quelle immagini della madre, Samuele non resistette, continuò a segarsi fino a sborrare abbondantemente. Il ragazzo era esterrefatto, mai avrebbe pensato che la madre potesse fare cose del genere.
Anzi, pensandoci, era capitato che quando lui tornava nottetempo dalle serate con gli amici, passando davanti alla porta della camera materna sentisse dei rumori sommessi, una specie di brusio o dei sospiri. Lui aveva sempre pensato che la madre pregasse, dato che era religiosa e in camera aveva anche un altarino con immagini sacre; invece altro che preghiere, la madre si masturbava a fondo fino a godere!

Il giorno dopo lui fece finta di niente senza nessun accenno alla madre di quanto aveva visto; non sapeva come comportarsi o cosa fare. Ma presto sarebbero stati i suoi amici Flavio e Franco a dargli lo spunto sul da farsi.

Intanto Samuele riprese le sue avances con Martina, che gli piaceva assai e tampinava a scuola in ogni occasione. Effettivamente era una bella ragazza, mora, capelli lunghi, un fisico ancora un po’ acerbo ma tonico e promettente e già con una terza di seno e un culetto perfettamente rotondo. A lei non le dispiaceva che Samuele le facesse la corte e la considerasse la sua ragazza preferita, avendo una simpatia e attrazione reciproca pur senza essere fidanzati, solo con fugaci baci e limonando un po’ A parte qualche cinema o uscita collettiva con gli amici, Samuele non era ancora riuscito ad appartarsi con lei in un luogo tranquillo per andare oltre.
Finalmente si creò l’occasione giusta. Un pomeriggio Rachele doveva rientrare a scuola per il consiglio d’istituto che di solito durava fino a sera, così Samuele aveva casa libera e giocò la sua carta con Martina, invitandola da lui.
Lei non si fece pregare, accettando volentieri l’invito, forse curiosa di vedere fin dove il ragazzo sarebbe arrivato.
Samuele aveva preparato l’ambiente con musica di sottofondo e drink da bere. L’accolse a braccia aperte con un casto bacio sulla guancia. Poi si sistemarono sul divano, sorseggiando i drink e parlando del più e del meno, fino ad avvicinare le labbra al punto di non ritorno, facendo scoccare la scintilla ed un bacio profondo, voluto da entrambi, rimanendo attaccati a lungo a cui presto si aggiunsero le lingue intrecciate.
“E’ fatta, lei ci sta!” pensò Samuele, allungando le mani a tastarle le cosce tornite sotto la gonna abbastanza corta. Da lì le mani risalirono piano piano verso l’alto, ad accarezzarle prima i fianchi e poi i seni sotto la camicetta già sbottonata. Martina lasciava fare, anzi anche lei stringeva il corpo di Samuele, sfiorando il notevole rigonfiamento del pacco che lui già aveva.
Così incoraggiato, Samuele prese per mano la ragazza, dicendole:
“Vieni, andiamo in camera staremo più comodi...” senza alcuna obiezione da parte di lei.

Ma avendo nella sua camera solo un letto a una piazza, pensò bene di portarla nella camera della madre con il più ampio e comodo letto matrimoniale, anzi pensando che se servissero c’erano anche i toys nascosti nel cassetto.
La ragazza era di poche parole, sospirava e continuava a baciare Samuele, lasciandolo fare mentre le apriva la camicetta e le sfilava la gonna, lasciandola in reggiseno e mutandine che apparivano già bagnate.
“Oh Martina, come sei bella!” disse lui continuando a baciarla, slacciandole il reggiseno e ammirando finalmente le sue giovani tette, belle e sode, che strinse avidamente.
“Mmm.... Sì Samuele....dai, continua... lo voglio anch’io....” fece lei, dandogli il via libera e anzi andando proprio a cercare l’uccello tastandogli i jeans e abbassando la cerniera.
Così Samuele estrasse il suo uccello già ben eretto e scappellato, offrendolo alla sua amichetta.
“Ohhh!.... Caspita, è proprio bello grosso... “ disse Martina con un sorriso malizioso ma afferrando con la mano quell’attraente membro.
“Dai... prendilo in bocca, vedrai che ti piacerà....” la incoraggiò lui, spingendole delicatamente la testa verso l’uccello
Lei, dopo un attimo di esitazione, avvicinò le labbra al glande e vi passò la lingua per assaggiarne il sapore, per poi prendere tutta la cappella in bocca e iniziare a succhiare delicatamente. Non era il primo uccello con cui aveva a che fare e Samuele se ne rese subito conto che non era certo una sprovveduta, anzi la ragazza affondava sempre più il cazzo in bocca con risucchi via via più intensi, sussurrando: “Mmm... che buono il tuo cazzo!”
A quel punto, Samuele le sfilò le mutandine che svelarono una fighetta glabra da ragazzina, con le labbra appena accennate, ma già umida e vogliosa. Si misero fianco a fianco per continuare a dedicarsi ognuno al sesso dell’altra, così anche lui poté gustare il sapore dolce e fresco di quella giovane vulva, per poi girarsi in un 69 con lei sopra, mentre lui la leccava da sotto in entrambi i buchini mugugnando di gusto.
Samuele stava già pregustando che tra poco avrebbe finalmente infilato il suo cazzo in quella fighetta bagnata che pareva non aspettare altro, quando i due ragazzi sentirono una voce imperiosa che gli gridava:
“Porci!... Ma cosa state facendo?!... Proprio qui dovete fare queste porcherie, davanti a quelle immagini sacre?!....Vergognatevi!”

Sulla porta della camera era apparsa Rachele, incredula e turbata dalla scena che aveva di fronte, nel vedere il figlio nudo che amoreggiava con la ragazza. E continuò:
“Samuele, come ti permetti di portare le sgualdrine in camera mia?.... E tu Martina, mi meraviglio di te!... Sei così brava a scuola ma evidentemente sei una poco di buono a venire qui a fare sesso con mio figlio!”
I due poveri ragazzi erano rimasti paralizzati da quella improvvisa presenza e dalla scenata di Rachele, e non sapevano cosa fare. Samuele aveva il cazzo duro in bocca alla ragazza sotto gli occhi della madre ma rimaneva eccitato; cercò di giustificarsi balbettando qualcosa:
“Mamma... ecco.... io... noi... eravamo di là... ci stavamo baciando... poi per stare più comodi siamo venuti qui e....”
“E tu te la volevi trombare questa troietta, eh!”
Martina era la più imbarazzata, si sentiva sprofondare e piangendo riuscì solo a dire: “Che vergogna... che vergogna... Scusi, scusi... non so cosa mi è successo... adesso vado via...”
Così si alzò, raccolse le sue cose, uscì dalla camera per rivestirsi velocemente e andarsene singhiozzando.
Samuele così rimase da solo di fronte alla madre, nudo e con l’uccello ancora duro, su cui inevitabilmente indugiava lo sguardo severo e interrogativo della madre.
“ E copriti quel coso che hai tra le gambe, non ti vergogni a farti vedere così da tua madre?”

Dopo quei primi momenti in cui era stato preso alla sprovvista, di fronte agli improperi della madre, Samuele cercò di reagire, dicendo:
“Mamma, capisco la tua sorpresa e la tua arrabbiatura, ma devi comprendere che io sono giovane e ho diritto a divertirmi e... ehm... anche fare sesso...”
“Ma cosa dici... sei ancora un ragazzino sbarbatello e piscialetto... vuoi fare sesso, ma cosa ne sai?... Solo quello che vedi in quei filmacci su internet...”
“E tu allora?... Perché forse tu non lo fai?... E’ una cosa naturale....”
“Io sono tua madre e non mi piace parlare di queste cose con mio figlio...”
Da quella risposta vaga, Samuele capì che la madre non aveva negato che facesse sesso e allora rincarò la dose:
“Guarda che li ho visti quegli aggeggi che hai nel cassetto...”
Rachele rimase sorpresa, cercò di glissare ma era a disagio:
“Cosa dici?... Quali aggeggi?...”
Allora Samuele si alzò, sempre nudo e a cazzo dritto, si diresse verso il comò, aprì l’ultimo cassetto e tirò fuori gli involucri con i dildo e li mostrò alla madre, dicendo:
“Questi mamma!... Li ho visti per caso cercando un fazzoletto.... Io ti capisco se tu usi dei cazzi finti per raggiungere il piacere, ma tu devi ugualmente accettare se io voglio usare il cazzo vero per il mio piacere!”
A quella frase e sentendosi scoperta nella ricerca del suo piacere solitario, Rachele si fermò di colpo, perse la carica di rabbia che aveva e si sedette sul bordo del letto rimanendo in silenzio per qualche istante. Poi si riprese e disse singhiozzando:
“Samuele, figlio caro.... sì è vero uso quegli strumenti quando sono da sola, dato che tuo padre non c’è quasi mai e io ho... ehm... certe necessità.... spero che mi capisci e scusami se mi sono arrabbiata così, ma è stato uno choc vedervi nudi e intenti a fare sesso nel mio letto....Adesso ci calmiamo e cerchiamo di farcene una ragione.... Vieni qui, abbracciamoci!”

Rachele si alzò allargando le braccia per accogliere il figlio che non si aspettava quel gesto di affetto, che ricambiò andando nudo verso di lei. Madre e figlio si strinsero l’un l’altra, lui sentendo l’abbondante seno materno appoggiato sul suo torace, e lei il pene eretto del suo bambino che le premeva sull’inguine.
Mentre stringeva il figlio, Rachele gli sussurro: “Certo che hai un bel fisico e una... ehm... dotazione notevole.... erano anni che non ti vedevo così... ora capisco che una ragazza come Martina sia attratta da un bel ragazzo come te... Anzi, poi mi scuserò con lei se me la sono presa così tanto, sarei contenta se voi due continuaste a vedervi...”
“Ok...ehm... bene.... si, spero che lei voglia rivedermi... è rimasta così male, poverina.... certo che tu mamma ci hai rovinato una bella scopata!... Ma non dovevi rientrare verso sera da scuola?”
“Ah, ecco perché eravate qui... contavi sul fatto che io sarei rientrata tardi... che birichino, il mio ometto!... Invece, il preside stava poco bene e quindi il consiglio d’istituto è stato rinviato...
Mi dispiace Samuele che vi ho rovinato la festa... ma avrete certamente l’occasione di rifarvi... magari se me lo dici prima, io mi preparo mentalmente e non me la prendo così, di sorpresa..
Ora però vatti a rivestire... non sta bene stare in quello stato davanti a tua madre....”
concluse Rachele dandogli un bacio in fronte, ma continuando a guardare quell’uccello giovane e promettente.

Samuele si rivestì ed uscì per schiarirsi le idee. Da una parte era ancora arrabbiato con la madre che gli aveva rovinato il momento d’intimità con Martina e impedito la scopata, dall’altra il rimanere nudo davanti alla madre che gli guardava l’attrezzo lo aveva eccitato e fatto rimanere in erezione.
Chiamò subito i suoi amici Flavio e Franco per incontrarsi al bar, loro ritrovo abituale. Raccontò loro cosa era successo, dai dildo nascosti della madre a come erano stati da lei scoperti sul più bello e che, così su due piedi a caldo, si sarebbe voluto vendicare di quanto la madre gli aveva impedito di fare.
I due cugini ridacchiavano sornioni a quanto Samuele gli diceva, pensando sempre più che la loro insegnante Rachele, sotto l’egida della professoressa dedita al lavoro e ai doveri, in realtà celasse una donna con i suoi bisogni corporali da soddisfare.
Così Flavio disse all’amico: “Samuele, mi sa che tua madre ha bisogno di far sesso come tutte le donne, specie se mature... E’ da un po’ che ci pensiamo e adesso è venuto il momento di darle quel che ha bisogno... Così tu ti vendicherai....Ci pensiamo noi, fidati... e vedrai che poi le cose in casa cambieranno....”
“Ragazzi, non lo so.... mi sa che state correndo un po’ troppo... mia madre non è una che va con tutti come le mignotte che frequentate... ci devo pensare e capire meglio se ha desideri nascosti...
Intanto io devo riprendere il discorso con Martina per recuperare il nostro rapporto, se mi vorrà ancora....”

Intanto, in attesa dei successivi eventi, quell’episodio non rimase senza conseguenze sottotraccia.
Samuele, nel suo abituale hobby di vedere film porno, cominciò a cercare video con protagoniste donne mature che si dedicavano a piaceri solitari o si facevano scopare da ragazzi giovani, immaginando cosa sarebbe successo se davvero i suoi due amici avessero sedotto la mammina, eccitandosi all’idea.
Anzi, dato che quando era stato scoperto dalla madre era rimasto nudo e in erezione di fronte a lei, notando che lo guardava con una certa insistenza, Samuele pensò bene di farsi vedere ancora in tal guisa, come fosse una sfida, e cercare di vederla altrettanto in déshabillé.
Così, andava nudo dal bagno alla camera, oppure rimaneva in pantaloncini o in slip rigonfi per l’eccitazione quando andava in cucina dove la madre era dedita alle faccende, con lei che inizialmente gli diceva di coprirsi per non prendere freddo o per decenza, ma poi inevitabilmente lo scrutava, contenta che il figlio fosse un così bel ragazzo e che avrebbe voluto sempre con sé in casa, prima che qualche donnina glielo portasse via.
E forse, sotto sotto, le venne il cattivo pensiero che se non fosse stato suo figlio, probabilmente sarebbe stata attratta da un giovin maschietto come lui.
Samuele, conscio delle occhiate neanche tanto furtive che la madre gli lanciava e di quel suo atteggiamento, si mostrò altrettanto interessato a lei, immaginando il suo procace corpo sotto i vestiti.

Così, un giorno mentre la madre era in bagno il ragazzo entrò all’improvviso senza bussare, fingendo di essersi ferito. Rachele era immersa nella vasca, con le grandi tette che affioravano dall’acqua, le gambe semiaperte e appoggiate sui bordi, con la mano che indugiava sulla vulva, sditalindandosi lentamente, gustandosi quel lieve piacere solitario a occhi socchiusi.
Appena il ragazzo entrò, lei si svegliò dal torpore, esclamando: “Samuele!.... Ma che modi sono?...Entri così, senza neanche bussare!....” ma non fece in tempo a ricomporsi e si sentì scoperta nuda dal figlio in quella posizione provocante.
Samuele guardò attentamente la madre in quella posa nella vasca, ammirandone il corpo attraente e compiaciuto di averla scoperta in un momento di intimità, e cercò di giustificarsi dicendo:
“Oh...scusa mamma, ma mi sono tagliato facendo un lavoro con il cutter in camera e cercavo il cotone e il disinfettante... tolgo subito il disturbo e ti lascio... ehm... alle tue cose....”

Poco dopo, uscita dal bagno Rachele andò in cucina indossando solo una sottoveste, senza null’altro sotto. Si sincerò che la ferita del figlio fosse tamponata (lui aveva messo un finto cerotto)
e gli preparò la merenda, armeggiando in cucina con le tettone che si muovevano liberamente sotto quel lieve indumento.
Samuele la ringraziò per il dolce che gli aveva preparato e fece:
“Mamma, scusa ancora se prima sono entrato così... ma... ehm... avendoti visto così devo dirti che hai ancora un bel fisico...”
Rachele fu un po’ stupita di quelle parole, che comunque le fecero piacere e disse:
“Se è un complimento ti ringrazio... ma chi vuoi che mi guardi alla mia età?”
“Beh, a molti ragazzi della mia età piacciono anche le donne mature, le cosiddette milf...” aggiunse lui, in modo provocatorio.
“Se la metti così, allora mi piacerebbe conoscerli....” rispose altrettanto provocatoriamente lei e poi, a rincarare la dose “Piuttosto, ha chiamato tuo padre... non tornerà neanche questo fine settimana... è rimasto nel Nord-Est per i suoi giri di lavoro ...” In realtà Rachele sapeva che quando il marito le diceva così, si tratteneva in zona per incontrare una sua amante, tale Luana, casalinga inquieta di Rovigo.
Al che, Samuele provò a provocarla ancora: “... E chissà per quali altri giri... Sai mamma, capisco che se lui non c’è mai tu abbia certe necessità da soddisfare in qualche modo... come ho visto prima....e come abbiamo tutti...”
“Ma cosa dici?... Di queste ‘necessità’ non mi metto certo a parlarne con mio figlio... Su, adesso sbrigati a finire di mangiare che devo mettere a posto!” rispose in modo deciso Rachele, arrossendo vistosamente.

Dopo quegli episodi, anche Rachele, forse inconsciamente, forse volutamente, ricambiò quel sottile gioco di sguardi e di attenzione reciproca, facendosi a sua volta vedere dal figlio in sottoveste o in perizoma e reggiseno, pur se entrambi facevano finta di niente.
E quindi Samuele era sempre più certo che la madre avesse assai bisogno di fare sesso, e dato il suo fisico ancora piacente non doveva essere difficile trovare degli ammiratori, se avesse voluto.

Così. qualche giorno dopo ne riparlò ai suoi due amici., dicendo:
“... Mi sa che avete ragione voi... mia madre ha sicuramente delle voglie da soddisfare... e per come l’ho vista ha ancora un bel fisico... ragazzi, fate voi... vi lascio campo libero!”
“Bene Samuele!... Anche per noi è una donna attraente, con quelle tette che mette in mostra anche in classe e sappiamo che è attratta dai ragazzi giovani... Adesso, aspettiamo solo l’occasione giusta e vedrai che poi la cara professoressa Rachele avrà di che essere soddisfatta!”

L’occasione si presentò poco tempo dopo. Il liceo frequentato dai ragazzi negli ultimi tempi non aveva una buona fama, dato il carattere indisciplinato di molti studenti, episodi di liti tra bande di ragazzi e rendimento scolastico molto scarso in diverse sezioni, tra cui quella in cui insegnava Rachele. Così il preside diede disposizioni precise ai docenti: avrebbero dovuto aiutare gli studenti
con le insufficienze nelle loro materie con corsi di recupero e ripetizioni in modo da essere ammessi all’esame di maturità, e ciò avrebbe inciso anche sullo stato di servizio e sulla valutazione degli stessi insegnanti.
Rachele per questo era un po’ preoccupata: pur se era sempre stata disponibile a rispiegare i vari argomenti ai suoi allievi, si era resa conto che alcuni erano pressoché irrecuperabili, interessati a tutt’altro ma non allo studio, proprio come gli amici del figlio, Flavio e Franco, tra i peggiori della sua classe ed anzi i più “casinari”. E anche per questo non vedeva di buon occhio che il figlio frequentasse quei due pluriripetenti e irrequieti, che però, doveva ammetterlo, erano due bei ragazzi aitanti e fisicati.
Così, Rachele tenne la prima lezione di recupero, in un rientro pomeridiano a scuola, a un gruppetto di 5 studenti, tra cui i due suddetti. Ma si rese subito conto che così non funzionava; erano già in troppi e chiacchieravano tra loro, distraendosi e non seguendo la lezione.
Allora, pensò di fare diversamente con i due cugini, li chiamò e disse loro con tono severo:
“Sentite voi due!... Il preside ha dato disposizioni precise per cercare di riportare a un rendimento sufficiente studenti come voi a cui lo studio interessa poco, e si vede!... Io ho dato la mia disponibilità a questo incarico ma voi dovete a vostra volta cercare di impegnarvi come si deve...
Dato che dai prossimi giorni qui a scuola al pomeriggio faranno dei lavori e quindi le aule sono impraticabili, ho pensato di tenere la prossima lezione solo per voi due a casa mia!.... Così vediamo se seguirete le spiegazioni e se vorrete arrivare alla maturità... Allora che ne dite?”
Flavio e Franco si guardarono un attimo: era proprio l’occasione giusta, davvero insperata, per mettere in pratica il loro piano, addirittura proposta dalla stessa Rachele. Così risposero:
“Certo prof!... Verremo volentieri da lei e le promettiamo che ci impegneremo a fondo....Grazie per la sua disponibilità!”

Venne il giorno della lezione di recupero. Era un venerdì pomeriggio e Rachele aveva avvisato il figlio che sarebbero venuti i suoi amici per le ripetizioni di matematica. Samuele non ci sarebbe stato perché aveva l’allenamento e una partita di calcio, ma sapeva cosa i due avevano in mente e così lasciò loro campo libero.

Rachele aveva preparato il tavolo del salotto e aveva messo un abito di una certa eleganza con la sua abituale scollatura. Forse inconsciamente voleva far colpo sui ragazzi, sapeva che erano attratti dalle donne più grandi e magari sperava. forse ingenuamente, che così l’avrebbero seguita di più nelle spiegazioni.
Il duo Fla & Fra arrivò puntuale nel primo pomeriggio. L’inizio fu tranquillo: presi libri e quaderni dallo zaino fecero finta di ascoltare le spiegazioni di matematica. Ma ben presto Rachele si accorse che anziché funzioni, matrici e derivate i due erano più attratti dalle sue tette da cui non staccavano lo sguardo. Sotto sotto non le dispiacevano quelle attenzioni, ma da insegnante aveva un compito e voleva eseguirlo. Così disse:
“Ragazzi, vi vedo un po’ distratti... Adesso se volete vi preparo un caffè per svegliarvi ma poi vi rimettete sotto con più attenzione, d’accordo?”
“Oh sì, prof.... grazie!” rispose Franco con un sorrisetto.
Così mentre Rachele era andata in cucina, i due si preparano al momento tanto atteso.
Si tolsero jeans e slip. lasciando all’aria gli uccelli già piuttosto duri e scappellati. Si rimisero seduti
in modo che il tavolo li coprisse.
La padrona di casa rientrò in salotto poco dopo con un vassoio con i caffè e dei cioccolatini..
“Ecco ragazzi... prendete pure i caffè e i cioccolatini...” fece lei con tono gentile, sedendosi al suo posto di fronte a loro.

Ma a quel punto scattò la trappola. I due si alzarono di scatto con i cazzi duri in mano, brandendoli come spade verso Rachele e dicendole:
“Grazie prof... ma lei vuole assaggiare questi?!”
Rachele rimase a bocca aperta, basita da quella sfrontata provocazione e audacia erotica e rimase in silenzio per qualche istante: aveva due cazzi grossi e duri a pochi centimetri dal viso e non sapeva come reagire. Finché riuscì a dire qualche parola balbettando:
“Ma... ma... cosa fate?... Siete impazziti?... Vi rendete conto di cosa state facendo?...”
“Certo prof, ci rendiamo conto benissimo e siamo qui per lei... per aiutarla a soddisfare i suoi bisogni... i suoi desideri di donna...” fece con sicurezza Flavio, menandosi lentamente l’uccello sotto i suoi occhi.
“... Bisogni...desideri... ma cosa dite?... Se è uno scherzo, è di pessimo gusto e non la passerete liscia... Su, rivestitevi e andatevene...” disse Rachele cercando di reagire, ma sentiva che se la parte razionale della mente voleva mantenere il controllo della situazione, la parte passionale e istintiva era attratta da quei due giovani membri maschili e che la sua vagina si stava bagnando spontaneamente come da tempo non le succedeva.

“Non vuole che l’aiutiamo ad essere felice? A soddisfare i suoi bisogni di donna?”
“Ma cosa dite? Aiutare come? Quali bisogni?”
“Beh, sappiamo che le piace usare i dildo da sola, ma non sono meglio due membri maschili veri di carne?”
“Ma quali membri? Cosa dite?” Oramai la parte razionale della sua mente non capiva più niente,
e la parte emotiva stava prendendo il sopravvento e non si chiese come quei ragazzi sapessero dei suoi dildo nascosti.
“Questi prof... i nostri cazzi sono pronti per lei! ... Vuole prenderli?”
“Ma sono una donna sposata!... E anche la vostra insegnante... No ragazzi, è assurdo! Vi rendete conto? State dicendo cose fuori dalla realtà!” cercò di controbattere lei, rossa in viso, senza distogliere lo sguardo da quei peni eretti a pochi centimetri da lei di cui ne avvertiva l’odore di maschi eccitati.
“Sì Rachele, ci rendiamo conto. Di come guarda i ragazzi giovani quando interroga, di come mette in mostra le tue belle tette sotto abiti scollati e dimena il culo quando scrive alla lavagna... di come
suo marito la trascura e cerca il piacere da sola di notte...Noi siamo pronti per lei. La vogliamo!”
disse con tono deciso Franco, quantomeno mantenendo rispettosamente il lei.

Rachele non riusciva più a nascondere che anche lei era presa dalla voglia di sesso e non rifiutava più le loro avances.
“Ma ragazzi, come possiamo farlo?... E’ vero, ho dei desideri di donna repressi, ma non posso pensare di farlo con dei miei studenti” Nel dire questo, sentiva che la vagina era colante di umori, il clitoride si inturgidiva, i capezzoli sempre più eretti.
“Prof, si vede che si sta eccitando! Si lasci andare, sarà bellissimo.! La faremo finalmente godere...coraggio, è il momento giusto”
Rachele rimase ancora qualche istante in silenzio, guardò tremante i due ragazzi negli occhi che si avvicinarono a lei, portando i loro cazzi a pochi centimetri dal suo viso.
Ed infine, dopo un ultimo sospiro, cedette. Con un filo di voce,la sventurata rispose:
“Sì ragazzi, lo ammetto.... ho voglia anch’io di fare sesso come si deve... anche se non è corretto che un’insegnante lo faccia con i suoi allievi... “
Poi in un ultimo sprazzo di razionalità e serietà professionale, pensando all’impegno con il preside, aggiunse, un po’ ingenuamente:
“Ma mi promettete che poi a scuola farete i bravi, studiando e tenendo tranquilla la classe?”
“Certo prof, tutto quello che vuole!...Promesso!... Ma adesso badiamo a cose più piacevoli!”
fece Franco, sapendo che erano promesse vane per due come loro che in quei momenti ragionavano con l’uccello e non con la testa.

Rachele gli sorrise e sussurrò “Allora ragazzi...non posso più resistere...ho davvero bisogno di soddisfare i miei bisogni di donna...”
Così dicendo, Rachele prese subito i loro cazzi in mano portandoseli in bocca, e iniziò a succhiarli inizialmente con delicatezza, poi più intensamente
“Che buon sapore hanno i vostri membri, è da tanto che mi mancavano due uccelli così...”
La sua bocca passava da un cazzo all’altro, sempre più voracemente, fino a provare a prenderli
insieme e riuscendoci almeno con le cappelle.
I due ragazzi si gustavano quel pompino della loro integerrima insegnante, che ora era solo una donna vogliosa di fare sesso, dimostrandosi anche brava e ben portata all’arte orale E nel mentre li spompinava, ancora seduta di fronte a loro, i due allungarono le mani per stringerle finalmente quelle tettone che tanto li attraevano, facendole fuoriuscire dal vestito e scoprendole morbide e calde, con i capezzoli duri.
Quindi le ricacciarono a turno il cazzo in bocca per un deep-throat fino in gola, per poi scoparla letteralmente in bocca. Rachele li riceveva senza fare una piega; le piaceva assai avere quei bastoni di carni tra le fauci, li avrebbe mangiati da quanto era affamata di sesso!

Poi la fecero alzare e la misero sul divano, facendole togliere l’abito e il reggiseno; rimaneva il perizoma fradicio di umori che Flavio prontamente sfilò ammirando la sua passerona pelosa ma curata, impregnata di succhi vaginali.
Il ragazzo si avvicinò a quella vulva e vi affondò la lingua, che cominciò a frullarci dentro.
Rachele ne sentì subito l’effetto come se fosse un vibratore rotante e disse:
“Mmm... sei bravo con la lingua... dai, leccami a fondo!... Ti piace il mio sapore?”
“Sì, certo prof!... Ha un sapore irresistibile!” rispose Flavio, continuando a leccare abilmente dalle labbra verso l’interno, per poi soffermandosi sul clitoride, succhiandolo delicatamente.

Quindi, i due giovani invertirono le posizioni, con Franco che si dedicò al cunnilingus arrivando a leccare anche la rosellina anale, mentre Flavio le aveva messo il cazzo tra le tette, che glielo stringevano in una morbida morsa da cui spuntava la cappella che Rachele arrivava a lambire con la lingua.

Ma adesso i due volevano andare a fondo ed avevamo in mente un gioco visto in qualche film erotico. Flavio prese una benda rossa che aveva portato con sé, la mostrò a Rachele dicendo:
“Prof, adesso le mettiamo questa benda, così non vedrà cosa le faremo e chi la scoperà, ma sentirà solo il piacere del cazzo dentro di sé....”
Rachele era ormai in loro balia e rispose con un flebile: “Sììì, fate pure ragazzi... Mi eccita ancora di più l’idea di farmi possedere da voi bendata!”
Così bendata, le rinfilarono i cazzi in bocca per farseli insalivare ben bene, quindi la misero a gambe larghe sul divano e Franco la penetrò in un sol colpo, facendola sussultare:
“Ooohhh!.... Che uccellone!.... Ora possiedimi!”
Curiosamente, in un barlume di pudore e decenza, Rachele non usava mai termini volgari come cazzo, scopare e sborra, ma sinonimi meno triviali.
Il ragazzo non se lo fece ripetere, iniziò a martellarla con forza, facendola gemere a ogni colpo a cui corrispondeva una colata di latte di figa

Poi, dopo qualche minuto, i due cugini si diedero il cambio con Flavio che affondò il suo attrezzo nella fregna calda e bagnata della sua insegnante, mentre il cugino le rimetteva in bocca il cazzo impregnato dai suoi stessi succhi vaginali.
Finché poco dopo Rachele raggiunse l’orgasmo con un gemito prolungato. Era tanto tempo che non godeva così, ma anziché sentirsi appagata, aveva ancora più voglia di continuare a prendere i loro uccelli.
Mentre Rachele si gustava quei cazzi bendata, i suoi giovani amanti la riprendeva furtivamente con i loro smartphone, sapendo che il video sarebbe potuto essere uno strumento di ricatto nelle loro mani.

L’affiatato duo Fla & Fra continuò l’opera scopatoria a lungo, mettendo la loro amante in varie posizioni.
A un certo punto, Rachele era appoggiata semidistesa sul divano; da dietro Franco le teneva le gambe alzate e sollevate in modo da permettere a Flavio di penetrarla di forza da davanti, facendole lanciare un grido: “Aahhh!.... Così forte mi sfondi... non sono abituata a questa posizione... ma è così eccitante... mmm...”
Allora, per darle ancor più soddisfazione Franco, tenendole sempre le gambe da tergo, si chinò ancor più sopra di lei mettendole l’uccello sempre duro all’altezza del viso. Rachele lo guardò un attimo e poi lo prese subito in bocca, tenendo la testa all’indietro..
In quella posizione, scopata da davanti e con un cazzo in bocca da sopra, l’integerrima professoressa sbrodolava di continuo e raggiunse un ulteriore orgasmo, dimenandosi tutta.

Poi i due la rigirarono alla pecorina, e così dopo averla scopata da dietro, a un certo punto Franco estrasse il cazzo dalla figa ormai slabbrata e glielo appoggiò sull’orifizio anale, chiedendo educatamente il permesso di entrare:
“Prof, lo vuole provare anche nel buchino dietro?”
“Mmm... voi mi tentate, ragazzi... e non vi dico di no... Sì certo, infilamelo anche lì... mi alleno con il dildo ma un membro di carne è un’altra cosa!” rispose Rachele che ormai aveva perso i freni inibitori e si stava lasciando andare come da tempo non le succedeva.
Il ragazzo non se lo fece ripetere, le diede una profonda leccata nel pertugio posteriore facendo colare la saliva e vi inserì la cappella già intrisa di fluidi vaginali. Così il cazzo entrò senza difficoltà ed anzi lui si rese conto che l’orifizio anale non era affatto stretto e disse:
“Lo deve usare spesso il dildo... il culo è aperto che è una meraviglia...”
“Mmm.... sììì... mi piace usarlo e sentirlo lì... ma adesso continua... non ti fermare!” rispose lei a mezza voce, quasi soffocata, mentre il compare la stava scopando in bocca.

Continuarono ancora per diversi minuti, con un cazzo in culo e uno in bocca, per poi cambiare nuovamente posizione. I ragazzi avevano una buona resistenza, ma ormai anche loro sentivano che stavano per venire, quindi mentre la stava scopando alla missionaria, Flavio con tono concitato chiese:
“Prof!... Ci siamo!... Dove vuole che concluda?!”
“Oh, rimani pure dove sei, caro... abbiamo fatto 30, facciamo 31 e dammelo tutto dentro il tuo seme... ormai sono in menopausa...”
Così il ragazzo fece ancora qualche affondo potente, finché arrivò al momento culminante:
“Ecco, prof...sto venendooo!... sì, la riempio di sborraaa!”
E infatti sparò tre o quatto getti di sperma nelle intimità vaginali della sua insegnante, che li accolse con piacere: “Sììì... la sento... la tua crema calda... mmm... era da tanto che non ne ricevevo così....” Poi rivolgendosi con tono quasi supplichevole all’altro ragazzo aggiunse:
“E tu Franco, me la dai tutta in bocca?!”
“Ma certo prof!.... Con piacere!... Ma prima me lo succhi ancora, dopo che è stato nel suo culetto!”
La donna non fece una piega, riprese quel grosso cilindro di carne tra le labbra per leccarlo e gustandolo ancora impregnato com’era del sapore delle sue stesse intimità, poi lo succhiò con foga come un’idrovora, mentre lo segava con una mano. “Non c’è che dire -pensò il suo allievo- la prof ci sa fare con i cazzi!”
Rachele continuò quell’opera ancora per poco, finché sentì fremere quel cazzo che aveva in bocca e dopo qualche istante sgorgò una serie di fiotti di sperma che le riempirono la bocca; ma non riuscì a trattenere tutta quella quantità di liquido caldo e denso che le colò dalle labbra.
Franco, ancora un po’ ansimante per aver goduto così, fece: “Prof, ha visto quanta sborra per lei?... Adesso la ingoia tutta... vedrà che le piace...”
La donna annuì, non voleva certo rinunciare a gustare quel nettare che tanto le mancava. Prima l’assaporò in bocca, poi cercò di ingoiarla lentamente per prolungare quel momento sublime, quindi aprì la bocca mostrandola vuota e dicendo:
“Visto?... L’ho ingoiata tutta!... E’ così buono lo sperma di voi giovani... un gusto dolce e fruttato... delizioso!”

Per finire l’opera, Franco le tolse finalmente la benda, vedendo che gli occhi di Rachele sprizzavano appagamento e quasi riconoscenza. La baciò in bocca, con lei che ricambiò passandogli le ultime gocce del suo stesso sperma che aveva ancora sulle labbra, mentre Flavio si dedicò a leccarle la vulva impregnata di umori vaginali e di sborra colante.
Ora Rachele era quasi in trance. Aveva goduto più volte ed ancora in uno stato di post-eccitazione.
Avrebbe voluto continuare con due giovani amanti così, ma temeva che prima o poi sarebbe rientrato Samuele, così un po’ dispiaciuta disse:
“Ragazzi... siete stati stupendi... sono stati momenti bellissimi che vorrei non finissero, ma tra poco tornerà mio figlio e non vorrei che ci trovi in queste condizioni... Ora dopo essere stata una donna finalmente appagata devo tornare ad essere una madre di famiglia e la vostra insegnante... Quindi, ricordatevi della promessa che mi avete fatto che d’ora in poi vi impegnerete nello studio... io vi aiuterò... Poi, mi raccomando, tutto quello che è successo deve rimanere un segreto tra noi e non parlatene con nessuno specie con mio figlio, intesi?...”
I due ragazzi risposero in coro: “Certo prof, stia tranquilla... rimarrà il nostro segreto... Poi ci impegneremo a scuola, ma quando vuole siamo pronti per un’altra lezione con lei....”
Ma nel dirlo i due si fecero l’occhiolino e incrociarono le dita, sapendo di mentire e che non avrebbero certo mantenuto la promessa e che avrebbero fatto ben altro.

Usciti i due ragazzi, Rachele andò in camera e si abbandonò sul letto, rimanendo nuda. Piano piano stava cercando di recuperare il lume della ragione e di realizzare quanto successo. Aveva fatto sesso con due suoi allievi che, pur se inizialmente non voluto, poi ci aveva preso gusto e le era piaciuto assai, ritrovando piaceri di sano erotismo che le mancavano da tempo.
Se la parte razionale della mente le stava dicendo che era stato un errore cedere alle lusinghe di quei giovani amanti, la parte passionale le diceva che aveva fatto bene a dar sfogo ai suoi bisogni reconditi e che sarebbe stato da ripetere appena ci fosse stata una nuova occasione, dato che il marito rifuggiva il talamo nuziale.
Così, in preda a questi pensieri e con in corpo ancora un certo stato di eccitazione, Rachele si ricompose, e si rivestì con una vestaglia ma senza mettere né reggiseno né mutandine.

Poco dopo rientrò Samuele, che aveva passato tutto il tempo mentre era alla partita a chiedersi come era andata. Vedendo la madre solo con la vestaglia, parzialmente scollata lasciando visibile il bordo del seno, pensò che qualcosa era successo. Le chiese:
“Ciao mamma, come va?... Sono venuti i miei amici per la lezione di matematica?”
“Ehm, bene caro... ho appena fatto la doccia... sì, i tuoi amici sono venuti... e devo dire che sono ragazzi che quando voglio si applicano... si applicano... ehm... a fondo....” rispose lei sospirando.
Samuele inviò un messaggio ai suoi amici, ma non gli risposero, lasciandolo sulle spine.
A cena, madre e figlio parlarono del più e del meno, ma lui vide che la madre appariva più giuliva e rilassata del solito. Più tardi dopo aver guardato la televisione, madre e figlio si salutarono per coricarsi e Samuele notò che il bacino della buonanotte fu più caloroso che d’abitudine.
Quando calò il silenzio della notte, il ragazzo accese il collegamento con la telecamera nascosta che era ancora in camera matrimoniale, e vide e credette: la madre, nuda sul letto, si stava masturbando con i suoi vibratori infilati in entrambi i pertugi!
In effetti Rachele, ripensando a quanto successo, era rimasto in uno stato di frenesia interiore e dopo aver preso quei giovani cazzi aveva ancora bisogno di una dose di falli, seppur artificiali.
A quella visione, Samuele si eccitò all’istante, era in pigiama ed estrasse il cazzo duro iniziando a segarsi di brutto, arrivando ben presto a una copiosa sborrata con schizzi fino al torace e al viso.
Doveva saperne di più da Franco e Flavio.

Così, il giorno dopo a scuola, durante l’intervallo raggiunse i suoi amici che stavano guardando qualcosa sullo smartphone.
“Ciao ragazzi, allora come è andata ieri?” chiese quasi timoroso di sapere la verità.
“Oh, direi molto bene... giudica tu stesso!” rispose Franco mostrandogli il video che scorreva sull’apparecchio. Erano le riprese fatte di nascosto durante l’amplesso con Rachele.
Samuele guardò con occhi sgranati le imprese erotiche della madre bendata alle prese con i cazzi dei suoi amici, fino a farsi riempire di sborra. Rimase senza parole; lo immaginava, forse se lo augurava, ma ora non ci credeva.
Flavio lo provocò: “Allora che ne dici?... Certo che tua madre dietro l’immagine della professoressa seria e severa è proprio una gran troia affamata di cazzi!”
Franco rincarò la dose”... Già, e devo dire che ci sa fare e le piace proprio!”
Dopo qualche istante di silenzio, Samuele disse con tono incerto:
“Quasi non ci credo!... Avevo capito che mia mamma aveva certe necessità, ma non pensavo fosse così affamata di sesso!... E dire che mi ha redarguito perché io volevo farlo con Martina...”
“Eh, invece lei lo fa così a tua insaputa!”
“Lo rifarete con lei?” chiese ancora Samuele.
“Se lei vuole, noi siamo sempre pronti... anzi, vorremmo farti una proposta...” fece sibillino Franco.
“Che proposta?”
“Dato che le piacciono i cazzi giovani, vorresti partecipare anche tu alla prossima scopata con lei?”

Samuele rimase attonito; anche se si eccitava a vedere la madre che si masturbava a letto o adesso a farsi sbattere dai suoi amici, non aveva mai pensato razionalmente di fare sesso con lei.
Ma ora, fu come gli se scattasse una molla e si liberasse una scarica di adrenalina e di ormoni impazziti che gli fecero rispondere, quasi senza rendersene conto:
“Mmm... ragazzi, è una proposta davvero indecente ma molto provocante... ma mi eccita l’idea di darle anch’io la mia dose di cazzo, visto che le piace così tanto... così mi vendico per avermi impedito di scopare con Martina... Ma come si può fare?... Lei sicuramente si rifiuterebbe se mi vedesse...”
“Stai tranquillo Samuele... è qui il bello... lei non ti vedrà.... abbiamo pensato a tutto...ecco il piano...”

* * * * *

Riusciranno i due amici a realizzare il loro piano, coinvolgendo anche Samuele?
E Rachele come reagirà?
Poi cosa succederà tra madre e figlio?

Il seguito nel prossimo episodio che sarà pubblicato a breve.


1 - Continua


Il racconto è di fantasia; ogni riferimento a persone o fatti reali è puramente casuale.


P.S. Sono graditi commenti, osservazioni e suggerimenti, anche tramite messaggio privato sul profilo. Grazie per l’attenzione.
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